AUGURI AI GEOMETRI PER I 90 ANNI DELLA LORO PROFESSIONE.

In questo mese ricorre il novantesimo anniversario della data di emanazione del R.D. 11 febbraio 1929 n. 274 che ha istituito la professione del Geometra.

A questa figura – che, soprattutto nelle nostre realtà, ha un profondo radicamento professionale, sociale ed economico – sono particolarmente legato. Era la professione di mio Padre. È la professione di tanti amici e conoscenti.

A tutti i Geometri, allora, i miei auguri.
Forza, la vostra è e deve continuare ad essere una presenza di responsabilità e di professionalità.

 

PARCO SAN GIULIANO, SISTEMA DI RACCOLTA ACQUE E FOGNA BIANCA: FIRMATO DISCIPLINARE PER LA CONCESSIONE DEL FINANZIAMENTO REGIONALE.

Passi in avanti per la realizzazione di un sistema di raccolta delle acque piovane e di “fogna bianca” nel quartiere San Giuliano di Altamura. Si tratta di un progetto finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito dell’avviso pubblico (scaduto nel maggio scorso e di cui mi sono occupato più volte) che metteva a disposizione complessivamente 30 milioni di euro per sostenere i comuni pugliesi nella realizzazione di sistemi per la gestione delle acque pluviali nei centri abitati [da qui, la nota sulla graduatoria definitiva pubblicata nel novembre scorso].

Qualche giorno fa, Regione e Comune hanno sottoscritto il disciplinare che regolerà i rispettivi rapporti e che prevede, tra le altre clausole, le modalità di concessione del finanziamento regionale pari complessivamente a 1 milione e 300mila euro.

Il progetto altamurano, ricordo, riguarda l’area a nord-est dell’abitato (tra via Bari, via Mura Megalitiche e via Cassano, v. immagine), una zona interessata dalla presenza di numerose cavità e di un significativo tratto delle Mura Megalitiche. Ha lo scopo di alleggerire l’attuale collettore principale, presente su via Bari, e adeguare il recapito finale tramite, tra gli altri, i seguenti interventi:

  • realizzazione di nuovo tronco di fogna bianca a servizio della zona est dell’abitato (lungo via Port’Alba) e adeguamento del recapito esistente;
  • regimazione del recapito superficiale in via Le Fornaci con un tronco di fogna bianca in prosecuzione al tronco di Port’Alba;
  • realizzazione di un impianto di trattamento (in via Bari) e un nuovo recapito finale di fogna bianca esistente;
  • realizzazione di una nuova vasca di accumulo (in via Parigi, quartiere Parco San Giuliano), di volume pari a 350 metri cubi.

Gli interventi previsti vanno nella direzione di adeguare la rete di trattamento delle acque esistente al quadro normativo vigente (testo unico “ambiente”, piano di assetto idrogeologico, piano di tutela delle acque, regolamento regionale n. 26/13) e di affrontare una questione molto sentita dai cittadini, ossia la necessità di captare, convogliare e raccogliere le acque piovane. Un obiettivo fondamentale che risponde a diverse esigenze:

  • mettere in sicurezza il territorio, in particolare alcune zone della Città (come, ad esempio, Port’Alba, via Mura Megalitiche, via Cassano e Parco San Giuliano), evitando che le precipitazioni possano accentuarne la fragilità dovute alla conformazione geo-morfologica;
  • limitare l’afflusso di portata anomala in ingresso agli impianti di depurazione, soprattutto durante precipitazioni piovose intense;
  • evitare che, in occasione di piogge copiose (sempre più frequenti), le strade cittadine diventino “fiumi in piena”, in grado di mandare in tilt il traffico e di provocare allagamenti di scantinati, attività commerciali, box privati, con conseguenti danni e disagi per i cittadini;
  • non disperdere un bene prezioso come l’acqua piovana, che può essere invece accumulata e destinata a fini irrigui, consentendo anche notevoli risparmi per la collettività.

Si tratta dunque di interventi fondamentali, i primi, per una porzione del territorio comunale, su un tema particolarmente importante e avvertito, come quello della regimazione e raccolta delle acque piovane, al fine di migliorare la qualità della vita dei cittadini altamurani.

Il cronoprogramma dell’intervento, fissato dalla Regione e previsto dal disciplinare sottoscritto, è scandito nelle seguenti tappe:

  1. completamento della progettazione esecutiva entro il 30 aprile 2019;
  2. avvio della procedura di gara per l’affidamento dei lavori entro il 30 settembre 2019;
  3. sottoscrizione del contratto con soggetto affidatario dei lavori entro il 30 novembre 2019;
  4. avvio dei lavori entro il 30 dicembre 2019;
  5. completamento dei lavori entro il 30 settembre 2020;
  6. operatività dell’intervento entro il 31 marzo 2021.

Vista la prima ravvicinata scadenza, fissata tra poco più di due mesi, occorre perciò procedere rapidamente alla redazione della progettazione esecutiva, per la quale è indispensabile preventivamente anche acquisire i necessari pareri (sotto il profilo ambientale, idrogeologico, ecc.).

Confido che il Comune di Altamura saprà operare bene e in tempo per portare a termine questa procedura che, all’esito, vedrà realizzata una importante infrastruttura pubblica in grado di migliorare sensibilmente la qualità della vita dei cittadini altamurani.

ENZO COLONNA

 

PONTE DI MODUGNO, AVVIATA PROCEDURA DI AFFIDAMENTO DEI LAVORI. UN ALTRO PASSO IN AVANTI VERSO IL RIPRISTINO DELLA NORMALE CIRCOLAZIONE.

Pubblicata oggi la determinazione del Responsabile del Servizio “Opere pubbliche” del Comune di Modugno, ing. Franco Bruno, che avvia la procedura per l’affidamento dell’intervento di ripristino del ponte via Risorgimento, sovrastante la Statale 96, danneggiato nell’ottobre 2017 da un autoarticolato.

Il provvedimento segue di pochi giorni l’approvazione del progetto esecutivo dell’intervento, per cui sono stati stanziati circa 150 mila euro. L’intera questione è seguita puntualmente dall’Assessore comunale ai “Lavori Pubblici” William Formicola.

La procedura adottata prevede il ricorso all’affidamento diretto dei lavori previa consultazione di tre operatori economici, selezionati attraverso la piattaforma regionale Empulia, con aggiudicazione al prezzo più basso.

Si tratta dunque di una procedura rapida, che dovrebbe consentire, nel giro di poche settimane, l’avvio dei lavori necessari a consentire di ripristinare lungo la Statale 96 l’ordinaria circolazione, in entrambi i sensi di marcia.

In merito, ricordo che, recentemente, la Regione Puglia ha concesso al Comune di Modugno un finanziamento di 75 mila euro per l’intervento di ripristino del ponte nell’ambito di una misura volta a sostenere i comuni pugliesi nella realizzazione o manutenzione di opere pubbliche o di pubblico interesse. È fatta salva, naturalmente, la possibilità del Comune di rivalersi sulla compagnia assicuratrice del mezzo responsabile del danno o di agire per il risarcimento dei danni.

Dunque manca poco alla definitiva risoluzione del problema e, conseguentemente, al termine dei pesanti disagi di tanti cittadini che quotidianamente percorrono la Statale 96 per recarsi nel capoluogo pugliese.

Continuerò a seguire la questione (e ad aggiornare) sino alla sua completa definizione.

ENZO COLONNA

 

ISTITUTI PROFESSIONALI: CON IL DIPLOMA ANCHE LA QUALIFICA DI OPERATORE SOCIO-SANITARIO. AL VIA LA SECONDA EDIZIONE DI QUESTA INNOVATIVA E UTILE MISURA REGIONALE. COINVOLTO ANCHE L’ISTITUTO “MICHELE DE NORA” DI ALTAMURA.

È stato pubblicato nei giorni scorsi, l’Avviso Pubblico della Sezione “Formazione Professionale” per l’attivazione, negli istituti professionali pugliesi ad indirizzo “Tecnico dei Servizi socio-sanitari”, di specifici percorsi formativi finalizzati all’acquisizione della qualifica di Operatore Socio-Sanitario – OSS.

L’innovativa e utile misura regionale – giunta alla sua seconda edizione dopo quella sperimentata con successo due anni fa – si propone l’obiettivo di far acquisire agli alunni iscritti agli ultimi anni dei suddetti istituti professionali, le particolari competenze di Operatore Socio-Sanitario, garantendo l’accesso al relativo esame di qualifica professionale per l’acquisizione dell’attestato regionale di OSS.

Gli Istituti scolastici ad indirizzo socio-sanitario che aderiscono a questa iniziativa, quindi, potranno offrire ai propri alunni, in collaborazione con gli enti di formazione accreditati che saranno individuati ad esito di questo Avviso, un percorso per il conseguimento della qualifica di OSS (aggiuntivo rispetto a quello curricolare) di 630 ore complessive, così ripartite: 80 ore di teoria, 100 ore di esercitazioni e 450 ore di tirocinio.

Per questa misura, destinata complessivamente a 2.851 studenti di 28 istituti scolastici su tutto il territorio regionale, la Regione Puglia ha stanziato risorse pari ad oltre 10 milioni di euro a valere sul P.O.R. Puglia 2014-2020.

Si tratta di un’iniziativa fortemente sostenuta dal nostro gruppo consiliare regionale in cui si riconosce lo stesso Assessore Leo.

Normalmente, gli studenti che frequentano questi istituti, dopo aver conseguito il diploma, devono proseguire il loro percorso formativo al fine di acquisire la qualifica di operatore socio-sanitario, spesso incentrato su competenze già acquisite. Invece, negli istituti professionali che hanno sperimentato la misura grazie all’avviso di due anni fa e in quelli che aderiscono a questa seconda edizione, gli studenti, al termine del triennio, potranno sostenere direttamente l’esame finalizzato a verificare il possesso di competenze, capacità e conoscenze corrispondenti agli standard professionali della qualifica OSS e potranno così conseguire il relativo attestato.

Si tratta di una opportunità molto importante visti gli sbocchi occupazionali che questo particolare profilo professionale può garantire.

Nel territorio metropolitano barese sono interessati 775 studenti e diversi istituti scolastici: IISS “Rosa Luxemburg” di Acquaviva delle Fonti, IISS “Michele De Nora” di Altamura, IPSSSS “De Lilla” di Bari, IPSSOA-IPSS “De Lilla” di Polignano e Conversano, IISS “Oriani-Tandoi” di Corato, IISS “Mons. Antonio Bello” di Molfetta, IISS “De Gemmis” di Bitonto.

Tra gli istituti coinvolti in questa iniziativa rientra anche il “Michele De Nora” di Altamura che, aderendo a questa iniziativa regionale, potrà assicurare, al termine del triennio, la qualifica di Operatore Socio-Sanitario agli 88 studenti che hanno espresso la volontà di frequentare questo specifico percorso di formazione della durata complessiva di 630 ore, una volta completato con profitto.

Ringrazio l’Assessore all’Istruzione e alla Formazione della Regione Puglia, Sebastiano Leo, e la Dirigente della Sezione “Formazione Professionale”, dott.ssa Anna Lobosco, per il loro lavoro e per aver creduto e investito con forza in questa iniziativa destinata a creare le condizioni migliori per favorire importanti sbocchi professionali per molti giovani pugliesi.

ENZO COLONNA

 

Il nostro documento per difendere unità e solidarietà della Nazione, nella Nazione.

Di seguito, la nota stampa e il documento che ho sottoscritto assieme, per ora, ad altri nove colleghi consiglieri. È il testo che proponiamo per una presa di posizione del Consiglio regionale della Puglia contro il progetto di autonomia rafforzata ora all’esame del governo nazionale, che rischia di aggravare e costituzionalizzare il divario tra Nord e Sud, rendere irreversibile la sperequazione, disgregare unità e solidarietà della Nazione, nella Nazione. Ho più volte ripetuto che l’Unità nazionale, come qualunque alleanza tra diversi, richiede capacità, forza, dedizione, condivisione, tolleranza, pazienza, infinitamente maggiori rispetto all’alleanza di eguali. La Costituzione non si accontenta di registrare la mera esistenza di una “unità e indivisibilità” della Repubblica (art. 5). Proprio perché si tratta di un’alleanza tra diversi, pretende che sia fondata su un patto ordinato sull’eguaglianza di tutti i cittadini e preordinato ad assicurare eguali diritti civili e sociali, eguali livelli di prestazioni e servizi pubblici. (enzo colonna)

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“Ecco il nostro documento contro l’autonomia delle regioni del nord. Chiediamo a tutti i colleghi consiglieri regionali di proporre modifiche e sottoscriverlo, così come chiediamo a tutti i cittadini di farci conoscere la loro opinione”.

Lo comunicano i consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Enzo Colonna, Gianni Liviano, Peppino Longo, Michele Mazzarano, Ruggiero Mennea, Mario Pendinelli e Donato Pentassuglia.

“La nostra Costituzione prevede di trattare a livello locale ciò che ha una dimensione locale alla condizione che siano preservate l’unità del Paese e l’eguaglianza dei cittadini. In questo senso, la proposta di autonomia del nord ci sembra che presenti profili d’incostituzionalità e un conto salato per le regioni meridionali e anche per l’intero Paese.

Ci sembra di poter dire, inoltre, che la richiesta di trasferimento delle materie comporta un incremento di sprechi e di inefficienze, voci classiche della spesa pubblica improduttiva, perché prevedono compartecipazione delle regioni ai tributi statali e un autonomo potere di tassare che per sua natura è in grado di mettere in crisi il rapporto elettorale.

In termini critici e contabili emergono la sanità, con i minori introiti per la Puglia stimati in 682 milioni, la scuola, con la decurtazione di 1 miliardo a danno delle altre regioni e con una riduzione degli stipendi agli insegnanti del sud e le infrastrutture, con il trasferimento di numerose tratte stradali, autostradali e ferroviarie.

Per questo auspichiamo che il Consiglio regionale voti l’impegno a contrastare l’autonomia del nord contro il sud”.

MOZIONE
“Contrasto all’iniziativa di autonomia c.d. rafforzata, avanzata dalle regioni settentrionali”.
d’iniziativa dei Consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Enzo Colonna, Gianni Liviano, Peppino Longo, Michele Mazzarano, Ruggiero Mennea, Mario Pendinelli e Donato Pentassuglia.

VISTO
L’articolo 61 del regolamento interno del Consiglio regionale della Puglia.

PREMESSO
La Costituzione italiana prevede la possibilità per le regioni di richiedere ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia (articolo 116 della Costituzione, con riferimento all’articolo 117 comma secondo – per alcune lettere – e terzo). Il tutto però con la cautela inderogabile di un fondo di perequazione privo di vincolo di destinazione e a beneficio dei territori con minore capacità fiscale per abitante (articolo 119 comma 3).

La Legge fondamentale, dunque, configura l’autonomia come una possibilità offerta alle regioni, previa intesa con lo Stato e approvazione delle Camere a maggioranza assoluta, per trattare a livello locale ciò che ha una dimensione locale, così da rimuovere inefficienze e recuperare economicità nell’azione della pubblica amministrazione; sempre e comunque nel rispetto del superiore obiettivo al raggiungimento di una più forte unità del Paese ed eguaglianza dei cittadini.

L’applicazione delle richiamate norme costituzionali, a chiaro contenuto discrezionale, comporta una decisione politica accordata con l’attualità (cultura, realtà sociale, mercato, scienza, tecnica) e con la responsabilità sui conti, talché diventa abbastanza difficile riconoscere nei tempi che viviamo la sopravvivenza di problemi o soluzioni a contenuto prevalentemente locale.

Per meglio comprendere la difficoltà a riconoscere nell’attualità l’esistenza di problemi a dimensione locale, e quindi a sancire con maggiore obiettività l’eventuale incongruenza (anche per gli interessi del nord del Paese) delle ipotesi di maggiore autonomia, valga considerare: a) l’ordinamento dell’Unione europea e la relativa necessità per l’ordinamento italiano di mutarsi per acquisire maggiore somiglianza con gli standard continentali; b) il progresso tecnologico e digitale sempre più esteso; c) la conseguente irrilevanza e inefficacia di ogni politica diretta a rinchiudersi (o a difendersi) in un confine amministrativo.

Più la cultura, la realtà sociale, il mercato, la scienza, la tecnica e le regole sulla responsabilità nei conti si fanno più evoluti, complessi e stringenti, più si stabilisce una forte interdipendenza tra popoli, stati e continenti. E se per propaganda o per mera ideologia prive di consapevolezza della realtà si prova a resistere con gli strumenti della politica ridotta all’ambito stretto della nazione o addirittura della regione, finisce che la politica – con le sue decisioni – si condanna da sola all’irrilevanza, cioè a non esercitare l’efficacia del comando su cui si fonda l’utilità del gesto elettorale compiuto dai cittadini, con tutto il suo carico di speranza.

A quanto detto potrebbe muoversi l’obiezione che tali considerazioni di metodo nel formarsi della decisione politica paiono subordinare gli uomini e le loro identità territoriali al mercato, alla scienza, alla cultura, alla tecnica, alla responsabilità nei conti e – in definitiva – all’economia. Non è così, perché la centralità dell’uomo è preservata nelle cose che crea e nelle mutazioni che genera, per apportare miglioramenti alle condizioni di vita e alle relazioni sociali.

In questo contesto, dunque, risulta azzardato spingersi in opinioni sul progetto di autonomia rafforzata in via di discussione senza effettuare un’analisi ponderata sulle norme e sui costi (economici e sociali), il cui esito potrebbe portare ad affermare – invece – che i bisogni dell’Italia si potrebbero appagare attraverso una minore autonomia delle regioni, così come peraltro non molti anni fa l’opinione pubblica sembrava propendere, portandosi dietro il carico normativo stabilito dal Parlamento nazionale e dai Consigli regionali per mitigare ciò che s’indicava con la metafora di “rimborsopoli”.

A questo si aggiunga, sempre sotto il profilo metodologico e per quanto attiene ai costi, che un trasferimento di materie dallo Stato alle regioni comporta un incremento di sprechi e inefficienze, voci classiche della spesa pubblica improduttiva, se i fondi per gestire tali materie arrivano dalla compartecipazione delle regioni ai tributi statali (è questa l’ipotesi che si sta avanzando) e non attraverso un autonomo potere di tassare che per sua natura è in grado di mettere in crisi il rapporto elettorale, assumendo quindi il valore di calmiere della spesa pubblica inutile e improduttiva.

Allo stato emerge a riflessione, rendendosi oggetto di analisi, il progetto di autonomia rafforzata presentato da alcune regioni settentrionali. Certo, non tutte le proposte hanno uguale portata al cospetto del procedimento di compatibilità con i superiori obiettivi di unità del Paese, eguaglianza dei cittadini e responsabilità nei conti. Ma in questa sede valga una riflessione di ordine generale, che già di per sé giustifica più d’una critica, all’interno dei già detti parametri di valutazione.

In disparte i pur importanti dettagli, risulta in contrasto con i dettami costituzionali riservare ad alcune regioni una parte del gettito maturato nel territorio, depauperando il fondo di perequazione nazionale, nato proprio per ridurre le differenze nell’erogazione dei servizi e senza una preliminare definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni condotta su base nazionale e tenendo conto dei limiti “storici” delle regioni meridionali.

In termini di maggiori criticità emergono la sanità, la scuola e le infrastrutture, così come poste dalle bozze di intese filtrate.
Per la sanità le regioni meridionali subirebbero, detto in termini di primissima stima, una severa decurtazione del fondo di perequazione, che per la Regione Puglia si attesterebbe in una riduzione di € 682 milioni.
Per la scuola, invece, si prevede la legislazione regionale concorrente e il relativo trasferimento di risorse (è stato stimato 1 miliardo in più), al fine di intervenire sulle funzioni e sull’organizzazione del sistema scolastico e del processo educativo, oltre alla regionalizzazione del Fondo ordinario delle università. Ciò comporterebbe uno stipendio maggiore per gli insegnanti delle regioni del nord – e uno minore per quelli del sud – e un aumento delle risorse per le università del nord.
Per le infrastrutture, infine, è stato richiesto il trasferimento di numerose tratte stradali e autostradali, comprese quelle in convenzione, già realizzate o in via di realizzazione, e l’ingresso in qualità di concedenti sulle reti ferroviarie. Ciò determinerebbe un maggior gettito tributario trattenuto dalle regioni del nord, a discapito delle altre regioni.

Il quadro così riassuntivamente descritto, anche con le accennate esemplificazioni e stime, valutato sulla base del metodo di responsabilità sui costi e compatibilità costituzionale complessiva, comporta la conseguenza che le richieste di maggiore autonomia sono dannose per l’Italia in generale e per le regioni meridionali in particolare, e rappresentano una rottura dell’unità del Paese, una fucina di disuguaglianze tra i cittadini e un atto di presunzione egoistico e fuori dal tempo, almeno nell’Italia che guarda all’Europa.

L’autonomia proposta dalle regioni del nord rischia di aggravare e costituzionalizzare il divario tra Nord e Sud, di rendere irreversibile la sperequazione, di dissolvere unità e solidarietà della Nazione, nella Nazione.

L’Unità nazionale, invece, come qualunque alleanza, richiede capacità, autonomia, dedizione, condivisione, tolleranza, infinitamente maggiori rispetto all’alleanza di eguali. La Costituzione non si accontenta di registrare la mera esistenza di una “unità e indivisibilità” della Repubblica (articolo 5). Proprio perché si tratta di una alleanza, pretende che sia fondata su un patto ordinato sull’eguaglianza di tutti i cittadini e preordinato ad assicurare eguali diritti civili e sociali, eguali livelli di prestazioni e servizi pubblici.

* * *

Tutto ciò visto e premesso,

il Consiglio regionale della Puglia
impegna tutti gli organi regionali ad intraprendere ogni iniziativa per contrastare il procedimento avviato da alcune regioni italiane ai sensi dell’articolo 116 della Costituzione, perché lesivo delle stesse disposizioni costituzionali che lo regolano e di quelle che impongono il dovere di preservare l’unità della Repubblica e l’eguaglianza dei cittadini.

I consiglieri proponenti:
Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Enzo Colonna, Gianni Liviano, Peppino Longo,Michele Mazzarano, Ruggiero Mennea, Mario Pendinelli, Donato Pentassuglia.

 

Nelle immagini, la mozione:

 

AVVISO REGIONALE “TUTTO A SCUOLA”, PUBBLICATE LE GRADUATORIE. 33 PROGETTI FINANZIATI, DI CUI 13 DEL BARESE.

FINANZIATE 5 SCUOLE DELLA MURGIA (QUATTRO AD ALTAMURA, UNA A SANTERAMO).

Pubblicate le graduatorie dell’avviso della Regione Puglia “Tutto a Scuola”, che finanziava progetti presentati da istituti scolastici finalizzati a incrementare l’attrattività e la qualità del “Sistema Scuola” nel territorio regionale.

Delle 56 proposte pervenute, 33 (v. immagine) sono quelle selezionate dalla Regione e finanziate (con risorse finanziarie per complessivi 3.860.241 euro), tra cui 13 del territorio barese. Ad ogni progetto è stato riconosciuto un finanziamento di poco inferiore a 120mila euro.

In particolare, gli Istituti scolastici finanziati nel territorio metropolitano barese sono:

  • quattro di Altamura (scuola secondaria di primo grado “Padre Pio”, Liceo Classico “Cagnazzi”, Istituto Tecnico Economico “F. M. Genco”, Istituto Tecnico Tecnologico “P. L. Nervi”),
  • quattro di Bari (“Japigia 1 – Verga centrale”, IPSSAR “A Perotti”, IISS “De Nittis – Pascali” e IISS “Marco Polo”),
  • l’IISS “Pietro Sette” di Santeramo in Colle,
  • l’IISS “Licei Canudo – Marone ITI Galilei” di Gioia del Colle,
  • l’Istituto comprensivo “Moro – Falcone” di Adelfia,
  • l’Istituto “Sarnelli – De Donato – Rodari” di Polignano,
  • l’Istituto comprensivo “S.G. Bosco – Manzoni” di Sannicandro.

Un ottimo risultato per la Murgia.

ENZO COLONNA

 

CONTRIBUTI AI COMUNI PER CONCORSI DI IDEE E PROGETTAZIONE, PUBBLICATA GRADUATORIA.

PUNTARE SU GIOVANI, QUALITÀ E BELLEZZA.

Pubblicata pochi giorni fa, nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia, la graduatoria relativa all’avviso, adottato lo scorso agosto (di cui avevo scritto qui), con cui la Regione ha destinato 150 mila euro per sostenere le amministrazioni pubbliche nell’espletamento dei concorsi di idee e di progettazione finalizzati ad acquisire idee e progetti diretti a migliorare la qualità delle opere di architettura e di trasformazione del territorio.

L’iniziativa, ricordo, ha dato seguito, per il secondo anno consecutivo, a una misura inserita – con un mio emendamento (leggi qui) – nella legge di stabilità regionale per il 2017 (art. 23 della l.r. 40/2016), con la quale ho inteso dare finalmente attuazione all’articolo 9 della legge regionale n. 14/2008 (“Misure a sostegno della qualità delle opere di architettura e di trasformazione del territorio”), una norma che valorizza proprio lo strumento del concorso al fine di realizzare interventi di trasformazione del territorio di grande valore urbanistico e architettonico, così da assicurare qualità dell’ambiente urbano e rurale, incentivando progettazioni di qualità, ecosostenibili e partecipate.

In base alle risorse disponibili, delle 6 candidature pervenute, sono state ammesse a finanziamento quelle dei primi 4 Comuni collocati in graduatoria e in particolare:

  1. Taranto – Rigenerare Porta Napoli, nodo urbano strategico della città di Taranto (€ 50.000);
  2. Bisceglie – Intervento di riqualificazione del paesaggio urbano di transizione tra il borgo antico e la litoranea di levante (€ 49.000);
  3. Santeramo in Colle – Interventi correlati di qualificazione urbana e architettonica (€ 36.000);
  4. Castellaneta – Riqualificazione e valorizzazione di Castellaneta Marina, con particolare riferimento alle aree costiere prossime al confine amministrativo di Ginosa, nel tratto fra il Lido “El Patio” e la spiaggia attrezzata “L’Angolino” (€ 15.000).

Queste quattro iniziative comunali si aggiungono così a quelle finanziate nel 2018, nella precedente edizione della stessa misura, che ha visto il riconoscimento del contributo regionale ai comuni di Patù, Canosa, Motta Montecorvino, Noci e Bari (quest’ultimo promotore di un concorso internazionale di idee “Bari Costasud” per la riqualificazione dell’area costiera e periferica a sud-est della città, di cui da poco sono stati resi noti gli esiti).

Sono estremamente soddisfatto per l’esito di questa iniziativa, ispirata principalmente da due ordini di motivi, per me fondamentali:

  • l’importanza di rilanciare il tema della bellezza, nelle sue diverse declinazioni culturali e sociali, una chiave fondamentale per ritrovare idee e forza necessarie per guardare con ottimismo al futuro. Cultura e bellezza sono gli elementi necessari di ogni trasformazione del nostro territorio e sono le possibili leve su cui costruire il nostro sviluppo, perché in esse si racchiudono il meglio della nostra identità e della nostra storia, e al contempo una chiave per immaginare un altro futuro.
  • La necessità di muovere intelligenze, sensibilità e attenzioni, nonché di orientare gli investimenti intorno a un’idea di paesaggio/comunità, sintesi di beni ambientali, storici, architettonici e artistici, di beni materiali e immateriali, di ricerca, innovazione e di sapere artigiano, di esperienza, cultura e nuove energie. In tal senso, la norma regionale di riferimento ha inteso favorire il coinvolgimento e il contributo di idee innovative da parte dei giovani professionisti.

Grazie allo stanziamento di risorse previsto dalla suddetta norma di bilancio (che copre il triennio 2017-2019), questa iniziativa sarà riproposta anche per l’anno in corso. Invito perciò le amministrazioni pubbliche pugliesi a cogliere questa opportunità e immaginare interventi da realizzarsi nei propri territori attraverso i concorsi di idee e di progettazione, un efficace strumento previsto dal Codice degli appalti pubblici (decreto legislativo n. 50/2016).

Ringrazio l’Assessore all’Assetto del Territorio, Alfonso Pisicchio e la Sezione regionale “Tutela e Valorizzazione del Paesaggio”, diretta dall’Ing. Barbara Loconsole, per il lavoro svolto.

ENZO COLONNA

 

RIFIUTI, LA REGIONE HA RIDOTTO (NON AUMENTATO) ECOTASSA. PREVISTO ANCHE FONDO PER COMUNI CHE AVVIANO MODELLI VIRTUOSI DI RIDUZIONE E GESTIONE.

Appaiono del tutto destituite di fondamento le polemiche sollevate in questi giorni da amministratori di alcuni comuni pugliesi in ordine al presunto aumento, da parte della Regione Puglia, della ecotassa in materia di smaltimento dei rifiuti. Niente di più falso.

Nel marzo scorso, il Consiglio regionale ha approvato la legge n. 8/2018 relativa alla determinazione del “tributo speciale per il deposito in discarica e in impianti di incenerimento senza recupero energetico dei rifiuti solidi”, la cosiddetta Ecotassa.

Si è trattato di un provvedimento necessario per adeguare la normativa regionale al quadro nazionale, in particolare alle disposizioni del Testo unico in materia ambientale (D. Lgs. 152/2006) introdotte dalla legge 221/2015 (c.d. “Collegato ambientale” alla legge finanziaria per il 2016).

Questa norma, infatti, stabiliva che, a partire dal 2018, tutti i Comuni o gli Ambiti territoriali ottimali (Ato) dovessero assicurare livelli minimi di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani pari almeno al 65%. Nel caso in cui tale percentuale non fosse raggiunta, sarebbe stata applicata una maggiorazione del 20% rispetto alla tariffa base.

Dopo un iniziale regime transitorio con un ampio sistema di deroghe previste in sede di prima applicazione della riforma, nel 2019 la nuova disciplina è entrata pienamente in vigore, determinando il suo inevitabile e prevedibile impatto soprattutto per quei Comuni che, nonostante tutto il tempo a disposizione, non hanno posto in essere politiche efficaci per aumentare in maniera significativa la raccolta differenziata e ridurre, conseguentemente, il conferimento in discarica del residuo indifferenziato.

A fronte di questo quadro e per venire incontro alle esigenze degli enti locali, la Regione Puglia, nella legge di bilancio per il 2019 (l.r. 67/2018), ha previsto una norma (art. 101) che istituisce un apposito fondo, con una dotazione finanziaria di un milione di euro, finalizzato a mitigare l’impatto della introduzione inderogabile (per legge statale) della soglia minima del 65% di raccolta differenziata su base annua, a favore dei comuni che, pur non avendo raggiunto tale livello minimo di differenziata, dimostrino di aver avviato modelli maggiormente virtuosi e rispettosi dell’ambiente.

In particolare, questo fondo è destinato:

  1. a ridurre il costo del servizio di igiene urbana degli utenti dei comuni che nell’anno precedente l’applicazione hanno prodotto quantitativi di rifiuti indifferenziati pro-capite inferiori al 70 per cento della media regionale registrata;
  2. a ridurre il costo del servizio di igiene urbana degli utenti dei comuni che nell’anno precedente hanno raggiunto obiettivi di raccolta differenziata maggiori al 65 per cento (quindi anche se tale percentuale non è stata raggiunta su base annua);
  3. a ridurre i costi di avvio di sistemi di raccolta differenziata “spinta” (per esempio con la modalità “porta a porta”), finalizzati anche all’implementazione di sistemi di tariffazione puntuale;
  4. alla realizzazione di centri comunali per il riuso ed a progetti comunali di riduzione della produzione di rifiuti.

Ma non finisce qui.

Sempre nella legge di bilancio per il 2019, infatti, la Regione Puglia ha stabilito, all’art. 104, una sensibile riduzione dell’ecotassa per i Rifiuti Solidi Urbani conferiti in discarica, portandola, da 25,82 euro a tonnellata, a 17,24, con riferimento alla soglia base del 65% di raccolta differenziata (prevedendo una maggiorazione del 20% in caso di percentuali inferiori di raccolta differenziata e consistenti e progressive riduzioni in caso di percentuali superiori, sino a scendere a 5,17 euro/tonnellata qualora la raccolta differenziata si attesti oltre il 90%).

Quindi nessun aumento dell’ecotassa ma, al contrario, una evidente diminuzione che si traduce in un aiuto concreto per i Comuni, anche per quelli ancora (colpevolmente) indietro con la raccolta differenziata.

A tutto questo si aggiunga anche che con un accordo di programma stipulato lo scorso 6 febbraio tra la Regione Puglia, l’AGER (Agenzia Regionale per la Gestione dei Rifiuti) e soggetti gestori di discariche private sono state stabilite le tariffe da applicare ai Comuni pugliesi, in modo da uniformare le stesse e scongiurare aumenti già annunciati dai gestori che avrebbero pesantemente gravato sui bilanci comunali (e, quindi, sulle tasche dei cittadini), così da calmierare in misura significativa il costo di smaltimento dell’indifferenziato. Fino al 31 luglio 2020, infatti, la tariffa sarà di 100 euro a tonnellata, oltre IVA e ecotassa. Nell’ambito dello stesso accordo, la Giunta regionale si è impegnata a presentare al Consiglio, entro 60 giorni, il disegno di legge avente ad oggetto l’avocazione alla regione dei procedimenti di autorizzazione e di valutazione degli impatti ambientali (AIA o VIA/AIA) relativi agli impianti di smaltimento dei rifiuti non pericolosi, attualmente di competenza provinciale. Questo allo scopo di dare impulso con maggiore determinazione e celerità alla realizzazione, su tutto il territorio regionale, di impianti in grado di consentire la chiusura del ciclo dei rifiuti, unico modo per risolvere le criticità ancora presenti nel sistema.

Per fare questo, però, è indispensabile che tutti i soggetti interessati, ivi compresi i Comuni, collaborino alla definizione e al raggiungimento di un obiettivo di fondamentale importanza per i territori e per i cittadini, resistendo alla facile tentazione di scaricare su altri colpe e responsabilità.

ENZO COLONNA

 

AVVISO REGIONALE PER BORSE DI STUDIO 2018/2019 PER STUDENTI DELLA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO.

È stato pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 15 del 7 febbraio u.s., l’Avviso Pubblico per l’assegnazione delle borse di studio relative all’anno scolastico 2018/2019 riservate agli studenti e alle studentesse della scuola secondaria di secondo grado.

Lo stanziamento complessivo per questa misura è pari a circa 3 milioni di euro (maggiore di quello assicurato l’anno scorso) e l’ammontare della singola borsa è di 200 euro (che sarà elevato qualora lo stanziamento sia superiore al necessario a soddisfare tutte le istanze pervenute).

Il requisito essenziale per l’assegnazione del beneficio è che il richiedente abbia un ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) non superiore a euro 10.632,94.

Le domande per la concessione delle borse di studio dovranno essere presentate a partire dal 12 febbraio 2019 e fino alle ore 12.00 del 12 marzo 2019 da uno dei genitori, da chi rappresenta il minore o direttamente dallo studente (se maggiorenne) solo ed esclusivamente on-line, attraverso la procedura informatizzata accessibile al seguente indirizzo internet: https://www.studioinpuglia.regione.puglia.it/borse-di-studio-2018-2019/

ENZO COLONNA

 

PUBBLICATI I BANDI DI CONCORSO DELLA ASL BA PER SVARIATE FIGURE PROFESSIONALI.

Come avevo anticipato nelle scorse settimane, al momento dell’adozione, da parte del Direttore Generale della ASL BA, del provvedimento di indizione dei concorsi per svariate figure professionali (ne scrivevo qui), sono stati pubblicati nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 15 del 7 febbraio 2019 i bandi di concorso della ASL BA, per titoli ed esami, per il reclutamento, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, di numerose figure professionali [da qui, il Bollettino in formato .pdf].

In particolare i concorsi riguardano:

  • 15 Assistenti Sociali
  • 15 Educatori professionali
  • 30 Fisioterapisti
  • 30 Logopedisti
  • 25 Ostetriche
  • 10 Tecnici di Riabilitazione Psichiatrica

Dalla data di pubblicazione degli estratti di ciascun bando sulla Gazzetta Ufficiale (attesa per i prossimi giorni) tutti gli interessati potranno procedere con l’invio, in modalità telematica, delle istanze di partecipazione. Tutte le informazioni potranno essere trovate nella sezione “Concorsi” del Sito ufficiale della ASL BA.

Si tratta di un ulteriore significativo passo a dimostrazione di quel “nuovo corso” per la sanità pugliese che, dopo anni di sacrifici, inizia ad assumere contorni sempre più marcati. Queste nuove assunzioni, infatti, assieme a tutte le procedure già avviate nei mesi scorsi per il reclutamento di primari, medici specialisti, infermieri, operatori socio-sanitari e ausiliari, contribuiranno a rendere servizi sanitari sempre più efficaci e tempestivi ai cittadini, in grado di corrispondere alle esigenze sempre crescenti di buona sanità pubblica. Si tratta di un lavoro duro e complesso, che il governo regionale sta mettendo in campo, tra mille difficoltà, ormai da anni, e che finalmente consente di vedere i primi segni tangibili. La strada per una migliore sanità pubblica è stata tracciata. Occorre continuare a perseguirla con costanza e determinazione.