Tina Lorusso

Apprendo della morte di Tina Lorusso, funzionaria del Comune di Altamura. Sapevo, da alcuni giorni, da amici comuni, del peggioramento delle sue condizioni di salute. Persona estremamente riservata, di poche essenziali parole, ma generosa e instancabile. Punto di riferimento dei “servizi sociali” del Comune di Altamura per tantissimi anni. Per diversi anni ne ho apprezzato l’opera quotidiana in un campo difficile e delicato. Sempre senza risparmiarsi, fino alle ultime energie, sino a poche settimane fa. Volevo, qui, ancora una volta ringraziarla e omaggiare il suo lavoro. Un’ultima volta, salutarla, esprimendo vicinanza ai suoi familiari.

“Conta solo l’amore”

“Conta solo l’amore”, diceva Pannella, “l’odio è per i poveri stronzi.”
Ancor più povero chi lo coltiva in politica. Il cinismo dà un illusorio senso di affermazione, vittoria. Ma, alla distanza, impoverisce, corrompe l’anima.
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La bellezza è degli sconfitti,
il futuro non è dei vincitori,
è di chi ha la capacità di vivere.
E chi ha la capacità di vivere,
di essere totalmente se stesso,
è inevitabilmente sconfitto.
[Franco Scaldati]

SULLE CONSEGUENZE DELL’INCENDIO DI IERI

Diversi di voi mi hanno contattato chiedendomi dati e informazioni sulle conseguenze in termini di impatto sull’ambiente dell’incendio che ieri ha interessato una parte di un complesso aziendale in contrada Graviscella.
Ancora una volta, sono costretto a far presente che non ho alcun ruolo istituzionale da una decina di mesi e questo mi impedisce di essere quello che ho cercato di essere nei miei quattro anni in Regione, quindi di acquisire informazioni ufficialmente e di renderle all’esterno in modo puntuale. Non ho alcuna ruolo o autorità per farlo.
Mi limito a dar conto di quali sono le procedure in questi casi e di come si è mossa l’Arpa Puglia, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell’Ambiente, uno degli enti coinvolti in situazioni del genere (assieme, ad esempio, al Comune, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Asl, ecc.).
Mi risulta che tecnici dell’Arpa Puglia, allertati nella serata di ieri, sono intervenuti sul posto rapidamente e qui sono rimasti dalle 21-22 sino alle prime ore di questa mattina (sino alle 3-4). Hanno effettuato una ricognizione della situazione e le prime rilevazioni, soprattutto hanno posizionato due centraline mobili che dalla notte scorsa hanno “risucchiato” aria della zona sino a oggi pomeriggio sicuramente (non so dire se continuano a farlo).
I campioni raccolti sono stati trasmessi a centri specializzati di analisi che forniranno velocemente i dati su alcune sostanze presenti nell’aria. Sulla diossina i tempi delle analisi sono più lunghi, mi hanno riferito una settimana – dieci giorni almeno.
Già disponibili i dati che quotidianamente rileva la centralina fissa dell’Arpa per il monitoraggio dell’aria presente in via Golgota (all’interno del perimetro della scuola “Don Milani”).
Per queste forme di inquinamento (aria), quello che poteva fare, da quando è stata allertata, l’Arpa mi sembra l’abbia fatto.
Oltre ad acquisire i dati rilevati dalle centraline (quella fissa e, da ieri notte, le due mobili), l’intervento più importante sarà operato nei prossimi giorni.
I tecnici dell”Arpa stanno elaborando – tenendo conto di una serie di fattori (ad esempio, la conformazione del territorio, forza e direzione del vento, a partire da ieri, le condizioni atmosferiche più generali, insediamenti residenziali e produttivi, soprattutto presenza di colture, ecc.) – una modellistica per individuare, con il supporto delle autorità locali e in collaborazione con il dipartimento di prevenzione della Asl, le zone del territorio in cui prelevare campioni da analizzare al fine di rilevare la presenza di diossina che, dopo essere stata sospesa in aria, ricade al suolo. Per tale attività, i sopralluoghi verrano effettuati probabilmente a partire da dopodomani, 4 agosto.
Tanto so o potevo riferire. Informazioni di carattere generale.
P.S.: i miei

auguri

ai lavoratori e ai titolari dell’Impresa Forte per una buona e rapida ripresa.

Il quesito referendario

Il quesito referendario si pone l’obiettivo di introdurre, nel nostro ordinamento, l’eutanasia legale tramite l’abrogazione parziale dell’art. 579 del codice penale che punisce l’omicidio del consenziente. L’omicidio del consenziente è un reato speciale (rispetto a quello di portata generale di cui all’art. 575 cp sull’omicidio).
Con questo intervento referendario l’eutanasia attiva sarà consentita nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico, e in presenza delle condizioni previste dalla sentenza della Corte Costituzionale sul caso “Cappato”, ma rimarrà punita se il fatto è commesso contro una persona incapace o contro una persona il cui consenso sia stato estorto con violenza, minaccia o contro un minore di diciotto anni.
Il quesito referendario, infatti, lascia intatte le tutele per le persone vulnerabili, i minori di 18 anni, le persone che non sono in grado di intendere e volere, quelle il cui consenso è stato estorto.
Introduce il diritto all’aiuto medico alla morte volontaria. L’eutanasia attiva è vietata dal nostro ordinamento sia nella versione diretta, in cui è il medico a somministrare il farmaco eutanasico alla persona che ne faccia richiesta (art. 579 cp omicidio del consenziente), sia nella versione indiretta, in cui il soggetto agente prepara il farmaco eutanasico che viene assunto in modo autonomo dalla persona (art. 580 c.p. istigazione e aiuto al suicidio), fatto salvo quanto ha chiarito la Corte costituzionale nella sentenza “Cappato” secondo cui l’aiuto al suicidio (art. 580 del Codice penale) non è punibile nel caso in cui la persona che lo richiede sia tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale.
Forme di eutanasia c.d. passiva, cioè astenendosi dall’intervenire per tenere in vita il paziente in preda alle sofferenze, sono già considerate penalmente lecite soprattutto quando l’interruzione delle cure ha come scopo di evitare il c.d. “accanimento teraputico” (legge 219/2017).
Tutte le altre persone con patologie irreversibili che procurano dolori intollerabili, e i pazienti impossibilitati ad assumere autonomamente un farmaco nel nostro Paese non hanno la possibilità di scegliere, e di chiedere aiuto medico attivo per la morte volontaria, perché il nostro codice penale vieta l’omicidio del consenziente (art. 579 c.p), come è invece possibile in diversi altri Stati (ad esempio, Svizzera, Belgio, Olanda, Spagna).
Per la richiesta di referendum sono necessarie 500mila firme di elettori.
Al di là delle convinzioni di ciascuno su un tema così sensibile e delicato, una campagna referendaria diventa un’occasione di approfondimento per tutti e per una presa di posizione di ciascuno di noi.
Stamattina ho dato una mano al gruppo locale impegnato nella raccolta delle firme, in particolare a Lara e a Francesco. Stasera, dalle 19 in poi, il banchetto è nuovamente in Piazza Duomo.

“Un altro giro”

Bellissimo film stasera. “Un altro giro” del regista Thomas Vinterberg.
Il film segue, con la mobilità delle riprese girate con la macchina a mano, la discesa di quattro uomini adulti, professori di una scuola superiore, negli abissi interiori scavati da delusioni, dolori, fragilità, mancanze, solitudini.
“Il mondo non è mai come noi ci aspettiamo che sia”, dice il professore di storia interpretato da Mads Mikkelsen, in una grande prova di attore.
L’abisso inghiotterà uno di loro. Gli altri guadagneranno, dopo il corpo a corpo con le proprie angosce, la risalita verso il desiderio, verso ritrovate motivazioni, verso la vita. Di abisso vero e tragico sa il regista che, a pochi giorni dall’inizio delle riprese, ha perso la figlia diciannovenne in un incidente stradale.
Tutti, più o meno intensamente, più o meno consapevolmente, hanno conosciuto (e fatto i conti con) i fondali oscuri della propria esistenza.
Il punto è e resta sempre lo stesso. La risalita è possibile sempre. Ma è necessario che accanto ci sia qualcuno che “faccia il tifo” (l’amico in un passo del film, la moglie in un sms, l’allenatore con il bambino tenuto ai margini dalla squadra). Per dirla con un passo di Alain De Botton, che amava citare spesso il mio Maestro e io da lui, è proprio vero che “di fatto non esistiamo finché non c’è qualcuno che ci vede esistere e che non parliamo finché qualcuno non è in grado di comprendere ciò che diciamo; in sintesi, che non siamo del tutto vivi finché non siamo amati”.
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Per questa visione, che cercavo da tempo, ringrazio i due cinema cittadini, alle prese con la loro rassegna di cinema all’aperto (atrio del Liceo Cagnazzi e atrio del Simone Viti Maino): Cinema Grande e Multicinema Teatro Mangiatordi.

Il ‘presente’

 

 

 

Mi giungono richieste di copie del mio “rapporto di fine mandato”, che ho iniziato a distribuire da un paio di giorni (pur tardivamente, come ho spiegato, per impedimenti di varia natura degli ultimi mesi).
Ho ancora copie cartacee a disposizione, oltre a essere disponibile in versione digitale.
❗ Chi sia interessato, mi telefoni o scriva un messaggio indicando l’indirizzo di posta elettronica per la versione digitale e, per quella cartacea, individuiamo le modalità per la consegna.
Giovedì scorso, 22 luglio, avevo utilizzato, volutamente e per mia indole, una formula sottotono, ispirata a understatement, senza conferenza o presentazione. Era
finalizzata ad arrecare il minor disturbo possibile. Al di là dell’oggetto fisico in sé, il libriccino, era per me occasione per salutarsi, rivedersi, “riabbracciarsi”. Per questo ringrazio ancora chi mi ha riservato, quella sera, la sua presenza, anche per qualche minuto.
Il ‘presente’ (present, in inglese) è una bellissima parola, utilizzata a indicare il regalo. Dalle nostre parti, si usa un’espressione che in passato disdegnavo, ma che con il tempo ho decisamente rivalutato: un “pensiero”.
Al di là della fisicità dell’oggetto, del contatto, della relazione, e all’opposto di compiacenza strumentale, piaggeria, ipocrita concessione, parole di circostanza, ho sempre ritenuto che arricchisce una relazione, quindi un’esistenza, l””essere presente” di qualcun altro o per qualcun altro, essere nel “pensiero” di qualcuno e avere nel “pensiero” qualcuno.
Di questo “essere presente” – semplicemente, senza presenzialismi, quasi dematerializzato, ridotto alla sua essenza, solo gesti, anche piccoli, azioni concrete, parole di qualche significato – ne ho fatto (almeno ho cercato) il mio programma umano e politico, da sempre. Ben distante da calcoli, convenienze, opportunismi, ipocrisie.
Spesso, citando a memoria un autore, ho sottolineato che alla nostra portata ci sono “parole e gesti di simpatia e premura” che rinnovano il patto di ognuno con l’altro, col resto della specie umana. Spesso, tanti, in tanti, ce ne dimentichiamo.

#siamoquellochefacciamo

Ringrazio chi c’è stato. Li ringrazio per avermi dato la possibilità di salutarli e scambiare qualche parola. Carezze!
《… e soltanto i fatti contano, soltanto i fatti debbono contare. Noi siamo quel che facciamo. Le intenzioni, specialmente se buone, e i rimorsi, specialmente se giusti, ognuno, dentro di sé, può giocarseli come vuole, fino alla disintegrazione, alla follia. Ma un fatto è un fatto: non ha contraddizioni, non ha ambiguità, non contiene il diverso e il contrario.》 [L. Sciascia, Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia]