“NON UN SEGNO”, la raccolta di liriche di Luigi Abiusi

“Non un segno” di Luigi Abiusi nasce grazie all’intervento di due docenti della Facoltà  di Lettere e Filosofia dell’Università  di Bari: la professoressa Toni Acciani, che insegna Letterature Comparate e il professor Raffaele Cavalluzzi, direttore del Dipartimento di Italianistica, nonchè insegnante di Letteratura Italiana presso la facoltà  di Lingue e Letterature straniere, i quali hanno curato pure la prefazione.
Il libro, edito da Adriatica Editrice di Bari, consta di 32 liriche senza titolo, composte tra il 1990 ed il 2002, il cui andamendo segue quello di un canzoniere.
Prevale una sorta di prosasticità  musicale – in cui spiccano assonanze e consonanze e spezzature e riprese “vigili” – e un colorismo accentuato che va dall’impressionismo di certi quadri all’espressionismo essenziale di altri scorci, a volte giustapposti nello stesso componimento, atti a delineare – secondo lo stile tipico dei canzonieri – una vicenda, quella dell’autore, che si può definire in ultima istanza di assoluta estenuazione.

RACCONTATE LA VERITA’ AL POPOLO

 
Sono grato ad Auster per avermi anticipato con la segnalazione dell’appello a difesa della legge 185 sul controllo delle esportazioni di armi. Aggiungo solo di aver già  sottoscritto i relativi moduli che qualcuno sta facendo circolare in città  e che sono indirizzati ai due senatori del collegio (Nocco e Dentamaro). I tempi stringono in quanto – mi è stato riferito – la proposta di legge di modifica sarà  in discussione e in approvazione al Senato già  la prossima settimana. E’ bene allora utilizzare il modulo di invio di email già  segnalato da Auster. Riporto inoltre il testo di una durissime lettera indirizzata a Bush dal mons. Robert Bowman, vescovo di Melbourne Beach, USA Florida (ex-tenente colonnello ed ex-combattente in Vietnam dove ha volato in 101 missioni di guerra): “RACCONTI LA VERITA’ AL POPOLO, SIGNOR PRESIDENTE BUSH“.

enzo colonna




RACCONTI LA VERITA’ AL POPOLO, SIGNOR PRESIDENTE BUSH

Racconti la verità  al popolo, signor Presidente, sul terrorismo. Se le
illusioni riguardo al terrorismo non saranno disfatte la minaccia continuerà  fino a distruggerci completamente. La verità  è che nessuna delle nostre migliaia di armi nucleari può proteggerci da queste minacce. Nessun sistema di Guerre Stellari (non importa quanto siano tecnologicamente avanzate né quanti miliardi di dollari vengano buttati via con esse) potrà  proteggerci da un’arma nucleare portata qui su una barca, un aereo, una valigia o un’ auto affittata. Nessuna arma del nostro vasto arsenale, nemmeno un centesimo dei 270 miliardi di dollari spesi ogni anno nel cosiddetto “sistema di difesa” può evitare una bomba terrorista. Questo è un fatto militare.
Signor Presidente,
lei non ha raccontato al popolo americano la verità  sul perché siamo bersaglio del terrorismo quando ha spiegato perché avremmo bombardato l’Afganistan e il Sudan. Lei ha detto che siamo bersaglio del terrorismo perché difendiamo la democrazia, la libertà  e i diritti umani nel mondo.
Che assurdo, signor Presidente! Siamo bersaglio dei terroristi perché, nella maggior parte del mondo, il nostro governo difende la dittatura, la schiavitù e lo sfruttamento umano. Siamo bersaglio dei terroristi perché siamo odiati. E siamo odiati perché il nostro governo ha fatto cose odiose. In quanti paesi agenti del nostro governo hanno deposto dirigenti eletti dal popolo, sostituendoli con militari-dittatori, marionette desiderose di vendere il loro popolo a corporazioni americane multinazionali? Abbiamo fatto questo in Iran quando i marines e la CIA deposero Mussadegh perché aveva intenzione di nazionalizzare il petrolio. Lo sostituimmo con lo scià  Reza Pahlevi e armammo, allenammo e pagammo la sua odiata guardia nazionale SavaK, che schiavizzò e brutalizzò il popolo iraniano per proteggere l’interesse finanziario delle nostre compagnie di petrolio. Dopo questo sarà  difficile immaginare che in Iran ci siano persone che ci odiano? Abbiamo fatto questo in Cile. Abbiamo fatto questo in Vietnam. Più recentemente, abbiamo tentato di farlo in Irak. E, è chiaro, quanto volte abbiamo fatto questo in Nicaragua e nelle altre repubbliche dell’America Latina?
Una volta dopo l’altra, abbiamo destituito dirigenti popolari che volevano che le ricchezze della loro terra fossero divise tra il popolo che le ha prodotte. Noi li abbiamo sostituiti con tiranni assassini che avrebbero venduto il proprio popolo per ingrassare i loro conti correnti privati attraverso il pagamento di abbondanti tangenti affinché la ricchezza della loro terra potesse essere presa da imprese come la Sugar, United Fruits Company, Folgers e via dicendo. Di paese in paese, il nostro governo ha ostruito la democrazia, soffocato la libertà  e calpestato i diritti umani.
E’ per questo che siamo odiati intorno al mondo. Ed è per questo che siamo bersaglio dei terroristi. Il popolo canadese gode di democrazia, di libertà  e diritti umani, così come quello della Norvegia e Svezia. Lei ha sentito mai dire che una ambasciata canadese, svedese o norvegese siano state bombardate? Noi non siamo odiati perché pratichiamo la democrazia, la libertà  e i diritti umani. Noi siamo odiati perché il nostro governo nega queste cose ai popoli dei paesi del terzo mondo, le cui risorse fanno gola alle nostre corporazioni multinazionali. Quest’odio che abbiamo seminato si ritorce contro di noi per spaventarci sotto forma di terrorismo e, in futuro, terrorismo nucleare. Una volta detta la verità  sul perché dell’esistenza della minaccia e della sua comprensione, la soluzione diventa ovvia. Noi dobbiamo cambiare le nostre pratiche. Liberarci delle nostre armi (unilateralmente, se necessario) migliorerà  la nostra sicurezza. Cambiare in modo drastico la nostra politica estera la renderà  sicura. Invece di mandare i nostri figli e figlie intorno al mondo per uccidere arabi in modo che possiamo avere il petrolio che esiste sotto le loro sabbie, dovremmo mandarli a ricostruire le loro infrastrutture, fornire acqua pulita e alimentare bambini affamati. Invece di continuare a uccidere migliaia di bambini iracheni tutti i giorno con le nostre sanzioni economiche, dovremmo aiutare gli iracheni a ricostruire le loro centrali elettriche, le stazioni di trattamento delle acque, i loro ospedali e tutte le altre cose che abbiamo distrutto e abbiamo impedito di ricostruire con le sanzioni economiche. Invece di allenare terroristi e squadroni della morte, dovremmo chiudere la nostra Scuola delle Americhe. Invece di sostenere la ribellione e la destabilizzazione, l’assassinio e il terrore intorno al mondo, dovremmo abolire la CIA e dare il denaro speso da essa ad agenzie di assistenza.
Riassumendo, dovremmo essere buoni invece che cattivi.
Chi tenterebbe di trattenerci? Chi ci odierebbe? Chi vorrebbe bombardarci?
Questa è la verità , signor Presidente. E’ questo che il popolo americano ha bisogno di ascoltare.”

Fermiamo i mercanti di armi!


Fermiamo i mercanti di armi!
Arriva al Senato il disegno di legge che smantella la legge 185
A partire da dopo il 15 novembre sarà  in discussione al Senato un disegno di legge 1547 che ridurrà  sensibilmente i controlli sulle esportazioni di armi. Si tratta di un disegno di legge già  approvato prima dell’estate dalla Camera, si tratta quindi dell’ultima occasione per fermarlo, prima che diventi legge. In occasione del dibattito alla Camera un vastissimo fronte di associazioni (Rete Lilliput, Emergency, Amnesty International, Medici Senza Frontiere, Vita, Missione Oggi, Nigrizia, Pax Christi, solo per citarne alcune) ha dato vita ad una campagna di pressione che ha visto il sostegno di parecchie decine di migliaia di persone. Un risultato lo si è già  ottenuti, ossia un leggero miglioramento del disegno di legge. Nella prima versione prevedeva la cancellazione di qualsiasi misura di controllo, ora “si limita” a ridurle sensibilmente.
Ad esempio non sarà  più possibile conoscere:
a) Dati sul valore delle esportazioni di armi effettuate.
b) Il certificato di uso finale dell’arma (ossia sapere non solo a chi viene venduta, ma qual è la reale destinazione dell’arma).
c) Le informazioni sulle transazioni bancarie relative all’esportazione (e si sa, la via più semplice per capire dove vanno a finire le armi, spesso è quella di seguire i soldi).

Scrivi ai senatori eletti nel tuo collegio, per chiedergli di non ratificare questo disegno di legge.
Per farlo basta che ti colleghi a www.retelilliput.org dove troverai l’appello da inviare.

Abbiamo solo pochi giorni di tempo per fermare questo disegno di legge.
Oltre a spedire la petizione ai senatori dal sito, ti invitiamo quindi a far circolare il più possibile questa mail. Per poter sperare di ottenere dei risultati è indispensabile che i parlamentari avvertano come la società  civile sia molto attenta e vigili sul loro operato.
Trovi tutto le informazioni sul sito: www.banchearmate.it

La Regione Puglia ha una nuova ricetta per la natura e l’economia: il piombo!

La Regione Puglia ha una nuova ricetta per la natura e l’economia: il piombo
L’assessore regionale all’Agricoltura, ha puntato su una politica venatoria talmente spregiudicata da essere criticata persino da una consistente parte dei cacciatori.

Le dieci regole di piombo della Regione Puglia

1) A caccia nel mese di febbraio: un provvedimento all’insegna dell’illegalità 
La Regione Puglia ha prorogato la stagione di caccia di un mese. Nel febbraio 2003, oltre trentamila doppiette potranno sparare in Puglia, a questi si aggiungeranno migliaia di cacciatori provenienti da altre regioni.
Per questa legge l’Italia è stata messa in mora dall’Unione Europea e persino il Governo italiano di centro destra ha impugnato la norma contro la Regione Puglia, poiché infrange la legge nazionale sulla caccia.
La Corte Costituzionale nel dicembre 2002 ha dichiarato illegittimo un analogo provvedimento deliberato della Regione Sardegna. Per la Puglia la sentenza della Corte, visto il recente precedente, è scontata, ma è prevista dopo il mese di febbraio, a cose fatte.
Intanto, il Consiglio di Stato dovrà  pronunciarsi a fine mese e qualora questa legge dovesse essere dichiarata illegittima si profila un grave problema di ordine pubblico, come fare ad avvisare le decine di migliaia di cacciatori, che saranno soggetti al sequestro delle armi e delle munizioni.

2) Allarme Zone Umide: una bomba ecologica
L’associazione scientifica Wetland International ha segnalato che sui fondi nelle zone umide pugliesi, esiste una concentrazione di pallini di piombo che è quasi doppia rispetto ad altre zone d’Italia. La legge regionale sulla caccia prevede il miglioramento di questi habitat e la riduzione dei fattori di inquinamento. La Regione Puglia li migliora a fucilate. . Impressionante il business del turismo venatorio che è dietro alle aziende faunistiche dove si spara alla fauna acquatica, la Regione Puglia non ha un regolamento per l’istituzione di queste aziende 17 su 18 sono istituite ai sensi di normative antecedenti alla legge quadro sulla caccia 157/92.

3) Caccia in deroga: passeri, storni, taccole e cormorani nel mirino di Nicola Marmo
La giunta regionale ha inviato all’ufficio legislativo un DDL per la caccia in deroga. Si prevede la caccia a specie tutelate dalle leggi europee, nazionali e regionali, il motivo? Causano danni alle attività  agricole. In realtà  tutto dovrebbe essere effettuato a seguito di studi e l’abbattimento delle specie è previsto qualora ” non vi siano altre soluzioni soddisfacenti”. Nulla a che vedere con l’esercizio della deroga per una caccia generalizzata.

4) Alta Murgia: da Federico II a Ninivaggi I: la Regione Puglia istituisce un’azienda Agri Turistico Venatoria in piena Zona di Protezione Speciale
Le Zone di Protezione Speciale sono aree designate per la conservazione degli uccelli selvatici. Il posto ideale per istituire un’azienda Agri Turistico Venatoria dove si va a caccia per tutto l’anno. E’ quanto è accaduto nella ZPS dell’Alta Murgia, dove il titolare della “Sabini srl” ha ottenuto la concessione dal Servizio Caccia e Pesca Regionale.
Al momento la magistratura indaga sul taglio di una cinquantina di querce, sulla effettiva proprietà  dei terreni, sull’istituzione dell’azienda venatoria, sulle attività  di un salottificio. L’area in questione era presente in tutte le ipotesi di perimetrazioni dell’istituendo Parco Nazionale dell’Alta Murgia , ma all’ultimo momento è stata scorporata.
Vogliamo sapere: quando, perché, dove, come e chi si è attivato per questa indebita “operazione antiparco”.

5) Prepertura della caccia
La legge nazionale dispone che la stagione di caccia inizi dalla terza domenica di settembre, prevedendo che le regioni possano procedere a modifiche “per determinate specie in relazione alle diverse situazioni ambientali delle diverse realtà  territoriali.”
Inutile dire che l’unica modifica proposta dalla Giunta regionale è la preapertura. Ogni anno la caccia si apre 20 giorni prima del previsto.

6) Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica: un parere scomodo
La leggi nazionali e regionali sulla caccia prevedono che i più importanti provvedimenti adottati dalle Regioni vengano sottoposti al parere dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, autorevole organo tecnico-scientifico che poco ha a che vedere con le associazioni ambientaliste.
Il Servizio Caccia e Pesca della Regione Puglia ignora puntualmente questi pareri. Un atteggiamento degno della peggiore burocrazia, che vede contrapposti da una parte tecnici e studiosi di livello mondiale e dall’altra l’ufficio regionale trasformatosi in una succursale delle associazioni venatorie più retrive, isolate.

7) Giornate di caccia a scelta del cacciatore
Nonostante il parere contrario del Comitato Tecnico Venatorio Regionale presieduto dall’Assessore Marmo e dove sono rappresentate le associazioni venatorie, agricole e ambientaliste, la Regione Puglia ha deliberato in favore delle giornate di caccia lasciate alla libera scelta del cacciatore. Un modo per consentire a migliaia di bracconieri di andare a caccia per cinque giorni alla settimana, infrangendo il limite dei tre giorni previsti dalla legge.

8) Regolamento per la detenzione della fauna: la maglia nera alla Regione Puglia
Con l’approvazione di un unico regolamento per la detenzione della fauna a scopo alimentare, ornamentale, amatoriale, per la falconeria e per il crudele utilizzo di richiami vivi per la caccia, la Regione Puglia si conquista la maglia nera in tutto il paese. In un regolamento/pasticcio scritto con crudeltà  e una ignorante disinvoltura, si mischiano aspetti sanitari, alimentari, commercio di specie protette e varie ipotesi di maltrattamento di animali.

9) Gli esami di abilitazione all’esercizio venatorio: una farsa pugliese
Per andare a caccia bisogna sostenere un esame di abilitazione. Gli esami venatori in Puglia, vedono all’opera commissioni composte da 17 commissari di esame il cui gettone di presenza è equiparato a quello dei consiglieri provinciali, una recente trovata/sperpero dell’Assessorato Regionale alla Caccia. In queste commissioni, oltre ai cacciatori sono presenti anche le associazioni protezioniste e agricole, ma nella realtà , cacciatori sotto mentite spoglie, rappresentano protezionisti e agricoltori.

10) Ekoclub
Tra le associazioni presenti nelle commissioni venatorie, non manca mai un rappresentante dell’Ekoclub, l’associazione naturalistica vicina alla Federazione Italiana della Caccia. Lo scopo è di togliere il posto alle vere associazioni naturalistiche, possono mancare il WWF, la LIPU, Italia Nostra e Lega Ambiente, ma l’Ekoclub non manca mai.
GRUPPO CONSILIARE DEI VERDI – REGIONE PUGLIA

FIBRONIT: DIFFIDA AL SINDACO DI BARI

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Questo è il testo del comunicato di “Italia Giusta secondo Costituzione”.

DIFFIDA AL SINDACO DI BARI AD INTERVENIRE
SULLA FIBRONIT
PER SCONGIURARE UNA CATASTROFE

Le associazioni Italia Giusta secondo la Costituzione, Lipu, Ruotalibera, Wwf, Adirt hanno fatto notificare dall’ufficiale giudiziario al Sindaco di Bari una diffida perché intervenga, usando i propri poteri sostitutivi, per la eliminazione in emergenza delle situazioni di pericolo all’interno della Fibronit, la “bomba ambientale”? che – situata com’è al centro di Bari, con le sue centinaia di tonnellate di amianto – minaccia di provocare, da un momento all’altro, una vera e propria catastrofe ecologica e il rischio della vita di decine di persone. Una catastrofe che, come in molti altri casi in Italia, sarebbe una catastrofe ampiamente annunciata e determinata solo dall’inerzia.

L’iniziativa delle associazioni parte dalla considerazione che “tutti gli accertamenti tecnici finora eseguiti denunciano l’insostenibile situazione di gravissimo pericolo per l’ambiente e per la salute pubblica. Nessuno ormai contesta l’assunto”?. In particolare si rileva che, anche da una più recente consulenza tecnica fatta compiere dal pubblico ministero che indaga sulla vicenda: a) è accertata l’assoluta precarietà  di alcuni manufatti all’interno della Fibronit il cui possibile ed anzi probabile crollo provocherebbe la diffusione nell’ambiente di polveri di amianto; b) e’ stato accertato che la falda acquifera è ormai contaminata dall’amianto a dispetto di un’imprudente, inutile e dannosa copertura del terreno con brecciolina (“stabilizzato”?)”?.

Nella diffida si afferma che il Sindaco di Bari deve “intervenire direttamente, in sostituzione e in danno della Fibronit, quanto meno ad:
a) assicurare la inertizzazione dei manufatti pericolanti;
b) impedire l’ulteriore contaminazione della falda acquifera nell’area Fibronit.
Le associazioni aggiungono che, “in mancanza di concreti provvedimenti in termini tecnici già  indicati nella consulenza compiuta dal Pm, entro 30 giorni”? dalla notifica della diffida “saranno interessate le competenti autorità  giudiziarie”?.

Nel documento fatto notificare al Sindaco si sottolinea che “la drammatica questione Fibronit si trascina – in modo visibile – almeno dal 1994. Nel 1993, dopo la denuncia-segnalazione di alcuni cittadini, la questione fu posta all’attenzione del governo. Il ministro Guzzanti, rispondendo ad un’interrogazione del deputato Nicola Magrone, riconobbe che da apposite indagini del ministero della sanità  il quartiere Japigia di Bari era risultato “ad alto rischio ambientale”? a causa di residui di materiale in cemento-amianto nella fabbrica Fibronit dove erano ancora depositate 170 tonnellate di manufatti in cemento-amianto”?.
Da quell’epoca – rilevano le associazioni – “un impressionante carteggio Comune di Bari/Fibronit ha sostanzialmente avvolto in una formale disputa giuridico-amministrativa il problema sostanziale: il quartiere Japigia di Bari (e non solo quello) ha subà­to e ancora subisce la devastante presenza di amianto nell’area della ormai ex Fibronit”?. “La situazione – proprio a causa del trascorrere del tempo – diventa sempre piຠaggressiva e capace di provocare una catastrofe”?.
In questa situazione, soprattutto per la messa in sicurezza di emergenza, “tutto è stato detto – sisottolinea nella diffida – ma nulla è stato fatto”?. “Anche l’ultima ordinanza del Sindaco di Bari (26.10.02) – si rileva – oscilla tra sollecitazioni e minacce alla Fibronit”?.
Perciò, proprio sulla messa in sicurezza di emergenza le associazioni Italia Giusta secondo la Costituzione, Lipu, Ruotalibera, Wwf, Adirt “rivendicano il dovere (oltre che il diritto) di pretendere che si adottino misure in concreto e non piຠsolo sulla carta; e che si adottino attivando i poteri sostitutivi del Comune finora sistematicamente minacciati ma mai esercitati”?.

a cura di
“ITALIA GIUSTA secondo la Costituzione”, convenzione promossa dalla rivista Sudcritica e dalla fondazione onlus “Popoli & Costituzioni”, http://digilander.libero.it/italiagiusta,
e-mail: italiagiusta@libero.it

Spring Day in Europe – 21st March 2003

The EU would like as many European Schools as possible to organize events that focus on a European theme on or around 21st March 2003. These can take any form: a school debate, a meeting with celebrities or experts involved in European matters, or an event that celebrates European culture. Pupils can even debate with schools in different regions or countries by organizing visits and internet debates. By taking part in Spring Day, young people can understand more about the EU and have their say in the future of Europe.

Schools can register their participation on the website. Participating schools will be presented with a certificate and will also be eligible for a ”˜myEUROPE/Spring Day’ award, worth a total of €20,000 in prize money.

More ideas are available from the Spring Day website. The ”˜Spring Teachers Team’ is a group of volunteer teachers from 28 European countries who can provide help and information to participating schools. Teachers can also join online discussion forums, chat online in the ”˜Plaza’, and even contribute a video clip explaining their own ideas for Spring Day. A newsletter will provide regular updates, and the site will expand as more schools join the project over the next three months.

The European Schoolnet (EUN) is also supporting Spring Day in Europe by providing ideas, tools and activities. They are also building European Spring Day schools networks to help bring schools from different regions and countries together.

Spring Day is an initiative of the European Convention. The aim of Spring Day is to encourage all manner of debate and discussion on Europe and what that means. Participants need not necessarily support the European Convention’s ideas ”“ some young people may feel that the European Union is not a good idea, or that a European Constitution is not needed – and the Convention would like contributions from these people too.

More information:
European Schoolnet

Gaber: Qualcuno era comunista

Qualcuno era comunista

Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia.
Qualcuno era comunista perché il nonno, lo zio, il papà , … La mamma no.
Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il comunismo come il paradiso terrestre.
Qualcuno era comunista perché si sentiva solo.
Qualcuno era comunista perché aveva avuto un’educazione troppo cattolica.
Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche: lo esigevano tutti.
Qualcuno era comunista perché glielo avevano detto.
Qualcuno era comunista perché non gli avevano detto tutto.
Qualcuno era comunista perché prima (prima, prima…) era fascista.
Qualcuno era comunista perché aveva capito che la Russia andava piano, ma lontano… (!)
Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona.
Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona…
Qualcuno era comunista perché era ricco, ma amava il popolo…
Qualcuno era comunista perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari.
Qualcuno era comunista perché era così ateo che aveva bisogno di un altro Dio.
Qualcuno era comunista perché era così affascinato dagli operai che voleva essere uno di loro.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di fare l’operaio.
Qualcuno era comunista perché voleva l’aumento di stipendio.
Qualcuno era comunista perché la rivoluzione?… oggi, no. Domani, forse. Ma dopodomani, sicuramente!
Qualcuno era comunista perché… “la borghesia il proletariato la lotta di classe, cazzo!”…
Qualcuno era comunista per fare rabbia a suo padre.
Qualcuno era comunista perché guardava solo RAI3.
Qualcuno era comunista per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione.
Qualcuno era comunista perché voleva statalizzare TUTTO!
Qualcuno era comunista perché non conosceva gli impiegati statali, parastatali e affini…
Qualcuno era comunista perché aveva scambiato il materialismo dialettico per il Vangelo Secondo Lenin.
Qualcuno era comunista perché era convinto di avere dietro di sè la classe operaia.
Qualcuno era comunista perché era più comunista degli altri.
Qualcuno era comunista perché c’era il Grande Partito Comunista.
Qualcuno era comunista malgrado ci fosse il Grande Partito Comunista.
Qualcuno era comunista perché non c’era niente di meglio.
Qualcuno era comunista perché abbiamo avuto il peggiore partito socialista d’Europa!
Qualcuno era comunista perché lo Stato, peggio che da noi, solo l’Uganda…
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di quarant’anni di governi democristiani incapaci e mafiosi.
Qualcuno era comunista perché Piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l’Italicus, Ustica, eccetera, eccetera, eccetera!…
Qualcuno era comunista perché chi era contro, era comunista!
Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia!
Qualcuno, qualcuno credeva di essere comunista, e forse era qualcos’altro.
Qualcuno era comunista perché sognava una libertà  diversa da quella americana.
Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo, perché sentiva la necessità  di una morale diversa.
Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno.
Era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.
Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come più di se stesso: era come due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana, e dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo, per cambiare veramente la vita.
No, niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare, come dei gabbiani ipotetici.
E ora?
Anche ora ci si sente in due: da una parte l’uomo inserito, che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana, e dall’altra il gabbiano, senza più neanche l’intenzione del volo. Perché ormai il sogno si è rattrappito.
Due miserie in un corpo solo.

    – Giorgio Gaber & Sandro Luporini
    (da “E pensare che c’era il pensiero”, 1995)

Progetti Pilota su Educazione ai Diritti Umani

I progetti pilota permetteranno una maggiore visibilità  e un impatto diretto del programma a livello locale. Essi sono complementari al resto del programma per i giovani sull’educazione ai diritti umani e ad altre attività  della Direzione Gioventù e Sport del Consiglio d’Europa.

I progetti devono:* essere direttamente legati ai giovani e all’educazione ai diritti umani o a tematiche specifiche stabilite nel programma; * essere ideati e gestiti da un’associazione locale, un’istituzione o un gruppo giovanile che lavora direttamente con i bambini, i giovani o un gruppo specifico definito nel programma; * svolgere una funzione legata all’spetto didattico o di sensibilizzazione; * riguardare principalmente giovani al di sotto dei 30 anni; * integrare l’apprendimento interculturale nel suo approccio didattico; * possedere un carattere innovativo (in termini di metodologia, destinatari, etc.); * essere aperto ad altri partner del programma per i giovani sull’educazione ai diritti umani e prevedere l’utilizzo delle risorse create dal programma (ad es. il Manuale sull’Educazione ai Diritti Umani); *avere un chiaro impatto locale, pur restando aperto alle reti europee; * presentare una dimensione europea, sia coinvolgendo più di un paese, che prendendo in considerazione il contesto europeo; *seguire i principi educativi di base del settore per i giovani del Consiglio d’Europa; * essere realizzato tra il Marzo 2003 e il Marzo 2004.

I progetti selezionati possono ricevere finanziamenti fino ad un massimo di 7.600 Euro.
L’erogazione dei finanziamenti avverrà  tramite la Fondazione Giovanile Europea.

Le domande vanno presentate alla Fondazione Giovanile Europea entro una delle seguenti scadenze: 1 Febbraio 2003, 1 Maggio 2003, 1 Ottobre 2003.

Ulteriori informazioni:
http://www.eycb.coe.int/eycbwwwroot/HRE/ENG/pilot_project_guidelines.asp
Ulteriori informazioni sul Programma Giovanile sui Diritti Umani: http://www.coe.int/hre e sul sito del Centro Giovanile Europeo di Budapest: http://eycb.coe.int.

Per richieste specifiche sui progetti pilota sull’educazione ai diritti umani:
European Youth Centre Budapest
Zivatar utca 1-3
H-1024 BUDAPEST, Hungary
Tel: + 36 1 212 40 78
Fax: + 36 1 212 40 76
E-mail: eycb.secretariat@coe.int

Giornata Internazionale del Volontariato: dati sullo SVE

Ogni anno permette a 3.500 giovani dei paesi partecipanti di trascorrere tra i 6 e i 12 mesi all’estero.
Lo SVE offre ai giovani (18-25 anni) volontari un’esperienza di apprendimento interculturale al di fuori dei circuiti formali, in una vasta gamma di settori (sociale, culturale, ambientale, sportivo, etc). I progetti SVE sono normalmente individuali. Tuttavia, lo SVE può finanziare progetti che arrivano a comprendere fino a 60 volontari.
Nel quadro dello SVE, destinatari importanti sono i giovani con opportunità  limitate per motivi socio-economici, geografici o di salute, che normalmente non avrebbero la possibilità  di partecipare ad attività  transnazionali internazionali.

A ciascun volontario viene consegnato un certificato SVE per facilitare il riconoscimento della sua esperienza. I volontari ricevono vitto e alloggio, assicurazione e una piccola somma per le spese personali, che cambia a seconda del paese di accoglienza (di media 200 Euro).

Allo SVE si riconosce un’alta qualità , poiché offre a ciascun volontario un’adeguata formazione (compresa quella linguistica) e supporto personale lungo tutto l’arco del progetto.

Sviluppi dello SVE ”“ GIOVENTU’
*Dal 2002 la Commissione incoraggia fortemente, nel quadro del programma GIOVENTU’, la cooperazione transnazionale tra gli Stati membri UE e i paesi candidati. Per questo obiettivo sono stati stanziati ulteriori 10 milioni di Euro.
*I volontari SVE forniscono un valido aiuto per l’organizzazione e la realizzazione di attività  nel quadro delle Capitali Europee della Cultura: volontari SVE di diversi paesi partecipanti si trovano quest’anno a Bruges e si recheranno a Graz nel 2003.
*La Commissione ha lanciato un nuovo concetto di lavoro volontario collettivo per i maggiori avvenimenti sportivi, tenendo sempre saldi i principi dello SVE e in particolare l’equilibrio tra servizio e apprendimento. I Giochi Olimpici Estivi Speciali per gli atleti mentalmente disabili che si terranno nel Giugno 2003 in Irlanda e i Giochi Olimpici ad Atene nel 2004 vedranno applicati per la prima volta questi concetti e riceveranno approssimativamente 200 volontari SVE.
*La Commissione ha proposto nell’Ottobre 2002 una direttiva, che porti alla definizione di condizioni di ingresso comuni per i volontari dei paesi terzi che entreranno nell’UE entro il 2005.
*Nel 2002 un progetto chiamato “Volunteers’ Odissee”? ha permesso a 7 gruppi di giovani reporter volontari di visitare e filmare 49 siti nel mondo, tra questi vi erano sette progetti SVE. Lo scopo del progetto è di promuovere il concetto del volontariato attraverso un approccio giovanile e innovativo. Il progetto riceve 80.000 Euro dalla CE.

Libro Bianco “Gioventù”? e servizio volontario
Il Libro Bianco sulla Gioventù, adottato dalla Commissione Europea nel Novembre 2001 presenta il servizio volontario tra i giovani come priorità  tematica. Questa priorità  intende migliorare le condizioni generali del servizio volontario, rimuoverne gli ostacoli e incrementarlo tra i giovani a tutti i livelli. Il tema verrà  affrontato anche dagli Stati membri UE in tutto il 2003 nel Metodo di Coordinamento Aperto per definire e realizzare obiettivi comuni.

maggiori informazioni ai siti
www.eurodesk.it
www.gioventu.it

Due progetti per i giovani e l’Europa.

La scadenza per presentare le candidature è il 25 gennaio 2003. I moduli di
iscrizione possono essere richiesti all’e-mail info@sci-italia.it
specificando il titolo del progetto scelto e mandando il messaggio
all’attenzione di Carlo Dojmi di Delupis.
Grazie per l’attenzione

Carlo Dojmi di Delupis
[Coordinatore EVS – SCI-Italia]

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EVS HUMAN RIGHTS MESSENGERS IN EUROPE

Peace and Human Rights Umbrella Project of GATE
Da Maggio a Ottobre 2003
SCADENZA PER LE APPLICATION FORM: 25 GENNAIO 2003

Progetto: L’obiettivo principale del progetto consiste nel promuovere
azioni di sensibilizzazione sul tema dei Diritti Umani tra i giovani in
Europa. I destinatari saranno gruppi di volontari partecipanti ai campi di
lavoro SCI e a i campi di lavoro presso associazioni partners dello SCI.

Lavoro: varierà  a seconda del paese di destinazione, include comunque:
– Incontri con ONG che lavorano nel campo dei diritti umani per conoscere e
scambiare esperienze su progetti passati e futuri
– Raccolta di materiale sui Diritti Umani nel paese di destinazione
– Preparazione di workshops sul tema dei Diritti Umani e attività  SCI
correlate
– Visite ai campi di lavoro per promuovere workshops sul tema dei Diritti
Umani fondamentali
– Sviluppare un network tra gli Human Rights Messengers e gli altri
volontari coinvolti in attività  sui diritti umani in diversi paesi
– Preparare una pubblicazione sui Diritti Umani (Peace Guide) che può
essere utilizzata in ambito SCI.
È prevista anche la possibilità  di essere coinvolti nel coordinamento dei
campi di lavoro e nelle attività  di formazione per i coordinatori.

Alloggio: è prevista una sistemazione basica a cura delle organizzazioni di
accoglienza.

Paesi coinvolti nel progetto: Grecia, Italia, Germania, Francia, Finlandia,
Svezia, Polonia, Romania, Slovenia, Bulgaria, Lituania, Azerbaijan, Croazia
e Kosovo.

Periodo: 6 mesi dal 1° maggio 2003 al 31 ottobre 2003.

Lingua: Essenziale una buona conoscenza della lingua inglese (sia scritta
che parlata).

Requisiti: I volontari saranno selezionati a seconda dei loro interessi e
delle motivazioni che riguardano le attività  sui diritti umani.
Dovranno avere la capacità  di lavorare indipendentemente ed essere
disponibili a lavorare in team. I volontari devono rispettare i requisiti
richiesti per i volontari EVS (es. età  tra i 18 e i 25 anni) e avere la
nazionalità  di un paese appartenente all’UE.

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VOLUNTEERS AGAINST RACISM (EVS)

Segreteria Internazionale SCI (Anversa, Belgio)
Durata: 7 aprile 2003/6 aprile 2004
SCADENZA per le CANDIDATURE: 25 GENNAIO 2003

Il progetto su larga scala “Making Space for Peace- Volunteers against
Racism” è diretto allo sviluppo di strumenti per la lotta contro il
razzismo e sarà  coordinato dall’European Development Worker (Mihai Crisan)
presso la Segreteria Internazionale SCI ad Anversa.

Il volontario EVS dovrà  sostenere l’organizzazione nella realizzazione del
progetto e lavorerà  in collaborazione con l’EDW.
Il progetto è ancora in attesa di una conferma da parte della Commissione
Europea e non avrà  luogo in caso di mancata approvazione. A metà  febbraio è
prevista la risposta della Commissione. Le candidature devono essere
presentate comunque entro il 25 gennaio 2003.

Profilo del volontario:
-· Interesse nel lavoro e nelle attività  del S.C.I.
-· Capace di lavorare autonomamente ed in team
-· Inglese fluente parlato e scritto
-· Capacità  di utilizzo di MS Word e Excel
-· Familiarità  nell’utilizzo di Internet e dell’e-mail
-· Conoscenza di base di web authoring (Front Page o altri programmi, HTML o
PHP)
-· Interesse nella possibilità  di sviluppare e gestire siti web
-· Età  minima 20 anni
-· Legalmente idoneo a svolgere un anno di volontariato in Belgio

Condizioni di servizio
-· Ambiente di lavoro stimolante
-· Possibilità  di approfondire la conoscenza dell’associazione a livello
internazionale
-· L’indennità  per il volontario è di 400 euro al mese (cifra sufficiente in
Belgio per i costi di vitto e attività  per il tempo libero).
-· Alloggio fornito dalla Segreteria Internazionale SCI (camera singola in
appartamento condiviso con altre persone).
-· 37.5 ore di lavoro settimanali
-· 1.75 giorni liberi al mese
-· L’assicurazione del volontario è coperta dallo schema assicurativo AXA
fornita dalla Commissione Europea
-· Lo SCI sosterrà  le spese e i costi previsti dal progetto e inerenti al
lavoro.
-· La Commissione Europea prevede un rimborso per i costi di viaggio
sostnuti dal volontario per arrivare in Belgio all’inizio del periodo di
servizio e per tornare a casa al termine.

Per maggiori informazioni contattare Carlo Dojmi di Delupis presso la Segr.
Nazionale SCI-Italia.



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