PUBBLICATI ALTRI BANDI DI CONCORSO DELLA ASL DI BARI PER DIRIGENTI MEDICI IN DIVERSE DISCIPLINE. SPERO PRESTO POTENZIATO IL PERSONALE DELL’OSPEDALE DELLA MURGIA.

Pochi giorni fa sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale i bandi di concorso della ASL di Bari per l’assunzione di undici dirigenti medici di varie specializzazioni.

In particolare i bandi riguardano: quattro posti per la disciplina di anestesia e rianimazione; due posti per medicina interna; un posto di medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza; quattro posti per ortopedia e traumatologia.

In tal modo prosegue il percorso messo in campo negli ultimi tempi dalla Regione per rendere sempre più efficace e tempestivo il sistema sanitario pugliese, dotandolo delle risorse umane e professionali necessarie a corrispondere ai bisogni di tutela della salute dei cittadini.

Con i bandi pubblicati nei giorni scorsi (per ogni ulteriore informazione si veda qui), cui bisogna aggiungere quelli già pubblicati nella Gazzetta Ufficiale del 31 luglio scorso, per altri trentadue dirigenti medici e quelli in attesa di pubblicazione per ulteriori dieci posti (tre di otorinolaringoiatria, tre di urologia, uno di malattie dell’apparato respiratorio e tre di psichiatria), si potranno acquisire professionalità destinate a soddisfare le esigenze di personale per numerose strutture operative della ASL di Bari.

In tal modo, infatti, si avvia a compimento il consistente programma di assunzioni di medici specialisti deliberato a maggio dalla medesima ASL di Bari e finalizzato a fornire una risposta alle criticità in cui versano molteplici ospedali del territorio.

Ora, grazie agli sforzi compiuti negli ultimi anni dalla Regione nel riorganizzare complessivamente l’offerta sanitaria sul territorio, è possibile superare la paralisi nel reclutamento di nuovo personale, determinato da tagli e limiti imposti dal governo statale, che ha prodotto da oltre un decennio enormi disagi, consentendo con queste nuove assunzioni un miglioramento complessivo dei servizi offerti ai cittadini.

A questi bandi, infatti, occorre aggiungere altre iniziative in corso, come, ad esempio, il concorso unico regionale bandito dall’Azienda Ospedaliera “Ospedali Riuniti” di Foggia per l’assunzione di 2445 Operatori Socio-Sanitari, l’avviso riservato alle categorie protette e bandito sempre dagli “Ospedali Riuniti” di Foggia per 48 collaboratori sanitari, l’assunzione di 246 infermieri già deliberata dal Direttore Generale della ASL di Bari nei giorni scorsi e la progressiva stabilizzazione del personale precario della sanità che riguarda tutta la Puglia (di queste procedure avevo scritto alcuni giorni fa, da qui).

In tal modo è possibile avere un quadro evidente di quel “nuovo corso” per la sanità pugliese che questo governo regionale sta mettendo in campo, tra mille difficoltà e dopo i sacrifici anche dolorosi compiuti nei mesi scorsi. Presto, con queste nuove assunzioni e con i benefici che inevitabilmente riguarderanno tutto il sistema sanitario, anche i cittadini avranno la percezione concreta di un miglioramento complessivo dell’offerta sanitaria sui territori.

Per quanto riguarda il territorio murgiano, con le diverse procedure in corso sarà possibile far fronte, mi auguro nel modo più esauriente possibile, alle esigenze dell’Ospedale della Murgia “Fabio Perinei” che presenta ancora pesanti carenze nella pianta organica sia per quanto riguarda dirigenti medici di diverse specializzazioni (quali anestesia, oculistica, otorino-laringoiatria, chirurgia, pediatria), sia per quanto riguarda la necessità di potenziare il personale infermieristico e tecnico.

Auspico, inoltre, e torno a sollecitare come già fatto in passato, la rapida conclusione delle procedure finalizzate alla individuazione dei primari per diversi reparti (quali cardiologia, chirurgia, urologia, ginecologia-ostetricia) la cui guida è da tempo affidata a reggenti con inevitabili limiti in termini di stabilità, organizzazione e programmazione.

Mi auguro che anche su questo si possano presto avere le risposte attese da tempo.

 

AIUTI “DE MINIMIS”, BENE IL PARERE FAVOREVOLE DELLA IV COMMISSIONE SU ESTENSIONE DEI BENEFICI A LIBERI PROFESSIONISTI, AZIENDE IN CRISI ED EDITORIA.

È certamente una buona notizia il parere favorevole espresso ieri dalla IV Commissione consiliare alle modifiche apportate dalla Giunta regionale (deliberazione n. 1461 del 2 agosto 2018) – su proposta del Presidente Emiliano, di concerto con l’Assessore alla Formazione Sebastiano Leo e con l’Assessore allo Sviluppo Economico Antonio Nunziante – al Regolamento regionale n. 15 del 1° agosto 2014 in materia di concessione di aiuti di importanza minore alle piccole e medie imprese (cosiddetto regime “de minimis”).

In particolare, prendendo atto di disposizioni nazionali e comunitarie introdotte successivamente all’adozione del regolamento regionale del 2014, la Giunta ha provveduto ora ad adeguarlo al quadro normativo esistente, operando alcune importanti modifiche e integrazioni.

Segnalo le principali.

  1. Ai fini della concessione di aiuti regionali, alle microimprese, piccole e medie imprese sono stati equiparati i liberi professionisti, che potranno, così, accedere anche alle agevolazioni e agli aiuti concessi dalla Regione; si pensi, in particolare, agli interventi regionali in materia di formazione.
  2. Ammesse a beneficiare di agevolazioni e aiuti anche le imprese in crisi, purché dimostrino di aver avviato processi di riqualificazione e di rilancio industriale.
  3. Sono stati ammessi aiuti alla formazione fino al 100% della spesa sostenuta dal beneficiario, entro il massimale di 200 mila euro per triennio per impresa.
  4. Estesi gli aiuti a tutti i servizi riguardanti innovazione, internazionalizzazione, ambiente, responsabilità sociale ed etica, e non più solo ai servizi di consulenza.
  5. Prevista, altresì, la possibilità di utilizzare l’aiuto concesso non solo per investimenti in conto capitale finalizzati all’acquisto di impianti, ma anche in conto esercizio per la copertura dei costi di gestione.
  6. Infine, in una materia su cui ci si è a lungo confrontati in Consiglio regionale, sono stati espressamente contemplati, tra gli aiuti ammissibili al funzionamento e ai costi operativi, quelli destinati alle iniziative a favore di imprese iscritte nel Registro degli Operatori della Comunicazione (ROC) – Sezione Puglia. Una previsione, questa, che dà ora la possibilità di procedere alla piena attuazione della legge regionale n. 3 del 7 febbraio 2018 (“Disposizioni per la promozione e il sostegno pubblico al pluralismo e all’innovazione dell’informazione e della comunicazione regionale“), che, ricordo, prevede diversi interventi finalizzati a sostenere l’innovazione tecnologica delle imprese del comparto editoria, il miglioramento della diffusione della stampa periodica e locale in ambito regionale (con particolare riferimento alle zone a più difficile accessibilità), la produzione e la diffusione di notiziari radiotelevisivi su base locale, nonché la produzione di programmi dedicati ai minori e al pubblico giovanile e, inoltre, a favorire l’assunzione e la stabilizzazione di giornalisti, tecnici e operatori, oltre che iniziative volte a formare e qualificare professionalmente tutti i lavoratori del settore.

Si tratta, dunque, di interventi che consentono di ampliare la platea dei beneficiari di agevolazioni, includendo quanti, come appunto i liberi professionisti e le aziende in crisi, ne erano prima ingiustamente esclusi. In tal modo, anche questi soggetti potranno accedere, ad esempio, alle misure messe in campo dalla Regione Puglia in questi anni, soprattutto grazie al grande lavoro dell’Assessore alla Formazione Sebastiano Leo e della rispettiva struttura regionale, in materia di percorsi di formazione, tra cui ricordo “Pass Imprese” o “Piani Formativi Aziendali”.

ENZO COLONNA

“BANCA DELLA TERRA DI PUGLIA”: VIA LIBERA IN COMMISSIONE AL REGOLAMENTO ATTUATIVO DELLA LEGGE REGIONALE.

In IV Commissione Consiliare, presieduta dal collega Donato Pentassuglia, abbiamo espresso oggi parere favorevole, all’unanimità, sul regolamento adottato nelle scorse settimane dalla Giunta regionale finalizzato a dare compiuta attuazione alla legge regionale n. 15/2017 che, apportando radicali modifiche e integrazioni ad una precedente legge regionale (n. 26 del 2014), istituisce la “Banca della Terra di Puglia” [il testo del regolamento è disponibile da qui].

Ricordo che la legge regionale è stata il frutto di un lavoro congiunto svolto nei mesi scorsi da me assieme al collega Cristian Casili, entrambi sottoscrittori della iniziale proposta, ed è stata poi arricchita grazie al contributo dei colleghi consiglieri, dell’assessore regionale all’agricoltura, Leo Di Gioia, delle strutture regionali nonché delle associazioni di categoria del mondo agricolo [rinvio, da qui, alla mia nota diffusa dopo l’approvazione della legge da parte del consiglio regionale, all’unanimità].

Gli aspetti peculiari possono essere così sinteticamente ricordati:

  • vengono definite puntualmente le procedure per il censimento delle terre incolte e abbandonate, pubbliche e private, e dei fabbricati rurali insistenti da parte dei Comuni.
  • È stato disciplinato il meccanismo di censimento e inserimento nella “Banca della Terra di Puglia” anche dei beni di proprietà pubblica in modo da coordinare e uniformare i criteri e le procedure di assegnazione, assicurando, come per quelli di proprietà privata, il rispetto di procedure di evidenza pubblica e prevedendo l’aggiornamento annuale degli elenchi dei terreni concedibili.
  • Sono dettagliate le procedure di assegnazione con la definizione di ruoli e compiti di Comuni e Regione e conferendo maggiore efficacia agli strumenti operativi e una più ampia visibilità, attraverso la “Banca della Terra di Puglia”, all’elenco dei terreni incolti e abbandonati pugliesi.
  • Gli elenchi informatici dei beni iscritti nella “Banca della Terra di Puglia” saranno accessibili al pubblico e integrati con il Sistema Informativo Territoriale della Regione Puglia (SIT) e con il Sistema Informativo Agricolo della Regione Puglia (SIARP).
  • L’assegnazione dei terreni iscritti nella “Banca della Terra di Puglia” potrà avvenire su base volontaria, a seguito di espressa adesione al programma da parte del proprietario del terreno.
  • Per quanto riguarda le terre incolte o abbandonate di proprietà privata per le quali non si sia acquisita la disponibilità del proprietario è previsto che si favorisca l’incontro tra domanda e offerta (quindi, tra chi voglia coltivare i terreni e i relativi proprietari), demandando alla contrattazione tra le parti la stipulazione delle condizioni di utilizzo.
  • Sono disciplinati, infine, i criteri di valutazione da seguire in presenza di più domande di assegnazione del medesimo bene. In particolare, nella graduatoria saranno preferite le istanze di soggetti residenti nel comune ove è situato il bene, quelle proposte da disoccupati, quelle che presentino un piano di coltivazione di qualità (con il ricorso, ad esempio, a tecniche di agricoltura biologica o a varietà locali o tradizionali) e quelle presentate da giovani al primo insediamento.

Con il parere positivo espresso in Commissione, il regolamento attuativo passa ora nuovamente alla Giunta per la sua approvazione definitiva. In tal modo sarà possibile dare applicazione ad una disciplina finalizzata a consentire l’accesso all’agricoltura (in particolare, di giovani e disoccupati) e a contrastare l’abbandono e il consumo di suolo agricolo su tutto il territorio regionale.

Come è noto, negli ultimi anni si sta registrando un significativo interesse da parte soprattutto dei giovani per l’agricoltura che, da sempre e nonostante le tante difficoltà che attraversa, rappresenta certamente uno dei settori trainanti della nostra economia.

Il regolamento approvato in commissione si compone di 13 articoli e disciplina: le norme tecniche per l’effettuazione del censimento, da parte dei Comuni, dei terreni incolti o abbandonati; le procedure per l’inserimento nella “Banca della Terra di Puglia” e per la loro assegnazione a seguito di apposita procedura ad evidenza pubblica; i criteri per la redazione e l’approvazione del piano di coltivazione da parte degli interessati al’assegnazione delle terre, le modalità di determinazione del canone dovuto ai proprietari (pubblici o privati) dei terreni assegnati, quelle per il controllo e la disciplina della revoca dell’assegnazione.

In particolare, entro sei mesi dall’entrata in vigore del regolamento la Regione dovrà individuare i terreni agricoli di sua proprietà idonei ad essere assegnati (in concessione, locazione o comodato) a chiunque voglia svolgervi attività agricola. Allo stesso modo i Comuni dovranno censire i loro terreni incolti e abbandonati (appartenenti al proprio patrimonio o di proprietà privata) e trasmettere i relativi elenchi, entro il 30 settembre dell’anno successivo all’entrata in vigore del regolamento, al Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia per l’inserimento nella “Banca della Terra”.

Inoltre i Comuni, entro 180 giorni dall’entrata in vigore del Regolamento e, poi, con cadenza annuale, dovranno pubblicare sui rispettivi siti web e sull’albo pretorio un avviso pubblico rivolto ai proprietari privati che siano interessati ad iscrivere i loro terreni (anche se non abbandonati) nella “Banca della Terra” in modo che possano essere assegnati a chiunque voglia svolgervi attività agricola. Dopo i successivi 60 giorni, in cui i privati possono far pervenire istanza di inserimento o cancellazione dei propri terreni, i Comuni dovranno approvare gli elenchi e trasmetterli al Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia.

Entro 30 giorni dalla ricezione degli elenchi, poi, la Regione provvede a inserire i terreni nella Banca della Terra, dandone adeguata pubblicità.

I Comuni, d’altro canto, entro il 30 settembre di ogni anno, provvedono all’eventuale aggiornamento dei relativi elenchi, comunicandoli al medesimo dipartimento regionale.

Ringrazio, per il puntuale lavoro svolto nella redazione e approvazione del regolamento, il Presidente Emiliano, l’Assessore Leo Di Gioia, il Direttore del Dipartimento Agricoltura, prof. Gianluca Nardone, il Dirigente, dott. Luigi Trotta, e lo Staff della Sezione regionale “Competitività delle filiere agroalimentari”.

ENZO COLONNA

POLI INNOVATIVI PER L’INFANZIA DI ALTAMURA, BARI E CAPURSO, DAL MIUR INDICAZIONI OPERATIVE PER LA LORO REALIZZAZIONE.

UN IMPORTANTE PASSO IN AVANTI PER IL POLO NEL QUARTIERE TRENTACAPILLI DI ALTAMURA. ORA TOCCA AL COMUNE. FORZA, DIAMOCI DA FARE.

Importante passo in avanti per la realizzazione dei Poli innovativi per l’infanzia a Bari, Altamura e Capurso, i tre comuni selezionati dalla Regione Puglia a seguito di un tempestivo e puntuale lavoro definito agli inizi di quest’anno e svolto dall’Assessorato all’Istruzione della Regione, guidato da Sebastiano Leo, e, in particolare, dalla Sezione “Istruzione e Università”, diretta dall’arch. Maria Raffaella Lamacchia.

Martedì scorso, presso il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca si è tenuto un incontro tra i responsabili ministeriali della misura e rappresentanti dei comuni selezionati dalle regioni italiane al fine di definire i prossimi necessari passaggi.

Per quanto riguarda Altamura ricordo che il progetto prevede la realizzazione del Polo per l’infanzia in un’area comunale di circa 5 mila metri quadrati nel quartiere Trentacapilli, per un importo stimato in 4 milioni e 150 mila euro.

L’intervento contempla la realizzazione di aule scolastiche per l’infanzia, nido e micronido, sezioni primavera, oltre a strutture destinate ad offrire servizi educativi e ricreativi non solo per i bambini residenti nel quartiere ma anche per quelli dell’intero territorio comunale (per ulteriori dettagli rimando ad uno dei miei numerosi interventi sul tema, da qui).

In particolare saranno realizzate:

  • sette sezioni/aule destinate alle attività scolastiche per circa 170 bambini;
  • strutture per attività extrascolastiche (quali palestra, laboratori tematici, parco giochi, piscina, auditorium, biblioteca, orto botanico, area verde, teatro all’aperto, laboratorio di manualità e creatività, servizio di ascolto e counseling per bambini e famiglie, ludoteca, ecc.) per un bacino di utenza stimato in circa 1000 bambini.

La selezione di Altamura, da parte della Regione, tra i tre Poli per l’infanzia assegnati alla Puglia, per cui il ministero aveva messo a disposizione 9 milioni e 680 mila euro è stato uno straordinario risultato, frutto di un intenso lavoro, di una efficace sinergia tra comune e regione, accompagnata da una grande mobilitazione dei residenti del quartiere a sostegno di questa candidatura che avevo proposto e sollecitato sin dalla pubblicazione del bando regionale. A questo scopo, tra l’altro, in più occasioni ci siamo riuniti con i residenti presso la Parrocchia Redentore guidata da don Nunzio Falcicchio al fine di definire meglio i contorni del progetto da presentare raccogliendo le istanze provenienti dagli abitanti del quartiere.

Nel corso della riunione svoltasi martedì è emersa dal ministero una importante novità. Oltre a dover deliberare la cessione delle aree all’INAIL (che finanzia tutto il programma e poi, a regime, percepirà i canoni di locazione dal ministero), saranno i comuni ad occuparsi della progettazione esecutiva degli interventi e non più, come inizialmente previsto, il ministero con un concorso nazionale di progettazione.

Questa novità se, per un verso, semplifica e può consentire di ridurre i tempi (visto che non si dovranno attendere i passi del ministero con un’unica procedura per tutti i Poli selezionati dalle regioni), per l’altro responsabilizza e impegna ancor più le amministrazioni locali a procedere bene e con rapidità. L’obiettivo del ministero è chiudere tutto il programma nell’arco di tre anni.

In sostanza, prima i comuni provvederanno a definire i progetti esecutivi, prima saranno realizzati i Poli per l’infanzia.

È dunque fondamentale ora che l’amministrazione comunale di Altamura metta in agenda rapidamente questi adempimenti, avviando al più presto la procedura per la cessione dell’area e, soprattutto, quella finalizzata alla redazione del progetto esecutivo dell’intervento (avvalendosi dei tecnici comunali o di progettisti esterni individuati attraverso una gara d’appalto o, magari, attraverso un concorso di progettazione bandito dal comune), in modo da giungere, nel tempo più breve possibile, alla effettiva realizzazione del nuovo Polo per l’infanzia nel quartiere Trentacapilli.

Forza, diamoci da fare!

enzo colonna

 

PRODOTTI A KM 0 E SISTEMI AGRO-ALIMENTARI DI FILIERA CORTA: DOMANI, GIOVEDÌ 13 SETTEMBRE, ALLA FIERA DEL LEVANTE, CONVEGNO UNIVERSITÀ DI FOGGIA E REGIONE.

Domani, giovedì 13 settembre, dalle ore 12.30, presso la Fiera del Levante (padiglione 18) si terrà un convegno dal titolo “Dal progetto SKIN alla legge regionale sulla filiera corta”, organizzato dalla Regione Puglia e dal Dipartimento di Economia dell’Università di Foggia, per presentare gli importanti traguardi raggiunti per l’agricoltura pugliese sia sotto il profilo della ricerca che sul piano normativo.

Quanto al primo aspetto, saranno descritti i contenuti, le finalità e i risultati dell’ambizioso progetto di ricerca europeo Horizon 2020 “SKIN – Short supply chain Knowledge and Innovation Network” (www.shortfoodchain.eu), condotto dal suddetto Dipartimento in collaborazione con la Regione. Si parlerà, in particolare, del ruolo della impronta di carbonio (Carbon Foot Print) nella certificazione di sistemi di filiera corta e delle buone pratiche sperimentate in ambito europeo per la valorizzazione di tali sistemi, indispensabili per favorire la commercializzazione di prodotti agroalimentari delle micro e piccole imprese pugliesi.

Sul secondo versante, invece, quella di domani sarà una nuova importante occasione per illustrare contenuto e finalità dalla legge regionale “Norme per la valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli e agroalimentari a chilometro zero e in materia di vendita diretta dei prodotti agricoli” (n. 16/2018), da me proposta e approvata dal Consiglio regionale lo scorso aprile [leggi qui].

Si tratta, ricordo, di un articolato e organico intervento legislativo, che per la prima volta in Puglia, ma anche nel panorama normativo nazionale, si propone, per un verso, di sostenere le produzioni di qualità e a basso impatto ambientale e, per l’altro, di promuovere la loro diffusione e commercializzazione, favorendo altresì la vendita diretta da parte degli stessi produttori agricoli.

La legge regionale punta infatti a valorizzare nel territorio regionale i prodotti agricoli e agroalimentari «a chilometro zero», ossia quelli che soddisfano congiuntamente requisiti di sostenibilità ambientale e di qualità alimentare (prodotti di qualità certificata, di aree protette, di risorse genetiche autoctone, a marchio collettivo, ecc.), promuovendone l’acquisto e il consumo da parte delle pubbliche amministrazioni e da operatori commerciali privati, garantendo ai consumatori una informazione trasparente, puntuale ed efficace in ordine alla tracciabilità dei prodotti.

Quanto al primo requisito è necessario che, per il trasporto dal luogo di produzione a quello presumibile di consumo, siano prodotti meno di 25 kg di anidride carbonica equivalente per tonnellata.

Diversi gli interventi previsti:

  • disposizioni per favorire l’utilizzo di prodotti a “km 0” nell’ambito dei servizi di ristorazione collettiva e nelle forniture di prodotti alimentari gestiti da enti pubblici, con la previsione di criteri preferenziali, nelle procedure di aggiudicazione dei relativi appalti, per le imprese che garantiscano l’utilizzo di questi prodotti per almeno il 35%;
  • disciplina della vendita diretta da parte dei produttori;
  • disposizioni in ordine alla diffusione e commercializzazione di tali prodotti, con la previsione di incentivi a favore degli operatori del settore della ristorazione, della ricettività e della distribuzione che assicurino soglie minime di prodotti a “km 0”;
  • previsioni indirizzate ai Comuni nella programmazione dei mercati finalizzate a favorire la vendita diretta e la vendita di prodotti a “Km 0”;
  • creazione di un marchio «Puglia Km 0», un segno distintivo destinato a certificare la provenienza dei prodotti oltre che delle attività che ne fanno uso;
  • disposizioni dirette a garantire ai cittadini, anche attraverso una specifica sezione del portale web della regione, le informazioni sulle iniziative regionali di promozione dei prodotti a “km 0” e l’elenco delle imprese che assicurano la vendita o l’utilizzo di tali prodotti.

Con tali misure, che saranno avviate grazie a una iniziale dotazione finanziaria di 500 mila euro, si intende sostenere nel territorio regionale nuovi modelli di distribuzione e vendita basati sulla cosiddetta “filiera corta”, innescando nuove economie e valorizzando il lavoro delle piccole e medie imprese agricole pugliesi.

Un provvedimento dunque “di sistema”, atteso da anni da produttori e consumatori, frutto anche di un proficuo confronto avviato con le organizzazioni del settore del commercio e che, nel corso del suo iter di approvazione ha ottenuto pieno sostegno da parte delle organizzazioni del mondo agricolo, dell’ANCI Puglia, del Governo regionale e delle strutture regionali di riferimento.

Oltre al mio intervento, in quanto promotore della legge regionale, al convegno di domani sono previste le relazioni di Leonardo Di Gioia (assessore regionale all’agricoltura), Gianluca Nardone (direttore del dipartimento regionale “Agricoltura, sviluppo rurale e tutela dell’ambiente”), Luigi Trotta (dirigente della sezione regionale “Competitività delle filiere agroalimentari”), Roberto Rana (ricercatore dell’Università di Foggia), Danilo Lo Latte (coordinatore Agrinsieme), Fedele Colantuono (project manager del progetto SKIN) e Mariagrazia Perri (responsabile Tinada SRL, spin off dell’Università di Foggia). I lavori del convegno saranno coordinati e conclusi dal Prof. Francesco Contò (Università di Foggia), responsabile scientifico progetto SKIN.

ENZO COLONNA

 

AL VIA IL PROGETTO “I MUSEI RACCONTANO LA PUGLIA”. DOMANI, PRESSO LA FIERA DEL LEVANTE, LA FIRMA DEL DISCIPLINARE TRA REGIONE PUGLIA E MUSEI COINVOLTI.

Con la firma del disciplinare tra Regione Puglia, Apulia Film Commission e i responsabili di alcuni musei del territorio regionale, prevista per domani presso il Padiglione 152 della Fiera del Levante, prenderà avvio la operatività della misura “I Musei raccontano la Puglia”, l’iniziativa della Regione finalizzata a coinvolgere bambini e ragazzi fino a tredici anni in attività di fruizione, uso consapevole e conoscenza dei beni culturali, degli istituti e luoghi di cultura pugliesi.

Si tratta, ricordo, di una misura con cui la Regione Puglia ha dato attuazione a una disposizione inserita, su mia proposta, nella legge di bilancio per il 2018 approvata alla fine dello scorso anno (art. 42 della legge regionale 67/2017), con cui sono stati destinati 600 mila euro (per il triennio 2018/2020) per finanziare azioni finalizzate alla conoscenza e alla fruizione consapevole del vastissimo patrimonio di beni, istituti, luoghi culturali pugliesi da parte di bambini e ragazzi che possono e devono essere educati, sin dalla più tenera età, ad amare e preservare la bellezza che li circonda.

Questa iniziativa è stata poi inserita e integrata nel pacchetto di misure previste dal programma “La Murgia e la Terra delle Gravine abbracciano Matera”, un ambizioso piano di interventi che vede come attori, oltre alla Regione, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, quello dello Sviluppo Economico e il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, uniti in una azione strategica di valorizzazione e fruizione del patrimonio naturale e culturale dei territori della Murgia barese e tarantina a ridosso di Matera, anche in vista dell’appuntamento di “Matera, Capitale Europea della Cultura 2019”.

I musei cittadini che domani sottoscriveranno la convenzione sono stati individuati, uno per provincia, quali soggetti capofila per l’attuazione di questo progetto sperimentale, sulla base di valutazioni degli standard e dei servizi offerti da queste strutture. Si tratta, in particolare, del Museo civico di Foggia, del Museo Archeologico e dell’Arte Contemporanea (MACC) di Ceglie Messapica, del Museo del Libro di Ruvo, del Museo della Maiolica di Laterza, del Museo Archeologico di Ugento, nonché dei Poli Biblio-Museali di Brindisi, di Foggia e di Lecce.

Tali enti dovranno, a loro volta, aggregare nelle azioni altri musei e istituti scolastici dei comuni limitrofi.

La convenzione disciplinerà la concessione dei finanziamenti regionali, pari a 30 mila euro per ciascun soggetto capofila e che potranno coprire sino al 100% dei costi. Le attività dovranno essere avviate entro le prossime settimane e concludersi entro la data del 28 febbraio 2019. Potranno prevedere, ad esempio, visite e laboratori didattici su storia e archeologia, letture tattili dei libri su scienza arte e musica nei musei individuati per scuole dell’infanzia e famiglie (età 0-6 anni), spettacoli teatrali, scientifici e storici nei musei per tutti famiglie e scuole, piani di comunicazione dei progetti e la realizzazione di video.

Sono molto soddisfatto per l’avvio di questo innovativo programma regionale, attraverso cui sarà possibile promuovere iniziative sperimentali e innovative dedicate a sostenere una nuova azione di promozione educativa-culturale e di valorizzazione museale anche attraverso un approccio ludico-creativo, esperienziale, interattivo e narrativo.

Ringrazio, per l’impulso fornito, il Presidente Emiliano e l’Assessore all’Industria Turistica e Culturale, Loredana Capone; ringrazio inoltre, per il grande lavoro svolto, il dipartimento regionale “Turismo, economia della cultura e valorizzazione del territorio” e, in particolare, lo Staff della sezione “Valorizzazione Territoriale”, diretta dalla dott.ssa Silvia Pellegrini.

 

MODIFICATO E RIAPERTO IL BANDO DI CONCORSO UNICO PER OPERATORI SOCIO-SANITARI (OSS). AUMENTANO I POSTI DISPONIBILI NELLE AZIENDE SANITARIE PUGLIESI. OLTRE TREMILA IN TOTALE, LA METÀ A SALVAGUARDIA DEL PERSONALE INTERNO.

Con la deliberazione n. 619 pubblicata oggi, 10 settembre, del Direttore Generale degli Ospedali Riuniti di Foggia, Vitangelo Dattoli, è stato modificato il bando del concorso unico regionale per Operatori Socio-Sanitari e, di conseguenza, sono stati riaperti i termini di presentazione delle domande per la partecipazione.

Tale decisione è stata assunta a seguito di più aggiornati dati relativi al fabbisogno di Operatori Socio-Sanitari per ciascuna azienda o Ente del Sistema Sanitario Regionale, che, oggi, è stimato in complessivi 3.056 possibili assunzioni.

A seguito di intese regionali si è ritenuto di decurtare il suddetto numero del 20% per destinarlo alle procedure di progressione verticale del personale interno delle aziende ospedaliere pugliesi, cosicchè il numero dei posti da mettere a concorso esterno è stato rideterminato, complessivamente, in 2.445 unità, così ripartite:

  • n. 190 posti della Azienda Ospedaliero-Universitaria “Ospedali Riuniti” di Foggia
  • n. 430 posti della ASL Bari
  • n. 210 posti della ASL BAT
  • n. 247 posti della ASL Brindisi
  • n.210 posti della ASL Foggia
  • n. 453 posti della ASL Lecce
  • n. 318 posti della ASL Taranto
  • n. 316 posti della Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Bari
  • n. 43 posti dell’IRCS “Giovanni Paolo II” di Bari
  • n. 28 posti dell’IRCSS “De Bellis” di Castellana Grotte.

Per i 2.445 posti, poi, il bando prevede – in applicazione di specifiche disposizioni normative – tre distinte quote di riserva, ciascuna del 10%, per le seguenti fattispecie:

  1. titolari di rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato che, alla data di pubblicazione dei bandi, abbiano maturato almeno tre anni di servizio alle dipendenze dell’amministrazione sanitaria che pubblica il bando (art. 35, comma 3-bis, lett. a) e lett. b) del D.Lgs. 15/2001);
  2. personale non dirigenziale che risulti titolare, successivamente alla data di entrata in vigore della l. 124/2015, di un contratto di lavoro flessibile presso l’amministrazione che bandisce il concorso e che abbia maturato, alla data del 31 dicembre 2017, almeno tre anni di contratto, anche non continuativi, negli ultimi otto anni, presso l’amministrazione che bandisce il concorso (art. 20, comma 2 del D.Lgs. n. 75/2017);
  3. personale interno, in possesso dei requisiti di partecipazione previsti dal Bando, risultato idoneo al termine della procedura concorsuale (art. 52, comma 1-bis, D.Lgs. 165/2001).

Si tratta di una notizia molto importante che estende significativamente i posti originariamente messi a concorso per Operatori Socio-Sanitari che, per tutte le Aziende e gli Enti del Sistema Sanitario Regionale, erano complessivamente pari a 1789.

Le domande di partecipazione al concorso dovranno essere trasmesse entro trenta giorni dalla pubblicazione del nuovo Bando nella Gazzetta Ufficiale (che avverrà nei prossimi giorni), mentre restano valide le istanze già inviate in risposta al precedente Avviso (possibili, comunque, le integrazioni).

Prosegue in questo modo la strategia messa in campo, con uno sforzo molto significativo tra le innumerevoli difficoltà legate soprattutto alla necessità di rispettare i vincoli di bilancio, dal governo regionale per dotare il sistema sanitario pugliese di personale qualificato in grado di fornire risposte adeguate al crescente bisogno di salute dei cittadini.

Con questo imponente concorso, cui bisogna aggiungere numerose altre procedure concorsuali avviate negli ultimi mesi (ad esempio: l’avviso riservato alle categorie protette e bandito dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Ospedali Riuniti” di Foggia per 48 collaboratori sanitari, scadenza per le domande il prossimo 27 settembre; i concorsi pubblici banditi dalla ASL Bari finalizzati all’assunzione di 53 nuovi dirigenti medici con diverse specializzazioni; l’assunzione di 246 infermieri deliberata il 5 settembre scorso dal Direttore Generale della ASL di Bari, Antonio Sanguedolce, mediante utilizzo di graduatoria concorsuale) e il progressivo processo di stabilizzazione del personale precario che riguarda tutta la Puglia (è di questi giorni la notizia della stabilizzazione di 264 precari nella ASL di Bari), inizia a divenire concreto quel “nuovo inizio” per la sanità pugliese di cui ho parlato tempo fa [leggi qui] e che consentirà di avere un sistema sanitario all’altezza delle aspettative dei cittadini pugliesi, da tempo in sofferenza per il blocco delle assunzioni che perdurava da svariati anni.

ENZO COLONNA

 

CARCINOMA DEL COLLO DELL’UTERO, PRESTO ANCHE IN PUGLIA IL TEST HPV-DNA.

È necessario che la Regione Puglia adegui i propri programmi di prevenzione e individuazione del carcinoma del collo dell’utero, adottando il nuovo modello previsto dal Piano Nazionale di Prevenzione 2014-2018.

Tale piano, approvato dalla Conferenza Stato – Regioni del 13 novembre 2014 e recepito dalla Regione Puglia con deliberazione di giunta del 30 dicembre 2014 n. 2832, individua, quale esame primario nei programmi di screening del cervicocarcinoma nelle donne nella fascia d’età 30-64 anni, il test HPV-DNA.

Si tratta di un esame, da effettuare ogni cinque anni, finalizzato a individuare la presenza, nel DNA del virus HPV (papilloma virus umano), una tra le principali cause del cervicocarcinoma. In questo nuovo modello il PAP test, sinora utilizzato con cadenza triennale per lo screening, viene effettuato solo alle donne risultate positive al test HPV.

Il Piano nazionale prevede che, entro la fine del 2018, ciascuna regione debba adeguare i propri piani al nuovo modello, in modo da consentirne l’entrata a regime, in tutto Paese, entro il 2020.

Tuttavia, secondo i dati recentemente diffusi dall’Osservatorio Nazionale Screening (ONS), alla fine del 2017 solo sei regioni italiane (Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Toscana, Umbria e Basilicata) hanno già previsto l’introduzione del programma di screening cervicale del test HPV.

L’adeguamento al nuovo modello costituisce un passo importante, che consentirebbe peraltro alla Regione un minor esborso di risorse per il programma di screening in considerazione della differente cadenza dei richiami per il test HPV (quinquennale) rispetto al PAP test (triennale) attualmente utilizzato.

Negli ultimi mesi si è avuto notizia di alcune iniziative in corso, da parte delle strutture competenti della Regione Puglia, finalizzate a dar seguito, nel territorio regionale, alle previsioni del Piano nazionale relative all’introduzione test HPV.

Per questo, attraverso una interrogazione depositata oggi e rivolta al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ho chiesto di conoscere quali siano le procedure in corso e i relativi tempi di attuazione, al fine di dare puntuale e rapida attuazione alle strategie e agli obiettivi fissati dal Piano Nazionale di Prevenzione, con particolare riguardo all’introduzione del modello basato sul test primario HPV-DNA per lo screening dei tumori del collo dell’utero.

 

DALLA REGIONE OLTRE 2 MILIONI DI EURO PER IL FINANZIAMENTO DI ATTIVITA’ CULTURALI E DI SPETTACOLO. IMPORTANTE OPPORTUNITA’ PER TUTTI GLI OPERATORI DEL SETTORE.

Nuova importante opportunità per gli operatori culturali e dello spettacolo della Puglia. Con la deliberazione della Giunta regionale n. 1466 del 2 agosto 2018, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione n. 112 dello scorso 28 agosto, è stato approvato il Programma Straordinario 2018 in materia di Cultura e Spettacolo.

Nell’ambito di questo programma (e in attesa della imminente approvazione di un Piano Strategico della Cultura con un orizzonte temporale più ampio, denominato “PiiiLCulturaPuglia”) sono previste 5 linee di azione finalizzate a sostenere, con un contributo economico, progetti culturali e di spettacolo presentati da operatori del settore operanti nel territorio regionale:

  • Azione 1: progetti di spettacolo finanziati dal Fondo Unico Spettacolo del MIBAC 2018, per complessivi 240.500 euro;
  • Azione 2: progetti di spettacolo a intensità economica medio-bassa, finanziabili da un minimo di 5.000 euro fino a un massimo di 15.000 euro, per complessivi 650.000 euro disponibili;
  • Azione 3: progetti di spettacolo a maggiore intensità economica, finanziabili da un minimo di 15.001 euro fino a un massimo di 50.000 euro, per complessivi 650.000 euro disponibili;
  • Azione 4: progetti di attività culturali a intensità economica medio-bassa, finanziabili da un minimo di 5.000 euro fino a un massimo di 15.000 euro, per complessivi 350.000 euro disponibili;
  • Azione 5: progetti di attività culturali a maggiore intensità economica, finanziabili da un minimo di 15.001 euro fino a un massimo di 50.000 euro, per complessivi 350.000 euro disponibili.

La dotazione finanziaria complessiva per questo bando è di 2.240.500 euro e prevede, tra le attività ammissibili a finanziamento, manifestazioni espositive, progetti editoriali e di promozione della lettura, convegni, seminari e workshop, eventi e rassegne, ricerche e studi, l’attribuzione di premi, spettacoli dal vivo in tutte le sue forme (produzione, distribuzione, esercizio, festival, rassegne, ecc.).

Le attività possono essere già state realizzate a decorrere dal 1° gennaio 2018 oppure da realizzarsi entro il 30 giugno 2019.

Possono presentare proposte i soggetti privati in possesso dei requisiti previsti dal bando e che non siano già beneficiari di altri finanziamenti pubblici regionali allo stesso scopo.

In fase di valutazione per la redazione della graduatoria, sarà attribuito un criterio premiale ai progetti che hanno ottenuto buone performance nell’ambito del programma straordinario del 2017, a quelli che hanno rilevante valore sociale, che garantiscano forme di auto-finanziamento, che presentino partnership con altri soggetti associativi.

Le istanze di partecipazione dovranno pervenire entro le ore 11:59 del 60° giorni dalla pubblicazione del bando nel BURP, esclusivamente via pec all’indirizzo servizio.cinemaespettacolo@pec.rupar.puglia.it.

Si tratta, dunque, di nuova e ulteriore opportunità che conferma la grande attenzione e il grande sforzo, in termini finanziari, che la Regione Puglia sta compiendo, investendo nelle attività culturali e di spettacolo quale volano di crescita e di progresso per tutto il territorio.

Per ogni ulteriore informazione è possibile consultare la delibera di Giunta e il bando da qui.

La modulistica e ulteriori schede informative sono disponibili da qui.

 

PRESENTATA PROPOSTA DI LEGGE PER PROROGARE I TERMINI DI APPLICAZIONE DEL “PIANO CASA”.

Prorogare al 31 dicembre 2019 il termine di applicazione degli interventi previsti dalla legge 30 luglio 2009, n. 14 (“Misure straordinarie e urgenti a sostegno dell’attività edilizia e per il miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale”), è questo l’obiettivo della proposta di legge che, assieme ai colleghi Fabiano Amati, Donato Pentassuglia, Giuseppe Longo, Ruggiero Mennea e Sergio Blasi, ho sottoscritto.

Si tratta di una disciplina già oggetto di successive proroghe nel corso del tempo (l’ultima sino al 31 dicembre 2018) che prevede premi volumetrici, da un lato, pari al 20% della volumetria esistente (comunque in misura non superiore a 300 metri cubi) nel caso di ampliamento, e, dall’altro, del 35% nel caso di demolizione e ricostruzione, a condizione che gli interventi siano realizzati nel rispetto di precisi standard in materia di edilizia sostenibile.

Con la proposta di legge presentata, in particolare, si intende prorogare al 31 dicembre 2019 il termine entro cui i proprietari possono presentare le istanze finalizzate a conseguire il titolo che abilita alla realizzazione dell’intervento edilizio.

Si tratta di misure che in questi anni hanno prodotto ricadute positive in termini occupazionali ed economici sul territorio regionale, utili a sostenere l’attività delle imprese del settore edile, soprattutto di piccole dimensioni.

In vista di un riordino di tutta la normativa regionale in materia, la proroga del cosiddetto “piano casa” appare necessaria per dare continuità a politiche di sostegno, nella nostra regione, ad un importante comparto economico come quello dell’edilizia, nell’ottica di perseguire comunque politiche finalizzate a ridurre il consumo di suolo, dal momento che si sostiene la rigenerazione del patrimonio edilizio esistente con interventi in grado di migliorare la qualità architettonica, la sostenibilità ambientale e l’efficienza sul piano dei consumi, in particolare energetici.