“LUOGHI COMUNI”, REGIONE AMMETTE CANDIDATURA DI ALTAMURA PER COMPLESSO ‘SANTA CROCE’. ORA, SPAZIO AI GIOVANI!

Bella notizia per Altamura (e non solo) dalla Regione.

La candidatura di una porzione del complesso “Ex Conservatorio Santa Croce” (destinata, tra l’altro, ad ospitare un ostello per la gioventù) è stata giudicata ammissibile nell’ambito della misura regionale “Luoghi Comuni”, un’innovativa iniziativa della Regione Puglia e dell’ARTI (che ho molto apprezzato, seguito e sostenuto) finalizzata a individuare e finanziare progetti di innovazione sociale da realizzare in spazi pubblici sottoutilizzati e promossi da Organizzazioni giovanili pugliesi. Le risorse complessivamente stanziate dalla Regione sono pari a 7 milioni di euro, a valere sul “Patto per la Puglia” (Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020) e sul “Fondo Nazionale per le Politiche Giovanili”.

Questa misura, ricordo, è articolata in più fasi.

Il Bando, pubblicato un anno fa e tuttora aperto (su cui più volte sono intervenuto segnalandolo e sollecitando le amministrazioni pubbliche del territorio a presentare candidature, ad esempio, v. qui), prevede che gli Enti pubblici interessati all’iniziativa candidino sulla piattaforma informatica appositamente predisposta (http://luoghicomuni.regione.puglia.it) uno o più spazi pubblici sottoutilizzati (fino a un massimo di tre per volta) di loro proprietà o di cui detengano il pieno possesso. I luoghi selezionati vanno ad alimentare un catalogo aperto e sempre aggiornato di beni da riattivare mediante iniziative di innovazione sociale.

Con la determinazione firmata oggi dalla Dirigente della Sezione regionale “Politiche giovanili e Innovazione sociale”, dott.ssa Gianna Berlingerio, e notificata agli Enti interessati, sono stati approvati e pubblicati gli esiti delle valutazioni di alcune istanze per le quali erano state richieste integrazioni e di altre presentate nei mesi maggio-giugno 2019.

Sono state dichiarate ammissibili due del Comune di Stornara, una del Comune di Fasano, una dell’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona (ASP) “Istituto Immacolata” a Galatina e, appunto, quella del Comune di Altamura.

Con questo provvedimento, almeno per queste istanze, si è chiusa la prima fase di valutazione.

Ora gli spazi selezionati saranno oggetto di uno specifico avviso (distinti e ciascuno dedicato ad un singolo spazio) predisposto dall’ARTI per l’individuazione dell’organizzazione giovanile del Terzo Settore disponibile a co-progettare insieme all’Ente proprietario gli interventi di dettaglio che si svolgeranno nell’immobile e che poi saranno realizzati dal soggetto individuato dalla Regione a seguito della procedura ad evidenza pubblica.

Quindi, per l’Ex Conservatorio Santa Croce di Altamura e per gli altri quattro immobili proposti e ammessi con la determinazione adottata oggi, si dovrà attendere la pubblicazione degli Avvisi ARTI destinati a selezionare le organizzazioni giovanili interessate alla loro gestione. È quello che è già avvenuto nei mesi scorsi per diverse precedenti candidature. Sinora, 31 bandi per l’individuazione del gestore sono già scaduti (tra cui, limitandomi al barese, uno per Poggiorsini, uno per Bitonto, due per Polignano a Mare, uno per Sammichele di Bari) e 3 sono ancora attivi (tra cui, quello per Ruvo di Puglia).

I soggetti interessati (associazioni, cooperative sociali, onlus) potranno presentare la propria candidatura per lo svolgimento delle attività programmate della durata di 24 mesi. Per il progetto di gestione selezionato la Regione metterà a disposizione 40.000 euro (destinati a coprire le spese sostenute nei primi 18 mesi di realizzazione del progetto).

Sono davvero felice e soddisfatto per questo significativo risultato conseguito da Altamura in una misura a cui tengo molto perché vede la Regione Puglia, prima in Italia, sperimentare strumenti e modelli innovativi introdotti dal cosiddetto Codice del Terzo Settore (decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117) puntando, con decisione e con cospicue risorse, sulle energie, la creatività e i progetti dei giovani.

Grazie alle attività che saranno svolte, una volta chiusa anche la seconda fase di selezione dell’organizzazione giovanile, sarà possibile rivitalizzare un luogo simbolo del centro storico e dell’intera città.

Ringrazio per il grande, intenso e appassionato lavoro in corso, da oltre un anno, gli staff della Sezione regionale “Politiche giovanili e Innovazione sociale” e dell’ARTI impegnati su questa misura e, per aver seguito puntualmente l’elaborazione della candidatura, l’Amministrazione, in particolare gli assessori alle politiche giovanili Michele Cornacchia e alla cultura Perrone, e il personale del Servizio “Cultura e Spettacolo” (in particolare, il dott. Arrigo Melodia) e del Settore “Opere Pubbliche” (in particolare, il dirigente Biagio Maiullari) del Comune di Altamura.

ENZO COLONNA

AGGIORNAMENTI SUI LAVORI LUNGO LA STATALE 96.

Sono in dirittura d’arrivo i lavori di ammodernamento e raddoppio, già in corso di realizzazione da tempo, che consentiranno di circolare lungo tutta la Statale 96 in sicurezza. Per il completamento delle altre opere complementari, non strettamente legate alla circolazione lungo la Statale, ci vorrà invece ancora qualche mese.

Di seguito gli ultimi aggiornamenti che ho acquisito:

  • Ormai prossimo il completamento del raddoppio anche dell’ultimo segmento del tracciato, quello a ridosso di Toritto (zona Mellitto), i cui lavori, dopo un lungo blocco, sono stati riavviati a novembre 2018 (me ne sono occupato più volte, v. qui ad esempio). Entro 2-3 settimane, per la metà di dicembre circa, si prevede l’apertura alla circolazione di quel tratto di strada a quattro corsie. I lavori proseguiranno sulle opere complementari.
  • Pochi giorni ancora per il completamento e l’attivazione dell’impianto di illuminazione in corrispondenza degli svincoli a ridosso di Altamura (in particolare, per Laterza e Gravina), così sarà possibile assicurare condizioni di migliore visibilità, quindi di sicurezza, in questi punti nevralgici del tracciato.
  • Raccogliendo anche le sollecitazioni di numerosi cittadini, avevo segnalato tempo fa la necessità di una maggiore evidenza delle indicazioni alle uscite dalla Statale, con particolare riferimento a quelle per Gravina (quindi, anche per l’Ospedale della Murgia). A tale scopo, la Direzione dei Lavori (che ringrazio ancora per l’attenzione e la disponibilità) ha disposto, alcune settimane fa, un’integrazione della segnaletica, che si è in attesa di ricevere dalla ditta fornitrice. Mi auguro che, in tempi brevi, anche questo aspetto possa essere risolto.

Continuerò, come ho fatto in questi anni, a seguire e sollecitare, nonché ad aggiornare su questi lavori (frutto di procedure complesse e complicate) che stanno consegnando a tutto il territorio una infrastruttura moderna, più sicura, di grandissima importanza. Ringrazio, ancora una volta, tutto il personale, professionisti e lavoratori, impegnato per questo obiettivo (del Coordinamento Territoriale Adriatica dell’Anas e delle imprese coinvolte).

ENZO COLONNA

CONTRIBUTI PER CANONI DI LOCAZIONE, LA REGIONE HA DEFINITO IL RIPARTO TRA I COMUNI DEI FONDI PER OLTRE 16 MILIONI DI EURO.

Con una recente deliberazione, la Regione ha stabilito le modalità di riparto, tra i comuni pugliesi, dei fondi relativi all’annualità 2018 finalizzati alla concessione di contributi integrativi per il pagamento dei canoni di locazione in favore soggetti che versano in particolari condizioni di disagio economico.

Quest’anno i comuni avranno a disposizione maggiori risorse rispetto alle precedenti annualità: potranno contare non solo sui 16.073.177,19 euro, provenienti in parte dal fondo nazionale appositamente istituito (legge n. 431/98) e in parte dal bilancio della Regione Puglia, che si è provveduto a ripartire, ma anche sulle economie rinvenienti dal “fondo morosità incolpevole” relativo agli anni 2014-2018 nella disponibilità di cassa dei comuni e sulle risorse del medesimo fondo relative ad annualità precedenti impegnate e non erogate.

Degli oltre 16 milioni di euro disponibili quest’anno, 11.073.177,19 euro sono stati già assegnati ai comuni, mentre i restanti 5 milioni verranno successivamente ripartiti tra quei comuni che cofinanzieranno l’intervento in misura pari almeno al 20% del contributo loro attribuito.

Ai Comuni ad alta tensione abitativa che non garantiranno la predetta quota di cofinanziamento sarà applicata per penalità la decurtazione del 10% del contributo loro spettante con il prossimo provvedimento di localizzazione fondi a sostegno dei canoni di locazione.

Per l’assegnazione, i comuni dovranno adottare e pubblicare specifici avvisi conformi ai criteri e ai requisiti previsti dalla normativa statale e agli indirizzi forniti con la deliberazione approvata tre settimane fa. Dovranno garantire, ad esempio, che il contributo erogato a ciascun cittadino beneficiario sia pari almeno ad una mensilità del canone di locazione.

Per ottenere la propria quota di risorse, i comuni devono inviare agli uffici regionali sia a mezzo pec, sia attraverso la piattaforma telematica PuSH (Puglia Sociale Housing), la documentazione necessaria, tra cui gli atti deliberativi attestanti il cofinanziamento comunale e le risultanze dei bandi di concorso espletati.

Pochi giorni fa, attraverso una nota a firma della Dirigente della Sezione Politiche abitative, ing. Luigia Brizzi, inviata ai comuni, la Regione ha precisato le tempistiche per l’invio degli atti attraverso la piattaforma PuSH. In particolare gli atti deliberativi attestanti il cofinanziamento comunale (che andavano inviati via pec entro il 22 novembre scorso) dovranno essere caricate sulla piattaforma entro il 23 dicembre, mentre le risultanze dei bandi, complete di tutti i dati, vanno inviate via pec entro il 20 dicembre ed essere caricate sulla piattaforma entro il 31 gennaio 2020.

Invito perciò tutti i comuni interessati da questa iniziativa ad attivarsi per ottenere queste risorse che costituiscono un aiuto concreto a sostegno di persone e famiglie in difficoltà economica.

ENZO COLONNA
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Riporto, nell’immagine, le risorse riconosciute ai Comuni dell’area murgiana barese:

“LUOGHI E ARCHIVI DELLA MEMORIA”, SOTTOSCRITTI I DISCIPLINARI TRA REGIONE E ENTI BENEFICIARI DEL FINANZIAMENTO REGIONALE.

Sottoscritti oggi, i disciplinari tra la Regione Puglia e gli Enti proprietari dei luoghi e archivi ammessi al finanziamento nell’ambito della misura “Luoghi della Memoria e Archivi Storici” presenti nel territorio pugliese.

Si tratta di una misura che avevo previsto in una norma inserita nella legge regionale di bilancio per il 2019 [leggi qui] e che è stata poi dettagliata (assieme ad altre iniziative inserite, sempre su mia proposta, nei bilanci regionali degli ultimi anni) nel programma “La Cultura si fa Strada” approvato, su proposta dell’Assessore Loredana Capone, dalla Giunta regionale nel giugno scorso e finalizzato a diffondere la conoscenza e la fruizione di beni e luoghi della cultura presenti in Puglia, facendone attrattori dinamici attorno ai quali ritrovare storie comuni, fare esperienze, recuperare e rinsaldare legami, costruire comunità di cittadini consapevoli.

La misura “Luoghi e Archivi della Memoria” si avvale di uno stanziamento di 350mila euro per il 2019 (di analoga consistenza quello per il 2020 e 2021) e si propone l’obiettivo di promuovere la conoscenza dei luoghi legati agli accadimenti che hanno segnato la storia del Novecento in Puglia, con particolare riferimento ai due conflitti mondiali e agli anni immediatamente successivi (ad esempio, campi di prigionia, internamento, confino politico, profughi) e di valorizzare gli archivi che conservano documentazione legata all’esperienza sociale, filosofica e culturale di uomini e donne che hanno assunto un ruolo politico cardine e uno stretto legame culturale con il territorio pugliese durante il medesimo periodo storico.

Per dare attuazione a questa iniziativa, la Sezione regionale “Valorizzazione Territoriale” (che ringrazio per il grande ed efficiente lavoro svolto), dopo una ricognizione, ha individuato Luoghi e Archivi che rispondevano alle condizioni fissate nella norma di bilancio, vale a dire appartenenti ad enti pubblici o ad enti non a scopo di lucro partecipati da soggetti pubblici. A questi è stato chiesto di presentare un programma di interventi [ne avevo scritto qui].

All’esito di questa fase istruttoria sono risultati finanziati interventi che interessano, per i “luoghi della memoria”, la “Casa Rossa” di Alberobello (cui saranno assegnati 78.500 euro), il “Campo 65” di Altamura (53.070 euro) e il “Museo della memoria e dell’accoglienza” di Nardò (33.000 euro) e, per gli archivi storici, quelli della Fondazione Di Vagno (57.684 euro), della Fondazione Gramsci (34.000 euro) e dell’IPSAIC – Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea “Tommaso Fiore” (45.000 euro).

I tre Comuni (Altamura, Alberobello, Nardò) e i tre Istituti hanno appunto sottoscritto, oggi, i disciplinari con la Regione, che precisano i rispettivi obblighi e il cronoprogramma degli interventi, che dovranno essere avviati entro il 31 dicembre 2019, conclusi entro il 29 febbraio 2020 e rendicontati entro il successivo 31 marzo.

Grazie a queste risorse assegnate potranno essere realizzati alcuni interventi finalizzati alla divulgazione e valorizzazione di luoghi o beni di straordinaria importanza, spesso poco conosciuti.

Ad esempio, il progetto “50 storie per la Casa Rossa” promosso dalla Fondazione Casa Rossa Onlus e dal Comune di Alberobello interesserà un luogo significativo per la nostra storia comune, dall’estate del 1940 e sino al settembre del 1943 luogo di detenzione per ebrei. Il progetto prevede, in particolare, la realizzazione di una piattaforma multimediale sulla quale saranno raccolte le memorie e le testimonianze legate alla Casa Rossa; inoltre, saranno realizzate, con il legno derivante dagli ulivi colpiti dalla xylella, opere artistiche e verrà attivato un laboratorio partecipato con il coinvolgimento di giovani ed esperti, finalizzato alla realizzazione di sedute amovibili in materiali naturali e legno di recupero per l’allestimento temporaneo di un’area esterna.

Il progetto del “Campo 65”, situato tra Altamura e Gravina, interessa un luogo che durante la 2^ guerra mondiale fu campo di prigionia di militari alleati (tra i più grandi d’Italia), poi, campo di addestramento per i partigiani slavi e infine, nel dopoguerra, centro per i profughi provenienti dalla Venezia Giulia, dalla Dalmazia, dall’Africa. Su questo è in corso, da tempo, una bella e approfondita attività di ricerca, studio e diffusione della conoscenza, da parte dell’Associazione Campo 65: Prigionieri di Guerre. Per questo luogo si prevedono interventi quali: il restauro conservativo dei dipinti murali presenti sulle pareti interne di una delle baracche del Campo; la realizzazione di un portale web per la diffusione della cultura del ‘900 e la conservazione della memoria storica, anche attraverso l’inserimento di questo bene nel sistema informativo “CartApulia” (la Carta dei Beni Culturali della Regione Puglia); la realizzazione di una mostra itinerante multimediale con l’obiettivo di creare percorsi culturali tematici che legano il territorio pugliese a eventi e tematiche di carattere storico, politico e internazionale come la 2^ guerra mondiale; percorsi di valorizzazione e fruizione attraverso pannelli monitori e didascalici sulle vicende del Campo; una pubblicazione sul primo periodo relativo alla storia del Campo negli anni 1942-43.

Sono molto soddisfatto per l’attuazione di questa iniziativa, che ritengo un’operazione dal rilevante valore sociale, educativo e formativo per tutta la Puglia, dal momento che è finalizzata a promuovere e sostenere attività di ricerca, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, storico e politico legato ad eventi di grande rilevanza collettiva e umana.

Questa consapevolezza ha anche ispirato una apposita proposta di legge (“Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione dei luoghi della memoria e degli archivi storici della Puglia”) alla quale ho lavorato nei mesi scorsi. È stata già approvata dalla VI e dalla I Commissione consiliare all’unanimità [leggi qui] e attende ora solo l’ultimo via libera da parte del Consiglio regionale e punta a rendere sistematico e continuativo, anche per i prossimi anni, l’impegno della Regione Puglia su questi temi.

ENZO COLONNA

CONCORSI DI IDEE E DI PROGETTAZIONE, TRA DUE SETTIMANE SCADE L’AVVISO 2019 PER CONTRIBUTI REGIONALI AGLI ENTI LOCALI.

Torno a segnalare e ricordare che tra due settimane circa scade il termine per la presentazione di candidature per i contributi regionali a copertura parziale delle spese destinate all’espletamento di concorsi di idee e di progettazione banditi da enti locali pugliesi.

Con questa misura la Regione Puglia continua a dare concreta attuazione, per il terzo anno consecutivo, a una misura inserita – con un mio emendamento – nella legge di stabilità regionale per il 2017, con la quale ho inteso dare attuazione all’art. 9 della legge regionale n. 14/2008 (“Misure a sostegno della qualità delle opere di architettura e di trasformazione del territorio”), una norma che valorizza proprio lo strumento del concorso al fine di realizzare interventi di trasformazione del territorio di rilevanza urbanistica e architettonica, assicurando qualità dell’ambiente urbano e rurale e incentivando progettazioni di qualità, ecosostenibili e partecipate.

Mi auguro che anche per questa edizione, come è avvenuto nelle precedenti, le amministrazioni locali pugliesi colgano questa occasione, uno stimolo, dal versante regionale, finalizzato a promuovere uno strumento, i concorsi di idee e di progettazione, in grado di generare progettazioni partecipate e valorizzare le capacità di tanti professionisti, specie dei più giovani.

Per l’Avviso regionale e ulteriori informazioni, rinvio alla mia nota integrale disponibile dal seguente link:

CONCORSI DI IDEE E DI PROGETTAZIONE, PUBBLICATO L’AVVISO 2019 PER CONTRIBUTI REGIONALI AGLI ENTI LOCALI.

AL TORINO FILM FESTIVAL, IL DOCUMENTARIO “I GIORNI E LE OPERE” DEL REGISTA PUGLIESE FRANCESCO DONGIOVANNI, REALIZZATO NELL’AMBITO DELLA MISURA REGIONALE “LA PUGLIA PER MATERA 2019”.

Sono davvero felice (e soddisfatto) che il docufilm “I giorni e le opere” del regista gioiese Francesco Dongiovanni, sia stato selezionato per la 37^ edizione del Torino Film Festival, che si avvia domani, 22 novembre, per concludersi il 30.

Il lungometraggio è prodotto dalla cooperativa Murex di Gioia del Colle e rientra nel progetto “Monumenti Umani” [www.monumentiumani.it], che ha visto, oltre alla produzione del film-documentario di Dongiovanni, anche la realizzazione di percorsi tracciati da Filippo Tito di Ciclomurgia/4 cycling and trek, di un percorso fotografico a cura di Michela Frontino, di due narrazioni poetiche a cura di Marco Cardetta.

Il progetto “Monumenti Umani” è stato finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito della misura “La Puglia per Matera 2019”, elaborata dalla Sezione regionale “Economia della cultura”, diretta da Mauro Bruno, in attuazione di una disposizione inserita, su mia proposta, nella legge di bilancio regionale per il 2017 (art. 20, l.r. 30 dicembre 2016, n. 40, leggi qui).

L’iniziativa legislativa e l’avviso pubblico che ne è scaturito, ricordo, erano finalizzati a finanziare azioni innovative da parte operatori nei settori della cultura, del turismo, e dello spettacolo, orientate a definire in vista dell’appuntamento di Matera 2019 – Capitale europea della cultura, il posizionamento strategico in termini identitari, di immagine e di attrattività dei territori pugliesi limitrofi a quello della città lucana.

L’intento era quindi quello di animare, promuovere e valorizzare l’area della Murgia barese e tarantina situata al confine con la Basilicata e a ridosso di Matera, che comprende i territori dei comuni di Gravina, Altamura, Santeramo, Gioia del Colle, Castellaneta, Laterza e Ginosa.

Il film scritto e diretto da Francesco Dongiovanni sarà uno dei 149 lungometraggi (selezionati tra circa 4000 opere cinematografiche visionate) che saranno presentati al Torino Film Festival, e concorrerà nella sezione “Documentari Italiani”.

Racconta la vita quotidiana e il lavoro di un pastore e contadino, Peppino Maiullari, che vive e opera nei pressi della Masseria Jesce nel territorio di Altamura (situata lungo la strada per Laterza, antica stazione di posta romana lungo la via Appia, poi gràngia benedettina con annessa chiesa rupestre dedicata a San Michele Arcangelo, infine masseria fortificata) e conduce un’esistenza scandita dalle mansioni legate al lavoro nei campi con “il passo del cielo e del vento”, come recitano le note di accompagnamento del regista.

L’opera – forte solo della sequenza delle immagini (completamente spogliate di parole, dialoghi, commenti) e dei suoni ripresi dall’ambiente (restituiti senza effetti o ridondanze musicali) – è capace, a mio parere, di dare valore, restituendoli allo spettatore in forma essenziale e prima, ai tratti salienti della storia e del paesaggio della Murgia. Un territorio aspro, difficile, luogo per millenni di duro lavoro, di un’opera quotidiana dell’uomo, che ha inciso e lavorato la pietra, che ha trasformato i luoghi popolandoli di riferimenti fisici/identitari (muretti a secco, tratturi, sentieri, masserie e jazzi, tutti in pietra o incisi nella pietra), finendo così per definire e costruire un’architettura del paesaggio che rende unico questo territorio.

Da assistente alla regia, ha sostenuto e accompagnato la realizzazione dell’opera Donato Laborante, artista e cantastorie altamurano che negli ultimi anni, con l’Associazione Ferula Ferita, ha animato con numerose iniziative culturali e sociali la Masseria Jesce, un luogo denso di storia e arte, presso cui sono state girate alcune scene di questo documentario (come di altre produzioni cinematografiche, ad esempio, “Pinocchio” di Matteo Garrone).

La prima proiezione del film “I giorni e le opere” al TFF, alla presenza dell’Autore, è fissata per sabato 23 novembre, alle ore 17, presso il Cinema Massimo di Torino.

Auguro perciò a quest’opera, al regista, a quanti ci hanno lavorato, alla cooperativa produttrice, all’agenzia di distribuzione (“The Open Reel”), di conseguire i meritati riscontri in termini di apprezzamento da parte della giuria del festival e del pubblico che lo vedrà a Torino e, spero presto, anche in Puglia.

ENZO COLONNA
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Il trailer

“Days and Works” – Francesco Dongiovanni TRAILER from theopenreel on Vimeo.

DECRETO “SALVA PRECARI BIS”, GRANDE VITTORIA PER I DOCENTI PUGLIESI DEL PROGETTO “DIRITTI A SCUOLA” CHE POTRANNO PARTECIPARE AL CONCORSO STRAORDINARIO PER L’IMMISSIONE IN RUOLO.

[Nell’immagine, dal resoconto stenografico della Camera dei Deputati, l’emendamento approvato in Commissione]
Rappresenta un grande successo per la Puglia l’approvazione, ieri, alla Camera dei Deputati, da parte delle Commissioni riunite VII (“Cultura, scienza e istruzione”) e XI (“Lavoro pubblico e privato”), dell’emendamento al Decreto legge n. 126/2019 che consente anche ai tantissimi insegnanti precari pugliesi che hanno partecipato al progetto regionale “Diritti a Scuola” la partecipazione al concorso straordinario per l’immissione in ruolo di 24mila docenti precari di scuole secondarie di primo e secondo grado che abbiano svolto almeno tre anni di servizio [da qui, uno dei miei ultimi interventi sul tema]

Si tratta di un risultato molto significativo che è stato possibile conseguire anche grazie al grande lavoro svolto a livello istituzionale e alla mobilitazione degli insegnanti coinvolti che, in Puglia, ha portato lo scorso 5 novembre il Consiglio regionale ad approvare all’unanimità una mozione (di cui sono stato il primo firmatario) con la quale ci si impegnava ad un’azione corale – tra Presidente della Regione, Giunta, Parlamentari eletti in Puglia e forze politiche – al fine di evitare che si determinassero ingiustificate disparità di trattamento ai danni di tanti docenti pugliesi [da qui, il testo].

Il Decreto, infatti, nella sua formulazione originaria, penalizzava gravemente gli insegnanti pugliesi che hanno partecipato al progetto “Diritti a Scuola” (ribattezzato dall’anno scolastico 2018/2019 “Tutto a Scuola”) promosso dalla Regione e che prevede, da dieci anni, lo svolgimento di attività di contrasto alla dispersione scolastica, di recupero e potenziamento formativo degli studenti.

Questi insegnanti, stando a quanto previsto dal Decreto approvato inizialmente dal Governo, non avrebbero potuto partecipare al concorso straordinario dal momento che la tipologia di contratto dagli stessi sottoscritto (un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, invece del canonico contratto di lavoro a tempo determinato) impediva di vedersi riconosciute le attività prestate ai fini del raggiungimento del requisito indispensabile dei tre anni di servizio.

L’emendamento ora approvato, presentato in sede di conversione del Decreto da diversi parlamentari eletti in Puglia e appartenenti a tutte le forze politiche, consente di evitare questa ingiusta e iniqua disparità di trattamento.

Ringrazio i deputati che hanno consentito il raggiungimento di questo importante risultato, recependo le sollecitazioni contenute nella mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale e contribuendo, così, a scrivere una bella pagina di buona politica e di leale collaborazione tra diversi livelli istituzionali. Auspico, ora, l’approvazione definitiva di questa norma anche in Aula in modo da consentire a centinaia di insegnanti precari che hanno partecipato al progetto “Diritti a Scuola / Tutto a Scuola” e che ambiscono alla stabilizzazione, di partecipare al concorso straordinario.

Resta aperta una seconda questione che era stata sollevata con la mozione approvata in Consiglio e cioè quella riguardante i docenti che da anni svolgono la loro attività nelle scuole paritarie che, stando a quanto previsto nel Decreto approvato dal Governo nazionale, possono partecipare al concorso solo ai fini del conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento e non, come invece previsto per chi abbia svolto almeno tre anni di insegnamento nelle scuole statali, ai fini dell’immissione in ruolo, in violazione della equiparazione delle scuole paritarie a quelle statali sancita dalla Legge 10 marzo 2000, n. 62. Mi auguro che anche su questo si possa intervenire nel corso della discussione in Parlamento, in modo da superare questa seconda ingiusta disparità di trattamento.

ENZO COLONNA

ENERGIE RINNOVABILI, GRANDE ATTENZIONE NEL CORSO DI UN INCONTRO SVOLTOSI ALL’ENEA PER IL PACCHETTO DI NORME APPROVATE DALLA REGIONE PUGLIA.

Lo scorso 18 novembre si è svolto, presso l’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA), il primo incontro nazionale del progetto GECO (Green Energy COmmunity).

Il progetto GECO – finanziato dalla Climate-KIC e promosso dall’Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile di Modena (AESS), dall’ENEA e dall’Università degli studi di Bologna, con la partecipazione di CAAB/FICO (Centro Agro Alimentare Bologna/Fabbrica Italiana Contadina) e dell’Agenzia locale di sviluppo Pilastro/Distretto Nord Est – ha preso avvio nel luglio 2019 con l’obiettivo di promuovere la generazione e l’autoconsumo delle energie rinnovabili nei quartieri di Pilastro e Roveri di Bologna attraverso la creazione di una comunità energetica locale con il coinvolgimento di abitanti, attività commerciali e imprese del territorio.

La riunione ha avuto lo scopo di far incontrare i principali attori del sistema distributivo energetico in modo da comprendere, dal punto di vista tecnologico, infrastrutturale, giuridico e socioeconomico, quali siano le condizioni e i termini per la migliore possibilità di sviluppo del quadro normativo nazionale e regionale alla luce delle recenti novità introdotte dal c.d. pacchetto “Energia Pulita per tutti gli Europei”.

All’incontro ho partecipato per la Regione Puglia, invitato ad illustrare i recenti interventi normativi regionali, una sorta di pacchetto “Energia Pulita per i Pugliesi”, costituito dalle leggi n. 34 del 23 luglio 2019 (“Norme in materia di promozione dell’utilizzo di idrogeno e disposizioni concernenti il rinnovo degli impianti esistenti di produzione di energia elettrica da fonte eolica e per conversione fotovoltaica della fonte solare”, da qui una mia nota), n. 42 del 9 agosto 2019 (“Istituzione del Reddito energetico regionale”), n. 45 del 9 agosto 2019 (“Promozione dell’istituzione delle comunità energetiche”).

Il confronto – che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di rappresentanti di GSE (Gestore Servizi Elettrici), RSE (Ricerca sul Sistema Energetico S.p.A.), Regione Emilia Romagna, Regione Piemonte, oltre che, appunto, Regione Puglia e dei soggetti promotori del progetto GECO – è stato molto proficuo e ha segnato un punto di partenza, in particolare, per l’articolazione di un intervento pilota di modellazione e costruzione di una comunità energetica e per successivi approfondimenti sia su questioni tecniche e giuridiche connesse ai temi dell’autoconsumo collettivo e delle comunità energetiche (su cui anche il legislatore nazionale è chiamato a pronunciarsi in sede di recepimento della Direttiva UE 2018/2001 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’11 dicembre 2018 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili), sia su profili di natura economica, sociale e sociologica, in ordine ai quali utili spunti possono trarsi dalle politiche e azioni che la Regione Puglia ha negli ultimi anni sviluppato in tema di processi di costruzione di comunità (su tutte, l’esperienza delle cooperative di comunità disciplinate dalla legge regionale 20 maggio 2014 n. 23).

La discussione ha fatto emergere un notevole interesse da parte degli intervenuti sul nuovo quadro normativo pugliese in materia di energia, segno che la Regione Puglia e il suo Consiglio hanno saputo bene e tempestivamente interpretare, negli ultimi anni, il nuovo corso che l’Unione Europea ha inteso intraprendere con le nuove direttive che incentivano l’energia prodotta da fonte rinnovabile e, in particolare, la generazione diffusa e l’autoconsumo collettivo, anche attraverso la creazione di comunità energetiche. Il “Pacchetto Energia Pulita” messo in campo dalla Puglia ha l’ambizione di dare risposta alle politiche promosse a livello internazionale e nazionale che mirano al contenimento delle emissioni di gas a effetto serra, anche alla luce degli ambiziosi obiettivi di crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili fissati dalle istituzioni comunitarie.

Ripensare il modello di sviluppo, orientandolo nel segno della ricerca applicata, dell’innovazione tecnologica, della sostenibilità ambientale, della chiusura dei cicli produttivi, della condivisione di risorse e processi produttivi, rappresenta un’urgenza che deve essere avvertita a tutti i livelli di governo. In tal senso, l’incontro promosso da ENEA ha confermato che la Puglia è nelle condizioni di porsi all’avanguardia nell’ambito di questa strategia, sia a livello nazionale che europeo. L’auspicio è che anche nella nostra regione possano nascere comunità energetiche di cittadini per attuare le politiche di decarbonizzazione e contribuire alla riduzione dei gas climalteranti.

ENZO COLONNA

CONTRIBUTO REGIONALE ACQUISTO PARRUCCHE PER PAZIENTI ONCOLOGICI, DATI SIGNIFICATIVI NEI PRIMI DUE ANNI.

Sono estremamente significativi i dati relativi all’attuazione della misura della Regione Puglia finalizzata a concedere contributi sino a 300 euro per l’acquisto di parrucche a favore di pazienti oncologici che abbiano subito la perdita di capelli (alopecia) in conseguenza di trattamenti chemioterapici.

Si tratta, ricordo, di una misura prevista dalla legge regionale n. 8 del 2 maggio 2017, approvata all’unanimità dal Consiglio, al cui testo finale ho contribuito con alcuni miei emendamenti (leggi qui), e attuata grazie al deciso impulso dell’allora assessore, il compianto Totò Negro (v. qui).

Ebbene, in quasi due anni di operatività della misura (avviata nell’estate 2017) sono stati oltre 2100 i contributi sinora riconosciuti, di cui 1161 nel 2018 e circa 600 solo nel primo semestre del 2019.

Un dato che testimonia l’efficacia di questa iniziativa regionale che fornisce un concreto supporto ai pazienti soprattutto sotto il profilo psicologico e per il recupero della qualità della vita con specifico riguardo agli aspetti relazionali ed interpersonali.

Numeri che hanno richiesto un lavoro rilevante per cui ringrazio le Aziende sanitarie pugliesi e la Sezione “Inclusione sociale attiva e Innovazione delle reti sociali” della Regione.

Ringrazio altresì, per l’impegno sulla tematica, le associazioni di volontariato attive a livello territoriale; tra le esperienze più significative e limitandomi all’area murgiana, ricordo le associazioni “Una stanza per un sorriso” di Altamura, “Banca dei Capelli e oltre” di Acquaviva delle Fonti, “Un Angelo per Capello” di Santeramo in Colle.

Torno perciò a segnalare che la misura è sempre attiva ed è possibile presentare domanda, alla Azienda sanitaria di riferimento, per la concessione di un contributo sino a un massimo di 300 euro per l’acquisto di una parrucca.

Per l’anno in corso, le risorse disponibili ammontano a 300 mila euro.

Può beneficiare del contributo chi sia residente in Puglia, sia affetto da alopecia a seguito di terapia chemioterapica per patologie tumorali e abbia sostenuto la spesa per l’acquisto di parrucca, regolarmente quietanzata.

La procedura di presentazione delle domande per la selezione dei beneficiari è aperta (o a sportello) e dunque non presuppone la costituzione di una graduatoria, ma solo l’ammissione al beneficio che viene comunicata entro trenta giorni dalla presentazione della domanda ove sussistano i requisiti.

Le istanze dovranno essere presentate sulla base di un format di domanda unico regionale che è disponibile attraverso il Portale PugliaSalute (clicca qui) e i siti web delle ASL nonché delle Aziende Ospedaliere e degli IRCCS pubblici e privati del Servizio Sanitario Regionale. Alla domanda dovrà essere allegato il giustificativo di spesa regolarmente quietanzata.

Per quanto riguarda la ASL di Bari, il modello di domanda è scaricabile da qui.

Invito, infine, le Direzioni delle Aziende sanitarie pugliesi a rilanciare in termini informativi questa opportunità offerta dalla Regione e a darne massima diffusione, attraverso la pubblicazione di link o banner dedicati nelle home page dei rispettivi portali web, in modo da informare in modo più efficace i cittadini interessati.

ENZO COLONNA

VECCHIA DISCARICA IN CONTRADA “LE LAMIE”, AD ALTAMURA: LA SITUAZIONE E UN PO’ DI CHIAREZZA.

Le dichiarazioni misurate recentemente rese dal Direttore Generale di ARPA Puglia (Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale), Vito Bruno, nel corso di un servizio giornalistico del TG3 Puglia (disponibile qui) sulla discarica in contrada “Le Lamie” di Altamura, mi danno ora la possibilità di fare il punto rispetto ad una situazione che, nelle ultime settimane, è tornata prepotentemente alla ribalta mediatica, anche a causa delle inesattezze, delle imprecisioni, erronee ricostruzioni fatte circolare da più parti, anche da rappresentanti istituzionali che, al contrario, dovrebbero dimostrare maggiore senso di responsabilità e conoscenza di problematiche così complesse prima di assumere qualsiasi iniziativa o rilasciare improvvide dichiarazioni.

Dinanzi a questa fiera in cui in tanti si sono cimentati nel pericoloso gioco del “chi la spara più grossa”, comprendo benissimo e condivido le preoccupazioni dei cittadini che, alla fine, sono interessati al nocciolo della questione e vogliono sapere se quella discarica rappresenti, oggi, un pericolo in termini ambientali, se siano stati fatti controlli e verifiche e quali siano gli esiti, e chi sta facendo cosa, tra i diversi soggetti istituzionali coinvolti, per venire a capo di questo problema.

Di queste preoccupazioni mi sono fatto interprete da tempo, ben prima che il caso emergesse con clamore.

Ecco, a questi interrogativi, procedendo per punti, proverò a fornire alcune risposte (inevitabilmente parziali, vista la complessità della vicenda e il lavoro ancora in corso):

  • Il sito su cui insisteva la discarica di Altamura (il cui esercizio si è chiuso nel 2008 e, pertanto, attualmente in fase “post-operativa”) è al centro da qualche mese, ben prima che scoppiasse il caso mediatico, di una significativa attività di analisi e di verifiche condotta dall’ARPA Puglia (da me sollecitata), anche in collaborazione con altri livelli istituzionali, come ha riferito ieri il Direttore Generale, Vito Bruno.
  • Il rispetto di basilari principi di riservatezza imponevano e impongono ancora, ha pure sottolineato il Direttore dell’ARPA, di non giungere a conclusioni prima che questa attività sia completata e ne siano comunicati ufficialmente gli esiti dagli organi competenti.
  • Ai sensi della legge regionale 3 ottobre 1986, n. 30 (poi confermata dalla legge regionale 14 maggio 2007, n. 17), la competenza in materia di discariche e, quindi, anche delle complesse procedure di chiusura delle stesse (previste dall’art. 12 del Decreto Legislativo 13 gennaio 2003, n. 36) è delle province e, pertanto, per quanto riguarda la discarica in località “Le Lamie”, della Città Metropolitana di Bari.
  • Stando a quanto prevede la legge, la manutenzione, la sorveglianza e i controlli della discarica, nella fase post-operativa, devono essere assicurati dal soggetto gestore, fino a che l’ente territorialmente competente (la Città Metropolitana, come detto) non accerti che la discarica non comporta alcun rischio per la salute e per l’ambiente.
  • Una volta esaurita e cessata la fase di esercizio operativo durato, come è noto, oltre venti anni, la discarica è entrata nella cosiddetta fase di gestione post-operativa che contempla una serie di interventi e operazioni, ad esempio: rete di raccolta e smaltimento acque meteoriche; sistema di drenaggio del percolato; rete di captazione, adduzione, riutilizzo e combustione del biogas; capping (copertura) e sistema di impermeabilizzazione sulla superficie; pozzi e relativa attrezzatura di campionamento delle acque sotterranee; asportazione del percolato, garantendo il mantenimento dello stesso al minimo livello minimo; sistema di recinzione e cancelli di tutta l’area, ecc. … ovviamente il tutto accompagnato da controlli e manutenzione costanti per mantenere in buona efficienza tutto questo sistema.
  • Taluni di questi interventi (almeno quelli visibili ad occhio nudo e guardandomi bene dall’esprimere alcuna valutazione in merito non conoscendo la loro consistenza, il piano di gestione, la documentazione e non essendo un tecnico) sembrano essere stati realizzati negli anni scorsi, ma il gravissimo problema che si è venuto a determinare per la discarica di Altamura è che il soggetto gestore, la Tradeco Srl, prima è entrata in crisi e poi è stata dichiarata fallita nel 2018.
  • Con il fallimento la gestione post-operativa della discarica, come di tutti gli altri beni della società, è passata in capo alla curatela fallimentare.
  • Tra crisi della società, fallimento e conseguente passaggio alla curatela, presumo che la gestione post-operativa della discarica probabilmente (ripeto, probabilmente, perché i controlli e le verifiche, li ho potuti sollecitare, ma non li faccio e non li ho fatti io e soprattutto non ne conosco gli esiti) abbia subito una battuta d’arresto, ad esempio con riferimento ad operazioni fondamentali che vanno effettuate periodicamente come la manutenzione generale del sistema di controllo e tenuta dell’impianto, l’asportazione e lo smaltimento del percolato, ecc..
  • A distanza di circa un anno dalla dichiarazione di fallimento, a metà settembre scorso, sulla base della relazione di un proprio consulente, da cui emergono i rilevanti costi necessari per realizzare alcuni interventi giudicati urgenti, la curatela fallimentare, che salvaguarda i creditori insoddisfatti, ha escluso la discarica dall’attivo della procedura concorsuale, restituendola alla società fallita senza che questa, sostanzialmente, possa porre in essere alcuna effettiva attività.
  • Il problema attuale, quindi, è che di fatto manca il soggetto giuridicamente deputato alla custodia e alla gestione del sito. Da due mesi, dunque, la situazione si è ulteriormente aggravata.

Alla luce di quanto ho provato qui a riassumere schematicamente, è urgente e non più differibile che la Città metropolitana (che, ripeto, è competente a chiudere definitivamente la discarica dopo la fase post-operativa) ponga in essere tutto quanto è nelle sue competenze e responsabilità per effettuare tutti i necessari interventi e le necessarie operazioni diretti a scongiurare rischi per la collettività e per l’ambiente e per assicurare la regolare prosecuzione della gestione post-operativa sino alla definitiva chiusura della discarica, verificando nell’immediato le garanzie cui era tenuto il soggetto gestore e la capienza degli accantonamenti per la fase di gestione post-operativa che lo stesso soggetto gestore deve aver appostato nel corso degli anni di esercizio della discarica.

La Regione Puglia, attraverso l’ARPA, sta facendo il suo, intanto, come già riferito, ponendo in essere da mesi, anche sulla base delle mie costanti sollecitazioni, una significativa attività di controllo e di verifica che è ancora in corso e che è stata intensificata alla luce dei recenti sviluppi, e le cui conclusioni bisogna necessariamente attendere.

Ora, pertanto, è tempo che ciascuno si assuma rapidamente le sue responsabilità e in questo senso auspico e sollecito un intervento deciso da parte della Città Metropolitana di Bari, supportata da tutte le altre istituzioni (Comune, Regione, Ministero) affinché porti a compimento le procedure amministrative di sua competenza.

Da parte mia, continuerò a fare la mia parte, con decisione e senza clamori, nonostante lo spettacolo disarmante messo in scena da quanti (figure istituzionali in primo luogo) insistono nel diffondere incautamente notizie a dir poco approssimative, fantasiose e ignoranti ricostruzioni della situazione, del problema e del quadro delle regole, delle funzioni e delle responsabilità, contribuendo così a creare un clima di sfiducia generalizzata, di sospetti, di deresponsabilizzazione, di rimpalli di responsabilità, che non è la migliore strada per la risoluzione di questo problema.

Altamura, 16 novembre 2019

ENZO COLONNA