Ti ricordi Pertini?

Il testo seguente e’ la dimostrazione che certe volte quando usi Google o un altro motore di ricerca rischi di perdere tempo ma puoi avere la fortuna di imbatterti in pagine di storia che non solo ti fanno tornare indietro negli anni ma ti inducono a riflettere su molti temi del presente (pace, guerra, contingenti militari all’estero, Palestina, Israele, i massacri di Sabra e Chatila, di cui si macchio’ l’attuale primo ministro di Israele Sharon ricevuto in pompa magna l’altro giorno a Roma) di come cambia il linguaggio, lo stile e su tante altre cose. Leggetevi questo messaggio di fne anno del 31 dicembre 1983 di un grande italiano: il presidente della Repubblica Sandro Pertini. Un uomo che diceva che fanno bene i giovani a scendere in campo per la pace (“fanno bene a scendere in piazza e a volere la pace. Se tutti i popoli della terra potessero trovarsi uniti e potessero quindi coralmente esprimere il loro desiderio, la loro volonta’, tutti si espirmerebbero per la pace, contro la guerra”).

Pensate per un attimo alla retorica della guerra di questi ultimi anni. Cosa avrebbe detto Pertini? Non lo sapremo mai. Certo ci avrebbe aiutato. Leggete questo messaggio e pensate alla retorica impostata ma forse meno autentica dell’attuale presidente. Sembra passato un secolo.

Volete sapere come mi sono imbattuto in questo messaggio? Banalissimo. Stavo facendo una ricerca, con scarso successo, su un virus che attacca gli agrumi denominato “tristezza degli agrumi” (entrambe parole contenute nel messaggio qui sotto) e sono finito a Pertini. Quando si dice la combinazione

Sandro Pertini

MESSAGGIO DI FINE ANNO AGLI ITALIANI

Palazzo del Quirinale 31 dicembre 1983

ITALIANE E ITALIANI, MIEI CONNAZIONALI,

VI CONFESSO CHE SONO TITUBANTE A PARLARVI, PERCHE’ NON VORREI TURBARE LA VOSTRA FESTA IN ATTESA DEL NUOVO ANNO CON NOTE DI TRISTEZZA. MA PERDURA IN ME L’ ANGOSCIA E IL DOLORE CHE TROVAI A LA SPEZIA. TRENTAQUATTRO BARE, AMICI MIEI, TRENTAQUATTRO BARE, LI’ SUL PAVIMENTO DELLA CHIESA, IN QUATTRO FILE, IL PIANTO DELLE MADRI DI QUESTI GIOVANI VENTENNI, DELLE LORO RAGAZZE, FIDANZATE.

HO CERCATO DI DARE CONFORTO A TUTTI, MA IL MIO DOLORE ERA PROFONDO COME IL LORO. TRENTAQUATTRO VITE STRONCATE. QUESTE FAMIGLIE PASSERANNO UN PRIMO DELL’ ANNO TRISTISSIMO. ED IO SONO CON LORO SPIRITUALMENTE, MI CREDANO: CONDIVIDO IL LORO DOLORE E LA LORO ANGOSCIA.

VI SONO ALTRE PREOCCUPAZIONI POI CHE DERIVANO DALLA SITUAZIONE INTERNAZIONALE. LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE E’ PREOCCUPANTE. SI SONO TRONCATE LE DISCUSSIONI A GINEVRA. SI SONO TRONCATE ANCHE AD ATENE. A GINEVRA LE DUE SUPERPOTENZE SI SONO LASCIATE, E PARE CHE ANCORA OGGI NON INTENDANO INCONTRARSI. TUTTO QUESTO NON PUO’ NON SUSCITARE PREOCCUPAZIONI IN CHI VIGILA SULLA PACE, IN CHI VUOLE CHE LA PACE VERAMENTE DURI NEL MONDO.

SI GUARDANO CON OSTILITA’ LE DUE SUPERPOTENZE E ADESSO VANNO RINNOVANDO, MI DICONO GLI SCIENZIATI CHE SONO VENUTI A TROVARMI, I LORO ORDIGNI DI GUERRA, PERCHE’ ORMAI LI CONSIDERANO SUPERATI. NE VANNO COSTRUENDO ALTRI PIU’ RAFFINATI, ALTRI CHE DOVREBBERO, NATURALMENTE, ESSERE PIU’ MICIDIALI.

SE PER DANNATA IPOTESI, L’ HO DETTO ALTRE VOLTE MA CONVIENE RIPETERLO, SE QUESTI ORDIGNI FOSSERO USATI SAREBBE LA FINE DELL’ UMANITA’ .

IO SONO CON COLORO CHE MANIFESTANO PER LA PACE. E’ TROPPO FACILE DIRE CHE QUESTE MANIFESTAZIONI SONO STRUMENTALIZZATE. SONO GIOVANI CHE SCENDONO IN PIAZZA E VOGLIONO DIFENDERE LA PACE, QUINDI VOGLIONO DIFENDERE IL LORO AVVENIRE. E C’ E’ DA TREMARE, NON SI PUO’ RIMANERE INDIFFERENTI DI FRONTE A QUELLO CHE STA ACCADENDO E CHE PUO’ ACCADERE CON UNA NUOVA GUERRA. SAREBBE L’ ULTIMA GUERRA, PERCHE’ SAREBBE LA FINE DELL’ UMANITA’ INTERA.

E MENTRE SI SPENDONO MILIARDI PER COSTRUIRE QUESTI ORDIGNI DI MORTE, 40 MILA BAMBINI MUOIONO DI FAME OGNI GIORNO, 40 MILA BAMBINI. QUESTA MORTE DI INNOCENTI PESA SULLA COSCIENZA DI TUTTI GLI UOMINI DI STATO, QUINDI PESA ANCHE SULLA MIA COSCIENZA.

VI E’ STATO ANCHE L’ INCONTRO AD ATENE. IO SPERAVO CHE AD ATENE I CAPI DI STATO RAGGIUNGESSERO UN ACCORDO PER DAR VITA VERAMENTE ALL’ UNITA’ EUROPEA, PER FARE DELL’ EURO A UNA GRANDE NAZIONE CHE CON IL SUO POTENZIALE UMANO, TECNOLOGICO, CON LA SUA TRAZIONE STORICA, FAREBBE SENTIRE IL SUO PESO FRA LE DUE SUPERPOTENZE. INVECE AD ATENE SI E’ IMPEDITA QUESTA VERA UNITA’ EUROPEA.

SI VOGLIONO ESCLUDERE NAZIONI COME LA SPAGNA E IL PORTOGALLO PER LA QUESTIONE DEGLI AGRUMI, DEL VINO. QUESTO E’ UN RAGIONARE DA MERCANTI, NON E’ PIU’ RAGIONARE DA UOMINI POLITICI CHE HANNO A CUORE VERAMENTE LE SORTI DELL’ EUROPA E QUINDI DEL MONDO INTERO.

IO SONO MOLTO AMICO DEL RE DI SPAGNA, CHE E’ NATO QUI, E’ VISSUTO QUI IN ITALIA, UN GIOVANE CORAGGIOSO, CHE HA SAPUTO – E QUESTO E’ IL SUO MERITO – FARE IL TRAPASSO DA UNA DITTATURA DURATA 40 ANNI ALLA DEMOCRAZIA SENZA SPARGIMENTO DI SANGUE; CHE E’ RIUSCITO A BLOCCARE IL ”GOLPE” CHE SI ERA MESSO IN ATTO PER ABBATTERE LA DEMOCRAZIA. IO LO CONOSCO. MI ONORO DI ESSERGLI MOLTO AMICO. ED EGLI E’ AMAREGGIATO PERCHE’ LA SPAGNA VIENE TENUTA FUORI DALLA COMUNITA’ EUROPEA. COME SI PUO’ PARLARE QUINDI DI UNITA’ DELL’ EUROPA QUANDO SI TENGONO FUORI DALL’ EUROPA DUE NAZIONI COME LA SPAGNA E COME IL PORTOGALLO?.

QUINDI NON POSSIAMO NON ESSERE PREOCCUPATI. PREOCCUPATI PERCHE’ LA PACE, A MIO AVVISO, HA I PIEDI DI ARGILLA. I DUE COLOSSI SI GUARDANO IN CAGNESCO E NON RIESCONO A TROVARE UN’ INTESA. IO FACCIO UN’ AFFERMAZIONE CHE POTRA’ SEMBRARE ASSURDA A QUALCHE UOMO POLITICO: RITENGO CHE BISOGNA ARRIVARE AL DISARMO TOTALE E CONTROLLATO.

SCIENZIATI PREMI NOBEL CHE MI SONO VENUTI A TROVARE QUI’ MI HANNO DETTO CHE IO HO RAGIONE, PERCHE’ PUO’ ESSERE CONTROLLATO IL DISARMO. E SE VERAMENTE I DUE BLOCCHI, LE DUE SUPERPOTENZE VOGLIONO LA PACE DEVONO GIUNGERE A QUESTA CONCLUSIONE: DISARMO TOTALE E CONTROLLATO. E I MILIARDI CHE SPERPERANO PER COSTRUIRE ORDIGNI DI MORTE, CHE SE USATI COSTITUIREBBERO LA FINE DELL’ UMANITA’ , SIANO USATI PER SFAMARE CHI NEL MONDO IN QUESTO MOMENTO STA MORENDO DI FAME.

IO SONO STATO, AMICI MIEI, NEL LIBANO A TROVARE I NOSTRI BRAVI RAGAZZI. HO PASSATO CON LORO QUELLA CHE UNA VOLTA ERA LA FESTA NAZIONALE, IL 4 NOVEMBRE. HO DETTO SCHERZOSAMENTE: ”IO NON ARRIVO CON I CAPI DI STATO MAGGIORE; SONO ARRIVATO CON CENTO BOTTIGLIE DI LAMBRUSCO E CON CENTO PANETTONI.

BRAVI QUESTI NOSTRI SOLDATI, BRAVISSIMI.

ECCO, IO MI SONO CHIESTO, CHIEDETEVELO ANCHE VOI, AMICI MIEI: ”COME MAI IL NOSTRO CONTINGENTE NON E’ STATO FATTO BERSAGLIO DA PARTE DI ATTACCHI PRODITORI COME IL CONTINGENTE AMERICANO O IL CONTINGENTE FRANCESE?”. LASCIAMO LA PAROLA AD UN OSSERVATORE STRANIERO, AD UN GIORNALISTA DEL ”WASHINGTON POST”. VOI SAPETE CHE IL ”WASHINGTON POST” E’ UN GIORNALE AMERICANO MOLTO DIFFUSO E MOLTO SERIO. SCRIVE SUL SUO GIORNALE QUESTO GIORNALISTA: “IL CONTINGENTE MILITARE ITALIANO A BEIRUT SI STA COMPORTANDO MOLTO BENE. SI FA AMARE DALLA POPOLAZIONE ED HA AVUTO IL MINOR NUMERO DI VITTIME E DI DANNI RISPETTO AD AMERICANI E FRANCESI. DIFATTI – CONTINUA SEMPRE IL WASHINGTON POST – LE STATISTICHE SOTTOLINEANO IL LIVELLO DEL SUCCESSO ITALIANO IN LIBANO. MENTRE IL CORPO DEI MARINES CONTA FINORA OLTRE 240 MORTI ED I FRANCESI HANNO PERDUTO 76 UOMINI, IN 14 MESI GLI ITALIANI HANNO PERDUTO UN SOLO UOMO.

“QUESTO MALGRADO IL FATTO CHE IL LORO CONTINGENTE E’ IL PIU’ NUMEROSO DI TUTTI. SECONDO MOLTISSIMI OSSERVATORI I MOTIVI DI QUESTO CONTRASTO SONO DA RICERCARE ANZITUTTO NEL FATTO CHE A DIFFERENZA DEGLI AMERICANI E DEI FRANCESI GLI ITALIANI MANTENGONO A BEIRUT UNA STRETTA IMPARZIALITA’, CHE OFFRE LORO LA MIGLIORE PROTEZIONE TRA LA POPOLAZIONE LIBANESE. MENTRE GLI AMERICANI SONO ISOLATI ED ASSERRAGLIATI NELLE LORO POSIZIONI INTORNO ALL’ AEROPORTO DI BEIRUT, GLI ITALIANI PATTUGLIANO I VASTI SOBBORGHI A MERIDIONE DELLA CITTA’ E CONTROLLANO CON ESTREMA EFFICACIA I CAMPI DI SABRA E CHATILA,

“INOLTRE HANNO UN OSPEDALE DA CAMPO, 24 ORE SU 24 ORE, CHE CURA GRATUITAMENTE ANCHE I CIVILI E DISTRIBUISCE DIVERSE TONNELLATE DI FARMACI OGNI MESE. TRA I CONTINGENTI AMERICANO, FRANCESE E ITALIANO ESISTONO ANCHE DIFFERENZE MILITARI – CONTINUA IL WASHINGTON POST -. MENTRE I CANNONI AMERICANI LO SCORSO ANNO HANNO FATTO PIOVERE TONNELLATE DI ESPLOSIVO SUI RIBELLI TRINCERATI SULLE MONTAGNE, ED I ‘JET’ FRANCESI LA SETTIMANA SCORSA HANNO SCATENATO LA RAPPRESAGLIA SUGLI SCIITI, FINORA GLI ITALIANI SONO RIMASTI AL DI SOPRA DELLE PARTI, CONTINUANDO A DIFENDERE IL LORO RUOLO DI FORZA DI PACE. UNO DEI PUNTI A FAVORE DEL CONTINGENTE ITALIANO E’ ANCHE IL LORO OSPEDALE DA CAMPO – AGGIUNGE IL QUOTIDIANO -. HA 75 POSTI LETTO CHE DEVONO SERVIRE SOLO AI MILITARI, INVECE OGNI MESE CURA PIU’ DI MILLE CITTADINI DEL POSTO’ ”.

ECCO LA DIFFERENZA FRA NOI ED I FRANCESI E GLI AMERICANI MESSA IN EVIDENZA DA UN GIORNALE AMERICANO DI GRANDE TIRATURA.

IO NE VADO ORGOGLIOSO. SI BRAMA SEMPRE DIRE CHE LE ALTRE NAZIONI SONO SUPERIORI ALLA NOSTRA, LO DICONO ANCHE DEGLI ITALIANI, MA QUI DIAMO PROVA DI BUON SENSO CON I NOSTRI SOLDATI. IO LI HO VISITATI QUESTI SOLDATI, BRAVI, GENEROSI. RICORDO CHE SI E’ STRETTO A ME QUELLO CHE VIENE CONSIDERATO UN PO’ LA ”MASCOTTE” DEL CONTINGENTE. E’ UN RAGAZZO PALESTINESE CHE HA IMPARATO BENISSIMO L’ ITALIANO. MANDO IL MIO SALUTO PATERNO A QUESTO CARO RAGAZZO, MUSTAFA’ .

E QUESTI SOLDATI, SOTTO LA GUIDA DEL BRAVISSIMO GENERALE ANGIONI, CERCANO VERAMENTE DI FARE OPERA DI PACE IN QUELLA TORMENTATA REGIONE. ADESSO SONO PARTITI I PALESTINESI. HA AVUTO INIZIO LA LORO ”DIASPORA”. UNA VOLTA FURONO GLI EBREI A CONOSCERE LA ”DIASPORA”. VENNERO DISPERSI, CACCIATI DAL MEDIO ORIENTE E DISPERSI PER IL MONDO; ADESSO SONO INVECE I PALESTINESI.

EBBENE IO AFFERMO ANCORA UNA VOLTA CHE I PALESTINESI HANNO DIRITTO SACROSANTO AD UNA PATRIA ED A UNA TERRA COME L’ HANNO AVUTA GLI ISRAELITI.

SONO STATO ANCHE IN GIORDANIA. RE HUSSEIN MI HA CONVINTO DI ESSERE UN UOMO VERAMENTE SAGGIO, CHE VUOLE LA PACE. EGLI SI ADOPERA IN TUTTI I MODI PERCHE’ LA PACE IN QUELLA REGIONE SI VERIFICHI. DICO QUESTO PERCHE’ SIA IL CONTRASTO CHE VI E’ OGGI, COPERTO DAL SILENZIO, TRA L’ UNIONE SOVIETICA E GLI STATI UNITI D’ AMERICA, SIA QUANTO AVVIENE NEL LIBANO PUO’ SEMPRE MINACCIARE LA PACE NEL MONDO E PUO’ FARCI CADERE QUINDI NELLA GUERRA NUCLEARE.

IO SONO DECISAMENTE CONTRARIO A CHE IL NOSTRO CONTINGENTE SIA COINVOLTO NEL LIBANO IN UNA GUERRA, SIA PURE LOCALE. SE IL NOSTRO CONTINGENTE PUO’ SVOLGERE OPERA DI PACE, RIMANGA IN LIBANO, MA SE NEL LIBANO SI CREANO CONDIZIONI TALI DA SCATENARE UN CONFLITTO, NOI DOBBIAMO TOGLIERE IL NOSTRO CONTINGENTE E LASCIARE A BEIRUT SOLTANTO L’ OSPEDALE DA CAMPO. QUESTO E’ IL MIO PENSIERO PERSONALE, CHE NON VUOLE INFLUIRE SUL PENSIERO DEL GOVERNO.

IO SONO STATO, RIPETO, NEL LIBANO. HO VISITATO QUELLA TORMENTATA REGIONE, I CIMITERI DI CHATILA E SABRA. E’ UNA COSA CHE ANGOSCIA VEDERE QUESTO CIMITERO DOVE SONO SEPOLTE LE VITTIME DI QUEL MASSACRO ORRENDO. IL RESPONSABILE DI QUEL MASSACRO ORRENDO E’ ANCORA AL GOVERNO IN ISRAELE.

E QUASI VA BALDANZOSO DI QUESTO MASSACRO FATTO. E’ UN RESPONSABILE CUI DOVREBBE ESSERE DATO IL BANDO DELLA SOCIETA’ . E’ STATO UN MASSACRO, MI HANNO DETTO QUELLI DEL POSTO, TREMENDO; QUANTE VITTIME HA FATTO.

VI E’ QUESTA PREOCCUPAZIONE QUINDI DELLA GUERRA NUCLEARE. FANNO BENE I GIOVANI A PREOCCUPARSI. D’ ALTRA PARTE HANNO RAGIONE: SI PREOCCUPANO DEL LORO AVVENIRE. NOI SIAMO AL TRAMONTO DELLA NOSTRA ESISTENZA, LORO HANNO DINANZI A SE’ TUTTA UNA VITA. ED HANNO RAGIONE DI VOLER VIVERE IN PACE LA LORO ESISTENZA.

QUINDI IO SONO CON QUESTI GIOVANI. OH, VI SONO ALTRE PREOCCUPAZIONI, NON VI E’ DUBBIO, CHE SORGONO DAL MIO ANIMO ANCHE IN QUESTO MOMENTO. PARLIAMO DEL TERRORISMO. DOBBIAMO RICONOSCERE CHE IL TERRORISMO OGGI IN ITALIA SI PUO’ DIRE VINTO.

MI DICONO I RESPONSABILI, I COMPETENTI, CHE VI SONO IN CARCERE 400 TERRORISTI CHE PARLANO. VOI SAPETE CHE QUANDO UNO PARLA VUOL DIRE CHE SI RICONOSCE SCONFITTO. QUESTO TORNA AD ONORE DEL POPOLO ITALIANO. DOVREBBERO PRENDERNE ATTO GLI STRANIERI CHE SONO COSI’ ALTEZZOSI NEL GIUDICARE IL POPOLO ITALIANO.

IL TERRORISMO, E’ VERO, E’ STATO VINTO PER OPERA DELLE FORZE DELL’ ORDINE, CARABINIERI AGENTI DI PS. QUANTE VITTIME VI SONO STATE FRA I CARABINIERI, GLI AGENTI DI PS E I MAGISTRATI. MA IL TERRORISMO E’ STATO SOPRATTUTTO VINTO DALLA VOLONTA’ DEL POPOLO ITALIANO. CIOE’ IL POPOLO ITALIANO HA FATTO BARRIERA CONTRO IL TERRORISMO.

I DIRIGENTI DEL TERRORISMO, CHE SONO DEGLI SCIAGURATI, ANCHE SE DOTATI DI UNA INTELLIGENZA CRIMINALE E DIABOLICA, SPERAVANO DI FAR LEVA SUL MALCONTENTO DEL POPOLO ITALIANO, MALCONTENTO DIFFUSO PER TANTE RAGIONI DI CARATTERE SOCIALE ED ECONOMICO, E DI TRASCINARE GLI ITALIANI SULLA LORO STRADA DIABOLICA.

QUINDI E’ MERITO ANCHE E SOPRATTUTTO DEL POPOLO ITALIANO CHE HA DIMOSTRATO QUESTA FORZA, QUESTA VOLONTA’ DI DIFENDERE LA DEMOCRAZIA DEL NOSTRO PAESE CHE C’ E’ COSTATA TANTO. QUANTI SACRIFICI, QUALE LOTTA ABBIAMO DOVUTO SOSTENERE PER RICONQUISTARE LA LIBERTA’ PERDUTA, PER RICONQUISTARE LA DEMOCRAZIA NEL NOSTRO PAESE.

VI E’ LA DISOCCUPAZIONE CHE CI PREOCCUPA, PREOCCUPAZIONE FONDATA. MENTRE IO PARLO VI SONO DELLE FAMIGLIE CHE SONO INTORNO AD UNA TAVOLA NUDA, DISADORNA. SONO LE FAMIGLIE DEI DISOCCUPATI, DI COLORO CHE NON HANNO LAVORO. LA DISOCCUPAZIONE E’ UN MALE TREMENDO, AMICI MIEI. IO QUANDO PER VIVERE ONESTAMENTE SOTTO IL FASCISMO DOVETTI LASCIARE L’ ITALIA, E PER VIVERE ONESTAMENTE MI MISI A FARE L’ OPERAIO, HO CONOSCIUTO LA DISOCCUPAZIONE E COSI’ HO CONOSCIUTO LA TRISTE SITUAZIONE DEL DISOCCUPATO.

BISOGNA CHE IL GOVERNO SI ADOPERI PER TROVARE SORGENTI DI LAVORO, PER FARE IN MODO CHE TUTTI GLI ITALIANI ABBIANO UNA OCCUPAZIONE. QUESTO E’ QUELLO CHE DEVE FARE IL GOVERNO, QUESTO E’ QUELLO CHE DEVE FARE IL PARLAMENTO.

VI SONO ALTRI MOTIVI DI PREOCCUPAZIONE. CI PREOCCUPA QUELLO CHE SI VERIFICA CON LA MAFIA IN SICILIA, LA CAMORRA NEL NAPOLETANO E LA ‘NDRANGHETA – NON SO MAI PRONUNCIARE BENE QUESTA PAROLA – IN CALABRIA. PERO’ IO QUI MI PERMETTO DI FARE QUESTA OSSERVAZIONE.

IL POPOLO SICILIANO NON DEVE ESSERE CONFUSO CON LA MAFIA. IL POPOLO SICILIANO E’ UN POPOLO FORTE, POPOLO CHE BEN CONOSCO, PERCHE’ NEGLI ANNI PASSATI, QUANDO ERO PROPAGANDISTA DEL MIO PARTITO, HO GIRATO IN LUNGO E IN LARGO LA SICILIA. LI HO CONOSCIUTI NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE I GIOVANI SICILIANI, CON IL LORO CORAGGIO E LA LORO FIEREZZA.

IL POPOLO SICILIANO E’ UN POPOLO FORTE, GENEROSO, INTELLIGENTE. IL POPOLO SICILIANO E’ IL FIGLIO DI ALMENO TRE CIVILTA’: LA CIVILTA’ GRECA, LA CIVILTA’ ARABA E LA CIVILTA’ SPAGNOLA. E’ RICCO DI INTELLIGENZA QUESTO POPOLO. QUINDI NON DEVE ESSERE CONFUSO CON QUESTA MINORANZA CHE E’ LA MAFIA. E’ UN BUBBONE CHE SI E’ CREATO SU UN CORPO SANO.

EBBENE, CON IL BISTURI, POLIZIA, FORZE DELL’ ORDINE, GOVERNO DEBBONO SRADICARE QUESTO BUBBONE E GETTARLO VIA, PERCHE’ IL POPOLO SICILIANO POSSA VIVERE IN PACE. COSI’ SI DICA DELLA ‘NDRANGHETA IN CALABRIA.

IO HO GIRATO IN LUNGO E LARGO LA CALABRIA. SE VI E’ UN POPOLO GENEROSO, BUONO, PRONTO, DESIDEROSO DI LAVORARE E DI TRARRE DAL SUO LAVORO IL NECESSARIO PER POTER VIVERE DIGNITOSAMENTE, E’ IL POPOLO CALABRESE.

COSI’ IL POPOLO NAPOLETANO CON LA CAMORRA. ANCHE QUI SONO UNA MINORANZA I CAMORRISTI. PARLANO TROPPO DI QUELLO CHE E’ IN CARCERE, CAPO-MAFIA. QUELLO SI SENTE UN EROE. I GIORNALI NE PARLANO TUTTI I GIORNI ED E’ CHIARO CHE ENTRA IL GIORNALE IN CARCERE E LUI SI SENTE UN EROE, QUESTO SCIAGURATO. MA IL POPOLO NAPOLETANO NON PUO’ ESSERE CONFUSO CON LA CAMORRA.

IO SONO STATO ELETTO NELLA PRIMA LEGISLATURA DEPUTATO A NAPOLI. POI HO LASCIATO IL POSTO AD UN ALTRO MIO COMPAGNO E HO OPTATO PER LA MIA GENOVA. IL POPOLO NAPOLETANO E’ UN POPOLO BUONO, GENEROSO, GIOIOSO. AD UN GIOVANE NAPOLETANO BASTA UNA PIZZA ED UN BICCHIERE DI VINO PER CANTARE UNA CANZONE D’ AMORE. E’ UN POPOLO CHE IO AMO PROFONDAMENTE. E NON DEVE ESSERE CONFUSO, RIPETO, CON LA CAMORRA, CHE E’ UN’ ECCEZIONE, E’ UNA MINORANZA, E’ UN MALE, ANCHE QUESTO, IN QUESTO CORPO SANO. E CURIAMO QUESTO MALE E CERCHIAMO DI LIBERARE ANCHE IL POPOLO NAPOLETANO DALLA MALAPIANTA CHE E’ LA CAMORRA.

QUANTE ALTRE COSE SI PRESENTANO ALLA MIA MENTE. MA NON VOGLIO TURBARE QUESTA VOSTRA SERATA, SIETE A TAVOLA, ATTENDETE CHE SORGA IL NUOVO ANNO PER POTERLO SALUTARE CON GIOIA. MA ANCORA QUESTO DESIDERO DIRVI: LE MIE SPERANZE LE RIPONGO TUTTE NELLA GIOVENTU’ ITALIANA.

IO HO INSTAURATO QUI AL QUIRINALE QUESTA CONSUETUDINE: TUTTE LE MATTINE, ESCLUSO IL SABATO, RICEVO STUDENTI DI OGNI PARTE D’ ITALIA. NE RICEVO CIRCA 500-600 TUTTE LE MATTINE. NE HO GIA’ RICEVUTI IN QUESTI ANNI DI MIA PRESIDENZA – CHE STA PER TERMINARE PER MIA TRANQUILLITA’ – 171 MILA, NON FACCIO MAI DISCORSI MA INTRECCIO CON LORO UN DIALOGO, UNA CONVERSAZIONE. CIOE’ MI FACCIO TEMPESTARE DI DOMANDE, MI SOTTOPONGO AD UN LORO INTERROGATORIO, MI FACCIO PORRE DELLE QUESTIONI, DA QUESTI GIOVANI. I PIU’ ARDITI, QUELLI CHE IMMEDIATAMENTE, SENZA ALCUNA SOGGEZIONE, VENGONO AVANTI E MI FANNO LE PRIME DOMANDE, SONO PROPRIO I RAGAZZINI DI 9-10 ANNI.

BENE, SIGNORI, AMICI MIEI CHE MI ASCOLTATE: LE DOMANDE CHE MI SENTO FARE SONO QUESTE: ”IL NOSTRO DOMANI SARA’ TURBATO DALLA GUERRA? DOPO CHE AVREMO STUDIATO, AVREMO UN’OCCUPAZIONE?”. E POI UN’ ALTRA DOMANDA MI FANNO. GLI ANZIANI MI ASCOLTINO: ”PERCHE’, PRESIDENTE, GLI ANZIANI SI ABBANDONANO A TANTI SCANDALI? PERCHE’ TANTA CORRUZIONE?”.

E’ UN RIMPROVERO CHE SORGE DAI GIOVANI VERSO QUESTA MINORANZA DI ANZIANI CHE DANNO ESEMPIO DI CORRUZIONE, DI DISONESTA’. GUAI A CHI DA’ SCANDALO AI GIOVANI.

IO LI AMO IMMENSAMENTE QUESTI GIOVANI. SONO L’ AVVENIRE DELLA PATRIA. NOI RAPPRESENTIAMO IL PASSATO, CON IL NOSTRO BENE ED ANCHE CON I NOSTRI ERRORI. MA QUESTI GIOVANI SI AFFACCIANO ADESSO ALLA VITA, SONO ESSI CHE HANNO NELLE LORO MANI L’AVVENIRE DELLA PATRIA E DEL POPOLO ITALIANO. CENTOSETTANTUNOMILA NE HO RICEVUTI.

PRIMA CHE TERMINI – DI SALUTE STO BENE COME VEDETE, QUINDI TERMINERO’ TRANQUILLAMENTE IL MIO MANDATO QUI AL QUIRINALE FRA UN ANNO E MEZZO – ARRIVEREMO A DUECENTOMILA E PIU’ STUDENTI, GIOVANI DI TUTTA L’ ITALIA.

IO CREDO NELLA NOSTRA GIOVENTU’ . E’ MOLTO PIU’ SANA DI QUELLO CHE PENSANO CERTI ANZIANI CHE STANNO CON MOLTO SUSSIEGO LONTANO DAI GIOVANI O CHE SONO PRONTI A GIUDICARLI, A DARE GIUDIZI DEL TUTTO SUPERFICIALI. E’ VERO, SONO ESUBERANTI. E PERCHE’ NON DEVONO ESSERE ESUBERANTI ALLA LORO ETA’ ? VORREI ESSERE IO ESUBERANTE, VORREI AVERE IO LA LORO ETA’ , LA LORO GIOVINEZZA CHE E’ UN BENE PREZIOSO (CHE IO HO TRASCORSO IN CARCERE NELLA RINUNCIA), E CHE AVREI VOLUTO VIVERE IN TUTTA LA SUA PIENEZZA. HANNO DIRITTO I GIOVANI DI VIVERE GIOIOSAMENTE E DI GUARDARE CON TRANQUILLITA’ AL LORO DOMANI.

SIAMO NOI ANZIANI CHE DOBBIAMO FARE IN MODO CHE QUESTA LORO SPERANZA DIVENTI UNA CERTEZZA, E FANNO BENE A SCENDERE IN PIAZZA E A VOLERE LA PACE. SE TUTTI I POPOLI DELLA TERRA, TUTTI I GIOVANI DELLA TERRA POTESSERO TROVARSI UNITI E POTESSERO QUINDI CORALMENTE ESPRIMERE IL LORO DESIDERIO, LA LORO VOLONTA’ , TUTTI SI ESPRIMEREBBERO PER LA PACE, CONTRO LA GUERRA.

E NOI VOGLIAMO CHE I NOSTRI GIOVANI POSSANO VIVERE SICURI DELLA PACE E DELLA LIBERTA’ . VOGLIAMO CHE ESSI SIANO DEGLI UOMINI LIBERI, IN PIEDI, A FRONTE ALTA, PADRONI DEL LORO DESTINO E NON DEI SERVITORI IN GINOCCHIO. QUESTO NOI CHIEDIAMO.

L’ HO DETTO AL CORPO DIPLOMATICO L’ ALTRO GIORNO – VI SONO ANCORA TROPPE DITTATURE. IN MOLTI PAESI I DIRITTI CIVILI ED UMANI SONO SOPPRESSI. EPPURE LA CARTA DELL’ ONU, LA CARTA DI SAN FRANCISCO, CONTEMPLA LA DIFESA DEI DIRITTI CIVILI ED UMANI. CHI HA FIRMATO QUELLA CARTA HA PROMESSO A SE STESSO, ED HA GARANTITO AGLI ALTRI, DI DIFENDERE SEMPRE I DIRITTI CIVILI ED UMANI.

ORBENE, SE VI SONO DELLE NAZIONI IN CUI I DIRITTI CIVILI ED UMANI SONO CONCULCATI, SONO ANNULLATI, NON VI E’ CHE UN PROVVEDIMENTO DA PRENDERE CONTRO QUESTE NAZIONI: L’ESPULSIONE DALL’ ONU. NON VALGONO LE PROTESTE; SE LE PORTA VIA IL VENTO. NON VALGONO LE POLEMICHE. SIANO ESPULSE DALLA ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE. SIA DATO LORO IL BANDO, SIANO INDICATE ALL’ UMANITA’ COME COLPEVOLI.

IO FORSE SONO SALTATO DA UN RAMO ALL’ ALTRO SENZA UN CERTO ORDINE NEL MIO DISCORSO, MA VI HO DETTO TUTTO QUELLO CHE IL MIO ANIMO MI HA SUGGERITO DI DIRVI, ITALIANE E ITALIANI.

VOI SIETE ADESSO A TAVOLA. OH, SE FATE BRINDISI FATENE UNO ANCHE PER IL VOSTRO PRESIDENTE CHE VI AMA TANTO. E CERCATE SEMPRE DI STARE VICINO AI VOSTRI FIGLI, AI VOSTRI GIOVANI CHE SI AFFACCIANO ADESSO ALLA VITA.

IO AI GIOVANI QUESTO DICO: BATTETEVI SEMPRE PER LA LIBERTA’ , PER LA PACE E PER LA GIUSTIZIA SOCIALE. LA LIBERTA’ SENZA LA GIUSTIZIA SOCIALE NON E’ CHE UNA CONQUISTA FRAGILE CHE SI RISOLVE PER MOLTI NELLA LIBERTA’ DI MORIRE DI FAME.

BISOGNA CHE ALLA LIBERTA’ SIA UNITA LA GIUSTIZIA SOCIALE. SONO UN BINOMIO INSCINDIBILE. LOTTATE QUINDI CON FERMEZZA, GIOVANI CHE MI ASCOLTATE, PERCHE’ LOTTERETE COSI’ PER IL VOSTRO DOMANI, PER IL VOSTRO AVVENIRE. MA SIATE SEMPRE TOLLERANTI. SI’ LOTTATE CON LA PASSIONE CON CUI HO LOTTATO IO, E LOTTO ANCORA OGGI NONOSTANTE GLI ANNI; LOTTATE PER LA FEDE CHE ARDE NEI VOSTRI CUORI.

MA IO VORREI CHE VOI TENESTE PRESENTE UN AMMONIMENTO DI UN PENSATORE FRANCESE, AMMONIMENTO CHE IO HO SEMPRE TENUTO PRESENTE ALLA MIA MENTE. ”DICO AL MIO AVVERSARIO: IO COMBATTO LA TUA IDEA CHE E’ CONTRARIA ALLA MIA, MA SONO PRONTO A BATTERMI SINO AL PREZZO DELLA MIA VITA PERCHE’ TU LA TUA IDEA LA POSSA ESPRIMERE SEMPRE LIBERAMENTE”.

ECCO QUELLO CHE IO DICO AI GIOVANI, SENZA PRESUNZIONE, QUASI FOSSI UN LORO COMPAGNO DI STRADA, TANTO MI STA A CUORE LA LORO SORTE. ED IO LI ESORTO AD ANDARE AVANTI, A CONTINUARE PER LA LORO STRADA, A CERCARE NELLA SCUOLA CULTURA; AD ASCOLTARE I LORO DOCENTI PER ADORNARE LA LORO MENTE DI COGNIZIONI NECESSARIE QUANDO SARANNO CHIAMATI A SVOLGERE UN’ ATTIVITA’.

VOI GIOVANI SIETE LA FUTURA CLASSE DIRIGENTE DEL NOSTRO PAESE, DOVETE QUINDI PREPARARVI PER ASSOLVERE DEGNAMENTE QUESTO NOBILISSIMO COMPITO.

EBBENE IO, FINCHE’ VITA SARA’ IN ME, STARO’ AL VOSTRO FIANCO NELLE VOSTRE LOTTE, GIOVANI CHE MI ASCOLTATE. LOTTERO’ SEMPRE CON VOI PER LA PACE NEL MONDO, PER LA LIBERTA’ E PER LA GIUSTIZIA SOCIALE.

BUON ANNO A TUTTI VOI MIEI CONNAZIONALI, ITALIANI E ITALIANE. E PERDONATE SE HO TURBATO LA VOSTRA VIGILIA DI CAPODANNO CON QUESTA MIA CONVERSAZIONE GUIDATA DALLA FRATERNITA’ CHE A VOI MI LEGA.

Sorgerà  in Basilicata il “cimitero del nucleare”

ROMA – Sarà  costruito in Basilicata, a Scanzano Ionico, il “cimitero” del nucleare italiano. Non lontano dal mare. Lo ha deciso con un blitz a sorpresa il Consiglio dei ministri, dopo anni di polemiche sulla scelta di un sito adatto per seppellire questa ingombrante eredità  del passato, 55 mila metri cubi di scorie radioattive ereditate dalla stagione dell’atomo e di altri 25 mila metri cubi che verranno dallo smantellamento delle centrali. Il decreto legge approvato oggi prevede la costruzione di un deposito nazionale dei rifiuti radioattivi entro il 2008.

Sarà  un'”opera di difesa militare, di proprietà  dello Stato” e dovrà  ospitare circa 80 mila metri cubi di scorie di II e III categoria, cioè con un tempo di vita di migliaia di anni, oggi custodite in depositi sparsi per l’Italia. L’operazione verrà  gestita dal Commissario del governo generale Carlo Jean e realizzata dalla Sogin, società  guidata dallo stesso generale Jean, con uno stanziamento previsto di 500.000 euro nel 2003 e poi 4,5 milioni l’anno per il 2004 e 2005.

Scanzano Ionico è un comune di circa 6 mila abitanti, vicino a un centro Itrec-Enea, nel quale si trovano già  2.724 metri cubi di scorie altamente contaminate. Il sito è fra quelli individuati in precedenti studi per le sue caratteristiche di stabilità  del territorio. La mossa a sorpresa del governo si spiega con la necessità  di garantire condizioni di “massima sicurezza per la raccolta, lo smaltimento e lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi” in coincidenza con una situazione “di maggiore gravità  in relazione alla diffusa crisi internazionale”.
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Il deposito nazionale è “un’opera indifferibile, urgente e di publica utilità ” che verrà  però integrata con altre strutture per “servizi di alta tecnologia e la promozione dello sviluppo del territorio”. In attesa della conclusione dei lavori, le scorie oggi disseminate in decine di depositi sul territorio, verranno stoccate in “strutture temporanee”. Gli ambientalisti locali si sono già  dichiarati “sconcertati” per la scelta.

E’ stata dunque abbandonata l’idea di costruire venti siti, uno in ogni regione, per mettere in sicurezza le scorie disseminate nel paese. La proposta, avanzata dal ministro per i Rapporti con il parlamento Carlo Giovanardi quest’estate, aveva lasciato scettici gli scienziati per gli altri costi del progetto. E cade cade anche l’ipotesi di stoccare le scorie all’estero, in Siberia, dopo una prima apertura di Mosca.
Scanzano Jonico (Matera) è un paese di 6.711 abitanti sulla costa jonica. Il comune è al centro di un’ area di agricoltura intensiva e, da alcuni anni, di importanti investimenti turistici, in particolare, di alcuni villaggi e resort che nell’ ultima stagione hanno registrato decine di migliaia di presenze. Mario Altieri, sindaco del paese, ha dichiarato: “Non ne sappiamo nulla, ma non ci metteranno i piedi in faccia”.
(13 novembre 2003)

Alta Murgia, parco di pace.

di Francesco Nicoletti

La grande mobilitazione c’è stata davvero. La marcia Gravina-Altamura ha superato ogni aspettativa. Alla fine erano 15.000 le persone che hanno invaso la statale 96 che collega i due comuni murgiani: una grande festa in movimento, un corteo lungo a perdita d’occhio, colorato dalle bandiere delle diverse sigle presenti e animato da canti e balli e slogan urlati a squarciagola. Secondo le intenzioni degli organizzatori, è stata innanzittutto la marcia della gente comune. Centinaia di pullman hanno riversato nell’area fieristica di Gravina migliaia di persone. Giovani venuti in macchina per conto proprio si sono dati appuntamento sabato pomeriggio per marciare insieme. «Non vogliamo diventare la pattumiera nucleare d’Italia – dice Nicola Vigliotti del comitato anti nucleare di Bitonto – Noi siamo qui per dire basta ad ogni forma d’inquinamento sull’Alta Murgia».

«Mi fa piacere vedere che è una manifestazione di cittadini qualunque – afferma Giovanni Moliterni, libraio di Matera, non iscritto a nessun movimento o associazione – Dobbiamo tutti puntare su questa terra». Come lui ce ne sono migliaia che ingrossano il serpentone di ora in ora. In testa i politici: sindaci che sfilano con la fascia, delegazioni delle provincie e delle regioni di Puglia e Basilicata. Chiudono il corteo i trattori e gli agricoltori. In mezzo una sarabanda di bandiere e striscioni variopinti. Non manca nessuno: Legambiente, Wwf, Lipu, le Acli, i sindacati, le associazioni cattoliche. Ci sono soprattutto gli studenti, le scolaresche dell’elementari con cartelloni disegnati che raffigurano i mostri dell’inquinamento.

L’arcobaleno delle bandiere della pace prevale su tutto. In mezzo ad esse sfila attorniato da gente che gli va a stringere la mano Alex Zanotelli. «Partecipare a marce così, fa bene a me prima di tutto – scherza il padre comboniano – Questa marcia potrebbe diventare un’ideale continuazione della marcia della pace Perugia-Assisi, anzi lo sta già  diventando. Ma mentre quest’ultima va letta in chiave europea, la marcia di oggi guarda al Mediterraneo, al Nord-Africa, ai paesi del Medioriente. È la marcia del riscatto del Sud, che rivendica la sua identità  e il diritto a riappropriarsi del proprio futuro».

La gente lo sente, si può partire da oggi, lo grida a gran voce: l’Alta Murgia può diventare terra di pace e di sviluppo compatibile con l’ambiente. I simboli per affermarlo ci sono tutti. I volontari di Legambiente Matera piantano a bordo strada alcuni giovani ulivi. Il loro presidente Erwan Gueguen traduce questo gesto a parole :« Il Parco dovrà  essere uno strumento per uno sviluppo alternativo». Che bisogna propagandare questa visione, lo dice anche Luciano Violante, anche lui sabato nel corteo: «Il significato della marcia di oggi è quello di fare delle vicende dell’Ata Murgia una questione nazionale e del Parco il modello migliore di risoluzione».

All’arrivo a piazza Matteotti ad Altamura il serpentone si sfilaccia e va a riempire ogni angolo della piazza. Gli stand di prodotti tipici sono presi d’assalto. Mestolate colme di ceci e funghi cardoncelli prese da padelle enormi e fumanti riempiono piatti che girano di mano in mano. Giovani, anziani, donne e bambini sui gradini delle case, sui muretti, per terra in cerchio resi indistinti dalla stanchezza riprendono fiato dopo la lunga marcia. La piazza è diventata un grande bivacco colorato: alle sue estremità  i titolari degli stand fanno affari d’oro vendendo pane e focaccie, carne, olio, vino e tutto quanto serve a rifocillare la folla affamata.

Intanto, sul palco allestito al centro, sul quale campeggia la scritta “Alta Murgia, Parco di pace”, slogan della marcia, si avvicendano gli interventi accompagnati dalle note vellutate di un sassofono. Parla Alex Zanotelli, poi Gianni Fabbris, portavoce di Altragricoltura. Alla fine tocca a Piero Castoro, principale artefice della manifestazione. Nel suo discorso le parole si fondono diventando un unico flusso di fuoco e di emozione. L’attenzione sullo scopo dell’essere qui oggi deve restare alta. La marcia non è un punto d’arrivo, l’apatia e l’indifferenza non devono riprendere il sopravvento.

«Non dobbiamo abbassare la guardia – grida nel microfono Castoro – La marcia è solo una tappa, dobbiamo continuare ad essere uniti». L’invito è rivolto al popolo murgiano, ma anche alla gente venuta dalla Lucania e dalle zone costiere della Puglia «perché i loro problemi, sono i nostri problemi», dice Castoro. L’importante è mantenere viva la speranza, tenersi in contatto, continuare a marciare anche quando ognuno tornerà  alle proprie occupazioni quotidiane. Per tornare a incontrarsi «magari tra un mese – propone – dopo l’Immacolata, per vedere quello che nel frattempo è cambiato».

10 novembre 2003

Il dossier de La Nuova Ecologia sulla Murgia

Fra i molti articoli, anche un’intervista al presidente del circolo di Altamura dell’associazione ambientalista:

Parla il presidente del circolo Legambiente di Altamura. E racconta le offese dell’incuria e del malaffare allo sconfinato paesaggio dell’Alta Murgia. Dove la pratica dello spietramento sta trasformando i pascoli in terreni coltivabili scarsamente produttivi
Il Centro studi Torre di Nebbia ha girato un video sull’Alta Murgia che i volontari di Legambiente Altamura si sono portati in giro nella campagna di sensibilizzazione in vista della marcia Gravina-Altamura di domani. Sono convinti che le immagini siano più persuasive delle parole per informare i cittadini e convincerli a partecipare all’evento. Ed
Alta murgia
è così. Lo sconfinato paesaggio dell’Alta Murgia con le masserie e gli antichi tratturi, usati un tempo per le transumanze, parla di un antico rapporto tra uomo e ambiente che oggi rischia di incrinarsi.

«L’uomo ha perso l’antico rispetto per la natura – dice Vito Castoro, presidente di Legambiente Altamura – Un tempo si coltivava solo nelle lame (avvallamenti tra due piccoli colli dove si concentra la terra fertile, ndr). Il resto della Murgia era destinato ai pascoli. Murgia vuol dire infatti “pietra nuda, che affiora spontaneamente”, e la roccia è l’elemento caratteristico di questo habitat che prende il nome di pseudosteppa mediterranea. La pratica dello spietramento, che interessa oggi il
Alta murgia
60% del territorio murgiano – prosegue l’ambientalista – lo sta snaturando completamente trasformando i pascoli in terreni coltivabili, scarsamente produttivi».

Ma le offese dell’uomo non finiscono qui. «Uno dei posti più belli e più rappresentativi dell’Alta Murgia – spiega Castoro – è il pulo di Altamura (una dolina carsica, ndr). Profondo 90 metri per un diametro di 500 metri, ha alla base un pozzo di altri 45 metri. Al suo interno la polizia municipale ha trovato 150 carcasse d’auto e centinaia di copertoni». Scempi di questo genere costellano un po’ dappertutto l’Alta Murgia, «ed è per questo – ribadisce – che è necessario fare pressioni per l’istituzione del Parco. Domani marceremo per far conoscere
Alta murgia
alla gente le forme di degrado che minacciano la nostra terra».

La manifestazione partirà  proprio da qui. La giornata sarà  aperta dal forum dell’associazione Altragricoltura e si concluderà  tra gli stand di prodotti tipici. «Ribadiremo la nostra protesta contro la mancata realizzazione del Parco dell’Alta Murgia» ha annunciato Gianni Fabbris, portavoce nazionale dell’associazione. Ci saranno anche gli agricoltori che invaderanno la strada statale 96 con i trattori: sono i più scossi dalla vicenda dei fanghi tossici. Al loro fianco sflleranno gli “Amici del fungo cardoncello”, che vedono messo a rischio il vegetale simbolo di un’intera regione.

7 novembre 2003
Francesco Nicoletti

AUMENTO DI CUBATURA IN VIA COLLETTA: ESPOSTO ALLA PROCURA E CORTE DEI CONTI




IL TESTO DELL’ESPOSTO


– 



Alla


PROCURA DELLA REPUBBLICA


c/o il TRIBUNALE DI BARI


70100– –  B A R I


– 


– 


Alla


CORTE DEI CONTI


PROCURA REGIONALE


Via Matteotti, 1


70100–  B A R I


– 


– 


Al Sig.


ASSESSORE ALL’URBANISTICA


REGIONE PUGLIA


Via Delle Magnolie, 6/8


70026 MODUGNO (BA)


– 


– 


e p.c.–  – – – – – – – – – – –  Al Sig. SINDACO


– 


Al Sig. PRESIDENTE


CONSIGLIO COMUNALE


– 


Ai Sig. CONSIGLIERI COMUNALI


– 


COMUNE DI ALTAMURA


70022 ALTAMURA (BA)


– 


– 


– 


– 


Oggetto: COMUNE DI ALTAMURA – DELIBERA DI C.C. N° 51 DEL 09.07.2003 .


– 


I sottoscritti:


CRIVELLI Raffaele, CLEMENTE Mario e LOIUDICE Gianfranco,


in proprio e nella loro qualità  di dirigenti del Circolo del Partito della Rifondazione Comunista di Altamura;


COMMISSO Ivan, FERRULLI Francesca e RELLA Raffaele,


in proprio e nella loro qualità  di esponenti del Coordinamento Cittadino per lo Sviluppo e la Qualità  della Vita di Altamura;


– 


espongono quanto segue.


– 


1. Con il provvedimento indicato in epigrafe il Consiglio Comunale di Altamura ha deliberato «2. di integrare il punto 2 della delibera di C.C. n.238/98 specificando che la variante “si concretizza nella variazione degli atti tecnici costituiti dalle tavole 7Be 7C del P.R.G. adeguato e della relazione generale e nella previsione per l’area di riferimento degli indici di riferimento If = 6 mc/mq, ecc.”, e che il maggior insediamento abitativo non incide sul bilancio delle superfici per standards in rapporto ai carichi insediativi esistenti ed insediabili–  a norma del D.M. 2.04.1968 n.1444 né stravolge il carattere e le previsioni generali del P.R.G. vigente …–  4. di impegnare il dirigente del settore urbanistico per tutti gli adempimenti connessi e conseguenti sulla base della zonizzazione vigente con indice di fabbricabilità  modificato If = 6 mc/mq».


– 


2. La deliberazione citata fa seguito ad una nota della società  Strutture Centrali S.r.l., dell’11.06.2002, in cui si chiedeva all’Amministrazione Comunale di consentire l’edificazione di 6 mc/mq, indice di fabbricabilità  fondiaria previsto all’epoca della delibera di C.C. n.531 dell’8.09.1986.


Con quest’ultimo provvedimento il Consiglio Comunale deliberava–  “2. DI DARE MANDATO alla G.M.–  perché–  predisponga–  una–  variazione–  del–  P.P.–  di–  cui–  in premessa che recepisca la suddetta osservazione al–  P.R.G.–  De Nora secondo– –  le indicazioni dettate dalla Regione; osservazioni e indicazioni perfettamente rispondenti alle valutazioni attuali dell’amministrazione comunale sul migliore assetto urbanistico del territorio”.–  L’osservazione cui si fa riferimento è la n.39 del–  21.08.1972–  con cui il signor De Nora Oronzio rilevava l’ingiustificata destinazione urbanistica a zona F3, impressa alla sua proprietà , piuttosto che a B1 di completamento.


L’osservazione non venne tenuta presente e il successivo Piano Particolareggiato della zona B1 di completamento (in seguito P.P. B1) proseguì il suo iter fino all’approvazione definitiva.


– 


3. All’osservazione n.39 e all’approvazione del P.P. B1 seguivano un ricorso al T.A.R. Puglia del De Nora e la relativa sentenza n.413 del 27.06.1984 con cui i giudici amministrativi annullavano detto P.P. B1. Avverso tale sentenza il Comune di Altamura proponeva gravame al Consiglio di Stato.


– 


4. Nelle more l’Amministrazione Comunale dell’epoca e il De Nora si incontravano per verificare la possibilità  di una rinuncia del De Nora all’azione giudiziaria intrapresa.


A seguito di tali incontri il De Nora con due distinte note del 23.06.1986 – prot.n.20618 del 30.06.1986 – e del 14.07.1986 – prot. n.22772 del 18.07.1986 – si impegnava a rinunziare al ricorso alle seguenti condizioni che il Comune avrebbe dovuto rispettare: 1) rilascio della concessione edilizia sul progetto allegato alla domanda (progetto depositato contestualmente alle note) e 2) approvazione da parte del Consiglio Comunale di una delibera che dia atto della conformità  del progetto al pubblico interesse urbanistico e che dia l’avvio alla procedura necessaria per l’accoglimento dell’osservazione proposta relativamente agli immobili posti tra le vie Colletta, Mastrangelo e Sella.


Da tali note poi scaturivano gli impegni presi dall’Amministrazione con la citata delibera n.531 dell’8.09.1986.


– 


5. Successivamente si procedeva con delibera di Commissario “ad acta” n.1/93 del 31.01.1993 all’adozione del P.R.G. adeguato alla L.R. n.56/80, in cui venivano disattese le determinazioni della delibera consiliare n.531/86.


La società  Strutture Centrali S.r.l., che aveva acquistato l’intera area dal Sig. De Nora, produceva in data 9.04.1993–  l’osservazione n.194 al P.R.G. adeguato, che veniva ritenuta non accoglibile dal Commissario “ad acta” in sede di esame, operato con propria deliberazione n.1/94 del 03.06.1994.


Gli impegni assunti dall’Amministrazione Comunale furono integralmente assolti, seppur tardivamente, con la delibera consiliare n.238 del 18.12.1998.


Con tale ultimo provvedimento il Consiglio Comunale deliberava di “1. Al fine di dare esecuzione al deliberato di C.C. n.531/86 e per acclarare in via definitiva i ricorsi n.39 al P.R.G. e n.194 al P.R.G. adeguato alla L.R. n.56/80, di adottare variante al P.R.G. generale adeguato alla L.R. n.56/80 …. relativamente all’area posta tra Via Pietro Colletta e Via Ugo Bassi, in catasto urbano foglio di mappa 161/G, particelle 1180, 2891, 2996 (parte) …. per una superficie complessiva di mq.2352 per la variazione di destinazione urbanistica della stessa area dall’attuale destinazione S2A a zona B1 di completamento di tipo residenziale …. 2. Dare atto che la variante si concretizza nella variazione degli atti tecnici costituiti dalle Tav. 7B e 7C e della–  relazione generale che, così come modificati e corretti, sono stati proposti dalla Soc. Strutture Centrali con nota prot. n.29887 del 3.11.1998 e che vengono fatti propri da questa Amministrazione Comunale ed adottati quale parte integrante e sostanziale della presente variante”.


– 


6. Gli impegni assunti nei confronti del vecchio proprietario dell’area venivano quindi assolti in via definitiva dall’Amministrazione Comunale sulla scorta degli elaborati tecnici forniti dalla società  Strutture Centrali S.r.l. – la nuova proprietaria.


Il tecnico, su incarico della citata società , provvedeva a predisporre le variazioni cartografiche e quelle dei parametri determinate dagli incrementi di superficie della zona B1 e del conseguente numero di abitanti. Nei calcoli relativi a dette variazioni emerge con evidenza come il tecnico (ribadiamo su incarico della società  Strutture Centrali S.r.l.) abbia esattamente applicato un i.f. pari a 5 mc/mq, così come previsto dal vigente strumento urbanistico. Tali elaborati tecnici – si ribadisce – sono parte integrante della citata deliberazione.


La variante al P.R.G. adeguato veniva approvata definitivamente dalla Giunta della Regione Puglia con atto n.584 del 09.05.2000 e quindi pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, dopo essere decorsi i termini per la presentazione di eventuali osservazione e/o opposizioni, che nessuno proponeva atteso il rispetto dell’i.f. previsto per la zona B1.


– 


7. Inaspettatamente, quanto proditoriamente, a distanza di circa tre anni e mezzo con nota del 10.06.2002 – prot. n.16791 del 13.06.2002, la società  Strutture Centrali S.r.l. chiedeva all’Amministrazione Comunale che “alla costruzione di un fabbricato da erigersi …. sull’isolato compreso tra via Q. Sella, via Colletta, via U. Bassi e via Mastrangelo–  …. vengano ripristinati gli indici vigenti alla data dell’accordo intervenuto tra codesta Amministrazione e l’originario proprietario del suolo approvato con delibera C.C. n.531/1986”. Allegava alla nota un parere fiduciario in cui si sosteneva la possibilità  che il Comune di Altamura fosse chiamato a risarcire un fantomatico danno nel caso non avesse dato seguito alla richiesta. Il parere fiduciario partiva però da un presupposto errato: l’esistenza di un accordo formale tra l’Amministrazione Comunale e la società  Strutture Centrali S.r.l., quale avente causa dal De Nora.


– 


8. Successivamente la società , anche tramite i propri legali, e il tecnico che nel 1998 predispose gli elaborati tecnici e la relazione per disporre la variante urbanistica rettificavano quanto precedentemente richiesto (un i.f. di 5 mc/mq) sostenendo che si trattò di “intervento meramente tecnico e sostitutivo …. su espresso invito dell’Amministrazione dell’epoca”, invito di cui agli atti non vi è traccia.


– 


– 


Considerato quanto segue.


– 


9. L’accordo, rectius la transazione, cui ogni attore della vicenda fa riferimento altro non è che l’impegno assunto dall’Amministrazione Comunale con la deliberazione consiliare n.531/1986 nei confronti del De Nora.


A ben vedere però non si tratta di transazione tecnicamente e propriamente detta poiché carente della forma prevista dalla legge. Si tratterebbe inoltre di una transazione inesistente poiché relativa a diritti per natura e per disposizione di legge sottratti alla disponibilità  della parte pubblica del contratto.


Piuttosto la fattispecie è assimilabile a quelle che si chiamano lettere di intenti. Un impegno non formale con cui l’Amministrazione Comunale si obbliga a procedere alla predisposizione della variante urbanistica, giammai al rilascio di concessioni edilizie.


– 


10. Pur a voler ritenere tale impegno valido, legittimo ed efficace va rilevato che lo stesso non è stato assunto nei confronti della società  Strutture Centrali S.r.l. ma verso il De Nora Oronzio, pertanto la società  Strutture Centrali S.r.l. alcuna pretesa può esercitare nei confronti del Comune di Altamura trattandosi di un diritto di credito.


– 


Ritenuto, nel merito, quanto appresso.


– 


11. La deliberazione de qua da atto che la variante adottata non è soggetta a verifica di compatibilità  regionale e provinciale poiché trattasi, a suo dire, di variazione non incidente sulle previsioni strutturali così come definite dall’art.9, L.R. 27.07.2001, n.20.


Di contro a parere degli scriventi la variante adottata, nel concreto, comporta una modifica nelle linee fondamentali dell’assetto del territorio urbano.


L’area da edificare è situata in una zona altamente congestionata di Altamura, sia sul piano del traffico automobilistico che su quello del carico urbanistico.


Le maggiori volumetria che il proprietario andrà  a realizzare, pari a mc. 2.352, in quella zona determinano un aumento del carico insediativo tale da modificare l’intero assetto di essa.


In sostanza la modifica dell’i.f. di un’area di mq.2.352 in quella parte della città  rappresenta a tutti gli effetti una modifica delle previsioni strutturali.


– 


12. Si legge nella deliberazione de qua che essa è stata resa al fine di specificare la delibera di C.C. n.238/1998, ma questa non necessita di alcuna specificazione e/o integrazione essendo chiaramente specificato quale tipo di variante si andava a deliberare. La stessa inoltre ha recepito pienamente e completamente le istanze della società  Strutture Centrali S.r.l., integrando in essa integralmente gli elaborati tecnici e la relazione redatti dal tecnico fiduciario della stessa società . Come già  riferito tali elaborati e la relazione assumono come i.f. quello previsto dal P.R.G. adeguato per le zone B1, 5 mc/mq.


La inveritiera necessità  di apportare modifiche ed integrazioni alla delibera di C.C. n.238/1998 costituisce pertanto un comportamento penalmente rilevante.


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13. Secondo l’art.4, u.c., d.m. 2.04.1968, n.1444, “le aree che verranno destinate agli spazi di cui al precedente art.3 nell’ambito delle zone A) e B) saranno computate, ai fini della determinazione delle quantità  minime prescritte dallo stesso articolo, in misura doppia di quella effettiva”.


La variante adottata non ha tenuto in alcun conto le prescrizioni della citata disposizione di legge, non sottraendo dalle c.d. superfici a standards previste dal P.R.G. adeguato l’area S2A computata in misura doppia di quella effettiva.


– 


Considerato, inoltre, quanto segue.


– 


14. Il valore medio di mercato di una civile abitazione di nuova costruzione, realizzata in tale zona centralissima di Altamura, è pari a circa 2.500,00 euro al mq.; il valore complessivo che il Consiglio Comunale ha ritenuto di “concedere” alla società  Strutture Centrali S.r.l. ammonta a circa 5.900.000,00 euro.


– 


15. La comunità  di Altamura dovrà  subire un appesantimento di carico urbanistico in una zona centralissima della città  già  altamente congestionata e carente di servizi, con conseguente ulteriore degrado della qualità  della vita.


– 


Tanto esposto, considerato e ritenuto, i sottoscrittori del presente atto


– 


chiedono


– 


alle Autorità  in indirizzo, per quanto di loro competenza, di voler accertare e verificare:


a.– – – – –  la validità , legittimità  ed efficacia degli impegni assunti dall’Amministrazione Comunale di Altamura con la deliberazione C.C. n.531/1986 nei confronti della società  Strutture Centrali S.r.l.;


b.– – – –  la legittimità  del procedimento adottato rispetto a quanto disposto dalla L.R. 27.07.2001, n.20;


c.– – – – –  la legittimità  della riferita necessità  di integrazioni e/o specificazioni alla deliberazione C.C. n.238/1998;


d.– – – –  la legittimità  in merito al rispetto di tutte le prescrizioni poste dal d.m. 2.04.1968, n.1444.


– 


Chiedono, inoltre, di essere posti a conoscenza delle determinazioni che saranno adottate da codeste Autorità .


– 


Altamura, 14.10.2003

L’emendamento alle norme di salvaguardia del Parco.

Ci riferiamo a quel nucleo duro, espressione di interessi equivoci, avversi da sempre al parco, ma, da sempre, saldamente intrecciati a tutte le forme di degrado ambientale e culturale che segnano, almeno da un ventennio, il destino del nostro territorio. Servitù militari, i cosiddetti invasi artificiali, l’inpoverimento delle biodiversità  ambientali e agricole, spietramento al di là  di ogni misura, distruzione sistematica del sistema carsico e dei manufatti rurali, le innumerevoli cave, le discariche abusive”¦

Tutte le valanghe, si sa, sono formate da tanti piccoli o grandi fiocchi di neve. L’ultimo fiocco maldestro, in ordine di tempo, riguarda la posizione assunta dalla Regione Puglia nell’incontro preliminare – svoltosi a Roma il 12 ottobre scorso – prima della Conferenza Unificata prevista per il prossimo 23 ottobre dove si dovrebbe sancire la definitiva istituzione del parco.
L’emendamento alle norme di salvaguardia, imposto dalla Regione Puglia ai sindaci murgiani, riguarda un punto di estrema delicatezza:
la variante approvata per soddisfare gli interessi esclusivi di quel nucleo duro di interessi ai quali abbiamo già  accennato, allenta di fatto le maglie già  larghe delle norme di tutela approvate da tutti appena qualche mese fa, consentendo – mediante l’attività  di spietramento (o come la chiamano adesso di “trasformazione di bonifica agraria”?) la costruzione di case e capannoni persino sui seminativi (sic!) del Costone, l’aggressione con asfalto e pesticidi – anche nella zona 1 che dovrebbe essere invece maggiormente tutelata la definitiva cancellazione dei pochi lembi di pascoli e di murgia superstiti,.

È sensato tutto questo, e, soprattutto, quale scopo ci si propone così di raggiungere?
Qualche beneficio per tutti oppure la difesa ad oltranza di pochi che vogliono continuare ad agire egoisticamente e senza regole, distruggendo quel che rimane del patrimonio millenario dell’Alta Murgia?

L’accettazione di quell’emendamento è un fatto di estrema gravità .

La tenacia con cui si sono battute alcune Amministrazioni non basta ad alleviare le preoccupazioni di quanti hanno a cuore il futuro della Murgia.
La mancanza di coordinamento e di coerenza (nel P.U.T.T. è scritto che bisogna impedire l’ulteriore degrado del pascolo e del paesaggio murgiano? Che fine ha fatto il rispetto delle direttive CEE circa la Superfcie di Interesse Comunitario e della Zona di Protezione Speciale?”¦), la fragilità  culturale e persino civile che contraddistingue gran parte della classe politica che ci governa non ci fa ben sperare per l’immediato futuro. Perché, non lo dimentichiamo, finora si parla solo di un parco di “carta”? quando, invece, occorre costruirlo.

Marceremo l’8 novembre anche per questo, convinti come siamo che il nostro impegno per la tutela dell’Alta Murgia da queste aggressioni è l’unico modo possibile per pensare e per costruire il futuro.

16.10.2003

CAM (Comitati Alta Murgia)
Comitato Promotore Marcia Gravina-Altamura 2003

SI’ DEFINITIVO AL PARCO DELLA MURGIA… MA PRIMA FACCIAMOCI UNA CASETTA!







Gazzetta del Mezzogiorno del 14 ottobre 2003
ROMA
Siglato l’accordo tecnico alla Conferenza unificata, dopo un lunga e faticosa riunione. La firma il 23, con Fitto
Murgia, per il Parco sì definitivo
Sorgerà  su un’area di 68mila ettari. Ultime scintille sullo spietramento
– 
Adesso non ci sono più né se, né ma. L’accordo è definitivo e immodificabile. Il Parco dell’Alta Murgia, secondo parco nazionale di Puglia, ha ufficialmente il regolamento (le norme di salvaguardia) e il perimetro definitivo. L’accordo è stato raggiunto in sede tecnica ieri sera, dopo poco più di tre ore di discussione ed un’interruzione (tecnica anch’essa), nella sede della Conferenza unificata Il parco ora c’è a dieci anni esatti dalla prima conferenza di servizi della Regione Puglia (14 ottobre 1993). C’è per il Governo, per la Regione Puglia, per la Provincia di Bari e per 13 Comuni. Si estenderà  su una superficie di quasi 68mila ettari, sulle terre della Dop Pane di Altamura e Doc vino Castel del monte.
Doveva essere una riunione tecnica. Invece alla fine hanno partecipato l’assessore regionale all’Ambiente, Michele Saccomanno, il presidente della Provincia di Bari, Marcello Vernola, e poi sindaci e assessori dei comuni di Andria, Corato, Ruvo di Puglia, Toritto, Grumo appula, Bitonto, Cassano delle Murge, Santeramo in Colle, Altamura, Gravina di Puglia, Minervino Murge, Spinazzola, e Poggiorsini. Quanto basta per sancire, vista anche la partecipazione attiva alla discussione della rappresentanza amministrativa, che l’accordo tecnico è stato già  benedetto in sede politica. La firma, quella della cerimonia formale richiesta dal protocollo, sarà  però apposta sotto il testo dell’accordo il prossimo 23 ottobre, sempre a Roma. E per quell’occasione ci sarà  anche il presidente della Regione, Raffaele Fitto.
Il presidente del governo regionale, pur non essendo presente, ha condizionato la discussione. Come anticipato ieri dalla «Gazzetta» è giunta proprio alla fine della scorsa settimana una lettera a sua firma indirizzata alla Conferenza unificata e al ministero dell’Ambiente. La lettera conteneva il testo di due emendamenti alle norme di salvaguardia. Il secondo emendamento, in particolare, puntava a rendere autorizzabili «le opere di bonifica e di trasformazione agraria, anche, previa intesa con gli assessorati all’Agricoltura e all’Ambiente della Regione Puglia, delle aree di pascolo» I pascoli, però, costituiscono buona parte dell’habitat specifico dell’Alta Murgia con tanto di vegetazione spontanea sotto forma di steppa. Contro questa ipotesi, che avrebbe potuto anche aprire la strada ad attività  di trasformazione dei pascoli tramite «dissodamento e scarificatura del suolo e frantumazione meccanica delle rocce calcaree (il cosiddetto spietramento, ndr)» tipiche dell’Alta Murgia si sono schierati i sindaci dei Comuni interessati, alcuni esponenti politici e le associazioni di protezione ambientale.
Posta la questione in Conferenza unificata e verificata l’esistenza di una forte contrapposizione tra i diversi schieramenti, è stata disposta una sospensione dei lavori. Si deve all’assessore regionale Saccomanno e al suo staff la modifica dell’emendamento che, alla fine, è stato inserito nelle norme di salvaguardia, con l’accordo di Provincia e Comuni, con questa formulazione: nel territorio del parco dell’Alta Murgia già  interessato da coltivazioni agrarie si possono autorizzare «le opere di bonifica e di trasformazione agraria, favorendo, d’intesa con gli assessorati regionali all’Agricoltura e all’Ambiente, le produzioni agricole e zootecniche del luogo con particolare riguardo a quelle a denominazione di origine». Dal testo finale, insomma, scompare la possibilità  di trasformare i pascoli.
Le trasformazioni (anche di carattere edilizio) potranno poi essere autorizzate in zone a più alta valenza paesaggistica (le zone «1» dove sussistono vincoli di tutela più rigidi), purché si tratti di aree già  interessate da coltivazioni agricole e da almeno cinque anni.
Un discorso a parte merita il capitolo delle centrali eoliche. I sindaci di Minervino e Spinazzola hanno spinto per un terzo emendamento che li definisse impianti compatibili col parco. La direzione generale del ministero ha però chiarito che questo sta già  scritto alla lettera b dell’articolo 8 delle norme di salvaguardia dove si rendono autorizzabili in area parco «gli impianti e le opere tecnologici». Il sindaco di Spinazzola, Savino Saraceno, ha comunque voluto che l’emendamento fosse accluso agli atti.
Giuseppe Armenise
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Gazzetta del Mezzogiorno del 7 ottobre 2003
GRAVINA
Le nuove regole fissate dalla giunta comunale
Case di campagna
adesso è più facile


GRAVINA. –– Casa in campagna? Adesso è più facile. Perché l’amministrazione comunale ha ritenuto opportuno dare una interpretazione autentica dell’articolo 21 delle Norme tecniche di attuazione del Piano regolatore generale.
Approvato nel 1994, il Prg prevede nelle zone agricole classificate E1, oltre alle case coloniche per la famiglia degli operatori agricoli, gli allevamenti zootecnici e gli stabilimenti per la conservazione dei prodotti agricoli di produzione locale, anche la realizzazione di residenze, nel rispetto, però, delle disposizioni vigenti per l’edilizia rurale. La norma pone una serie di indici e parametri da rispettare come, per esempio, l’estensione del lotto che dovrà  avere una grandezza minima di 5mila mq; oppure l’indice di fabbricabilità  fondiario che equivale allo 0,03 mc/mq, con un rapporto di copertura che non deve superare l’uno per cento o ancora l’altezza massima delle abitazioni a 6 metri e il distacco di 10 metri sia dai confini che dai fabbricati. Negli ultimi due anni l’ufficio tecnico comunale aveva sospeso il rilascio di concessioni edilizie per costruire case residenziali in zona E1, dopo che si erano avute delle perplessità  sulla corretta interpretazione della norma, considerato anche l’intervento della magistratura. «A questo punto è emersa l’esigenza di formulare un indirizzo interpretativo dell’articolo 21 delle norme tecniche di attuazione del Prg – dice l’assessore all’urbanistica, Giuseppe Carulli – in modo da definire i limiti entro i quali consentire il rilascio delle autorizzazioni di costruzione da parte dei competenti uffici comunali». Così, Carulli ha proposto al consiglio comunale questo indirizzo, che l’assise comunale ha ritenuto valido per confermare l’edificazione, mediante intervento diretto, di residenze in zona agricola «E1-Rurale», secondo gli indici e i parametri previsti dalle norme dell’art. 21. E’ stato precisato, inoltre, che il lotto di intervento dovrà  essere accessibile da strada pubblica o privata o da servitù di passaggio regolarmente costituita. Adesso, quindi, con questo esplicito indirizzo interpretativo, non ci saranno piຠequivoci e la Direzione territorio e ambiente del Comune potrà  soddisfare con maggiore solerzia le richieste provenienti dai tanti cittadini.
Roberto Varvara
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Una commissione per l’Alta Murgia

Il Consiglio regionale pugliese istituirà  una commissione consiliare di indagine sulle responsabilità  e sulle eventuali carenze amministrative riguardo all’inquinamento nel territorio dell’Alta Murgia e ai tempi di istituzione del Parco naturale in quell’area. Lo ha deciso l’assemblea regionale che nel pomeriggio ha approvato all’unanimità  un ordine del giorno. Il Consiglio regionale nel documento rileva «l’esigenza di approfondire le responsabilità  di tutti gli organi preposti alle autorizzazioni ed ai controlli inerenti lo sversamento dei fanghi in agricoltura» e fa presente anche che le problematiche di tutela ambientale riferite al territorio dell’Alta Murgia riguardano anche fenomeni di spietramento del territorio.

L’ordine del giorno è stato concordato dai gruppi dopo un dibattito scaturito in aula da una mozione presentata sull’argomento dal centrosinistra. Il presidente della Regione, Raffaele Fitto, commissario in Puglia per l’emergenza ambientale, nel suo intervento in aula ha sottolineato che la struttura commissariale «può intervenire solo sulla bonifica», ribadendo il concetto che «chi inquina paga, così come stabilito dalla Ue» e annunciando anche la presentazione, entro fine anno, di una relazione su tutta l’attività  svolta negli ultimi anni in qualità  di commissario.

L’assessore regionale all’ambiente, Michele Saccomanno (An), ha invece parlato della istituzione del Parco della Murgia, la cui delibera di perimetrazione sarà  esaminata il prossimo 13 ottobre a Roma nella riunione tecnica della Conferenza-Stato Regioni. «Posso assicurare – ha detto – che non sarà  presentata alcuna richiesta di modifica della perimetrazione: noi vogliamo che il Parco sia realizzato e che venga realizzato con i confini stabiliti nella delibera approvata dalla giunta regionale. Dobbiamo avere chiaro – ha proseguito – l’obiettivo di ciò che vogliamo salvaguardare e procedere contemporaneamente su un percorso di sviluppo compatibile di tutte le attività  che ci sono nella zona».

8 ottobre 2003

IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO: 10 DOMANDE AL PRESIDENTE VERNOLA

 






10 DOMANDE AL PRESIDENTE VERNOLA 
La Murgia non è mai stata, come in questi giorni, così menzionata, controllata, pattugliata, indagata, analizzata. Tutti vigili ed operativi: task forces provinciali, regionali e comunali, commissioni d’inchiesta, comitati di controllo e di analisi. È bastata una vigorosa e benefica folata massmediatica. Nessuno sembra resistere all’impulso (umanamente comprensibile) di dire, fare e soprattutto far vedere. Va bene così, ovviamente; meglio tardi che mai, ci si consola in questi casi.
È più proficuo, però, non attardarsi oltre su simili considerazioni e volgere lo sguardo a qualcosa che non si è ancora del tutto realizzato e su cui, quindi, è ancora possibile intervenire per tempo: l’impianto di trattamento di rifiuti urbani e speciali, nonché di produzione di fertilizzanti e di compost, alla cui costruzione (tra i territori di Grumo Appula e Altamura, a ridosso della strada statale 96 Altamura-Bari) ed al cui esercizio è stata autorizzata la società  “Tersan Puglia” di Modugno dalla Provincia di Bari con deliberazione di giunta del 4 settembre 2000 n. 424.
Due premesse: nessuno nutre perplessità  sulla utilità , anzi necessità , degli impianti e delle tecnologie che consentono di trasformare, recuperare e riciclare i rifiuti, quindi di ridurne la quantità  conferita in discarica; la natura delle perplessità , che tale autorizzazione solleva, rende quasi superfluo ribadire che non si è dinanzi ad una immatura ed inconsulta reazione ispirata alla difesa demagogica, qualunquista e localistica del proprio fazzoletto di terra.
Solleverò – un po’ sfrontatamente – alcuni interrogativi all’indirizzo dell’Amministrazione Provinciale e del suo Presidente, Marcello Vernola.
1) Perché la Provincia, prima di adottare un simile provvedimento, non ha ritenuto opportuno attendere il “Piano di gestione dei rifiuti”, adottato da lì a pochi mesi (6 marzo 2001) dal Commissario per l’emergenza ambientale, Raffaele Fitto, così da coordinare ed inserire semmai l’autorizzando impianto in un disegno più complessivo di programmazione e lasciare che fossero i 9 comuni del bacino a decidere dove e come realizzare il proprio impianto di compostaggio?
2) Perché Provincia e Regione non hanno considerato che il nuovo impianto sarebbe sorto a ridosso del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, all’interno di una Zona di Protezione Speciale (ZPS) e Sito di Importanza Comunitaria (SIC), in un’area sottoposta, quindi, alla disciplina di cui al D.P.R. n. 357/97 che impone per ogni progetto di valutare gli effetti sul sito alla luce degli obiettivi di tutela fissati dalle direttive “Habitat” ed “Uccelli” [valutazione, questa, che aveva indotto, il 3 aprile 2000, il Settore Ecologia della Regione ad esprimere parere sfavorevole ad un “progetto di interramento controllato di rifiuti non pericolosi” nella medesima località , a poche decine di metri dall’impianto ora in costruzione]?
3) Si sono adeguatamente valutati i requisiti di natura soggettiva del richiedente l’autorizzazione, quella stessa società  “Tersan Puglia” nei cui confronti, non solo la Procura della Repubblica di Bari, (sostituti dott.ssa Pontassuglia e dott. Nitti) aveva contestato l’inosservanza di prescrizioni dettate dalla precedente autorizzazione provinciale del 1996, ma la stessa Provincia, pochi mesi prima del deliberato di giunta (precisamente, il 19 novembre 1999), aveva comminato due sanzioni amministrative (una per 60milioni di lire, l’altra per 10) e disposto la sospensione dalla carica, per sei mesi, del suo legale rappresentante a seguito dell’accertamento da parte dei Carabinieri del NOE di irregolarità  nella tenuta dei registri di carico e scarico dei rifiuti?
4) Quali valutazioni hanno suggerito l’autorizzazione al trattamento giornaliero di 800 tonnellate di rifiuti (di cui 500 di soli fanghi), così da far guadagnare alla Provincia di Bari il poco invidiabile primato di aver autorizzato, in una zona protetta, il più grande impianto di compostaggio d’Europa?
5) Quale ambito territoriale di servizio o di utenza si è tenuto presente se si considera, tra l’altro, che l’intera produzione giornaliera (indifferenziata) di rifiuti solidi urbani ammonta per l’intero bacino BA/4 (9 comuni, tra cui Altamura e Grumo) a 198 tonnellate e che la percentuale di raccolta differenziata raggiunge il triste primato negativo, comune a tutta la Puglia, del 4%?
6) Perché la giunta provinciale ha autorizzato il trattamento di rifiuti speciali dell’industria conciaria e tessile (tra cui “fanghi contenenti cromo”), che notoriamente sono riconducibili a cicli produttivi lontani dalla Puglia (al distretto conciario toscano, in particolare), creando così le premesse per un sostanziale aggiramento dei principi di “autosufficienza” e “prossimità ” sanciti dal Decreto Ronchi (secondo l’art. 22, è necessario «garantire la gestione dei rifiuti urbani secondo criteri di efficienza e di economicità  e l’autosufficienza della gestione dei rifiuti urbani non pericolosi all’interno di ciascuno degli ambiti territoriali ottimali», nonché «assicurare lo smaltimento dei rifiuti speciali in luoghi prossimi a quelli di produzione al fine di favorire la riduzione della movimentazione di rifiuti») e ribaditi dalla Corte Costituzionale (v. sentenze n. 281/2000, n. 335/2001)?
7) Perché ci si è affrettati a deliberare l’autorizzazione quando era ancora «in corso di definizione – si legge nel provvedimento – l’acclaramento delle tipologie dei rifiuti speciali non pericolosi, mediante individuazione ed identificazione nei codici europei (CER), per analogo impianto in agro di Modugno, di proprietà  della stessa Tersan, autorizzati con provvedimento della giunta provinciale n. 1896 del 6.9.96, adottato anteriormente all’entrata in vigore del d.lgs. 22/97», acclaramento (o aggiornamento dei codici) definito solo due anni dopo con una determinazione dirigenziale del servizio rifiuti del 18 novembre 2002?
8) Perché, pur facendo costante riferimento alla precedente autorizzazione del 1996, sia la deliberazione provinciale del 2000 (autorizzazione esercizio nuovo impianto di Grumo), sia le determinazioni dirigenziali del 1° marzo 2001 (rinnovo autorizzazione Tersan per l’impianto di Modugno) e del 18 novembre 2002 (aggiornamento codici), autorizzano il trattamento di rifiuti speciali (come, ad esempio, “fanghi contenenti cromo”, “rifiuti da fibre tessili lavorate”, “plastica”) per nulla contemplati dal provvedimento del 1996 che richiamava unicamente tre tipologie di rifiuti speciali (fanghi biologici derivanti dalla depurazione di acque di scarico industriali aventi caratteristiche similari a quelle di origine civile; fanghi biologici derivanti da impianti di depurazione urbani; residui solidi da industrie agroalimentari)?
9) La Provincia sa che, dopo la sua deliberazione (4 settembre 2000), il terreno ed il “ramo di azienda” correlati all’impianto autorizzato sono stati ceduti, nel corso del 2001, dalla “Tersan Puglia” alla società  Prometeo? Il mutamento del soggetto giuridico proprietario del nuovo impianto è circostanza ritenuta irrilevante dalla Provincia, dai suoi dirigenti, sotto il profilo amministrativo?
10) Quale prassi esoterica-amministrativa ha reso possibile che, da una, le autorizzazioni diventassero sostanzialmente due, così come gli impianti: quella del 1996 (rinnovata con determinazione dirigenziale del 1° marzo 2001) riconducibile all’impianto di Modugno e sempre quella del 1996, aggiornata con i nuovi codici europei, ma riconducibile in virtù della deliberazione del 4 settembre 2000 al nuovo impianto in costruzione di proprietà  ora di altra società ?
Ecco, sono solo interrogativi, sufficienti – si augurano i cittadini ed elettori di questo territorio – ad indurre la Provincia a rimeditare e revocare un’autorizzazione rilasciata con eccessive disinvoltura e superficialità . Una richiesta, peraltro, già  formulata alla Provincia dal Consiglio comunale di Altamura con un ordine del giorno votato all’unanimità  due anni fa.
Non vorremmo, tra qualche anno, trovarci nuovamente a piangere sull’ennesimo latte (pardon, fango) versato!


Altamura 22 settembre 2003


Enzo Colonna
Consigliere Comunale di Altamura
enzo@altamura2001.com
 

L’IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO PIU’ GRANDE D’EUROPA

 




FABBRICA DI FERTILIZZANTI NEL PARCO CONTAMINATO

Bari, sorgerà  nell’Altopiano delle Murge. Sarà  l’impianto più grande d’Europa. L’accusa: usa fanghi al cromo




DAL NOSTRO INVIATO
ALTOPIANO DELLE MURGE (Bari) – E’ almeno dal 1997 che metalli cancerogeni come piombo e cromo filtrano nelle falde d’acqua (potabile) dell’altopiano carsico delle Murge. Eppure, negli stessi luoghi contaminati, che per giunta sono Sic e Zps (Sito di interesse comunitario e Zona di protezione speciale), la stessa impresa accusata di aver inquinato, la «Tersan Puglia», sta costruendo il più grande impianto di compostaggio d’Europa: 800 tonnellate al giorno di rifiuti, di cui 500 di fanghi, contenenti anche cromo. Un impianto di cui non si coglie il senso (nove Comuni che producono appena 198 tonnellate di rifiuti) e che è avvertito come una minaccia per la salute e l’economia (carne, latticini e pane dop).
Il Corriere della Sera è in grado di individuare alcuni punti fermi di una vicenda inquietante. Primo: sull’altopiano delle Murge sono stati scaricati e mescolati al terreno centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti contenenti cromo. Fanghi industriali provenienti dai consorzi di concerie toscane Acquarno e Cuoio Depur, che attraverso due società , Ecoespanso e Delca, li davano alla Tersan a un prezzo di gran lunga inferiore ai 60 euro «di mercato». Secondo: una parte di quei rifiuti è stata commercializzata come compost, fertilizzante agricolo, senza averne le caratteristiche («Non è necessaria la laurea in chimica – scrivono i professori Giovanni Vallini, Francesco Fracassi e Fabrizio Pulpo in un procedimento contro Tersan del ’98, autori delle perizie sui prodotti della Tersan – per comprendere che quel prodotto è esso stesso un rifiuto»). Illuminante quel che è accaduto nel ’98 e nel ’99. Nel ’98, la Tersan cede come fertilizzante 12 mila tonnellate di fanghi alla Silva, una società  i cui due soci sono la figlia di Silvestro Delle Foglie, uno degli otto imputati e patron della Tersan, e la moglie di un funzionario regionale. Dalla Tersan, la Silva compra anche un’area di 180 ettari vicino a Bitonto, in cui i periti sospettano che siano stati «smaltiti» i rifiuti pericolosi, tanto che chiedono a Renato Nitti (pm nel procedimento del ’98 e in quello attuale) di incaricare subito un chimico per accertarsene. Ma la richiesta resta inascoltata e il sospetto rimane tale. Nel ’99 invece Tersan tratta circa 80 mila tonnellate di fanghi e ne cede 45 mila alla sola azienda di Giuseppe Quintano (un altro imputato, a cui sono stati sequestrati 300 ettari di terreno). Anche in questo caso, viene chiesto al pm di incaricare subito un chimico per verificare i livelli di contaminazione. Invano. Mentre, dicono i militari del Noe, «il Consorzio di smaltimento di Santa Croce all’Arno continua imperterrito a inviare i propri fanghi a Tersan, anche dopo che il ministero dell’Ambiente ha ribadito che i fanghi contenenti cromo non possono andare al compostaggio». Nel 2000 invece la Lipu (Lega di protezione uccelli) chiede al giudice civile del Tribunale di Bari, Giuseppe Rana, di incaricare un collegio di consulenti tecnici «per verificare la percolazione verso gli strati profondi e il passaggio di eventuali inquinanti in falda». Ma Rana non ritiene di far eseguire alcuna perizia.
Il caso «esploderà » solo quattro anni dopo. Venti giorni fa. E a Nitti verrà  affiancato il pm Roberto Rossi. Ma i ritardi aggravano la situazione perché, dicono Vallini e Fracassi, «è dimostrato scientificamente che il cromo trivalente, di per sé elemento con tossicità  diretta, nei terreni può trasformarsi in cromo esavalente, estremamente tossico per i sistemi biologici». Per l’attività  della Tersan, parole di fuoco. «Il suo prodotto finale non può essere considerato compost e nemmeno ammendante». Un responso che troverà  conferma nella condanna della Tersan per pubblicità  ingannevole nel settembre 2000, su ricorso dell’Associazione nazionale fertilizzanti. E tuttavia, proprio a settembre del 2000, la Provincia di Bari autorizza la Tersan, che a Modugno ha l’impianto di compostaggio più grande d’Italia con le sue 600 tonnellate al giorno, a costruirne un altro da 800 tonnellate al giorno, il più grande d’Europa. E in zona protetta. Per giunta, addosso a una ferrovia e a una strada statale, la Bari-Matera, chiamata «strada della morte» perché sono vent’anni che attende il raddoppio a quattro corsie e continua a mietere vittime a decine. Ma Anas, Ferrovie Apulo-Lucane e il responsabile del Servizio di igiene pubblica dell’Asl Bari 3 non fanno mancare il loro parere positivo. Un altro esempio. Il 14 luglio 1997, il direttore generale del ministero delle Politiche agricole (governo Prodi, ministro Michele Pinto) confeziona un parere positivo sui prodotti Tersan basandolo solo sull’etichetta del prodotto allegata dalla stessa Tersan. «Come chiedere all’oste se il vino è buono», è il commento dei professori Vallini e Fracassi. E se periti e Noe chiedono «un atteggiamento più prudente da parte delle istituzioni pubbliche», ecco che la giunta provinciale presieduta da Marcello Vernola brucia i tempi e i suoi assessori (Margherita, Ds, Verdi, Sdi, Pdci e Prc) votano per il mega impianto in zona protetta, in cui la Tersan può portare rifiuti da dove le pare (in contpasto con due pronunce della Corte Costituzionale). In particolare 500 tonnellate al giorno di fanghi «contenenti cromo e altri tipi di plastica». Un duro colpo per un territorio che ha eletto due consiglieri provinciali e due regionali; oltre ai parlamentari Marida Dentamaro (Udeur), Donato Piglimnica (Ds) e Giuseppe Nocco (FI), questi due addirittura membri della Commissione sul ciclo dei rifiuti. Mai una parola sugli impianti vecchio e nuovo della Tersan, eccoli pronti a marciare in difesa dell’Alta Murgia.
Carlo Vulpio
cvulpio@corriere.it