DOPO MOLTI ANNI, SIAMO AD UN PASSO DALL’AVERE TUTTI I PRIMARI ALL’OSPEDALE DELLA MURGIA.

DELIBERATI I CONCORSI PER GLI ULTIMI QUATTO PRIMARI MANCANTI. INTANTO, SONO IN ARRIVO ALTRI MEDICI E INFERMIERI.

È stata firmata e pubblicata ieri pomeriggio la deliberazione n. 663 del Direttore Generale della ASL di Bari, Antonio Sanguedolce, con la quale vengono indetti gli avvisi pubblici per l’affidamento di incarichi di Direttore (nel linguaggio comune, “primario”) di diverse strutture complesse nel barese (da qui possibile scaricare il provvedimento con gli avvisi).

Tra queste, i reparti di “Cardiologia”, “Chirurgia Generale”, “Ostetricia e Ginecologia” e “Urologia” dell’Ospedale della Murgia “Fabio Perinei”.

Questi provvedimenti seguono di due mesi, come ho già riferito (v. qui), quelli che hanno riguardato, con riferimento al solo “Perinei”, gli avvisi per i primari dei reparti di “Ortopedia e Tramuatologia”, di “Neurologia” e del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Altamura.

A questo punto possiamo dire con estrema soddisfazione che è ad un passo dall’essere definitivamente superata la lunga fase di transizione, durata molti anni, che ha visto questi reparti del “Perinei” sprovvisti di primari e affidati a pur meritevoli e capaci “facenti funzione”.

Era da tempo, infatti, che evidenziavo l’urgenza di procedere con questi avvisi in modo da dotare strutture complesse, particolarmente delicate, dell’Ospedale della Murgia delle necessarie figure mediche di vertice in modo da dare la stabilità e la necessaria forza di programmazione e organizzazione dei servizi da offrire ai cittadini che il ruolo dei primari deve assicurare.

Ora mi auguro che le procedure concorsuali per la selezione dei nuovi direttori siano spedite, in modo da consentire un loro rapido insediamento.

Il duro e complesso lavoro compiuto in questi anni dal governo regionale, passato anche attraverso scelte complesse, impopolari e dolorose, sta consentendo, dopo quasi quindici anni, di superare progressivamente il blocco per le assunzioni che aveva determinato una sostanziale paralisi per il sistema sanitario pugliese.

Oltre alla stabilizzazione di centinaia di rapporti di lavoro, infatti, numerosi sono i concorsi già chiusi, avviati o prossimi ad essere espletati.

Ricordo, a questo proposito, che il nuovo piano triennale del fabbisogno del personale, adottato pochi mesi fa dalla ASL di Bari, prevede per il solo Ospedale della Murgia un significativo incremento di oltre 250 unità tra medici, infermieri, oss, tecnici.

Insomma, pur essendo ancora evidenti limiti e problemi, giorno dopo giorno, si stanno determinando le condizioni per dare avvio ad una nuova stagione per la sanità del nostro territorio, dotando il presidio ospedaliero della Murgia dei servizi (è di pochi giorni fa l’attivazione della Banca del Sangue e ad altri si continua a lavorare) e delle figure professionali indispensabili per rispondere in modo sempre più efficace e tempestivo alla domanda di buona salute che emerge da un vasto bacino di utenza quale quello del territorio della Murgia barese.

In attesa dell’espletamento delle prove dei concorsi già banditi per assunzioni a tempo indeterminato, nei prossimi giorni verranno assegnati al Perinei altri medici con incarichi a tempo determinato (nefrologi, oculisti, pediatri, oncologi, chirurghi), nonché ulteriori infermieri.

Per questo rinnovo il mio ringraziamento, per il gravoso lavoro che stanno svolgendo, al Presidente Michele Emiliano e a tutto il Dipartimento “Promozione della Salute” della Regione, nonché, per la ASL di Bari, al Direttore Generale Antonio Sanguedolce, al Direttore Sanitario Silvana Fornelli e al Direttore Amministrativo Gianluca Capochiani.

In conclusione, tengo a rinnovare il mio sostegno e la mia gratitudine a medici, infermieri, operatori, a tutto il personale amministrativo del presidio ospedaliero murgiano, per gli sforzi che – da tempo, tutti i giorni e in condizioni difficili – mettono in campo nel gestire e fornire servizi indispensabili per il territorio.

ENZO COLONNA

 

È LEGGE REGIONALE LA PROPOSTA SU PEREQUAZIONE, COMPENSAZIONE URBANISTICA E RIDUZIONE DEL CONSUMO DI SUOLO.

È stata approvata oggi dal Consiglio Regionale la proposta di legge [da qui il testo non ufficiale, coordinato con gli emendamenti approvati in Aula, della legge], da me presentata circa un anno e mezzo fa [leggi qui], finalizzata a promuovere il contenimento del consumo di suolo e, più in generale, una pianificazione urbanistica più razionale e maggiormente rispettosa del territorio e delle vocazioni che questo esprime [la scheda tecnica è disponibile da qui]. Per alcuni articoli di stampa, v. qui.

Si tratta, in sostanza, di una legge che punta a introdurre, anche nel nostro ordinamento regionale, strumenti e metodologie innovative già in uso in altri contesti locali e finalizzate a coniugare, sempre più efficacemente, la tutela del territorio, la valorizzazione della bellezza dei luoghi e gli interventi antropici di riqualificazione e rigenerazione urbana. Solo un approccio integrato di tutti questi elementi può consentire di rendere effettivi gli obiettivi di una buona urbanistica per la Puglia e di un miglioramento della qualità della vita degli abitanti.

Obiettivi perfettamente in linea con il lavoro che da diversi mesi ha avviato l’Assessore alla Pianificazione Territoriale Alfonso Pisicchio, con cui ho avuto diversi momenti di confronto, e che si tradurrà a breve in un disegno di legge di riordino della materia urbanistica con al centro la valorizzazione e la tutela della bellezza del territorio, del paesaggio e dell’ambiente pugliese (cosiddetta “Legge sulla Bellezza”).

Appare chiaro, infatti, che la sostenibilità ambientale, urbana e sociale e il rilancio del settore dell’edilizia possono benissimo convergere nell’ambito di una pianificazione urbanistica in grado di cogliere fino in fondo, attraverso l’introduzione di specifici strumenti normativi a ciò dedicati, le grandi potenzialità di sviluppo del riuso e della rigenerazione, allo scopo di migliorare la qualità complessiva degli insediamenti abitativi, peraltro in coerenza con precedenti interventi normativi della Regione come la legge sulla rigenerazione urbana (n. 21/2008) e quella sulla qualità delle opere di architettura e di trasformazione del territorio (n. 14/2008).

A tale scopo sono indirizzati principalmente i due istituti della perequazione e della compensazione urbanistica, previsti dalla legge regionale approvata oggi:

  1. con la prima si introduce uno strumento finalizzato a consentire, in sede di pianificazione, l’equa distribuzione, fra le proprietà immobiliari comprese all’interno di un medesimo ambito di trasformazione, dei diritti edificatori che le stesse esprimono e dei relativi oneri, in modo da evitare le sperequazioni che troppe volte si sono determinate in passato anche tra suoli adiacenti a seconda della loro diversa destinazione.
  2. Con la compensazione urbanistica, invece, si offre ai comuni, considerata anche le difficoltà dei bilanci locali, la possibilità di utilizzare meccanismi alternativi alle indennità di esproprio per l’acquisizione di aree destinate alle opere pubbliche o ai corrispettivi in denaro per la realizzazione delle stesse: gli espropri o le opere pubbliche potranno essere compensate con l’attribuzione di quantità edificatorie da utilizzare secondo le previsioni degli strumenti urbanistici comunali o con il riconoscimento di modifiche di destinazione d’uso di aree o immobili esistenti, nonché attraverso il trasferimento o la permuta di aree.

Sotto altro profilo, la legge prevede che, al fine di incentivare il miglioramento complessivo della qualità dei contesti urbani e di preservare situazioni di particolare valore storico, architettonico, identitario e culturale, i comuni possano riconoscere misure premiali (quali l’attribuzione di quantità edificatorie, la modifica di destinazioni d’uso, il trasferimento o la permuta di aree, oppure la riduzione degli oneri di urbanizzazione) per favorire interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana o finalizzati a migliorare la qualità architettonica degli interventi edilizi e delle trasformazioni del territorio.

Inoltre, per attribuire centralità ai Comuni nel governo del territorio e per favorire un necessario aggiornamento degli strumenti di pianificazione urbanistica a livello locale, spesso troppo risalenti nel tempo (addirittura agli anni ’70) la legge prevede che queste significative innovazioni possano essere previste nell’ambito dei Piani Urbanistici Generali (PUG), previsti dalla legge urbanistica regionale (n. 20/2001), che saranno la sede principale per operare scelte strategiche sulle modalità di concreta applicazione degli istituti della perequazione, della compensazione urbanistica e delle misure premiali.

L’applicazione delle misure previste dalla legge è contemplata anche per i tanti comuni pugliesi non ancora dotati del PUG, a condizione che abbiano adeguato i propri strumenti di pianificazione urbanistica alla legge regionale 56/1980 e che siano dotati del Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana (DPRU, previsto dalla legge regionale sulla rigenerazione urbana n. 21/2008). In questo caso, infatti, i comuni possono individuare ambiti del territorio urbano nei quali poter fare applicazione della compensazione urbanistica e delle misure premiali con la possibilità di incrementare sino al massimo del 20% la capacità insediativa prevista dagli strumenti di pianificazione vigenti. Tale possibilità passa attraverso l’approvazione di un apposito Piano di Intervento in variante, per cui è prevista una puntuale procedura di approvazione sul modello di quella già prevista dalla legge sulla rigenerazione urbana (n. 21/2008) assicurando pubblicità e forme di partecipazione.

Viene altresì istituito un apposito registro pubblico, a cura dei comuni, onde consentire la conoscenza, la circolazione e la eventuale commerciabilità dei diritti edificatori generati da tali meccanismi.

Al fine di ridurre il consumo di suolo, la legge esclude espressamente che le quantità edificatorie generate da meccanismi compensativi o derivanti da misure premiali possano essere utilizzate in zone agricole.

Al medesimo fine, sono disciplinate le modalità di determinazione del contributo straordinario di urbanizzazione, previsto dal Testo Unico dell’Edilizia (art. 16) per tutti gli interventi edilizi eseguiti in variante urbanistica, in deroga o con cambio di destinazione. In particolare la nuova legge regionale prevede una diversa modulazione della misura di tale contributo a seconda della tipologia di intervento che si intende realizzare, della sua localizzazione (in contesti non urbanizzati o già edificati), nonché della incidenza complessiva sul carico urbanistico, prevedendo riduzioni in caso di iniziative realizzate nell’ambito di programmi di rigenerazione urbana o ad esito di concorsi di progettazione ed anche esenzioni per le ipotesi, ad esempio, di interventi di valorizzazione del patrimonio pubblico immobiliare o di abbattimento delle barriere architettoniche.

Si tratta dunque di una legge molto articolata, che si è arricchita, nel corso del suo lungo iter di approvazione, dei contributi forniti dai colleghi, dalla struttura tecnica regionale, dai rappresentanti dei comuni pugliesi (ANCI), delle imprese del settore edile (ANCE), degli Ordini professionali e di organizzazioni operanti nel campo della tutela ambientale, che ringrazio per i preziosi spunti offerti in grado di migliorare il testo finale, alcuni dei quali sono stati tradotti in emendamenti che ho presentato sia in Commissione che oggi in aula consiliare [sull’esito dei lavori in commissione, v. qui].

Sono estremamente soddisfatto del via libera da parte del Consiglio a questa iniziativa legislativa che, ricordo, ha un duplice scopo: da un lato, quello di migliorare la qualità della pianificazione urbanistica a livello locale, indirizzando i comuni verso l’adozione di strumenti innovativi sempre più adeguati a rispondere alle nuove esigenze che il governo del territorio impone; dall’altro, sostenere il settore dell’edilizia in Puglia, indirizzando l’iniziativa economica privata verso interventi di rigenerazione e riqualificazione. Il tutto nella consapevolezza che la buona urbanistica passa inevitabilmente da un rapporto virtuoso tra la tutela del territorio e la capacità di realizzare interventi in grado di migliorare le condizioni di vivibilità delle nostre città.

Ringrazio, per il sostegno fornito, il Presidente Michele Emiliano e il mio gruppo consiliare (Sebastiano Leo e Mimmo Santorsola), nonché tutti i colleghi di maggioranza e minoranza che con il loro voto favorevole hanno consentito l’approvazione della legge. Ringrazio altresì, per l’attenzione riservata, l’Assessore Pisicchio e la struttura tecnica regionale (Dipartimento “Mobilità, Qualità urbana, Opere Pubbliche, Ecologia e Paesaggio”), in particolare l’arch. Vincenzo Lasorella.

ENZO COLONNA

LA MURGIA HA LA BANCA DEL SANGUE. OSPEDALE “PERINEI”, LUNEDÌ, 8 APRILE, AVVIO DELLE ATTIVITÀ. STORICO TRAGUARDO PER LE COMUNITÀ MURGIANE!

Finalmente ci siamo! Da lunedì 8 aprile prenderà avvio l’attività della nuova Unità Operativa di Medicina Trasfusionale, istituita nei mesi scorsi presso l’Ospedale della Murgia “Fabio Perinei”.

La tanto attesa conferma è arrivata ieri con una nota inviata ai vertici della ASL di Bari da parte del Direttore del Dipartimento di Medicina Trasfusionale dell’Azienda sanitaria, dott. Michele Scelsi, che ha comunicato la positiva definizione della seconda fase operativa del cronoprogramma di avvio in esercizio della nuova unità operativa di medicina trasfusionale.

Tutto pronto, da lunedì prossimo inizierà l’attività di assegnazione del sangue e degli emocomponenti ai pazienti ricoverati presso il Perinei nei turni di mattina e pomeriggio del giorni feriali. Le unità distribuite saranno per ora fornite dall’Ospedale San Paolo, dove si trova l’unico Centro di Qualificazione Biologica e di Lavorazione della Asl di Bari.

Si tratta di uno storico traguardo per l’Ospedale “Perinei” e, più in generale, per tutta la comunità Murgiana, giunto a valle di un lungo, complicato e laborioso iter che accompagno, passo dopo passo, da oltre due anni, sin dall’inizio della mia esperienza di consigliere regionale [da qui una parziale rassegna], frutto di molteplici e complessi passaggi amministrativi e istituzionali che si sono dovuti consumare.

Un lungo e articolato lavoro (le cui principali tappe descrivo più avanti) che si è sviluppato nell’ambito di una proficua e serrata sinergia tra Regione e ASL di Bari che ha consentito di giungere a un risultato estremamente importante e lungamente atteso da tutto il territorio, dal momento che l’attivazione di questo servizio consentirà, ora, non solo di raccogliere, ma anche di conservare e disporre in sede del sangue necessario per le trasfusioni (cosiddetta “Banca del sangue”), con la conseguenza di rendere più efficienti e sicuri tutti gli interventi per i quali sono necessarie trasfusioni, evitando di far ricorso a sacche ematiche conservate presso altre strutture regionali.

L’avvio delle attività dell’Unità Trasfusionale renderà inoltre stabile e strutturata l’attività di prelievo di materiale ematico finalizzato alla tipizzazione dei donatori di midollo osseo e potrà consentire all’ospedale murgiano di divenire un vero e proprio polo di reclutamento con funzioni di ricerca dei donatori, valutazione dell’idoneità, identificazione del donatore.

Mi piace ricordare che i volumi di attività espressi da anni in questo ambito, presso l’Ospedale della Murgia sono di assoluto rilievo e ben oltre i parametri minimi previsti. Sono migliaia, infatti, le unità di sangue intero raccolte ogni anno e i prelievi finalizzati alla tipizzazione dei potenziali donatori di midollo osseo: uno straordinario risultato ottenuto anche grazie alla preziosa attività svolta dal personale ospedaliero (a partire dal dott. Matteo Carone e dal personale infermieristico che per molti anni hanno rappresentato la struttura della locale Unità Fissa di Raccolta) e dalle associazioni di  volontariato attive da molti anni sul territorio (Avis, Fidas, Admo).

La dotazione organica assegnata negli ultimi mesi alla nuova Unità è composta dal Responsabile, il dott. Leonardo Sardella, 5 medici (di cui 4 trasfusionisti), 4 tecnici di laboratorio, 5 infermieri e 2 ausiliari, personale che, già da diversi mesi, era al lavoro presso il Perinei proprio per assicurare l’avvio di questo importante servizio.

Ora si dovrà lavorare per completare la 3° fase operativa, con l’integrazione del personale indispensabile a garantire la copertura del servizio per le 24 ore e nei giorni festivi (a tale scopo sono necessari altri 2 tecnici di laboratorio).

Ringrazio ancora una volta, per il grande lavoro di impulso svolto per la definizione di questa vicenda, il Presidente della Regione, Michele Emiliano, oltre al Direttore Generale dell’ASL di Bari, Antonio Sanguedolce, all’ex Direttore Generale, Vito Montanaro, al Direttore Sanitario, la dott.ssa Silvana Fornelli, al Direttore Amministrativo, dott. Gianluca Capochiani, e al personale dell’Area Gestione Tecnica, diretta dall’ing. Nicola Sansolini, nonché alla direzione sanitaria e amministrativa del presidio ospedaliero della Murgia (rispettivamente, il dott. Domenico Labate e l’avv. Rachele Popolizio).

Un ringraziamento particolare va al Direttore del Dipartimento Immuno-Trasfusionale dell’Azienda, dott. Michele Scelsi, che ha fortemente creduto in questo progetto, investendo tutte le sue competenze e la sua passione per il suo raggiungimento, nonché al Responsabile, il dott. Sardella, e a tutto il personale della nuova Unità per il lavoro svolto in questi mesi e a cui rivolgo l’augurio di continuare a svolgere il loro ottimo lavoro.

Continuerò a seguire la questione e ad aggiornare, come ho fatto in questi due anni, sino alla fine.

Intanto, senza rischiare di risultare inutilmente enfatici, possiamo certamente dire che quella di lunedì prossimo sarà davvero una giornata memorabile per tutto il territorio murgiano.

ENZO COLONNA

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Di seguito riporto le tappe principali del complesso iter amministrativo che ha portato a questo straordinario risultato:

  • approvazione, nel marzo 2017, del nuovo Piano di Riordino Ospedaliero da parte della Regione Puglia con l’individuazione dell’Ospedale della Murgia come struttura di 1° livello, dotata di servizio trasfusionale;
    – adozione, nel giugno 2017, da parte della Giunta regionale, del modello organizzativo della rete trasfusionale pugliese con la previsione, per l’Ospedale della Murgia, al posto della preesistente “Unità Fissa di Raccolta di Sangue”, del vero e proprio servizio trasfusionale;
    – avvio, a partire dal mese di ottobre 2017, delle procedure per l’acquisto delle attrezzature indispensabili alla nuova Unità Operativa e per l’assunzione del personale necessario (tecnici di laboratorio e medici specialisti);
    – approvazione, nel febbraio 2018, del modello organizzativo della rete trasfusionale della Asl di Bari, con la conferma della previsione dell’Unità Operativa di Medicina Trasfusionale per l’Ospedale della Murgia;
    – sempre nel febbraio 2018, completamento della fornitura delle attrezzature necessarie, ivi compresi innovativi sistemi informatici per gestire il sistema di verifica tra il donatore e il destinatario;
    – avvio e completamento, nel marzo 2018, dei lavori strutturali necessari per rendere gli ambienti dell’Ospedale “F. Perinei” pienamente idonei ad ospitare la Banca del Sangue ai fini del necessario accreditamento;
    tra il 2017 e il 2018 svolgimento di tutte le procedure concorsuali e selettive per l’assunzione di quattro medici trasfusionisti e quattro tecnici di laboratorio;
    – istituzione ufficiale, nel giugno 2018, dell’Unità Operativa Semplice di Valenza Dipartimentale (UOSVD) di Medicina Trasfusionale presso l’Ospedale della Murgia “Fabio Perinei”, un passaggio fondamentale per il raggiungimento di questo importante traguardo;
    – procedura selettiva e nomina, nell’agosto 2018, del dott. Leonardo Sardella quale Responsabile della nuova Unità di Medicina Trasfusionale;
    – conclusione, nel settembre 2018, del periodo di formazione e tirocinio dei medici trasfusionisti e dei tecnici di laboratorio, definitivamente assegnati alla nuova Unità di Medicina Trasfusionale a partire dal novembre 2018;
    da ovembre 2018 a febbraio 2019, tutto lo staff ha proceduto con i test e la verifica dei protocolli ministeriali molto rigidi previsti;
    – tra febbraio e marzo 2019, effettuati ulteriori interventi edili e attivato un sistema di allarme in caso di avaria o blocco dei macchinari;
    1° marzo 2019, avvio della 1^ fase operativa del cronoprogramma di avvio in esercizio della Unità Trasfusionale con il distacco informatico della Struttura Trasfusionale di Altamura dalla Unità Trasfusionale Di Venere, di conseguenza le donazioni di sangue effettuate in sede o nelle raccolte esterne hanno il codice identificativo assegnato all’Unità Trasfusionale altamurana e poi sono trasferite al Centro di Qualificazione Biologica e di Lavorazione del San Paolo. Dalla stessa data la Struttura Trasfusionale di Altamura esegue tutti gli esami emocromocitometrici preliminari alla donazione e gli esami immunoematologici dei donatori;
    – a partire da lunedì 8 aprile 2019 avvio della 2^ fase operativa: nei turni mattutini e pomeridiani dei giorni feriali, le attività di assegnazione del sangue e degli emocomponenti ai pazienti ricoverati nei reparti dell’Ospedale della Murgia verranno svolte in loco, nella Unità del Perinei, senza più attendere l’arrivo da altre strutture ospedaliere; in orario notturno e festivo, l’assegnazione continuerà ad essere gestita dal Di Venere di Bari, ma continuerà ad essere operativa la frigoemoteca già presente presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale “Perinei” per la gestione delle situazioni di emergenza.

DA OGGI, 4 APRILE, È POSSIBILE PRESENTARE LE DOMANDE PER IL RICONOSCIMENTO DEL TITOLO DI “MAESTRO ARTIGIANO”.

Valorizzare i mestieri dell’artigianato tradizionale, con l’obiettivo di incentivare anche i più giovani ad avviare o proseguire attività a rischio di estinzione, incentivando il ricambio generazionale e il trasferimento di competenze. È questo lo spirito con cui la Regione ha proceduto alla pubblicazione dell’Avviso per la presentazione delle istanze finalizzate ad ottenere il riconoscimento del titolo di “Maestro Artigiano”.

Secondo quanto previsto dall’art. 5 della legge regionale n. 26/2018 (“Disciplina dell’apprendistato e norme in materia di Bottega Scuola”), il titolo di “Maestro Artigiano” è attribuito a coloro che siano titolari o siano stati titolari di imprese artigiane, regolarmente iscritte all’albo provinciale o regionale delle imprese artigiane, ovvero ai soci di queste, purchè partecipino o abbiano partecipato personalmente e professionalmente all’attività.

A partire da oggi, 4 aprile, è possibile presentare domanda da parte degli interessati, unicamente per via telematica, attraverso l’apposita piattaforma informatica (da qui, ove è disponibile anche l’Avviso).

Per poter ottenere l’attribuzione del titolo di “Maestro Artigiano” occorre possedere, tra gli altri, i seguenti requisiti:

  • l’impresa artigiana di cui il soggetto candidato è titolare, è stato titolare o socio lavoratore, sia regolarmente iscritta o sia stata iscritta per attività del settore dell’artigianato artistico, tradizionale e dell’abbigliamento di cui al regolamento regionale 4 febbraio 2015, n. 3;
  • il candidato abbia un’anzianità di iscrizione all’Albo imprese artigiane complessivamente pari ad almeno 15 (quindici) anni per il settore merceologico di attività relativamente al quale avanza la richiesta;
  • il candidato possegga un adeguato grado di capacità professionale desumibile dal conseguimento di premi, titoli di studi, diplomi o dall’esecuzione di saggi di lavoro o anche da specifica e notoria perizia e attitudine all’insegnamento professionale.

L’elenco aggiornato di tutti coloro cui sarà attribuito il titolo di “Maestro Artigiano” sarà tenuto dalla Commissione Regionale per l’Artigianato Pugliese (C.R.A.P.) e pubblicato sul sito istituzionale della Regione.

Segnalo questa opportunità a beneficio di tanti artigiani dei nostri territori, un piccolo, ma significativo, riconoscimento per il lavoro svolto e per la maestria di cui sono stati e sono capaci, nonché per ringraziarli di essere stati custodi di attività che rappresentano in molti casi anche un pezzo importante della nostra cultura e per incoraggiarli a trasmettere a nuove generazioni il loro sapere artigiano.

ENZO COLONNA

IL VALORE DI UN’OPERA, DELL’OPERA QUOTIDIANA.

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

Non conosco chi abbia realizzato questo video. Desumo dalle parole che sia un tecnico coinvolto nella progettazione. Lo riprendo perché a differenza di quello che ho realizzato ieri percorrendo il nuovo tratto della statale 96 a pochi minuti dalla apertura [vedi e leggi qui], con i miei commenti, riporta indicazioni tecniche e restituisce l’orgoglio di chi ha lavorato.

Per noi, per tutti gli altri, come non rimanere emozionati dinanzi all’opera dell’uomo, a quello che l’uomo è capace di creare? Come non rimanere affascinati dalla maestria degli operai, la efficienza di imprese, l’ingegno di professionisti, la professionalità di funzionari e tanti pezzi dell’istituzioni pubbliche? Come non essere grati dinanzi alla fatica, al lavoro?

A leggere certi commenti (di una sparuta pattuglia, invero) dinanzi ad un’opera realizzata, si resta sgomenti. Ti fanno cadere le braccia.

Il lavoro è stato tanto e di tanti, visibile, tangibile. Dinanzi al lavoro sono doverosi i ringraziamenti e il rispetto. Se non riconosciamo il lavoro, non lo valorizziamo, non lo isoliamo, non c’è speranza per alcuno. Ci salviamo solo con il lavoro.

Bisogna incazzarsi (ed io mi incazzo, da cittadino e nei ruoli istituzionali che mi sono toccati) dinanzi all’apatia, all’indifferenza, all’abbandono, all’accidia, alla rassegnazione. Non dinanzi all’opera.

Poco più di 5 anni solari, tanto sono durati i lavori per questo tratto. Non semplicemente una lingua di asfalto. A leggere qualche commento, sembra quasi che abbiano realizzato la bitumazione o i rattoppi di una stradina.

9 chilometri con quattro corsie, un viadotto di 240 metri, due gallerie, lo spostamento meccanico di una torre, 5-6 cavalcavia, complanari, rotatorie, svincoli.

Che ne sa, chi biascica di ritardi (c’è stato, ma del tutto ragionevole, più di un anno rispetto al termine fissato inizialmente), di tavoli tecnici, di conferenze di servizi, di riunioni e scambi di note, per risolvere le interferenze con cavidotti, linee ferroviarie, acquedotti, per risolvere il problema dello spostamento della torre vincolata dalla soprintendenza?

Che ne sa delle procedure in variante, dei pareri di una decina di enti e autorità?

Che ne sa del comune che ha vietato di far ricorso alle microcariche per le escavazioni, costringendo a procedere solo con martelloni idraulici (ne sono andati distrutti una decina)?

Che ne sa del lavoro sospeso per il maltempo?

Che ne sa di perizie, trasparenza, procedure di gara, stati di avanzamento, revisioni prezzi, aggiornamenti progettuali, ritardi nei pagamenti?

Che ne sa, soprattutto, della fatica e degli imprevisti, che ogni obiettivo, nel lavoro e nella vita, comporta?

Che ne sa, dinanzi ai 5 anni occorsi per tutte queste opere, chi in cinque anni magari non è stato capace nemmeno di avviare il rifacimento delle tapparelle delle propria stanzetta?

Che ne sa del valore del tempo?

Che ne sa del valore dell’opera quotidiana, del lavoro, la dimensione umana, quella che fa di uomini e donne gli unici esseri viventi capaci di migliorare la realtà che vivono e se stessi?

Me ne sbatto (ops, scusate i toni!) di inaugurazioni, tagli di nastri e di stare a vedere o commentare chi sia ad inaugurare.

Per me, il completamento di un’opera, il raggiungimento di un obiettivo (piccolo o grande che sia), dà gioia vera, emozione intima, speranza, fiducia, quindi rinnovata motivazione a non fermarsi, nonostante tutto (fatica, amarezze, ingratitudini), a proseguire, ciascuno per le proprie possibilità e per la propria parte.

Sono convinto che le persone perbene, chi conosce la fatica del lavoro, e sono la maggioranza, questo lavoro sanno vederlo, riconoscerlo, e continuano – forse in maniera non pubblica, silenziosa, quasi, direi, con pudore – ad apprezzarlo.

Basta per andare avanti!

ENZO COLONNA

 

STATALE 96, APERTO ALLA CIRCOLAZIONE IL NUOVO TRATTO TORITTO-MODUGNO. GRANDE PASSO IN AVANTI PER UNA DELLE INFRASTRUTTURE PIÙ IMPORTANTI DEL TERRITORIO BARESE E MURGIANO.

È una giornata importante per il territorio barese e murgiano. Da oggi, infatti, è aperto alla circolazione a quattro corsie il tratto della Statale 96 Toritto–Modugno, compresa la variante di Palo del Colle.

Tra quelle che interessano la Statale 96, è certamente l’opera più imponente e complessa sotto il profilo ingegneristico, progettuale e realizzativo, oltre che la più costosa (piano finanziario dell’importo di 106,9 milioni di euro finanziati dal Pon 2007-2013 per 46,3, dalla PAC per 56,4 e con fondi Anas per 4,2.).

Come ho più volte ricordato, i lavori di questo lotto hanno presentato opere complesse (quali, ad esempio, la realizzazione di un viadotto, “Pietrestrette”, e due gallerie, una di circa 500 e l’altra di 220 metri), nonché difficoltà realizzative, come lo spostamento – con una soluzione meccanica molto innovativa – della torre medievale di San Vincenzo (che ricadeva proprio sulla nuova carreggiata prevista dal progetto), che ne hanno fatto slittare il termine, inizialmente previsto per giugno 2017.

Ritengo tuttavia che tali lavori siano stati eseguiti in tempi del tutto ragionevoli, anche in considerazione della loro portata, trattandosi, per diversi chilometri, di un tratto stradale del tutto nuovo, che si distanzia dall’abitato di Palo del Colle, consentendo di garantire condizioni di sicurezza nella circolazione e di abbreviare sensibilmente i tempi di percorrenza necessari a raggiungere il capoluogo pugliese.

Il lavoro è stato tanto e di tanti (operai, imprese, progettisti, direzione lavori, funzionari e tecnici Anas, figure istituzionali e strutture della Regione Puglia e del Ministero delle Infrastrutture). Dinanzi al lavoro sono doverosi i ringraziamenti e il rispetto.

Ricordo che, oltre al raddoppio del tratto della statale, questo progetto prevede la demolizione della strada esistente e la conseguente riqualificazione urbana dei tratti precedentemente occupati dal vecchio tracciato attraverso un importante progetto di recupero storico ed architettonico dell’intera area.

Esprimo, pertanto, grande soddisfazione per il completamento di questi lavori, che ho seguito passo dopo passo con costanti contatti, quasi settimanali, con la struttura del Coordinamento Territoriale Adriatica dell’Anas e, in particolare, della Sezione “Progettazione e realizzazione lavori”, con i rispettivi responsabili (gli ingegneri Castiglioni e Ruocco) e tecnici, che ringrazio per il lavoro svolto e per quello che continuano a svolgere per portare a termine il raddoppio dell’intero tracciato della Statale 96.

Ricordo, infatti, che tra un mese e mezzo circa – come mi hanno nuovamente confermato i tecnici (tra cui il responsabile della direzione dei lavori, l’ing. Digiesi, che ringrazio: ne scrissi una ventina di giorni fa qui) – sarà aperto alla circolazione su quattro corsie anche il tratto relativo al 1° lotto, dall’inizio della variante di Altamura fino all’innesto con la statale 99 per Matera (cioè parte della attuale circonvallazione di Altamura). Il completamento dei lavori relativi alle opere connesse (come la sistemazione del sottopasso all’altezza di via Manzoni) avverrà successivamente.

Per quanto riguarda l’intervento più problematico (i lavori a ridosso di Toritto, zona Mellitto), che è iniziato nel marzo 2010 e, poi, ha subito un lungo fermo a seguito della rescissione del contratto con la ditta appaltatrice, ricordo che i lavori, dopo nuova progettazione e nuovo appalto, sono stati riavviati nel novembre scorso (avevo scritto, ad esempio, qui). L’Anas conferma l’impegno di riuscire ad assicurare la circolazione per il prossimo agosto, mentre per il completamento dei lavori (tutte le opere connesse) si dovrà attendere un anno circa.

Infine per quanto riguarda le tre rotatorie sulla circonvallazione di Altamura (incroci: zona artigianale, via Ferri Rocco; strada comunale Graviscella; via Selva), vicenda di cui mi sto occupando da tempo (leggi qui, ad esempio), l’Anas attende dal Ministero dell’Ambiente gli esiti della procedura di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale, avviata diversi mesi fa. Mi auguro non manchi molto ancora, stante il tempo trascorso e il parere acquisito da parte della soprintendenza. Sul punto ho avuto la possibilità, stamane, di avere un rapido scambio con il Ministro Toninelli, presente all’inaugurazione del tratto Toritto-Modugno.

Dunque, si procede nella direzione giusta ma ancora c’è tanto lavoro da fare.

A tale riguardo colgo l’occasione dell’incontro svolto oggi tra il Ministro Toninelli e i vertici della società Ferrovie Appulo Lucane (di cui è titolare lo stesso Ministero delle Infrastrutture e Trasporti), per ribadire la necessità di valorizzare al massimo la linea ferroviaria, una importante infrastruttura che collega Puglia e Basilicata, molto utilizzata in particolare dai pendolari del territorio murgiano e materano per raggiungere Bari e strategica per i collegamenti con il suo aeroporto. Su questo occorre, per un verso, potenziare l’organico della società (anche al fine di assicurare servizi nei festivi) e, per l’altro, a livello governativo, impostare una programmazione e stanziare risorse che, aggiunte a quelle cospicue già messe a disposizione della Regione Puglia per il raddoppio “selettivo” della tratta (per circa 20 km), possano consentire il raddoppio dell’intera linea. In questo modo, la linea ferroviaria potrebbe diventare una sorta di metropolitana leggera, con rapidi scambi e un drastico taglio dei tempi di viaggio tra Bari, Altamura, Gravina, Matera.

 

ENZO COLONNA

ZES ADRIATICA, PRESTO IL VIA LIBERA DEFINITIVO AL PIANO STRATEGICO UNITARIO CON IL MOLISE. BENE L’INCREMENTO DELLE RISORSE ANNUNCIATO DAL GOVERNO.

 

Manca davvero poco alla definizione del piano strategico integrato di sviluppo della ZES (Zona Economica Speciale) Adriatica Puglia-Molise.

Si tratta, ricordo di una delle due macro aree geografiche del territorio regionale (l’altra è quella “Jonica”), collegate a una o più aree portuali, per le quali saranno previste specifiche misure (benefici fiscali, incentivi, semplificazioni amministrative) finalizzate a creare un contesto orientato alla crescita di imprese, all’attrazione di investimenti, all’incremento di scambi commerciali ed export.

In un incontro avuto nei giorni scorsi con l’assessore allo Sviluppo Economico Cosimo Borraccino, ho potuto approfondire lo stato dell’arte dalla complessa procedura relativa alla Zona Adriatica.

A tale riguardo, è ormai imminente la definizione – probabilmente a seguito di una riunione congiunta che si terrà questa settimana tra assessorato regionale allo sviluppo economico, strutture regionali, autorità portuale e la task force individuata dalla giunta – del piano strategico unitario di questa ZES, coordinato con quello elaborato dalla Regione Molise, che sei mesi fa circa aveva chiesto alla Regione Puglia di integrare nella zona pugliese le proprie aree. È proprio l’adesione del Molise che ha determinato un rallentamento nella definizione del piano, poiché si sono attesi gli atti che la Regione Puglia aveva già adottato con la deliberazione di giunta n.1441 del 2 agosto 2018 (ne avevo scritto qui).

Nelle settimane successive, entro la fine di aprile, la Giunta regionale approverà questo piano che sarà poi sottoposto ai Ministeri competenti per l’approvazione definitiva, che consentirà di avviare le specifiche misure (incentivi e benefici) previste.

La ZES Adriatica, ricordo è connessa ai porti di Manfredonia, Barletta, Bari, Monopoli e Brindisi (nonché agli snodi logistici degli aeroporti di Bari, Brindisi e Foggia, dell’interporto regionale della Puglia, della piattaforma logistica di Incoronata) e comprende, per quanto riguarda il territorio pugliese, superfici pari a circa 2669 ettari che, oltre alle aree portuali e aeroportuali, include:

  • il polo di Foggia (con la zona industriale di Manfredonia e l’agglomerato ASI Foggia-Incoronata);
  • il polo di Barletta (con la zona industriale di Barletta);
  • il polo di Bari (con la zona P.I.P. di Bitonto, l’agglomerato ASI Bari-Modugno, la zona industriale di Altamura, la zona P.I.P. di Gravina, le zone industriali di Monopoli e Molfetta);
  • il polo di Brindisi (con le aree ASI di Brindisi, Fasano e Ostuni);
  • il polo di Lecce (con le aree ASI di Lecce-Surbo, Galatina-Soleto, Nardò-Galatone, le zone industriali di Casarano e Matino, il centro intermodale di Melissano).

La Regione ha promosso la creazione di questa ZES come strumento per facilitare l’attrazione di investimenti diretti, promuovere la crescita della competitività delle imprese, l’incremento delle esportazioni, la creazione di nuovi posti di lavoro e il più generale rafforzamento del tessuto produttivo.

Sono molteplici gli strumenti previsti dal Piano strategico a questo scopo: semplificazioni amministrative, credito d’imposta sugli investimenti, esenzione IRAP, esonero quota comunale IMU per i proprietari degli immobili ricadenti nelle aree ZES, esonero TASI (sempre per la quota destinata ai Comuni) per i possessori e detentori di immobili nelle medesime aree, esclusione di addizionali comunali TASI, esenzione dalle spese istruttorie connesse alla realizzazione degli interventi in tali aree.

Come ho già più volte ribadito, sono davvero soddisfatto per gli esiti di un complesso lavoro che, con l’inserimento nel perimetro della ZES di ampie aree produttive dei territori di Altamura (185 ettari della zona industriale che insiste sulla strada statale 96 per Gravina) e Gravina (10 ettari di aree P.I.P.), valorizza adeguatamente, all’interno del perimetro della ZES Adriatica, il vasto e articolato sistema produttivo della Murgia barese, come da me sollecitato in molteplici circostanze e riunioni.

Più volte, infatti, da oltre due anni (leggi qui, ad esempio), ho ribadito come la Murgia meritasse una specifica considerazione in vista della definizione del perimetro delle Zona Adriatica e questo per una serie di ragioni: si tratta infatti di un territorio caratterizzato da un vivacissimo tessuto produttivo, vocato all’innovazione tecnologica e dei processi produttivi, alla ricerca, alla commercializzazione su scala nazionale e internazionale.

Un territorio in cui si sono insediate, negli ultimi quarant’anni, numerose realtà industriali e artigianali attive in differenti settori produttivi: agroalimentare (in particolare, lavorazione e trasformazione di cereali e derivati, legumi), manifatturiero (mobile, design, moda), meccanica, impiantistica avanzata.

Tale bacino produttivo si è sviluppato lungo il principale asse stradale di questo territorio, la statale 96 (i cui lavori di ammodernamento e raddoppio sono ormai prossimi ad essere terminati), peraltro l’unico asse di collegamento tra l’area portuale e retroportuale di Bari, l’entroterra e la Basilicata.

Il territorio murgiano rappresenta, inoltre, la naturale (e necessaria) cerniera tra le due ZES (Adriatica e Jonica) e tra la Puglia e la Basilicata, con cui condivide contiguità non semplicemente fisiche-territoriali, ma molto più profonde e strutturate nel tempo, di tipo economico-produttivo, storico-culturale e infrastrutturale.

Per questo l’inserimento dell’area murgiana (con i Comuni di Altamura e Gravina in Puglia, cui si potranno aggiungere anche aree di altri comuni grazie alla previsione, contenuta nel Piano Strategico, di estendere le zone già perimetrate con ulteriori 200 ettari circa che saranno individuati a seguito di un avviso pubblico rivolto ai comuni) all’interno della ZES, rappresenta certamente un importante traguardo raggiunto da questo territorio sotto il profilo di una aggiornata prospettiva di sviluppo economico, che consentirà di attrarre investimenti e di creare nuova impresa e occupazione.

Un risultato frutto di un complesso lavoro che ho seguito per mesi e coordinato sin dall’avvio di questo percorso con i Comuni (e, in particolare, con i rispettivi uffici tecnici), le associazioni e le organizzazioni del mondo imprenditoriale (CNA – Area Metropolitana di Bari, Confesercenti – Terra di Bari, Confcommercio – Delegazione di Altamura, Apulia Fashion Makers, Copim), che ringrazio per aver sostenuto sin dal primo momento l’iniziativa, credendo nella possibilità di raggiungere questo importante obiettivo.

A tale riguardo colgo con favore quanto annunciato dal Ministro per il Sud Barbara Lezzi, circa l’incremento di risorse (stimate in 300 milioni di euro), previsto dal cosiddetto “Decreto Crescita”, che dovrebbe essere a breve licenziato dal Consiglio dei Ministri. Da quanto si apprende, la norma statale dovrebbe prevedere l’attivazione di un apposito strumento finanziario di sostegno agli investimenti diretti e l’istituzione di un fondo di investimento, al quale si potranno ‘agganciare’ ulteriori fondi, allo scopo di sostenere le imprese. Si tratta comunque di risorse che, ove confermate, andranno a rimpinguare quelle già stanziate pari a 250 milioni, in realtà esigue, per consentire una effettiva operatività delle Zone Economiche Speciali. Ovviamente, bisogna attendere il testo del decreto legge e, soprattutto, quello approvato in sede di conversione.

ENZO COLONNA

A PROPOSITO DEI FONDI REGIONALI PER IL CENTRO STORICO DI ALTAMURA.

Giusto per la precisione, perché ne sento tante in giro. Di seguito, una schematica ricostruzione dei passaggi consumati in merito al piano di interventi di riqualificazione del centro storico che beneficia di un finanziamento di 5 milioni di euro:

  • Bando regionale (governo Vendola) e candidatura del Comune (supportata da tutto il consiglio comunale, amministrazione Stacca) risalgono al 2011.
  • La candidatura non si colloca in graduatoria in posizione utile per il finanziamento.
  • Nel 2013 la Regione destina ulteriori risorse alla misura (fondi comunitari della programmazione 2007-2013) e, con lo scorrimento della graduatoria, il piano viene finanziato.
  • Gli interventi andavano appaltati entro il 2014 e le spese erogate andavano rendicontate inderogabilmente entro il 31 dicembre 2016 (termine della programmazione 2007-2013).
  • Persi definitivamente, dunque, i fondi della programmazione 2007-2013.
  • Nel dicembre 2015 la Regione (governo Emiliano) riconosce una nuova possibilità ai progetti comunali non appaltati in tempo e che quindi avevano perso le risorse della programmazione 2007-2013: dirotta tali progettualità sotto la copertura finanziaria del PAC (piano di azione per la coesione).
  • Nel 2016 il Comune (amministrazione Forte) approva i progetti definitivi e si impegna con la Regione ad appaltare le opere entro il 2016.
  • Il termine di fatto slitta, acquisita disponibilità della Regione, al dicembre 2017.
  • Nulla di fatto.
  • Si arriva all’estate 2018 (amministrazione Melodia) e da qui la storia è quella descritta nella mia nota di ieri.
  • Novembre 2018, dopo un paio di mesi di interlocuzioni e lavoro, la Regione (governo Emiliano) ammette il Comune a rimodulare nuovamente il cronoprogramma (progetti esecutivi e avvio gare di appalto entro il 31 dicembre 2018).
  • Tra fine gennaio e inizio febbraio 2019, il Comune chiude la progettazione esecutiva.
  • Venerdì 29 marzo 2019, deliberazione della Giunta regionale con cui la Regione si dichiara pronta ad erogare i fondi PAC a condizione che i progetti siano immediatamente cantierabili.

È una lunga storia. In questo blog sono disponibili numerosi documenti e scritti, dal 2011 in poi, basta cercare, con la stringa di ricerca, le parole “centro storico” (v. qui).

Per quanto riguarda me e i gruppi con cui mi sono cimentato a livello comunale (Movimento Aria Fresca e poi ABC), abbiamo fatto il nostro, il nostro dovere, nei ruoli e con le funzioni assegnate. Abbiamo seguito passo dopo passo in Regione e prima in Comune e anche quando non si avevano ruoli né in regione né in comune, dal 2011 ad oggi.

Come ho scritto in altra occasione, che lo si faccia per le ragioni più disparate, fondate o infondate, che siano in pochi, ma non vedere e non riconoscere il lavoro, piccolo o grande che sia, non aiuta a crescere e a migliorarci.

Un fatto è certo, ovvio. Se tutti avessero fatto il proprio, non ne staremmo nemmeno a parlare. Se un importante risultato, come tanti altri, riusciamo a conseguire per la città è grazie al lavoro di tanti, compreso il proprio.

Solo il lavoro, l’impegno quotidiano, secondo le nostre possibilità e funzioni, migliora la realtà che viviamo e migliora noi stessi.

L’ultima nota, sulla deliberazione regionale adottata ieri che mette a disposizione le risorse è disponibile da QUI.

ENZO COLONNA

 

STRAORDINARIA NOTIZIA PER ALTAMURA: LA REGIONE PRONTA A EROGARE I 5 MILIONI DI EURO PER LA RIQUALIFICAZIONE DEL CENTRO STORICO.

La straordinaria notizia che attendevamo da giorni per Altamura è finalmente giunta [ne avevo fatto menzione un paio di giorni fa].

La possibilità per il Comune di Altamura di vedersi riconosciuto il finanziamento di quasi 5 milioni di euro da parte della Regione per la realizzazione di importanti interventi di riqualificazione del centro storico è, infatti, divenuta realtà.

La conferma definitiva è arrivata da una deliberazione approvata oggi dalla Giunta regionale, su proposta dell’Assessore all’Urbanistica e Assetto del territorio Alfonso Pisicchio, a valle di una complessa procedura che ho seguito costantemente sin dal mio insediamento in Consiglio regionale.

Si tratta, ricordo, di risorse finanziarie messe a disposizione dalla Regione nell’ambito della programmazione 2007-2013 dei fondi strutturali europei, per finanziare, assieme a circa 2 milioni di euro del Comune, alcuni interventi del nostro PISU (piano integrato di sviluppo urbano) e in particolare:

  • “recupero e valorizzazione di alcune vie, claustri e piazze del centro storico” (fondi regionali per € 4.953.900 totalmente a carico della Regione);
  • “recupero e valorizzazione piazza Matteotti” (risorse comunali per € 1.673.000);
  • “recupero e rifunzionalizzazione di alcuni ambienti del Monastero del Soccorso” (risorse comunali per € 450.100).

Come ho già precisato alcuni mesi fa ricostruendo questa vicenda, le risorse regionali erano ormai perse (andavano rendicontate infatti entro il 31 dicembre 2015) ma, grazie a una manovra contabile del Governo regionale, sono tornate disponibili all’interno del POC Puglia (Piano Operativo di Convergenza), lo strumento attuativo della Regione per la gestione dei fondi comunitari del Piano di Azione per la Coesione (PAC).

Circa tre anni fa la Regione ha rimodulato il POC Puglia, assicurando la copertura finanziaria a una serie di interventi, tra cui quelli di rigenerazione urbana (misura 5 POC) per i quali i comuni (come nel caso di Altamura) non avevano ancora assunto obbligazioni giuridicamente vincolanti (aggiudicazioni delle gare di appalto). Per questi, in particolare, ha destinato 226 milioni di euro per il triennio 2016-2018, derivanti da economie per progetti non ancora realizzati di cui è stata fatta una ricognizione.

Questa operazione consentì al Comune di Altamura una seconda possibilità, a condizione di completare le procedure entro il 31 dicembre 2017, cosa che tuttavia non è avvenuta.

Per non vedere irrimediabilmente perse tali importanti risorse, a partire dall’estate scorsa – da parte mia sul versante regionale, da un lato, e dall’amministrazione comunale dall’altro (in particolare, il Sindaco Rosa Melodia, l’Assessore alla “Programmazione economica e risorse comunitarie” Teresa Pellegrino e l’Assessore ai “Lavori Pubblici” Pietro Falcicchio) – si è messo in campo un nuovo tentativo (ciascuno per le proprie competenze e per i propri livelli istituzionali) con un lavoro finalizzato a definire modi e tempi utili e assumendo impegni precisi con la Regione, che sono stati fissati in una lettera inviata dal Comune di Altamura nell’ottobre scorso.

Lo scorso novembre, il passaggio decisivo [ne avevo dato notizia qui]: la Regione, con una nota, conferma la propria disponibilità a concedere il finanziamento a fronte del rispetto di stringenti e puntuali impegni. La Regione, in sostanza, ha dato ai comuni in ritardo, come Altamura, una nuova, ulteriore e importante occasione per rimediare.

Il Comune ha dato seguito agli impegni assunti provvedendo alla definizione e, un paio di mesi fa, alla validazione della progettazione esecutiva degli interventi. Ha, quindi, comunicato alla Regione di essere pronto a sottoscrivere una integrazione al disciplinare tra i due enti al fine di ridefinire un nuovo cronoprogramma degli interventi.

A fronte di tali passi compiuti, con la deliberazione approvata oggi, la Giunta regionale ha confermato la possibilità di finanziare i progetti di tutti quei comuni che siano in possesso dei progetti esecutivi dei lavori già validati ma non abbiano ancora adottato i relativi bandi di gara (che costituiscono la necessaria obbligazione giuridica vincolate), stabilendo a tal fine alcune condizioni.

In sintesi, per il definitivo trasferimento delle risorse, occorrerà che i comuni interessati, come Altamura, attestino che i progetti esecutivi possono essere messi subito a gara e che dunque siano rapidamente cantierabili. A quel punto la Regione, una volta confermato il valore strategico dell’intervento anche per la programmazione dei fondi europei in corso (2014-2020), erogherà materialmente il finanziamento.

Si tratta di una straordinaria occasione per la comunità altamurana, che assicura la concreta possibilità, che si riteneva ormai persa, di compiere importanti interventi previsti dal piano di riqualificazione del centro storico; opere fondamentali per rigenerare questa parte della Città, migliorare la qualità della vita dei residenti e rilanciare le attività qui ubicate e che rappresentano anche una significativa opportunità di lavoro per tecnici e operatori economici del settore edile.

Un ruolo decisivo per la definizione di questa vicenda è stato svolto dal Presidente Michele Emiliano, due giorni fa ad Altamura, e dall’Assessore Pisicchio. È la conferma, ancora una volta, dell’attenzione riservata in questi anni dalla Regione Puglia al territorio della Murgia e alla Città di Altamura. Un lavoro supportato egregiamente dalle strutture tecniche regionali, che ringrazio: la Sezione “Tutela e valorizzazione del paesaggio”, diretta dall’ing. Barbara Loconsole, e l’Autorità di Gestione del POR Puglia, guidata dal dott. Pasquale Orlando.

Li ringrazio tutti. Con tutti loro, costanti, quasi quotidiani da molti mesi, sono stati i miei contatti, le mie interlocuzioni, per centrare l’obiettivo, che si può dire oggi definitivamente raggiunto [leggi anche qui, per una schematica ricostruzione della vicenda, così come si è sviluppata negli ultimi tre anni].

Ringrazio, inoltre, per il lavoro e gli sforzi compiuti, l’Amministrazione comunale di Altamura e il personale del settore comunale “opere pubbliche” impegnato da tempo su questo programma (in particolare, i dirigenti Giovanni Buonamassa e Antonio Vendola, il responsabile del procedimento Gino Maiullari, Maria Cornacchia, Caterina Natale, Rosa Falcicchio, Angelo Forte, Vincenzo Martimucci).

enzo colonna

 

PONTE DI MODUGNO, AGGIUDICAZIONE DEFINITIVA DELL’APPALTO PER LA RIPARAZIONE. CI SIAMO, PRESTO L’AVVIO DEI LAVORI.

CON QUESTO INTERVENTO E L’APERTURA, DA MARTEDÌ 2 APRILE, DEL NUOVO TRATTO PALO-MODUGNO DELLA STATALE 96, FINE DI TANTI DISAGI.

Sono stati aggiudicati in via definitiva i lavori di riparazione della trave danneggiata del Ponte di Modugno, sovrastante la Statale 96.

All’esito della procedura di gara, infatti, dopo la fase di verifica dei requisiti e della documentazione (che ha determinato l’esclusione dalla procedura di gara dell’impresa aggiudicataria in via provvisoria, prima classificata: sull’aggiudicazione provvisoria avevo scritto qui), con una determinazione pubblicata stamattina, il responsabile del servizio “lavori pubblici” del Comune di Modugno, ing. Franco Bruno, ha provveduto ad individuare definitivamente l’operatore economico (ditta seconda classificata) che dovrà eseguire i lavori, grazie a cui sarà possibile finalmente ripristinare, lungo la Statale 96, l’ordinaria circolazione in entrambi i sensi di marcia.

Il costo complessivo dell’intervento (comprensivo di oneri per la sicurezza, iva, spese tecniche, ecc.) è pari a 150mila euro. Beneficia, come ho già riferito in passato, di un finanziamento di 75mila euro riconosciuto nei mesi scorsi dalla Regione.

Come mi ha riferito l’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Modugno, William Formicola – con cui sono in costante contatto da mesi (per una parziale rassegna di interventi pubblici, v. qui) e che ringrazio per la tempestività delle informazioni, per l’attenzione dedicata al problema (che ha subito una serie di complicazioni) e alle istanze di cui mi sono fatto portavoce da un anno e mezzo a questa parte – la prossima settimana, già lunedì, è previsto un sopralluogo con i tecnici e responsabili dell’impresa aggiudicataria, cui seguirà la consegna e l’avvio dei lavori.

Manca davvero poco alla definitiva risoluzione del problema. Con questo intervento, assieme al completamento dei lavori e all’apertura, da martedì 2 aprile, della circolazione del nuovo tratto della statale 96 tra Palo e Modugno (ho scritto qui), termineranno, finalmente, i pesanti disagi di tanti cittadini che quotidianamente percorrono questa importante arteria stradale.

Continuerò a seguire la questione (e ad aggiornare) sino alla sua completa definizione.

enzo colonna

P.S.: solo il lavoro quotidiano, il proprio e di tutti, ci salva. Migliora la realtà che viviamo e noi stessi.