PUBBLICATI CONCORSI PER DOCENTI SCUOLA DELL’INFANZIA, PRIMARIA E SECONDARIA PER QUASI 62MILA POSTI.

Vi segnalo questi concorsi attesi da tempo da numerosi aspiranti docenti. Sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale n. 34 del 28 aprile 2020 quattro bandi di concorso per il reclutamento, l’immissione in ruolo e l’abilitazione di insegnanti nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie.
Le domande si presentano telematicamente, attraverso le piattaforme predisposte. I requisiti richiesti dai bandi devono essere posseduti alla data prevista per la presentazione della domanda. Tutti i dettagli nei rispettivi bandi di concorso consultabili ai link che indico per ciascuna procedura di seguito.

📍 Concorso ordinario, per titoli ed esami, per il reclutamento di docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado – 25.000 posti comuni e di sostegno. Domande dalle ore 9,00 del 15 giugno 2020 alle ore 23,59 del 31 luglio 2020.
👉 Da qui, il bando: https://bit.ly/3bPwHdb

📍 Concorso ordinario, per titoli ed esami, per il reclutamento di docenti della scuola infanzia e primaria – 12.863 posti comuni e di sostegno. Domande dalle ore 9.00 del 15 giugno 2020 alle ore 23.59 del 31 luglio 2020.
👉 Da qui, il bando: https://bit.ly/2yS77Ww

📍 Procedura straordinaria, per titoli ed esami, per l’immissione in ruolo di docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado – 24.000 posti comuni e di sostegno. Domande dalle ore 9.00 del 28 maggio 2020 alle ore 23.59 del 3 luglio 2020.
👉 Da qui, il bando: https://bit.ly/2zHiYaf

📍 Procedura straordinaria, per esami, finalizzata all’accesso ai percorsi di abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado su posto comune. Domande dalle ore 9,00 del 28 maggio 2020 alle ore 23,59 del 3 luglio 2020.
👉 Da qui, il bando: https://bit.ly/2SexCMw

DAL 4 MAGGIO, CONGIUNTI PER DAVVERO!

Buona giornata a tutti. Non voglio che questo post ve la rovini, ma da un paio di giorni ho un magone di cui un po’, condividendolo, mi voglio alleggerire.

Diciamocelo con franchezza, il cosiddetto lockdown, a mio parere, è finito di fatto con il nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Nel momento in cui, a partire dal 4 maggio (a dire il vero, dalle nostre parti sembra che tutto sia stato ampiamente anticipato), il decreto ammette gli spostamenti per raggiungere i propri “congiunti” (oltre che per ragioni di lavoro, salute o necessità), il controllo della situazione salta completamente e rende difficile spiegare a diverse attività le ragioni, che pure ci sono, per cui debbano restare ancora ferme (barbieri parrucchieri, estetiste, commercio al dettaglio in alcuni settori merceologici, cinema e teatri, centri ludici ed educativi per l’infanzia, centri sportivi, biblioteche musei e luoghi di cultura in generale).

Ammettiamolo, dire che è possibile raggiungere i propri congiunti significa tutto. Il termine è tecnicamente indefinito (se non limitatamente alla legge penale) e indefinibile. Tra i congiunti ci sono tutti, ancor più con i “chiarimenti” che si forniscono: “ogni relazione affettiva stabile”. Genitori, nonni, nipoti, zii, cugini, prozie, fidanzati, persone unite di fatto o giuridicamente. Non è corretto politicamente, giuridicamente ed eticamente, ma perché no, anche, per chi voglia fare outing, comare e compari!

E allora? Allora, un paio cose.

1) Come non mai, vorrei avere torto marcio. Ma sono sinceramente preoccupato per come rischia di mettersi la situazione. Una cosa ho imparato, purtroppo, in queste settimane, per essere diventato un quasi esperto della materia, avendo seguito decine di situazioni (ricoveri, tamponi, esami, quarantene, terapie intensive, aree Covid preCovid noCovid, sintomaticitá asintomaticità e paucisintomaticità, curve, letalità, fattore di contagiosità, ecc.). Questo virus è altamente contagioso (v., da ultimo, cosa è successo in un’azienda di Palo, oltre settanta contagiati tra dipendenti e contatti indiretti) e soprattutto ha esiti del tutto diversi e imprevedibili: persone che sono state portate in terapia intensiva per settimane e, in alcuni casi, alla morte e, sul fronte opposto, persone contagiate senza alcun sintomo, nemmeno qualche linea di febbre. Che succede, dunque, se tutti ci “congiungiamo” con tutti? Non so.

2) So bene che il Paese non può restare bloccato per mesi. Impossibile. La sofferenza economica e sociale è già tanta. Mi auguro che le mie preoccupazioni siano eccessive e infondate, che la convivenza con il virus non porti con sé sofferenza e morti, mi auguro che possa trovare conferma nei fatti, non essendoci alcuna evidenza scientifica al momento, l’ipotesi che il caldo possa aiutare a bloccare il virus.

3) Tutto questo per dire che, ancora, dipenderà da Noi. Dalla nostra capacità, responsabilità e sensibilità. Individuale e collettiva. Questo significa che non possiamo permetterci di considerare la data del 4 maggio come un “liberi tutti”, che contenimento e limitazioni negli spostamenti, negli incontri e nelle aggregazioni, non imposti più per ordine, dobbiamo sentirli noi come doveri verso gli altri, i più fragili in particolare, e verso i propri cari e, infine, se stessi. Significa che ai primi sintomi (febbre, tosse, ecc.) o se abbiamo avuto contatti a rischio, dobbiamo essere noi i primi presidi di controllo e prevenzione, le prime sentinelle, cautelando chi ci sta vicino e chi incontriamo, contattando subito il proprio medico e il servizio di igiene pubblica, senza trascurare nulla per superficialità o “per non avere problemi”. Se qualcuno vicino a noi è nella stessa condizione, dobbiamo suggerirgli di comportarsi nello stesso modo. Significa che dobbiamo usare mascherine, cautela, stare a distanza [asporto, ad esempio, reso possibile dal decreto per il settore della ristorazione, non significa intrattenersi al bar a fare conversazione]. Significa, insomma, avere responsabilità, sensibilità, essere capaci di convivere con gli altri e gestire e controllare un rischio che il 4 maggio non sarà spazzato via.

4) Dobbiamo tener presente un altro importante elemento. L’ultimo DPCM dispone che le regioni procedano a monitorare giornalmente l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e le relative condizioni di adeguatezza del sistema sanitario regionale, comunicando i dati al Ministero della Salute, all’Istituto superiore di sanità e al Comitato tecnico-scientifico nazionale. In caso di aggravamento del rischio sanitario, saranno adottate misure restrittive necessarie e urgenti per le attività produttive delle aree del territorio regionale specificamente interessate dall’aggravamento. Quindi, se la nostra capacità di contenimento non dovesse funzionare, oltre alla emergenza sanitaria, ci ritroveremo a vivere un nuovo blocco delle attività.

5) Ultima cosa. Stiamo vicini a chi è più in sofferenza, più di altri e di noi. Chi è in difficoltà economica e lavorativa (ricordate, il mio “adotta il prossimo” di un paio di settimane fa), chi è più fragile fisicamente (e soffre ancor più ora per la sospensione di servizi di assistenza, cura, riabilitazione, che spero presto possa essere superata). Stiamo vicini a chi non può ancora riprendere la propria attività lavorativa (barbieri, parrucchieri, estetiste, commercianti al dettaglio in alcuni settori merceologici, operatori nei settori del cinema, teatro, turismo, dei centri ludici ed educativi per l’infanzia, centri sportivi, di biblioteche musei e luoghi di cultura in generale, diverse figure di professionisti e lavoratori a partita iva). Lo dico a me stesso, alla Regione (che spero a giorni possa pubblicare alcuni avvisi come microcredito e titolo II sulla liquidità circolante – pronti, ma in attesa di alcuni ineludibili passaggi amministrativi – e spero altro ancora). Lo dico a tutti i rappresentanti delle istituzioni, Stato e Comuni, chiedendo misure di sostegno specifiche per questi lavoratori e operatori economici (esenzioni o riduzioni nei tributi, contributi sugli affitti, ecc.). Lo dico a quanti possono assicurare una qualche forma di sostegno, ad esempio, anche ai proprietari degli immobili concessi in locazione a questi lavoratori e operatori economici (un po’ di pazienza, capisco che i proprietari hanno tasse e oneri a cui far fronte, ma un po’ di pazienza, non è il momento di incalzare i conduttori con attività commerciali, professionali o artigianali sospese, esigendo, come se nulla stia succedendo, il pagamento dei canoni di locazione; basta attendere qualche settimana, non si perde nulla… non si mortifica nessuno dando solo la possibilità di riprendere il lavoro e i primi incassi).
* * *

Essere “congiunti”, prim’ancora che fisicamente, significa sentire l’altro come noi stessi, avvertire insieme affetti e paure, gioie e pericoli. Un sentire e un destino comuni. E questo, infine, a mio parere, vale anche per chi si riconosce in una parola, in una religione.
Se “senti”, ritrovarsi vicini fisicamente non serve.

Ordinanza n. 214 del 28 aprile 2020 del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano

Con ordinanza n. 214 del 28 aprile 2020, firmata poco fa, il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano ha stabilito

 con efficacia immediata e sino al 17 maggio 2020:

👉 è consentita la ristorazione con asporto da parte dei relativi esercizi (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), con l’obbligo di rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di un metro, il divieto di consumare i prodotti all’interno dei locali e il divieto di sostare nelle immediate vicinanze degli stessi.

👉 È consentita l’attività da parte degli esercizi di toelettatura degli animali, purché il servizio venga svolto per appuntamento, senza il contatto diretto tra le persone, e comunque in totale sicurezza nella modalità “consegna animale toelettatura – ritiro animale”, utilizzando i mezzi di protezione personale e garantendo il distanziamento sociale.

👉 È consentito lo spostamento all’interno del proprio comune o verso altro comune per lo svolgimento, in forma amatoriale, di attività di pesca, esclusivamente nel rispetto di quanto previsto dalle norme statali vigenti, alle seguenti condizioni:
 limitatamente alla pesca sia da terra sia in acque interne sia in mare;
 svolta da persona abilitata all’esercizio della pesca sportiva e ricreativa in possesso di copia della comunicazione effettuata ai sensi del DM 6 dicembre 2010;
 con non più di due persone per imbarcazione, delle quali almeno una abilitata, nel caso di pesca in acque interne o in mare;
 nel rispetto della normativa vigente in merito all’esercizio della pesca sportiva e ricreativa.

👉 È consentito lo spostamento individuale nell’ambito del territorio regionale per raggiungere le imbarcazioni da diporto di proprietà, per lo svolgimento delle attività di manutenzione e riparazione da parte del proprietario o del marinaio con regolare contratto di lavoro, nel rispetto delle norme di sicurezza relative al contenimento del contagio da Covid-19, per non più di una volta al giorno.

👉 È consentita l’apertura dei cimiteri condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramento di visitatori, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, garantendo ai frequentatori la possibilità di rispettare tra loro la distanza di sicurezza.

 con efficacia dal 4 maggio e sino al 17 maggio 2020:

👉 È consentito lo spostamento individuale all’interno del territorio regionale per raggiungere le abitazioni diverse da quella principale per svolgere attività di manutenzione e riparazione necessarie per la tutela delle condizioni di sicurezza e conservazione dei beni.

👉 Tutti i soggetti provenienti dalle altre regioni d’Italia che, al di fuori delle ipotesi previste dal D.P.C.M. vigente, fanno ingresso in Puglia per rientrare nel proprio domicilio, abitazione o residenza, al fine di soggiornarvi continuativamente, devono:
 comunicare tale circostanza al proprio medico di medicina generale ovvero al pediatra di libera scelta o all’operatore di sanità pubblica del servizio di sanità pubblica territorialmente competente;
 osservare la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario, mantenendo lo stato di isolamento per 14 giorni con divieto di contatti sociali;
 osservare il divieto di spostamenti e viaggi;
 rimanere raggiungibile per ogni eventuale attività di sorveglianza;
 in caso di comparsa di sintomi, avvertire immediatamente il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta o l’operatore di sanità pubblica territorialmente competente per ogni conseguente determinazione.

👉 È esclusa ogni applicabilità della misura al transito e trasporto merci ed a tutta la filiera produttiva da e per la Puglia.

 È prorogata al 17 maggio 2020 l’efficacia delle ordinanze:

 n. 207 del 15/04/2020 (accesso a parchi acquatici, stabilimenti balneari e concessioni demaniali marittime);
 n. 209 del 17/04/2020 (svolgimento in forma amatoriale di attività agricole e di conduzione di allevamenti di animali);
 n. 212 del 21/04/2020 (disposizioni applicative sul territorio regionale pugliese nel settore turistico delle strutture ricettive all’aperto).

PIANO CASA, NECESSARIA UNA INTERPETAZIONE UNIVOCA SULLA PORTATA APPLICATIVA DELLA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE.

Torno sulla sentenza della Corte Costituzionale n. 70/2020 riguardante il “Piano Casa” della Regione Puglia al fine di sottoporre all’attenzione di tutti la questione centrale, di dubbia interpretazione, che la sentenza pone e su cui è necessario e urgente un intervento del legislatore nazionale. Nelle more, ritengo indispensabile che vengano forniti a livello regionale chiarimenti, indirizzi e delucidazioni in grado di orientare le scelte di amministratori pubblici, tecnici, imprese e cittadini in un quadro normativo mutato.
Ferma restando, infatti, l’abrogazione, disposta dalla Consulta, dell’art. 4, comma 5-ter, della legge regionale n. 14 del 2009, nella parte in cui prevedeva che gli interventi edilizi di demolizione e ricostruzione potessero essere realizzati anche con una diversa sistemazione plano-volumetrica o con una diversa dislocazione del volume massimo consentito all’interno dell’area di pertinenza, resta da comprendere quale sia la portata applicativa dell’art. 2-bis, comma 1-ter, del Testo Unico dell’Edilizia, introdotto nell’aprile 2019 dal cosiddetto “Decreto Sblocca Cantieri”.
Come ho già evidenziato, il combinato disposto tra la norma statale, assolutamente contradditoria e superficiale, introdotta un anno fa nel Testo Unico dell’Edilizia e l’interpretazione che ne ha fornito ora la Corte Costituzionale evidenziandone la sua vincolatività, produce conseguenze che vanno ben oltre la singola questione posta al vaglio della Consulta e ben oltre la legge pugliese coinvolgendo tutta la legislazione prodotta dalle regioni in materia di “Piano Casa”. Da qui, ripeto, la necessità di una risposta del Parlamento.

In merito, mi sembra si possano avanzare e profilare almeno due scenari interpretativi:
1) da un lato, uno più restrittivo che porta a concludere che gli interventi di demolizione e ricostruzione siano consentiti solo nella misura in cui sia sempre assicurata la perfetta coincidenza dell’area di sedime, dell’altezza e del volume dell’edificio ricostruito con quello demolito. Se in sede di interpretazione prevalesse questa chiave di lettura, potremmo agevolmente concludere che il Piano Casa (almeno in uno dei suoi aspetti fondamentali, e cioè proprio gli interventi di demolizione e ricostruzione) è sostanzialmente superato e non più applicabile, con la conseguenza che verrebbe meno uno strumento che in questi anni si è dimostrato essenziale, sia per rigenerare il patrimonio edilizio esistente, sia, in chiave economica, per supportare l’edilizia, uno dei settori principali della nostra economia soprattutto per lavoratori impiegati.
2) Un’altra possibile interpretazione del comma 1-ter dell’art. 2-bis del Testo Unico dell’Edilizia, invece, consentirebbe di continuare ad applicare le norme in materia di Piano Casa che, in effetti, non sono state abrogate dalla Corte Costituzionale. Si potrebbe affermare che l’interpretazione fornita dalla Consulta della disciplina regionale in rapporto alla norma statale (art. 2-bis, comma 1-ter del Testo Unico Edilizia) si applichi solo con riferimento alle distanze tra edifici, lasciando immutata, per il resto, la disciplina regionale del cosiddetto “Piano Casa”. In altri termini, la disposizione introdotta nel Testo Unico Edilizia dal legislatore nazionale nell’aprile 2019, reputata dalla Corte costituzionale norma di principio in materia di governo del territorio non derogabile, andrebbe letta nel senso di ritenere che la coincidenza dell’area di sedime, del volume e dell’altezza massima dell’edificio ricostruito con quello demolito, sia richiesta dalla norma unicamente nell’ipotesi in cui si vogliano mantenere le distanze legittimamente preesistenti, pur inferiori alle distanze fissate dal DM 1444/68. Diversamente, tale coincidenza (volume, sedime, altezza) non è richiesta ove l’edificio ricostruito rispetti le distanze prescritte dal decreto ministeriale del 1968.

Ritengo indispensabile, dunque, dinanzi al quadro di incertezza che si è aperto a seguito della pubblicazione della sentenza n. 70/2019, che gli uffici regionali della Sezione Urbanistica forniscano delle linee di indirizzo e dei chiarimenti indispensabili per enti locali, tecnici, imprese e cittadini in modo da avere un quadro interpretativo chiaro e univoco a livello regionale.

👉 Da qui, la mia nota pubblicata nel portale web del Consiglio regionale della Puglia:
http://www.consiglio.puglia.it/…/Piano-casa–Colonna—Serv…

CORONAVIRUS / I PUNTI PRINCIPALI DEL NUOVO DPCM CHE ENTRA IN VIGORE DAL PROSSIMO 4 MAGGIO.

Vi presento una scheda sintetica, per punti principali, delle disposizioni previste dal nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri firmato ieri sera e pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale. È il frutto di un lavoro di alcune ore, condotto direttamente sul testo e non su letture, voci e testi di seconda, terza, quarta … mano.
Non esprimo valutazioni. Le ho, ma non essendo utili ad alcuno e soprattutto non utili a migliorare alcunché, le tengo per me. Non è il tempo di parole e opinioni in libertà, quando queste non si riferiscono a materie su cui si può incidere.

📍 Mi limito a fare un paio di premesse:
🔺 Quando si tratta di norme e leggi, andate sempre alla fonte. Quindi, anche quanto scritto qui, verificatelo con il testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale, disponibile 👉 da qui:
https://www.gazzettaufficiale.it/…/caricaDettag…/originario…

🔺 Il testo presenta sicuramente punti dubbi o oscuri e mi auguro che possano essere rapidamente chiariti. Ad esempio, sugli spostamenti:
☑️ non sono chiari i concetti di “situazioni di necessità” (una delle ragioni che giustificano gli spostamenti gli spostamenti, tutti purché all’interno della regione in cui ci si trova) e di “assoluta urgenza” (una delle ragioni che giustificano gli spostamenti verso regioni diverse da quella in cui ci si trova).
☑️ Come pure non è chiaro cosa si intenda per “congiunti” che il nuovo DPCM, dal prossimo 4 maggio, ci consente di raggiungere e incontrare (purché all’interno della regione in cui ci si trova). Solo il codice penale ne dà una definizione, peraltro ai soli effetti della legge penale e con riferimento ai “prossimi” congiunti, intendendo per tali《gli ascendenti, i discendenti, il coniuge, la parte di un’unione civile tra persone dello stesso sesso, i fratelli, le sorelle, gli affini nello stesso grado, gli zii e i nipoti: nondimeno, nella denominazione di prossimi congiunti, non si comprendono gli affini, allorché sia morto il coniuge e non vi sia prole》 (art. 307 del codice penale). Si tratta di un concetto vago, se si esclude appunto quello di “prossimi congiunti” previsto dalla norma penale (solo con riferimento agli effetti della stessa legge), presente anche in diverse disposizioni ma senza trovare definizione.
☑️ Altro punto oscuro è quello relativo alle seconde case (campagna, mare, ecc.). È sparito, nella disposizione che entrerà in vigore da lunedì prossimo, 4 maggio, il divieto espresso di spostamenti verso “abitazioni diverse da quella principale comprese le seconde case utilizzate per vacanze”. Potrei essere indotto a pensare, ma è solo un’ipotesi, che – essendo venuto meno tale divieto ed essendo esplicitamente ammessa la possibilità “in ogni caso” di spostarsi per raggiungere non solo la propria residenza (cioè il luogo in cui una persona vive in modo stabile e duraturo, consacrato negli atti comunali), o domicilio (cioè il luogo in cui una persona stabilisce la sede dei suoi affari e interessi, ad esempio, il posto in cui lavora), ma anche la propria abitazione (e tale è non solo quella abituale e principale, in cui si ha la residenza, ma anche quella secondaria, cioè quella utilizzata per determinati periodi come appunto durante le vacanze) – il nuovo DPCM ammetta a partire dal 4 maggio gli spostamenti verso le seconde case.

🔺 Anch’io ho molte perplessità su alcune decisioni prese e soprattutto su decisioni non prese ancora. Ma leggo e ascolto tanta ironia e sarcasmo fuoriluogo, tanta voglia di demolire e basta, senza proporre alternative sensate. Una considerazione generale mi sento in dovere di farla. Restando il più oggettivo possibile (tra l’altro non sono sospetto di particolari simpatie nei confronti di questo governo, ho scritto e detto a tempo debito), mi pare evidente, leggendo il testo e non limitandosi a riportare parole di altri, che questo DPCM avvia una seconda fase, dopo il blocco drastico a cui siamo ancora sottoposti. Ad esempio:
– Importanti e interi settori produttivi (ad esempio, il manifatturiero e l’edilizia), ripartiranno il 4 maggio e già da oggi possono svolgere attività di preparazione.
– Progressivamente e con piani territoriali è possibile la ripresa delle attività sociali e socioassistenziali da parte di centri per persone con disabilità.
– Le attività del settore della ristorazione (compresi bar, pub, pasticcerie, gelaterie), oltre alla consegna a domicilio, possono procedere con la vendita con asporto.
– Spostamenti prima non possibili, ora sono ammessi (come il rientro a casa di studenti e lavoratori bloccati altrove).
– Attività fisiche, sportive e motorie tornano ad essere possibile (con accompagnatore per minori o persone non autosufficienti).

🔺 Restano alcuni settori ancora bloccati e in sofferenza. Penso al commercio al dettaglio (tranne le attività ammesse e quelle svolte a distanza). Penso ai cinema, teatri e musei, luoghi di cultura, al settore turistico, ai centri sportivi, a palestre e piscine. Penso ad un settore particolarmente toccato come quello della cura della persona (barbieri, parrucchieri, centri estetici). Agli operatori e ai lavoratori di questi settori dobbiamo cercare di assicurare un supplemento di attenzione e sostegno.

🔺 Su questi (e altri) punti dubbi, ripeto, mi auguro che ci siano chiarimenti dal Governo. Una cosa deve essere chiara e vale sempre: di una norma o regola bisogna sforzarsi di cogliere il senso, la sua ragione, anche quando ci risulta oscura o fastidiosa o addirittura dannosa per i nostri interessi individuali. Una norma non risolve il singolo caso, ma è una linea mediana, cerca di comporre interessi diversi, fissa la misura possibile di coesistenza di interessi diversi, a volte contrastanti. Per quanto ne so di diritto, ho profondi dubbi sulla bontà tecnica/giuridica (e non solo) di questa o quella disposizione, ma sono altrettanto consapevole che, alla base, con tutte le contraddizioni, perplessità e con tutti i limiti, queste regole sono state fissate per riuscire, insieme e se tutti le rispettiamo, a superare questa crisi devastante, determinata dalla pandemia. Ci sono valori e interessi troppo grandi in gioco, come vita e salute delle persone, soprattutto le più fragili.

🛑 Con questa consapevolezza di fondo, armiamoci di buonsenso, diligenza e pazienza. Meglio facciamo, prima ne usciamo. 🛑

(enzo colonna)

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📍 Per punti, alcune delle disposizioni previste dal DPCM del 26 aprile 2020, in vigore dal 4 maggio al 17 maggio.

 MISURE DI CONTENIMENTO DI CARATTERE GENERALE.
 Oltre ai motivi già previsti (comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute) sono consentiti gli spostamenti per incontrare i propri congiunti, nel rispetto del distanziamento sociale e proteggendo le vie respiratorie.
 È vietato trasferirsi o spostarsi in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute.
 È in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
 I soggetti con sintomi quali infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5° C) devono rimanere presso il proprio domicilio e limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante.
 L’accesso a parchi, ville, giardini pubblici è condizionato al rispetto della distanza interpersonale di un metro e del divieto di assembramento; il sindaco può disporre la temporanea chiusura di aree in cui non sia possibile assicurare il rispetto di tali condizioni; le aree attrezzate per il gioco dei bambini rimangono chiuse.
 Vietate le attività ludiche o ricreative all’aperto. Possibile l’attività sportiva o motoria individuale (o con accompagnatore per minori o persone non autosufficienti), sempre nel rispetto delle distanze di sicurezza (almeno due metri per l’attività sportiva).
 Restano sospese le attività in cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e bingo, discoteche e locali assimilati, nonché le manifestazioni organizzate, gli eventi e gli spettacoli di carattere culturale, ludico, sportivo, religioso e fieristico, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato con la presenza di pubblico svolti in ogni luogo (comprese le feste nelle abitazioni private).
 Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ma consentite quelle funebri con l’esclusiva partecipazione di congiunti (massimo quindici persone), con funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando mascherine e rispettando la distanza di sicurezza.
 Potranno essere aperti solo i luoghi di culto in cui è possibile evitare assembramenti e assicurare la distanza di sicurezza di almeno un metro.
 Sospesi eventi e competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Consentite le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal CONI, dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni, in vista della loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali e internazionali, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza assembramenti, da svolgersi a porte chiuse per gli atleti di discipline sportive individuali.
 Restano chiusi al pubblico musei e altri istituti e luoghi della cultura.
 Restano sospesi i servizi educativi e attività didattiche “in presenza” nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore (comprese Università), nonché i corsi professionali e le attività formative svolte da altri enti pubblici o soggetti privati. Possibili in ogni caso le attività formative a distanza.
 Sospesi congressi, riunioni, meeting ed eventi sociali in cui è coinvolto personale sanitario o personale incaricato dello svolgimento di servizi pubblici essenziali o di pubblica utilità. Sospesa ogni altra attività convegnistica o congressuale.
 Sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (tranne le prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), culturali, sociali e ricreativi.

 DISPOSIZIONI PER LE ATTIVITÀ PRODUTTIVE INDUSTRIALI E COMMERCIALI.
 Sospeso il commercio al dettaglio, tranne la vendita di generi alimentari e di prima necessità e le attività elencate nell’Allegato 1 del DPCM (v. immagini 2-3).
 Chiusi mercati, salvo le attività di vendita di soli generi alimentari. Restano aperte edicole, tabaccai, farmacie e parafarmacie. I gestori delle attività consentite sono tenuti ad assicurare, oltre alla distanza interpersonale di un metro, che gli ingressi avvengano in modo dilazionato e che venga impedito di sostare all’interno dei locali più del tempo necessario all’acquisto dei beni.
 Sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
 Consentita la ristorazione con consegna a domicilio e con asporto, ma con obbligo di rispettare la distanza di sicurezza, il divieto di consumare i prodotti all’interno dei locali e di sostare nelle loro immediate vicinanze.
 Restano sospese le attività inerenti servizi alla persona (fra cui parrucchieri, barbieri, centri estetici). Restano aperte lavanderie, tintorie, servizi di pompe funebri.
 Garantiti, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, i servizi bancari, finanziari, assicurativi, nonché l’attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agro-alimentare, comprese le filiere che ne forniscono beni e servizi.
 Consentite le attività produttive industriali e commerciali con codice ATECO specificamente indicato nell’Allegato 3 del DPCM (v. immagini 4-7). Le imprese che riprendono la loro attività a partire dal 4 maggio 2020 possono svolgere tutte le attività propedeutiche alla riapertura a partire dal 27 aprile 2020.
 Le imprese che restano aperte sono tenute a rispettare i protocolli organizzativi delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro sottoscritti fra Governo e parti sociali, anche in specifici settori (quali cantieri, trasporto e logistica), allegati al DPCM.
 Le attività produttive sospese possono comunque proseguire se organizzate in modalità a distanza o lavoro agile.

 DISPOSIZIONI SPECIFICHE PER LA DISABILITÀ.
 Le attività sociali e socio-sanitarie (erogate dietro autorizzazione o in convenzione) da parte di centri per persone con disabilità vengono riattivate secondo piani territoriali, assicurando attraverso specifici protocolli il rispetto delle disposizioni per la prevenzione dal contagio e la tutela della salute degli utenti e degli operatori.

 MONITORAGGIO
 Le Regioni monitorano giornalmente l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e, le relative condizioni di adeguatezza del sistema sanitario regionale, comunicando i dati al Ministero della Salute, all’Istituto superiore di sanità e al Comitato tecnico-scientifico nazionale. In caso di aggravamento del rischio sanitario, saranno adottate misure restrittive necessarie e urgenti per le attività produttive delle aree del territorio regionale specificamente interessate dall’aggravamento.

 

CASSA INTEGRAZIONE, SPERIAMO SIA LA VOLTA BUONA.

Prosegue il lavoro della Regione Puglia finalizzato a consentire che si sblocchino rapidamente i pagamenti degli ammortizzatori sociali previsti per i lavoratori delle circa 35.000 aziende pugliesi che hanno presentato l’istanza per accedere alla Cassa Integrazione.
Stiamo parlando complessivamente di circa 120.000 lavoratori interessati per un importo totale che supera i 142 milioni di euro.
Si tratta, pertanto, di numeri imponenti che comportano, evidentemente, una significativa complessità di gestione, ma dalla Regione si stanno mettendo in campo tutti gli sforzi possibili affinché si arrivi all’erogazione delle indennità previste.

A tale riguardo, come ho già avuto modo di evidenziare, la Regione Puglia si è resa sin da subito parte attiva, essendo stata una delle prime regioni italiane a sottoscrivere sia l’accordo con le parti sociali e datoriali necessario per accedere alle risorse della Cassa Integrazione in deroga, sia un protocollo con diversi istituti bancari finalizzato ad anticipare, senza costi a carico dei lavoratori, la liquidazione degli ammortizzatori sociali richiesti dalle loro imprese, in attesa che l’INPS completi le verifiche e le procedure per la loro concreta erogazione.

Nei giorni scorsi, avevo rivolto un appello a tutti gli enti e i soggetti coinvolti a fare presto, anche al sistema bancario affinché si assumesse la corresponsabilità della tenuta economica e sociale sul nostro territorio.
Di questa sollecitazione si sono fatti interpreti il Presidente Michele Emiliano e l’Assessore al Lavoro della Regione Sebastiano Leo nelle interlocuzioni con il Ministero e con i rappresentanti delle altre Regioni.

Per questo, saluto positivamente la disponibilità manifestata un paio di giorni fa dall’Associazione Bancaria Italiana che ha diffuso un’ulteriore Circolare alle banche prevedendo uno snellimento delle procedure per poter ottenere l’anticipo della Cassa Integrazione [v. qui, la nota dell’ABI: https://www.abi.it/Pagine/news/CircolareCig.aspx].

Con la Circolare, l’ABI ha chiarito che ​”all’atto della domanda di anticipazione dell’assegno di cassa integrazione in deroga il lavoratore deve far avere alla banca e al datore di lavoro il modulo B3, nel quale è indicato l’Iban del conto corrente su cui verrà accreditato l’assegno di CIGD oppure dovrà fornire alla banca l’attestazione del datore di lavoro di aver provveduto a inserire tale indicazione nelle comunicazioni inviate per via telematica all’INPS”. Per agevolare la presentazione delle domande – si legge nella Circolare ABI – le banche “possono ritenere sufficiente l’impegno contenuto in una dichiarazione firmata dal lavoratore e dal datore di lavoro”. “Non è previsto – si precisa – che il lavoratore presenti alla banca il modello SR 41”.

Ad oggi, in Puglia, sono 26 gli Istituti di Credito che hanno aderito al protocollo sottoscritto con la Regione.

Sotto altro profilo, nei prossimi giorni si svolgerà un apposito incontro tra gli Assessori al Lavoro di tutte le Regioni italiane e il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, in modo da definire modelli e procedure più snelle ed efficienti, dal momento che l’esigenza largamente avvertita è quella di fare presto per dare risposte non più rinviabili a lavoratori e imprese.
Ringrazio per il lavoro di questi giorni, l’Assessore al Lavoro della Regione Puglia, Sebastiano Leo, che sta seguendo assiduamente questa vicenda e con il quale sono costantemente in contatto.

Non è libertà di opinione

Negare le bare, i morti di queste settimane, negare i drammi e le sofferenze di decine di migliaia di persone, tanti anche nel nostro territorio, negare che tutto questo sia vero affermando che è tutto un grande Matrix, un videogame, un complotto planetario, non è libertà di opinione. È da stronzi!

P.S.: intanto, i casi Covid-19 complessivamente accertati ad Altamura sono diventati 63 (un altro è ancora incerto ed è in corso un’ulteriore verifica). Si riducono i ricoveri. Aumenta il numero di quanti si è accertata la guarigione dopo isolamento domiciliare o ricovero.

AI RESISTENTI DI IERI E DI OGGI, GRAZIE!

Per me, il 25 aprile è testimonianza.
È testimonianza della nostra capacità di resistere e vincere male e sopraffazione, dolore e violenza, istinti animali e indifferenza, indolenza ed egoismo.
È testimonianza di cosa è capace l’Uomo: distruggere o creare, fare bene o fare male, alimentare rapporti o soffocarli nel mare del proprio “io”.
Ci ricorda cosa siamo, di quale sostanza, di quali virtù e difetti, di quali capacità, qualità o debolezze.
Ci ricorda chi siamo stati e chi, quindi, siamo o possiamo essere.

Dipende da noi. Una questione di scelte. Resistenza o Indifferenza. Azione o Lamentazione. Liberazione dal male di cui siamo capaci e che è in noi. O Rassegnazione, Accondiscendènza, Resa a quel male.

Il 25 aprile è rito collettivo, in cui ci si rinnova reciprocamente l’impegno quotidiano, personale e collettivo, per un “presente e futuro” all’altezza di quello conquistato dai nostri bisnonni, nonni e padri, ricercando, scoprendo e confermandosi reciprocamente – con generosità, fatica e pazienza, perché ogni relazione ha bisogno di generosità, fatica e pazienza – la necessità di stare insieme, di sentirsi una Comunità, un Popolo.

Esige una risposta da ciascuno di noi. Non c’è libertà senza gli altri. Non è libertà se la intendiamo come liberazione dagli altri.
Il 25 aprile richiama all’impegno del presente nel presente, a vivere il meglio del presente e a viverlo al meglio, unico modo di occuparsi del futuro, unica forma di sua costruzione.
Ci chiama all’opera: impegna noi tutti a tener fede al patto che ci lega e che lega le generazioni, quelle del passato e quelle future, unite nella Memoria, nella Nazione.

Guardate, riporto la mia esperienza, comune a tutti voi, forse solo più intensa e articolata per essere stato, per il ruolo svolto, inevitabilmente punto di riferimento, sfogo, sollecitazione, critica, informazione, ultima istanza di bisogni e risposte. Il periodo in cui cade questo venticinque aprile mi ha consentito, molto più di altri periodi, che ha minato certezze, illusioni e false sicurezze, di vedere tutta la grandezza e la piccolezza di cui siamo capaci.

Davvero le tragedie, ho ripetuto spesso in queste settimane, fanno emergere il meglio e il peggio delle persone, quanto, nel mondo, ci sia di buono (tanto, spesso invisibile) e di brutto, che è sicuramente il dolore, la sofferenza, la morte, la perdita, ma è anche l’emersione degli istinti, da cui, nella nostra storia plurimillenaria, ci siamo a fatica e con contraddizioni emancipati, quella dimensione in cui a prevalere sono la forza, il ringhio, la violenza, lo sguardo sospettoso nei confronti dell’altro, la chiusura nelle proprie tane e rifugi incapaci di sospettare le buone ragioni dell’altro. Il brutto è anche quel grumo irriducibile di retorica e opportunismo, banalità ed emozioni programmate, egoismi ed esibizionismi, assenza di empatia e solidarietà, tutto ciò che agevola, alimenta, fomenta tali istinti primordiali e oscura ciò che ci ha resi umani.

Di questa “ritrovata visione” del reale e dell’umano, bisogna far tesoro. È il “buono” che dobbiamo ricavare da questa drammatica esperienza collettiva.

Il discorso vale per tutti, in particolare e soprattutto per chi ha ruoli pubblici, ad evidenza pubblica, politici o di responsabilità, nell’economia, nelle istituzioni, nell’informazione, nella società.

Si tratta di capire e far capire cosa la nostra storia plurimillenaria ci ha insegnato per affrontare drammi e dolori grandissimi, ben superiori a quelli che siamo ora chiamati ad affrontare, cosa e come ci siamo rialzati dopo le numerose cadute rovinose della nostra storia. Non sono stati gli istinti (sia chiaro, umani essi stessi), il sospetto, la lotta di tutti contro tutti, il rifiuto di regole generali, la diffidenza, l’astio, esibizionismo, invidie, opportunismo. Non ne siamo usciti indugiando sulla contemplazione di ciò che la sorte aveva consegnato, esternando indignazione, maledicendo gli altri, autoassolvendoci, mettendo in discussione il lavoro degli altri.

No, ne siamo usciti, recuperando il senso dello stare insieme, la consapevolezza di una storia e la necessità di un destino comuni. Riscoprendo l’inscindibile rapporto di obblighi/diritti che ci lega, la trama di valori, elementi comuni e anche colpe e responsabilità collettive su cui si è costruito e che forma il nostro corpo sociale.
Ne siamo usciti confermando la nostra umanità, che è imperfetta e sa di esserlo, ma non si rassegna alla sua imperfezione, comodo rifugio di pavidi, inetti e opportunisti.
Ne siamo usciti resistendo a queste tentazioni.
Ne siamo usciti facendo il nostro, ciascuno il suo, anche piccolo, e confermando la fedeltà a questo dovere.
Ne siamo usciti cercando di non smarrire la direzione di questa Storia comune.

Doveri, lavoro, solidarietà. Fiducia reciproca e pazienza che si richiede nell’incedere lungo il percorso che lega le generazioni, passato e futuro, nel cui di mezzo ci siamo noi. Imperfetti, ma capaci di bene dire e fare. Di inventare, scoprire cercando e sortendo insieme un futuro comune.
Con intelligenza, passione, dedizione.

Questa è Resistenza, che libera. Che ci rende liberi e migliori. E di Resistenti ne ho visti e sentiti tanti in questo periodo.
Ai Resistenti, di ieri e di oggi, grazie!

Buona Resistenza!
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La giornata è iniziata così. Con il ritorno a casa, dopo le cure in ospedale, di una signora, nostra concittadina, colpita e guarita dal virus. Una famiglia che si è ritrovata dopo settimane difficili. Per me, è iniziata con l’emozione di un video e soprattutto di un messaggio che mi ha inviato uno dei figli. Le parole fanno da medicina all’animo dolente, scriveva un drammaturgo greco. Oltre alle parole, alla nostra portata – ricordava qualche tempo fa uno scrittore italiano a me caro – esistono gesti di simpatia e premura che rinnovano il patto di ognuno col resto della specie umana.

CORONAVIRUS / PRESTO ANCHE ALL’OSPEDALE DELLA MURGIA ESAMI SIEROLOGICI TRA IL PERSONALE.

Anche l’Ospedale della Murgia “Fabio Perinei” di Altamura rientra nella rete dei Point Of Care Testing (POCT) istituita dalla ASL di Bari per procedere, già nei prossimi giorni, con una indagine epidemiologica tra il personale sanitario, finalizzata a comprendere quale sia stata l’effettiva circolazione del coronavirus sul nostro territorio.
Complessivamente, in tutto il territorio della ASL BA, saranno otto i POCT che saranno posizionati (oltre ad Altamura, anche al “Di Venere” di Carbonara, al San Paolo-Bari, a Molfetta, Corato, Monopoli, Putignano e Terlizzi).

📍 Il test è di facile e rapida esecuzione: basta una gocciolina di sangue posizionata su una piastrina, con l’apposito reagente. Una equipe di medici raccoglierà, nei singoli ospedali, i campioni sierologici in modo da effettuare il test utilizzando l’apposita apparecchiatura che, nel giro di qualche minuto, fornirà la risposta. Successivamente i responsabili dei laboratori di analisi procederanno con il controllo e la validazione dei risultati ottenuti.

📍 Sia chiaro, perché si è scritto tanto e in maniera superficiale su questo tipo di esame rapido. Come ha ricordato il Direttore Generale della Asl, Antonio Sanguedolce, tale metodologia aiuta a valutare la diffusione del virus e, in base ai risultati, ad adottare misure di contrasto specifiche. Non serve quindi a fare diagnosi, per questa si utilizza il “tampone”, che è un esame diagnostico finalizzato a individuare, su soggetti sintomatici o entrati in contatto stretto con casi positivi, la presenza del virus nel materiale biologico prelevato nel naso e nella gola. Test rapidi e tamponi sono dunque strumenti diversi ed hanno finalità diverse.
In questo modo si potrà valutare quanto il virus ha circolato o sta circolando nella popolazione asintomatica dei dipendenti della ASL Bari, in modo da poter adottare specifiche misure di contrasto anche nella cosiddetta “Fase 2” di ripartenza.

📍 Il programma della ASL prevede di ampliare successivamente il campo di indagine interessando oltre al personale degli ospedali anche quello delle altre strutture sanitarie, i medici di base, i pediatri di libera scelta e i medici di continuità assistenziale.

📍 Sono molto soddisfatto dell’inserimento dell’Ospedale “Perinei” nell’ambito di questa indagine che andrà a completare il grandissimo lavoro, efficace e incisivo, di controllo e monitoraggio messo in campo dalla Direzione del nostro Ospedale di concerto con la Direzione della Asl e con la Regione per limitare al massimo la diffusione del virus a seguito della crisi che ha interessato il Pronto Soccorso un mese e mezzo fa.

📍 Si è trattato, come ho spiegato e sottolineato spesso, di un’azione programmata e metodica di tamponi (complessivamente circa un migliaio, tra personale e pazienti), esami e sanificazioni, effettuati procedendo progressivamente, per cerchi concentrici, via via più larghi.
In altri termini, si sono fatti i tamponi al personale e agli altri pazienti che erano stati a contatto con i pazienti positivi, si è passati ai contatti di quanti, della prima cerchia di contatti, erano risultati positivi. E si è proceduto dando priorità alle unità e ai reparti con maggiore esposizione al rischio.

📍 Un modello, senza precedenti non solo in Puglia, che ha consentito di circoscrivere il focolaio che si era generato e – con sforzi straordinari di medici, infermieri, tecnici, oss, ausiliari – di gestire efficacemente l’inevitabile rischio connesso alla pandemia in corso senza generare ulteriori situazioni di crisi.
Non è un caso che, in tutto, i casi di contagio tra i dipendenti del nostro Ospedale, accertati nel corso di queste settimane, sono stati 24, di cui 18 riconducibili all’Unità di Pronto Soccorso, dove si verificò un mese e mezzo fa, con la presenza di pazienti contagiati, una complicata e pesante situazione di contagio. La metà dei dipendenti contagiati, nel frattempo, è guarita.
Tutto questo ha consentito all’Ospedale della Murgia di rimanere attivo e funzionante, continuando a fornire servizi essenziali per il territorio (fatta eccezione per la brevissima e necessaria chiusura, un mese e mezzo fa, del pronto soccorso per procedere con le operazioni di sanitizzazione e per le attività di quattro reparti sospesi temporaneamente in tutta la Asl).

📍 Ringrazio il Presidente Michele Emiliano, il Direttore Generale della ASL BA, Antonio Sanguedolce, la Direzione sanitaria e amministrativa dell’Ospedale della Murgia e della Asl di Bari, per il grande lavoro che stanno svolgendo, ciascuno per quanto di sua competenza, per assicurare, nel nostro territorio e nel nostro Ospedale, protocolli, azioni e cautele indispensabili per fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso.

ENZO COLONNA

DALLA REGIONE 8 MILIONI DI EURO AI COMUNI PER LA REALIZZAZIONE DI PROGETTI DI RIFUNZIONALIZZAZIONE E RIUSO SOCIALE DEI BENI CONFISCATI ALLA CRIMINALITÀ.

È stato pubblicato ieri, nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 58, l’Avviso Pubblico “Dal Bene confiscato al Bene riutilizzato: strategie di comunità per uno sviluppo responsabile e sostenibile”.
Il bando della Regione è rivolto ai Comuni pugliesi assegnatari di beni confiscati alla criminalità organizzata, di cui abbiano piena disponibilità, al fine di realizzare interventi di riuso degli stessi per lo svolgimento di attività sociali, culturali, di animazione territoriale e promozione dello sviluppo locale, definite a seguito di un percorso di partecipazione e condivisione degli obiettivi con la comunità di riferimento.

📍 L’obiettivo della misura è quello di diffondere buone pratiche soprattutto nelle aree a maggior rischio di esclusione sociale, attraverso la simbolica restituzione alla cittadinanza di spazi sottratti alla disponibilità della criminalità organizzata che diventano, così, contenitori dove sperimentare, in modo innovativo e in una logica di condivisione tra soggetti istituzionali e realtà private, attività volte alla crescita collettiva delle comunità e dei territori.
L’iniziativa, quindi, rientra tra gli interventi promossi dalla Regione per rafforzare la cosiddetta “antimafia sociale” come strumento per consolidare la prevenzione e il contrasto non solo repressivo alla criminalità, sia comune che organizzata, mettendo in campo azioni di carattere sociale ed educativo.
Il bando pubblicato ieri costituisce proprio un incentivo agli enti locali affinché attivino percorsi finalizzati al loro riutilizzo, rendendoli emblemi, sul territorio, di legalità e contenitori di buone pratiche.

 Alcune informazioni sull’Avviso regionale:
☑️ Ha una dotazione finanziaria complessiva pari a 8 milioni di euro a valere sui fondi POR Puglia 2014-2020.
☑️ Ciascun Comune pugliese può candidare una sola proposta progettuale riguardante un unico bene confiscato presente sul proprio territorio.
☑️ Il contributo massimo concedibile è pari a 1 milione di euro a copertura delle spese necessarie per la rifunzionalizzazione del bene e la gestione dello stesso.
☑️ Il termine di presentazione della domanda è il 31 maggio 2021, nell’ambito di una procedura è “a sportello”, con assegnazione dei contributi ai progetti valutati come ammissibili, fino all’esaurimento delle risorse disponibili.

📍 Mi auguro che i Comuni colgano questa opportunità, anche nel nostro territorio, attivando percorsi di partecipazione e di collaborazione tra cittadini, enti del terzo settore e istituzioni locali finalizzati al riuso di questi beni.