Stamattina, due degli undici medici ortopedici della graduatoria elaborata a seguito dell’avviso della Asl di Bari per l’affidamento di incarichi a tempo determinato (pubblicato nel bollettino ufficiale regionale del 19 luglio e scaduto il 3 agosto) hanno sottoscritto il contratto con assegnazione presso l’Ospedale della Murgia (lo avevo anticipato qui).
Uno prenderà servizio il 23, il secondo il 27 agosto.
Purtroppo non si è riusciti ad acquisire la disponibilità del terzo degli ortopedici previsti per il “Perinei”. Come ho già spiegato più volte, la penuria di specialisti genera una guerra tra le aziende ospedaliere, pubbliche e private, per accaparrarsi i neospecialisti.
È comunque un’ottima notizia. Con il supporto del primario ad interim, l’arrivo dei due nuovi ortopedici consentirà di “riaprire” il reparto o, meglio, di revocare il provvedimento di sospensione dei ricoveri presso la struttura, molto probabilmente a partire dal 27 agosto.
È quanto mi ha confermato poco fa il neodirettore generale della Asl barese, il dott. Antonio Sanguedolce, la cui attenzione, unitamente a quella del Presidente Emiliano e del Direttore del Dipartimento regionale “Salute” Ruscitti e al prezioso e intenso lavoro svolto nelle ultime settimane dalla dott.ssa Silvana Fornelli e dal dott. Gianluca Capochiani (rispettivamente, direttore sanitario e commissario straordinario, sino ad un paio di settimane fa, della Asl di Bari), stanno consentendo di superare rapidamente l’emergenza creatasi al reparto di ortopedia dell’Ospedale della Murgia. Li ringrazio.
Altra buona notizia, di cui ho avuto conferma oggi. Nelle prossime settimane, tra fine agosto e i primi giorni di settembre, sarà potenziata la struttura del Pronto Soccorso del “Perinei”. Prenderanno servizio, infatti, due nuovi medici che hanno sottoscritto il contratto in questi ultimi giorni, sempre a seguito di un avviso per affidamento di incarichi a tempo determinato.
Le soluzioni non sono né semplici, né a immediata portata di mano. Sono necessari lavoro, metodo, serietà e anche tempo.
Appena due settimane fa, il solito e, a mio parere, inutile modo di fare e intendere la politica aveva indotto alcune organizzazioni e alcuni rappresentanti politici ad avviare l’ennesima polemica strumentalizzando la grave situazione che si era determinata presso il reparto di ortopedia dell’Ospedale della Murgia “Perinei”, con la sospensione dei ricoveri (salve e senza interruzioni, invece, le attività ambulatoriali e di consulenza). Il numero di ortopedici (tre) era divenuto insufficiente a garantire la piena funzionalità del reparto nel mese di agosto.
Avevo spiegato che il problema non era il frutto di scelte ben precise o di mancate decisioni o programmazioni, ma aveva cause vecchie e di sistema, oggettive e ben note ad addetti ai lavori e politici d’improvviso sorpresi e scandalizzati (rinvio alla mia precedente nota sull’argomento, da qui).
Si tratta di un tema, ho spiegato e scritto, di cui, probabilmente, non ci si è preoccupati con la dovuta attenzione prima di inaugurare la nuova struttura e su cui si scontano anni di blocco delle assunzioni, che coinvolge l’intero territorio pugliese, recentemente e fortunatamente in parte superato con l’apertura di una nuova fase concorsuale.
A questa situazione che ha bloccato per molti anni l’ingresso di nuovo personale nel sistema sanitario pugliese (si stima che, in Puglia, l’organico è sottodimensionato per circa 5000-6000 unità complessivamente), si aggiunge un problema di fondo del sistema formativo italiano: il numero assolutamente scarso di medici specialisti formati dalle Scuole di Specializzazione Medica. Anche per far fronte a questa tendenza, nella manovra di bilancio votata a fine luglio in Consiglio regionale abbiamo fatto ricorso ad una misura eccezionale, prevedendo, infatti, un contributo del bilancio autonomo regionale di 45 milioni di euro (3 milioni all’anno, per quindici anni) a favore delle Università pugliesi per mantenere in vita diverse Scuole di Specializzazione dell’area medica, diversamente destinate alla chiusura per mancanza del numero minimo di docenti.
Tornando al caso di “ortopedia” dell’Ospedale Perinei, con provvedimenti alla mano, avevo spiegato che, contrariamente a quanto tanti politici erroneamente o strumentalmente raccontavano, la Asl di Bari aveva adottato in tempo diverse iniziative finalizzate a scongiurare la sospensione dei ricoveri nel reparto: avvisi di mobilità e di “pronta disponibilità” (uno risaliva al 9 maggio, ad esempio), che però sono andati deserti.
Avevo riferito anche che era stato adottato un ulteriore avviso per incarichi a tempo determinato, per soli titoli (pubblicato nel bollettino ufficiale regionale del 19 luglio) che prevedeva il 3 agosto come scadenza del termine per presentare le domande, al fine di riuscire a “intercettare” i medici che stavano terminando a fine luglio, con le prove finali, la scuola di specializzazione.
Ecco, è esattamente quanto è avvenuto.
La valutazione dei titoli si è svolta in tempi strettissimi e l’8 agosto è stata adottata la deliberazione (la riporto nelle immagini ed è disponibile da qui) che ha approvato una graduatoria di 11 medici specialisti in “Ortopedia e Traumatologia”. Sono tutti ortopedici che hanno concluso a luglio il ciclo di specializzazione.
I medici ammessi in graduatoria sono stati convocati venerdì prossimo per la sottoscrizione del contratto e già lunedì, 20 agosto, potrebbero prendere servizio.
Speriamo bene, questa volta. La penuria di specialisti, come scrivevo, genera una guerra tra le aziende ospedaliere per accaparrarsi i neospecialisti.
Ai primi quattro che confermeranno la disponibilità verrà conferito un incarico annuale: 3 ortopedici sono destinati al “Perinei” e uno al San Paolo.
Se tutto va bene, si tratta di una soluzione destinata ad assicurare la copertura minima necessaria di medici al reparto di ortopedia, in attesa degli esiti del concorso, già bandito, per assunzioni a tempo indeterminato.
Ringrazio per l’intenso lavoro svolto il Commissario straordinario facente funzioni sino pochi giorni fa, dott. Gianluca Capochiani, e la direttrice sanitaria della Asl di Bari, dott.ssa Silvana Fornelli, nonché il direttore del Dipartimento regionale “Promozione della Salute”, dott. Giancarlo Ruscitti.
Parte l’edizione 2018 della misura regionale “PASS LAUREATI”. In quella del 2017, ha ottenuto un ottimo riscontro, con centinaia di giovani pugliesi sostenuti dalla Regione nei loro percorsi di alta formazione.
Il nuovo bando è stato pubblicato alcuni giorni fa (Bollettino Ufficiale Regione Puglia n. 98 del 26 luglio 2018).
Si tratta di una misura che, forte dell’esperienza maturata durante lo scorso anno, per questa nuova edizione è stata potenziata e migliorata grazie al lavoro dell’Assessore alla Formazione, Sebastiano Leo. Diverse le novità introdotte in questa versione 2018.
Il bando, in coerenza con gli obiettivi della strategia “Europa 2020” e della “Smart Specialization Strategy” della Regione Puglia, mira a favorire e sostenere il diritto all’alta formazione, facilitando le scelte individuali di soggetti meritevoli attraverso l’erogazione di voucher finalizzati alla frequenza di master universitari post lauream in Italia e all’estero.
In particolare, è prevista la concessione di voucher formativi a rimborso totale o parziale delle spese di iscrizione al corso formativo, delle spese di trasporto pubblico, vitto, alloggio e polizza fideiussoria sino alla concorrenza dell’importo massimo previsto.
Tre le tipologie di percorsi per cui si può chiedere il voucher:
master post-lauream di I o II livello, erogati da Università italiane e straniere, pubbliche e private riconosciute dall’ordinamento nazionale. Tali master devono riconoscere almeno 60 CFU (Crediti Formativi Universitari) o 60 ECTS (European Credit Transfer System), ovvero un volume di lavoro di apprendimento, espresso anche attraverso altri sistemi di conteggio, pari a 1.500 ore, comprese quelle di studio individuale;
master post lauream accreditati ASFOR o EQUIS o AACSB o riconosciuti da Association of MBAS (AMBA), erogati da Istituti di formazione avanzata sia privati sia pubblici;
master post lauream erogati da Istituti di formazione avanzata, sia privati che pubblici, in possesso di esperienza documentabile, almeno decennale, nell’erogazione di master (novità della versione 2018 del bando).
Le ultime due tipologie di percorsi devono comunque assicurare un volume di lavoro di apprendimento non inferiore a 1.000 ore.
Beneficiari dell’avviso sono i nati dopo il 31 dicembre 1982 che, alla data di pubblicazione nel Bollettino Ufficiale:
risiedono in Puglia da almeno 2 anni oppure, purché nati in uno dei Comuni pugliesi, abbiano trasferito la propria residenza altrove da non più di 5 anni;
siano in possesso di diploma di laurea, di laurea triennale o magistrale (conseguite secondo le regole del nuovo ordinamento e, nel caso di laurea conseguita all’estero, il titolo di studio deve risultare già riconosciuto in Italia);
non abbiano già ricevuto borse di studio post lauream erogate dalla Regione Puglia con precedenti misure;
abbiano un reddito familiare non superiore a 30 mila euro individuato sulla base dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (I.S.E.E.) in corso di validità.
Ciascun soggetto potrà inoltrare una sola domanda di candidatura per un solo percorso formativo che non potrà essere successivamente sostituito.
Le risorse disponibili per l’avviso ammontano complessivamente a 15 milioni di euro a valere in gran parte sul Programma Operativo Regionale Puglia 2014/2020, ma anche su risorse stanziate con il Patto per lo Sviluppo della Regione Puglia.
L’importo del singolo voucher può arrivare sino ad un massimo di:
7.500 euro per percorsi svolti in Italia;
10.000 euro per quelli svolti all’estero.
I contributi saranno erogati in modo differente a seconda del valore dell’indicatore reddituale.
Un’importante novità dell’edizione 2018 del bando è rappresentata dalle tempistiche di partecipazione. Sono previste, infatti, delle finestre temporali durante le quali è possibile inoltrare la domanda: la prima finestra si apre il 28 agosto e si chiude il 20 settembre 2018. Ci saranno poi altre quattro finestre: una a novembre 2018, una a febbraio 2019, una a giugno 2019 e l’ultima a settembre-ottobre 2019. Sarà quindi possibile presentare le istanze di partecipazione entro i suddetti intervalli, così i ragazzi interessati potranno scegliere la finestra più consona rispetto alla data di inizio del master prescelto.
Per la partecipazione al bando – altra novità digitale dell’edizione 2018 – è necessario essere titolari di una utenza SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) ed effettuare l’accesso al portale Sistema Puglia attraverso questo canale.
Le domande dovranno essere redatte ed inoltrate unicamente in via telematica attraverso la procedura messa a disposizione all’indirizzo sistema.puglia.it, nella sezione formazione professionale.
Nella valutazione delle domande di assegnazione del voucher (sino ad esaurimento dei fondi disponibili) si terrà conto del voto di laurea e dell’età del richiedente alla data di conseguimento della laurea e sarà attribuito un criterio premiale ai master attinenti ai settori prioritari della Smart Specialization Strategy.
Si tratta, in sostanza, di un’altra importante opportunità offerta dalla Regione Puglia ai giovani pugliesi, che costituiscono il suo patrimonio più pregiato, al fine di formarsi e accrescere le loro competenze e conoscenze superando i limiti delle condizioni economiche delle loro famiglie.
Ringrazio l’Assessore Sebastiano Leo e la struttura dell’Assessorato regionale per il lavoro svolto e anche per aver dato seguito, con questa iniziativa, a spunti e sollecitazioni che avevo fornito nei mesi scorsi.
È stato pubblicato oggi un avviso comunale che disciplina le procedure per la concessione e l’erogazione di contributi economici a fondo perduto a beneficio di soggetti privati, proprietari o amministratori/affittuari (purché autorizzati dai rispettivi proprietari), che intendano effettuare interventi di bonifica di manufatti contenenti amianto presenti nel territorio del Comune di Altamura.
Il bando è “a sportello”, quindi, una volta verificata l’ammissibilità delle domande, i contributi saranno erogati sino al limite delle risorse disponibili secondo l’ordine cronologico di presentazione delle istanze.
L’avviso comunale è stato pubblicato oggi, così che gli interessati possano preparare in tempo utile la propria candidatura e la relativa documentazione (minima), ma le istanze potranno essere presentate a partire dal 10 settembre 2018 e sino alle ore 12:00 del 3 ottobre 2018.
I fondi a disposizione ammontano a 87.500 euro: 70.000 sono stati concessi dalla Regione e 17.500 euro sono risorse comunali.
La misura massima del contributo è stata determinata sulla base di prezziari ufficiali per lavori pubblici e varia a seconda del quantitativo di amianto da smaltire:
fino a 100 kg di amianto, il contributo massimo erogabile è di 600 euro;
Sono molto soddisfatto. Si dà così attuazione, a livello comunale, ad una misura della legge di stabilità regionale 2018 (l.r. 29 dicembre 2017, n. 67, la “Bilancio 2018“). In Consiglioregionale stanziammo 3 milioni di euro in favore dei Comuni al fine di sostenerli finanziariamente nell’attività di decontaminazione, smaltimento e bonifica dell’amianto.
Alla legge seguì un avviso approvato nel marzo scorso dalla Giunta Emiliano e rivolto ai comuni. Si trattava di una opportunità importante che segnalai in Comune e anche pubblicamente [leggi qui] e che il Comune di Altamura ha saputo opportunamente cogliere. Grazie all’impulso del Commissario prefettizio dott. Vittorio Lapolla e al lavoro del Servizio Ambiente, Altamura ha ottenuto un finanziamento regionale di 70.000, oltre al quale il Comune si è impegnato ad assicurare, come previsto dalla Regione, un cofinanziamento pari almeno al 20% del totale [ne ho scritto qui].
Rinnovo, ancora una volta, la mia gratitudine al dott. Vittorio Lapolla per la guida attenta, sicura e concreta (per circa cinque mesi) del Comune con funzioni di Commissario.
Doverosi sono, inoltre, i miei ringraziamenti per il lavoro svolto (che ho seguito in questi mesi passo dopo passo, sino all’avviso pubblicato oggi) al personale del Servizio Ambiente del Comune, in particolare Angelo Tritto e Michele Cornacchia, nonché al dirigente del settore, Giovanni Buonamassa.
La Regione e il Comune (nelle ultime settimane con la guida della nuova amministrazione: ringrazio, in particolare, l’Assessore Michele Cornacchia), il proprio dovere l’hanno fatto sino in fondo.
Tocca ora ai privati (non necessariamente i proprietari, come recita il bando). Mi auguro che questa ottima opportunità (sia per salvaguardare la salute pubblica, sia per bonificare immobili privati) sia colta dal più alto numero possibile di privati interessati. Il contributo, infatti, potrà coprire praticamente al 100%, salvo che non si rendano necessari interventi edilizi complessi e costosi, le spese per la rimozione e lo smaltimento di piccoli manufatti in amianto (pluviali, cisterne, comignoli, coperture di contenute dimensioni, ecc.), di cui si è fatto largo uso nell’attività edilizia sino almeno alla metà degli anni ’80.
Ancora una buona notizia per l’edilizia scolastica ad Altamura.
Lunedì scorso è stata pubblicata, infatti, la determinazione dirigenziale n. 70 del 2 agosto con la quale la Regione Puglia ha approvato le graduatorie di merito degli interventi proposti dagli enti locali in risposta al bando per la redazione del Piano Regionale Triennale per l’Edilizia Scolastica 2018/2020 [disponibile qui].
Il progetto presentato dal Comune di Altamura per la realizzazione di un nuovo istituto comprensivo nel quartiere Trentacapilli, si è classificato al terzo posto (a pari merito con un progetto della Provincia di Taranto per una scuola a Crispiano) tra gli interventi di nuova costruzione.
Avevamo dato conto di questa candidatura in una partecipata assemblea presso l’Auditorium della Parrocchia Santissimo Redentore [v. qui].
Dopo lo straordinario esito della procedura per il polo dell’infanzia (nella medesima area comunale di quasi 25.000 metri quadrati; in merito v. qui), il nuovo piano regionale triennale rende oggi più concreto l’obiettivo di realizzare un articolato e ricco polo scolastico nel popoloso quartiere di Trentacapilli, con servizi e strutture per i bambini e ragazzini da 0 a 13 anni.
Il quartiere è attualmente del tutto privo di infrastrutture dedicate all’istruzione. In risposta al bando regionale che avevo più volte segnalato sollecitando la candidatura altamurana [v., ad esempio, qui], il Comune – sotto la guida del Commissario prefettizio dott. Lapolla, con il lavoro del settore “lavori pubblici” e la positiva energia del quartiere più volte espressa nelle assemblee convocate presso la parrocchia da don Nunzio Falcicchio – aveva candidato un progetto preliminare richiedendo un finanziamento di 5 milioni di euro, cui aggiungere (a titolo di cofinanziamento) altri 2,5 milioni a disposizione dell’Ente comunale.
Complessivamente sono state presentate 651 istanze, che rappresentano il fabbisogno complessivo in materia di edilizia scolastica in Puglia. Per il momento, la Regione ha messo a disposizione circa 200 milioni di euro derivanti da trasferimenti statali e dai fondi POR Puglia 2014/2020, ma la dotazione finanziaria è destinata ad essere ulteriormente incrementata nei prossimi mesi.
Nell’ambito della programmazione saranno prioritariamente finanziati i progetti finalizzati all’adeguamento sismico delle scuole esistenti e quelli per l’ottenimento del certificato di agibilità o per l’adeguamento alla normativa antincendio. Pertanto, la realizzazione delle nuove costruzioni arriverà in un secondo momento, ma vista la posizione in graduatoria ottenuta dal progetto presentato dal Comune di Altamura per il quartiere Trentacapilli si può essere fiduciosi che lo stesso riuscirà, nel triennio di vigenza del piano, ad ottenere il finanziamento richiesto. Tra l’altro, la posizione, già ottima, in graduatoria potrebbe essere ulteriormente migliorata se, dal preliminare, si passa rapidamente a predisporre il progetto definitivo del nuovo istituto scolastico che consentirebbe di acquisire altri punti utili da far valere nel primo aggiornamento della graduatoria regionale (per la progettazione definitiva ed esecutiva, sono stati previsti spazi finanziari e risorse con un provvedimento del commissario prefettizio).
Accanto a questo anche diversi progetti presentati dalla Città Metropolitana di Bari, dai Comuni murgiani (Gravina, Toritto, Spinazzola, Acquaviva delle Fonti, Cassano delle Murge, Santeramo in Colle, Grumo Appula, Palo del Colle, Ruvo di Puglia, ecc.) e dal Comune di Altamura (relativi a plessi scolastici esistenti: “San Francesco d’Assisi”, “Tommaso Fiore”, “IV Novembre” e “G.B. Castelli”) sono stati ammessi in graduatoria.
Il Piano Triennale per l’Edilizia Scolastica approvato dalla Regione Puglia è già stato trasmesso al Ministero dell’Istruzione e nelle prossime settimane saranno individuati con precisione i progetti destinatari dei primi finanziamenti.
Ringrazio, per il complesso e tempestivo lavoro svolto, la Dirigente, arch. Marella Lamacchia, e lo Staff della Sezione regionale “Istruzione e Università”, nonché l’Assessore al Diritto allo Studio, Sebastiano Leo, per la straordinaria attenzione che, con il Presidente Michele Emiliano e la Giunta regionale, sta riservando al settore della scuola, dell’istruzione e della formazione universitaria, postuniversitaria e professionale, nello specifico al tema dell’edilizia scolastica, elemento imprescindibile per garantire effettività al diritto allo studio dei nostri bambini e dei nostri ragazzi in contesti sicuri e adeguati alle loro esigenze.
[Le Tabelle non sono aggiornate. Nel Polo di Bari sono comprese anche aree produttive di Molfetta per circa 20 ettari, con conseguente decremento delle superfici non assegnate (200 ettari e non 220).]
La Giunta regionale ha approvato, ieri, i Piani di Sviluppo Strategico per la costituzione delle Zone Economiche Speciali “Adriatica” e “Jonica”, con le relative perimetrazioni delle aree interessate.
Le ZES, ricordo, sono macro-aree geografiche, collegate a una o più aree portuali, per le quali saranno previste specifiche misure (benefici fiscali, incentivi, semplificazioni amministrative) finalizzate a creare un contesto orientato alla crescita di imprese, all’attrazione di investimenti, all’incremento di scambi commerciali ed export.
La ZES Adriatica (connessa ai porti di Manfredonia, Barletta, Bari, Monopoli e Brindisi e agli snodi logistici degli aeroporti di Bari, Brindisi e Foggia, dell’interporto regionale della Puglia, della piattaforma logistica di Incoronata) comprende una vasta area di circa 2669 ettari che, oltre alle aree portuali e aeroportuali, include:
il polo di Foggia (con la zona industriale di Manfredonia e l’agglomerato ASI Foggia-Incoronata);
il polo di Barletta (con la zona industriale di Barletta);
il polo di Bari (con la zona P.I.P. di Bitonto, l’agglomerato ASI Bari-Modugno, la zona industriale di Altamura, la zona P.I.P. di Gravina, le zone industriali di Monopoli e Molfetta);
il polo di Brindisi (con le aree ASI di Brindisi, Fasano e Ostuni);
il polo di Lecce (con le aree ASI di Lecce-Surbo, Galatina-Soleto, Nardò-Galatone, le zone industriali di Casarano e Matino, il centro intermodale di Melissano).
La Regione ha promosso la creazione di questa ZES come strumento per facilitare l’attrazione di investimenti diretti, promuovere la crescita della competitività delle imprese, l’incremento delle esportazioni, la creazione di nuovi posti di lavoro e il più generale rafforzamento del tessuto produttivo.
Sono molteplici gli strumenti previsti dal Piano strategico a questo scopo: credito d’imposta sugli investimenti entro la soglia di 50 milioni di investimento, esenzione IRAP, esonero quota comunale IMU per i proprietari degli immobili ricadenti nelle aree ZES, esonero TASI (sempre per la quota destinata ai Comuni) per i possessori e detentori di immobili nelle medesime aree, esclusione di addizionali comunali TASI, esenzione dalle spese istruttorie connesse alla realizzazione degli interventi in tali aree.
Sono molto soddisfatto per lo straordinario e complesso lavoro svolto dalla Task Force regionale individuata dalla Giunta per la redazione di questo Piano Strategico anche perché detto piano rappresenta un documento utile per conoscere al meglio il nostro territorio e le sue prospettive di sviluppo.
Sotto altro profilo, sono davvero contento che, con l’inserimento di ampie aree produttive dei territori di Altamura (185 ettari della zona industriale che insiste sulla strada statale 96 per Gravina) e Gravina (10 ettari di aree P.I.P.), sia stato adeguatamente considerato e valorizzato, all’interno del perimetro della ZES Adriatica, il vasto e articolato sistema produttivo della Murgia barese, come da me sollecitato in molteplici circostanze.
Più volte, infatti, nei mesi scorsi avevo ribadito (leggi qui, ad esempio) come la Murgia meritasse una specifica considerazione in vista della definizione del perimetro delle Zona Adriatica e questo per una serie di ragioni: si tratta infatti di un territorio caratterizzato da un vivacissimo tessuto produttivo, vocato all’innovazione tecnologica e dei processi produttivi, alla ricerca, alla commercializzazione su scala nazionale e internazionale. Un territorio in cui si sono insediate, negli ultimi quarant’anni, numerose realtà industriali e artigianali attive in differenti settori produttivi: agroalimentare (in particolare, lavorazione e trasformazione di cereali e derivati, legumi), manifatturiero (mobile, design, moda), meccanica, impiantistica avanzata.
Tale bacino produttivo si è sviluppato lungo il principale asse stradale di questo territorio, la statale 96 (i cui lavori di ammodernamento e raddoppio sono ormai prossimi ad essere terminati), peraltro l’unico asse di collegamento tra l’area portuale e retroportuale di Bari, l’entroterra e la Basilicata.
Il territorio murgiano rappresenta, inoltre, la naturale (e necessaria) cerniera tra le due ZES (Adriatica e Jonica) e tra la Puglia e la Basilicata, con cui condivide contiguità non semplicemente fisiche-territoriali, ma molto più profonde e strutturate nel tempo, di tipo economico-produttivo, storico-culturale e infrastrutturale. Per questo la notizia dell’inserimento dell’area murgiana (con i Comuni di Altamura e Gravina in Puglia, cui si potranno aggiungere anche aree di Acquaviva, Santeramo, Grumo Appula, Poggiorsini, grazie alla previsione, contenuta nel Piano Strategico, di estendere le zone già perimetrate con ulteriori 200 ettari circa che saranno individuati a seguito di un bando pubblico rivolto ai comuni) all’interno della ZES, rappresenta certamente un importante traguardo raggiunto da questo territorio sotto il profilo di una aggiornata prospettiva di sviluppo economico, che consentirà di attrarre investimenti e di creare nuova impresa e occupazione.
Un risultato frutto anche di un complesso lavoro di coinvolgimento che ho seguito per mesi e coordinato sin dall’avvio di questo percorso con i Comuni (e, in particolare, con i rispettivi uffici tecnici), le associazioni e le organizzazioni del mondo imprenditoriale (CNA – Area Metropolitana di Bari, Confesercenti – Terra di Bari, Confcommercio – Delegazione di Altamura, Apulia Fashion Makers, Copim), che ringrazio per aver sostenuto sin dal primo momento l’iniziativa, credendo nella possibilità di raggiungere questo importante obiettivo [da qui il mio ultimo intervento].
Il mio plauso va anche, per l’importante lavoro svolto e per la grande dedizione profusa nella definizione di un percorso di tale complessità, al Presidente e alla Giunta regionali, al Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale Ugo Patroni Griffi, al Direttore del Dipartimento “Sviluppo Economico e Innovazione”, Domenico Laforgia, e alla Dirigente della Sezione “Attività Economiche”, Teresa Lisi, oltre che al qualificato gruppo di lavoro impegnato nell’elaborazione del Piano Strategico varato.
Per la definizione del procedimento di approvazione sono necessari ora altri due passaggi, uno dei quali dettato da una novità intervenuta in questi ultimi giorni: la Regione Molise, infatti, ha chiesto alla Puglia di inserire le proprie aree nella ZES Adriatica. Occorrerà, pertanto, un passaggio di raccordo del piano strategico pugliese con la previsione delle aree produttive che saranno individuate dal Molise, prima dell’approvazione finale.
L’approvazione del regolamento avvenuta oggi rappresenta un passaggio importante per dare concreta attuazione alle disposizioni stabilite dalla legge, dirette a favorire l’accesso dei giovani all’agricoltura e contrastare l’abbandono e il consumo dei suoli agricoli.
In particolare, esso si compone di 13 articoli e disciplina: le norme tecniche per l’effettuazione del censimento, da parte dei Comuni, dei terreni incolti o abbandonati; le procedure per l’inserimento nella Banca della Terra di Puglia e per la loro assegnazione; i criteri per la redazione e l’approvazione del piano di coltivazione da parte dei richiedenti, di determinazione del canone dovuto ai proprietari dei terreni assegnati; le modalità di controllo e la disciplina della revoca dell’assegnazione.
La legge regionale, ricordo, è frutto di un lavoro congiunto tra me e il collega Cristian Casili, entrambi sottoscrittori della proposta e poi arricchita grazie al contributo dei colleghi consiglieri, dell’assessore regionale all’agricoltura, Leo Di Gioia, delle strutture regionali nonché delle associazioni di categoria del mondo agricolo.
Gli aspetti peculiari della legge sono sinteticamente i seguenti:
– vengono definiti puntualmente tempi e procedure per il censimento delle terre incolte e abbandonate, pubbliche e private, e dei fabbricati rurali insistenti da parte dei Comuni, con la previsione di misure premiali nella concessione di finanziamenti della programmazione regionale a favore dei Comuni che diano seguito agli adempimenti fissati dalla legge e, per converso, di meccanismi sostitutivi attivabili dalla Regione in caso di inadempimento dei Comuni.
– Dal novero dei “terreni incolti o abbandonati” concedibili sono state escluse alcune fattispecie (in parte già previste dalla legge nazionale n. 440/1978) quali, ad esempio, le terre la cui messa a coltura agraria pregiudichi la stabilità del suolo o la regimazione delle acque; quelle che presentino un habitat naturale protetto; i terreni di pertinenza di case adibite ad abitazione; le aree boschive o destinate a rimboschimento; le aree di cave esaurite che hanno destinazione finale diversa da quella agricola; i terreni che negli strumenti urbanistici vigenti hanno destinazione diversa da quella agricola; i terreni oggetto di impegni derivanti dalla normativa europea.
– Con un ulteriore intervento sulla legge regionale preesistente (n. 26/2014), è stato meglio disciplinato il meccanismo di censimento e inserimento nella “Banca della Terra di Puglia” anche dei beni di proprietà pubblica in modo da coordinare e uniformare i criteri e le procedure di assegnazione, assicurando, come per quelli di proprietà privata, il rispetto di procedure di evidenza pubblica e prevedendo l’aggiornamento annuale degli elenchi dei terreni concedibili.
– Sono dettagliate le procedure di assegnazione con la definizione puntuale di ruoli e compiti di Comuni e Regione e conferendo maggiore efficacia agli strumenti operativi e una più ampia visibilità, attraverso la “Banca della Terra di Puglia”, all’elenco dei terreni incolti e abbandonati pugliesi e, tra questi, a quelli disponibili per l’assegnazione.
– Gli elenchi informatici dei beni iscritti nella “Banca della Terra di Puglia” saranno accessibili al pubblico e integrati con il Sistema Informativo Territoriale della Regione Puglia (SIT) e con il Sistema Informativo Agricolo della Regione Puglia (SIARP).
– L’assegnazione dei terreni iscritti nella “Banca della Terra di Puglia” potrà avvenire su base volontaria, a seguito di espressa adesione al programma da parte del proprietario del terreno.
– Per quanto riguarda le terre incolte o abbandonate di proprietà privata per le quali non si sia acquisita la disponibilità del proprietario è previsto che il Comune favorisca l’incontro tra domanda e offerta (quindi, tra chi voglia coltivare i terreni e i relativi proprietari), demandando alla contrattazione tra le parti la stipulazione delle condizioni di utilizzo.
– Sono disciplinati, infine, i criteri di valutazione da seguire in presenza di più domande di assegnazione del medesimo bene. In particolare, nella graduatoria saranno preferite le istanze di soggetti residenti nel comune ove è situato il bene, quelle proposte da disoccupati, quelle che presentino un piano di coltivazione di qualità (con il ricorso, ad esempio, a tecniche di agricoltura biologica o a varietà locali o tradizionali) e quelle presentate da giovani al primo insediamento.
Ringrazio, per il puntuale lavoro svolto nella redazione e approvazione del regolamento, il Presidente Michele Emiliano, l’Assessore Leo Di Gioia, il Dirigente, dott. Luigi Trotta, e lo Staff della Sezione regionale “Competitività delle filiere agroalimentari”.
Oltre 8 milioni e 300 mila euro per finanziare altri 17 interventi di edilizia scolastica collocati nella graduatoria relativa al Piano Triennale Regionale di Edilizia Scolastica 2015-2017. È quanto previsto da una determinazione adottata nei giorni scorsi (n. 63 del 26 luglio, pubblicata il 31) dalla Dirigente della Sezione “Istruzione e Università” della Regione Puglia, arch. Marella Lamacchia.
Tali risorse derivano da una ricognizione, effettuata dalla Regione, delle economie di spesa relative agli interventi già previsti per l’annualità 2017, vale a dire risorse che si sono liberate a seguito dell’espletamento della gare di appalto o della revoca dei finanziamenti per mancata aggiudicazione nei termini previsti.
Grazie a queste risorse è stato dunque possibile scorrere la graduatoria del piano regionale triennale e finanziare ulteriori 17 progetti candidati dai Comuni di Zollino, Molfetta, San Giorgio Jonico, San Severo, Sammichele di Bari, Veglie, Rodi Garganico, Sannicandro di Bari, Taviano, Bisceglie, Bari, Cutrofiano, Manfredonia e Altamura.
In particolare, per quanto riguarda Altamura si tratta della realizzazione di una nuova palestra e di nuove aule per la Scuola elementare “IV Novembre”. Il progetto, di importo complessivo pari a 1.876.000 euro, potrà beneficiare del co-finanziamento richiesto dal Comune alla Regione che ammonta a 700 mila euro. È davvero un’ottima notizia per la scuola altamurana: si tratta infatti di un intervento che consentirà di colmare una grave carenza strutturale e didattica della scuola, permettendo ai suoi alunni di disporre di uno spazio adeguato per l’attività fisica.
Il finanziamento della palestra della “IV Novembre” segue, di qualche mese, quello analogo relativo alla Scuola media Padre Pio, conseguito grazie a un precedente scorrimento della medesima graduatoria [leggi qui]. Per quest’ultimo intervento è già stata ultimata la progettazione e sottoscritto il disciplinare tra Comune di Altamura e Regione Puglia. Mi auguro ora che si proceda rapidamente all’avvio della relativa gara d’appalto.
Ringrazio per l’impulso fornito l’Assessore regionale al Diritto allo Studio, Sebastiano Leo, e, per il prezioso lavoro svolto, la Dirigente e lo Staff della Sezione regionale “Istruzione e Università”.
Il lento e silenzioso fiorire delle cose, frutto di un lungo quotidiano lavoro, che, se vogliamo assicurare futuro e progresso alle nostre comunità, dovrebbe interessare più della semplice e indignata contemplazione di ciò che il passato e l’esistente ci consegnano.
– bando di concorso per tre posti di dirigente medico disciplina «Pediatria»;
– bando di concorso per tre posti di dirigente medico disciplina «Oftalmologia»;
– bando di concorso per otto posti di dirigente biologo disciplina «Patologia clinica»;
– bando di concorso per otto posti di dirigente psicologo.
A breve la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei restanti bandi adottati il 9 maggio scorso dal Commissario ASL [di cui avevo scritto qui] cioè quelli relativi alle seguenti discipline mediche: malattie dell’apparato respiratorio, medicina interna, urologia, otorinolaringoiatria, anestesia e rianimazione, medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza, ortopedia e traumatologia, psichiatria.
Il dott. Sardella è stato selezionato mediante un avviso interno, pubblicato a metà giugno, rivolto ai dirigenti medici in servizio presso il dipartimento immunotrasfusionale della ASL barese.
Si tratta di un altro tassello fondamentale nella direzione della piena operatività di questo importante servizio e, con esso, della Banca del Sangue, una struttura organizzativa in cui saranno impiegati medici trasfusionisti, tecnici di laboratorio e infermieri e che consentirà, ricordo, di trattare, conservare e disporre in sede del sangue necessario per trasfusioni, nonché di strutturare in via definitiva un polo di reclutamento con funzioni di ricerca dei donatori di midollo osseo, valutazione dell’idoneità, identificazione del donatore, prelievo ematico.
Ci siamo. Dopo un lungo iter durato quasi un anno e mezzo, che ho seguito e accompagnato (piano di riordino, rete trasfusionale regionale e poi aziendale, concorsi per tecnici di laboratorio e medici trasfusionisti, gare di appalto per attrezzature e mezzi, lavori edili per adeguamento ambienti, procedura di mobilità per i trasfusionisti, ecc.), l’obiettivo è ora pressoché raggiunto e il “Perinei” potrà offrire servizi fondamentali a beneficio di tutto il territorio murgiano.
Manca solo l’ultimo passo: l’individuazione dei medici trasfusionisti da destinare alla nuova Unità del “Perinei”. Per questo, a conclusione di una procedura di mobilità avviata un paio di mesi fa, è fissata per il prossimo 30 agosto la seduta della commissione che dovrà valutare le candidature pervenute.
Continuerò, come ho fatto sinora, a seguire e aggiornare sulla questione, sino alla sua completa definizione, ormai vicinissima.
Ringrazio intanto il Commissario della ASL Bari (facente funzioni), dott. Gianluca Capochiani, la Direttrice Sanitaria, dott.ssa Silvana Fornelli, e il Direttore del Dipartimento Immuno-Trasfusionale dell’Azienda, dott. Michele Scelsi.
Al dott. Leonardo Sardella, dirigente della neoistituita Unità di Medicina Trasfusionale dell’Ospedale della Murgia “Fabio Perinei”, auguro buon lavoro e auspico che la sua direzione in una Sezione Trasfusionale pienamente strutturata consentano di valorizzare il prezioso lavoro svolto sinora dal personale del punto fisso di raccolta sangue dell’ospedale murgiano e la grande energia e lo straordinario impegno di cui sono capaci le associazioni di volontari del territorio, come dimostrato in questi anni.
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