AL VIA LA RACCOLTA DI PLASMA IPERIMMUNE ALL’OSPEDALE DELLA MURGIA “FABIO PERINEI”.

Da domani sarà possibile effettuare le donazioni di plasma iperimmune. Possono donare solo soggetti che sono stati contagiati da COVID-19 e sono guarite, con tampone negativo da almeno quattordici giorni.
In molti avevano sollecitato e chiesto. Ne avevo parlato nelle settimane scorse con il dott. Leonardo Sardella, responsabile dell’Unità di Medicina Trasfusionale dell’Ospedale della Murgia “Perinei”, una bellissima unità che ci siamo conquistati negli ultimi anni e che è operativa da oltre un anno e mezzo.
La procedura di donazione è strutturata in due fasi. Prima si procede all’esame di un campione, con una serie di test di laboratorio, in particolare finalizzati a verificare la presenza di anticorpi con una carica immunitaria minima, sufficiente a neutralizzare SARS-CoV-2. Se tale livello di anticorpi “neutralizzanti” viene accertata, il soggetto viene successivamente chiamato a effettuare la vera e propria donazione. Il plasma raccolto viene poi trasferito al laboratorio dell’Ospedale San Paolo per una serie di trattamenti e solo successivamente è pronto per la trasfusione a favore del paziente. Ovviamente la donazione può essere effettuata tra soggetti con gruppi sanguigni compatibili.
Per comunicare la propria disponibilità alla donazione di plasma (ripeto, solo soggetti guariti da covid, con tampone negativo) e fissare l’appuntamento per il prelievo del campione, bisogna contattare l’Unità di Medicina Trasfusionale dell’Ospedale della Murgia, ai seguenti numeri: 0803108597 / 0803108594.
Se potete, passate parola tra parenti e amici.
Mi ha aggiornato, nelle ultime ore, di questo significativo sviluppo il dott. Sardella. Con lui e, ieri, con il dott. Domenico Milella (direttore dell’Unità di Anestesia e Rianimazione del “Perinei” che, con la sua equipe, sta svolgendo un lavoro enorme, preziosissimo, con un tratto straordinario anche di umanità e sensibilità nei confronti dei numerosi pazienti ricoverati) ho avuto modo acquisire elementi informativi sulla effettiva portata della terapia con plasma iperimmune su pazienti affetti da COVID-19. Dalle loro parole e da quelle di altri esperti della materia, ne ho tratto la conclusione che, nonostante quanto si riferisca e si divulghi spesso da persone e fonti non mediche e non scientifiche, tale terapia è uno strumento in più, ma non certo risolutivo, e la sua efficacia non è certo assodata. In ogni caso, mi hanno spiegato i dottori, a tale terapia non si può fare ricorso in via generalizzata, ma solo in circostanze specifiche. Quindi la sua portata va ridimensionata rispetto alle altissime aspettative che ha generato.
Per gli sforzi compiuti e per questo ulteriore servizio assicurato alla collettività murgiana (che ha comportato la definizione di una serie di passaggi, verifiche e protocolli), sono molto grato e auguro buon lavoro al Responsabile, il dott. Leonardo Sardella, e a tutto il personale dell’Unità di Medicina Trasfusionale e al Direttore del Dipartimento Immuno-Trasfusionale dell’ASL di Bari, dott. Michele Scelsi.
Al “Perinei”, per quanto siano in tanti ad impegnarsi a parlarne in termini negativi o a diffondere notizie parzialmente vere/false (quindi, comunque, distorte), senza prendersi la briga di guardare dentro, beh, lì, al “Perinei”, io vedo solo tantissimi operatori sanitari (medici, infermieri, oss, ausiliari, tecnici, amministrativi, direzione medica e amministrativa) impegnati in uno sforzo senza precedenti, straordinario, che, a mio parere, dall’esterno spesso non vediamo o non vogliamo vedere e che, sicuramente, non aiutiamo con iniziative dirette a limitare, ridurre l’incredibile pressione determinata dall’altissimo numero dei contagi nel nostro territorio (un numero che non ha eguali in tutta la Puglia) e dei collegati e conseguenti accessi e ricoveri.
ENZO COLONNA

POLO INNOVATIVO PER L’INFANZIA DI TRENTACAPILLI, AD ALTAMURA: CONCLUSA LA VALUTAZIONE DEI PROGETTI CANDIDATI AL CONCORSO DI PROGETTAZIONE.

Una bella notizia per Altamura. Oggi si è conclusa la fase di valutazione dei 26 progetti candidati al concorso di progettazione per il #PoloInnovativoperInfanzia di #Altamura, nel quartiere Trentacapilli, una nuova e innovativa struttura dedicata ai bambini fino a 6 anni.
La Commissione giudicatrice ha chiuso oggi i suoi lavori definendo la graduatoria finale e individuando, così, i progetti vincitori dei premi previsti dal disciplinare regionale: 15.000 euro per il primo classificato, 7.500 euro per il secondo e 4.000 euro per il terzo. Un ulteriore premio di 4.000 euro è destinato al progetto, classificatosi tra il 4° e l’8° posto, elaborato dal gruppo di progettazione con l’età media più bassa. La Commissione, inoltre, ha individuato, oltre ai vincitori, altri cinque progetti meritevoli di “menzione”.
Al primo classificato, poi, il Comune affiderà la progettazione definitiva ed esecutiva dell’opera, cioè il livello di progettazione necessario per bandire la gara di appalto per la realizzazione dell’opera.
Ora non ci resta che attendere di vedere le tavole dei progetti, in particolare del progetto primo classificato. A breve, si terrà una seduta della segreteria tecnico-amministrativa del concorso di progettazione che procederà ad abbinare ai progetti candidati e valutati in forma anonima i nominativi dei progettisti, che sono indicati a parte, nell’atto di candidatura, in un plico mantenuto chiuso sinora.
📌 Una notizia che attendevo da tempo per un’importante opera pubblica, con un imponente finanziamento riconosciuto dalla Regione agli inizi del 2018. Si tratta di un grande obiettivo per Altamura che ho proposto, sviluppato e su cui sono impegnato da oltre tre anni, dedicando non poche energie e non poco impegno. Uno dei risultati a cui sono più legato, uno dei più qualificanti, dei miei quattro anni in Regione.
➡️ Da qui, una delle mie prime note con cui lanciai la proposta nell’ottobre 2017:
➡️ Da qui, una rassegna di interventi e articoli del novembre 2017:
✅ Il Polo Innovativo per l’Infanzia, ricordo, è previsto nel cuore del quartiere di Trentacapilli, in una porzione di circa 5000 mq di una più ampia area di proprietà comunale destinati a servizi di quartiere (di circa 24.000 metri quadrati). È un’opera largamente attesa dalla comunità, finalizzata a offrire ai bambini sino a 6 anni di tutta la città servizi all’avanguardia per la loro crescita e formazione: sia aule destinate alle attività educative e scolastiche (micronido, nido, scuola infanzia), sia strutture per attività extrascolastiche (quali palestra, laboratori tematici, parco giochi, auditorium, biblioteca, area verde, ludoteca, ecc.). Il costo stimato per la realizzazione dell’opera è pari a 3.194.000 euro, somma – assieme al costo dell’area, ad altre spese accessorie, agli oneri del concorso di progettazione – coperta dal finanziamento riconosciuto dalla Regione per un totale di oltre 4,3 milioni di euro (a Bari sono andato 3,1 milioni; a Capurso circa 2,2 milioni).
La conclusione della fase concorsuale per l’individuazione del progetto da realizzare segue quella del concorso di progettazione per il Polo di Bari, nel quartiere Santa Rita, di cui detti conto a fine luglio. Ora si attendono gli esiti del concorso di progettazione di Capurso.
➡️ Sui concorsi di progettazione per questi tre Poli per l’Infanzia, i primi concepiti in maniera del tutto innovativa e moderna e individuati dalla Regione Puglia, rinvio ad una delle mie numerose note sull’argomento, risalente ad ottobre 2019:
✅ Si sta dando così attuazione ad una significativa misura che ha coinvolto i Comuni di Altamura, Bari e Capurso, selezionati dalla Regione Puglia nel gennaio del 2018 nell’ambito dell’iniziativa del Ministero dell’Istruzione che assegnava alla Puglia risorse complessive pari a 9.687.832 euro per la realizzazione di strutture dedicate all’infanzia, per la fascia di età 0-6 anni.
➡️ Il 24 novembre 2017 davo conto degli esiti della selezione regionale in questa nota:
➡️ Poi ne scrissi qui nel gennaio 2018:
✅ I concorsi di progettazione per i tre Poli si sono successivamente inseriti in questa articolata operazione che ho seguito, dal settembre 2017, sin dagli inizi, passo dopo passo, e su cui sono stato particolarmente impegnato insieme all’Assessore regionale all’Istruzione Sebastiano Leo, con il supporto del grande e professionale lavoro della Dirigente Maria Raffaella Lamacchia e dello Staff della Sezione regionale “Istruzione e Università” e di ARTI (Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione della Regione Puglia). Dopo la selezione dei Comuni beneficiari del finanziamento, infatti, dalla Regione abbiamo fatto seguire, nel dicembre 2018, un protocollo di intesa con i tre comuni selezionati, che ha integrato in modo del tutto originale la misura, riconoscendo ai tre enti locali un ulteriore contributo regionale pari a 70mila euro ciascuno (del bilancio regionale), destinato proprio alla attivazione, predisposizione e gestione dei tre concorsi di progettazione (anziché far ricorso alle ordinarie gare di appalto, proprio al fine di garantire elevati standard di qualità e la più ampia partecipazione nella fase di ideazione degli interventi) e supportando le strutture comunali anche con una task force regionale di esperti.
➡️ Ne scrissi qui, ad esempio, nel dicembre 2018:
✅ A conclusione dei tre concorsi di progettazione, il disciplinare sottoscritto con la Regione prevede che i Comuni organizzino una mostra di tutti gli elaborati e curino la pubblicazione di un volume contenente il racconto delle esperienze e i risultati del concorso.
✅ Per quanto riguarda il Polo di Altamura, nel gennaio scorso, si è proceduto con la nomina, sulla base di quanto previsto nel disciplinare proposto dalla Regione e sottoscritto dal Comune di Altamura, della Commissione giudicatrice chiamata a selezionare, tra quelle pervenute, le proposte progettuali ritenute migliori. I suoi componenti sono stati: l’arch. Giovanni Buonamassa (rappresentante del Comune, con funzioni di presidente), dalla dott.ssa Cristina Sunna (rappresentante della Sezione “Istruzione e Università” della Regione Puglia), dal prof. arch. Michele Beccu (professore ordinario di “Progettazione architettonica e urbana” presso il Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre, esperto in edilizia scolastica individuato di concerto tra Regione e Comune), dall’ing. Francesco Pepe e dall’arch. Cosimo Damiano Mastronardi (sorteggiati dalle terne di professionisti indicate, rispettivamente, dall’Ordine degli Ingegneri e dall’Ordine degli Architetti dell’area metropolitana di Bari).
➡️ Ne scrissi qui, nel gennaio 2020:
➡️ Qui, nel luglio scorso, un mio video al momento dell’insediamento della Commissione:
📌 Un altro passo in avanti, dunque, di questa articolata procedura destinata a dotare Altamura di un’opera molto attesa da tutta la comunità cittadina e in particolare da parte degli abitanti del quartiere che hanno in più circostanze manifestato, per esempio nel corso delle assemblee organizzate da don Nunzio Falcicchio presso la Parrocchia Redentore, un grande interesse per questa iniziativa a cui detti impulso tre anni fa.
➡️ Da qui, un articolo e foto sulla prima assemblea nel novembre 2017, con i tecnici architetti comunali Giovanni Buonamassa, Maria Cornacchia, Anna Giordano, Lia Picerno e numerosi consiglieri di tutti i gruppi allora presenti in consiglio comunale:
➡️ Da qui, una mia nota:
📌 Un’opera – assieme al programmato istituto comprensivo (6-13 anni) da realizzare nell’area adiacente, inserito, questo, nel piano regionale triennale dell’edilizia scolastica, la cui progettazione, spero, venga raccordata con quella ora individuata per il Polo per l’Infanzia – destinata nei prossimi anni a cambiare completamente volto al quartiere e a migliorare la sua qualità di vita.
➡️ Sul progetto di Istituto Comprensivo, rinvio alla mia ultima nota:
❤ Per me, mi perdonerete questa annotazione personale, un grande motivo di felicità, orgoglio e soddisfazione.
Andiamo avanti!
🤝 I miei sentiti e doverosi #ringraziamenti /
Ringrazio le strutture tecniche comunali, a partire dai rispettivi dirigenti (l’ing. Biagio Maiullari e l’arch. Giovanni Buonamassa); la Commissaria Prefettizia Rachele Grandolfo che, nel settembre-ottobre 2017, raccolse la mia proposta e dette il giusto impulso amministrativo a livello comunale; i tecnici comunali che compilarono, nell’ottobre-novembre 2017 la scheda di candidatura e con cui fui in contatto pressoché quotidianamente (in particolare, gli arch. Anna Giordano, Lia Picerno, Giovanni Buonamassa); i dirigenti scolastici che assicurarono sostegno all’iniziativa; la giunta comunale della precedente amministrazione che, dopo essere stata reintegrata, confermò l’indirizzo adottando la deliberazione di candidatura; i consiglieri comunali, tutti, dell’allora maggioranza e minoranza, che supportarono l’iniziativa; il Commissario Prefettizio Prefetto Vittorio Lapolla e l’attuale Amministrazione comunale Melodia (in particolare, gli assessori ai lavori pubblici degli ultimi due anni e mezzo, Pietro Falcicchio e Michele Cornacchia) che hanno confermato e portato avanti la procedura.
Ringrazio i componenti della Commissione giudicatrice per il lavoro svolto in questi ultimi mesi, con passione e competenza, nelle condizioni non semplici imposte dall’emergenza covid.
Rinnovo, ancora una volta, la mia grande gratitudine nei confronti dell’Assessore regionale all’Istruzione Sebastiano Leo (riconfermato, ne sono felice, in questo nuovo mandato regionale) e, per l’intenso, professionale e puntuale lavoro, gli Staff della Sezione regionale “Istruzione e Università”, diretta dalla Dirigente Maria Raffaella Lamacchia, e dell’ARTI (Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione della Regione Puglia).
Soprattutto ringrazio per il sostegno che mi hanno sempre manifestato in questi anni e l’adesione alla proposta lanciata tre anni fa, i cittadini residenti nel quartiere Trentacapilli e Don Nunzio Falcicchio che, in più occasioni, ci ha chiamati a raccolta.
ENZO COLONNA

CAUTI CON LE PAROLE.

1) Quando i temi e problemi sono complessi, le difficoltà grandi, la situazione delicata, tutti dovremmo ancor più prestare attenzione alle parole, soprattutto chi ha responsabilità pubbliche o collettive, funzioni istituzionali, compiti professionali o lavorativi, ruoli politici, visibilità. Quando si parla e si scrive di salute, di strutture ospedaliere e servizi sanitari, di farmaci e cure, di soluzioni per affrontare l’emergenza, informazioni, affermazioni e parole “devono essere maneggiate con cura”, con prudenza, precisione, umiltà se non si conosce la materia. Altrimenti aggiungiamo confusione a confusione, incertezza ad incertezza, ansia ad ansia.
2) La consuetudine domenicale con l’emicrania mi alza pericolosamente il livello di sensibilità e irritabilità. Solo io trovo fuoriluogo, inappropriata, irritante questa retorica natalizia, la sua sfacciata declinazione mercantile, a fronte delle difficoltà di tante famiglie e persone? Versione riveduta e aggiornata dell’eterno, ricorrente, baratto con i bisogni primari: “S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche. / Se non hanno il pane, mangino le brioche”. Sarà il panettone, questa volta.
_________
WORDS/PAROLE
Siate cauti con le parole,
anche con quelle miracolose.
Per le miracolose facciamo del nostro meglio,
a volte sciamano come insetti
e non lasciano una puntura ma un bacio.
Possono essere buone come dita.
Possono essere sicure come la roccia
su cui incolli il culo.
Ma possono essere margherite e ferite.
Io sono innamorata delle parole.
Sono colombe che cadono dal tetto.
Sono sei arance sacre sedute sul mio grembo.
Sono gli alberi, le gambe dell’estate,
e il sole, il suo volto appassionato.
Ma spesso non mi bastano.
Ci sono così tante cose che voglio dire,
tante storie, immagini, proverbi, ecc.
Ma le parole non sono abbastanza buone,
quelle sbagliate mi baciano.
A volte volo come un’aquila
ma con le ali di un passero.
Ma cerco di averne cura
e di essere gentile con loro.
Le parole e le uova devono essere maneggiate con cura.
Una volta rotte
sono cose impossibili da aggiustare.
[Anne Sexton]

Le imprese di #Altamura sono una forza

La gara di appalto, bandita dalla protezione civile regionale, per la costruzione di un ospedale (con dieci moduli prefabbricati) da 160 posti letto di terapia intensiva e subintensiva in Fiera del Levante, che devono essere pronti entro 45 giorni dall’aggiudicazione, cioè nei primi giorni di gennaio, è stata vinta da due imprese altamurane: la Cobar di Vito Barozzi (settore edile, costruzioni e restauri) e la Item Oxygen di Giuseppe Fiorino (settore impianti ospedalieri, medicali ed elettromedicali, telemedicina).

Complimenti a loro, ai loro staff tecnici e dirigenziali, alle loro maestranze.
Non c’è che dire: le imprese di #Altamura sono una forza, in ogni circostanza e in tanti campi.

ATTIVATO UN PREZIOSISSIMO SERVIZIO PER I PARENTI DEI DEGENTI IN AREA COVID DELL’OSPEDALE DELLA MURGIA.

Sono molto grato nei confronti della direzione medica e amministrativa dell’Ospedale della Murgia “Perinei” per questa iniziativa. Risponde ad una esigenza molto avvertita dai parenti dei numerosi pazienti ricoverati in area covid. Mi era stata evidenziata da qualche parente la settimana scorsa e me ne ero fatto interprete trovando la direzione medica del presidio già al lavoro. Da ieri è stato ufficializzato questo piccolo, ma preziosissimo servizio. Una linea diretta e dedicata ai parenti di pazienti ricoverati e in isolamento.
Esprimo nuovamente la mia infinita gratitudine per il complesso lavoro che tutto il personale (sanitario, amministrativo, tecnico) dell’Ospedale sta svolgendo da molti mesi. Oggi, in particolare, per quest’ultimo gesto di premura nei confronti dei pazienti e dei parenti, mi preme ringraziare lo staff della direzione medica (i dottori Domenico Labate, Annalisa Altomare, Marisa Simone, Giovanni Morlino, Carlo Deruvo, Michele Vacca) e della direzione amministrativa (sotto la responsabilità della dott.ssa Rachele Popolizio), le dottoresse Ventricelli e Dinicolantonio che cureranno questo servizio, nonché la direzione generale della Asl di Bari.
Li ringrazio tutti, perché stanno mettendo a disposizione della collettività il massimo di sé stessi, ben oltre i doveri d’ufficio. E lo fanno in condizioni difficili. Donne e uomini come tutti noi, anche con il loro carico di fragilità e difficoltà, personali e familiari, che tutti tendiamo a non voler tener conto.
Beh, da cittadino della Murgia, vi voglio bene!
_______
Eschilo nel suo “Prometeo incatenato” fa dire a Oceano :
“O Prometèo, non sai che le parole
son medicina all’animo che soffre.”
Alla nostra portata, ho ripreso spesso, esistono parole e gesti di simpatia e premura che rinnovano il patto di ognuno col resto della specie umana. Non ci è dato sapere cosa ci riserva il futuro. Ne possiamo ipotizzare o intuire la parabola. Ad esempio, attraverso i segni che lasciamo con il nostro lavoro quotidiano. Un altro modo, più semplice e immediato, è dato dai bisogni di chi vive attorno a noi. I loro bisogni attuali, prima o poi, saranno i nostri bisogni. Occuparsene è dunque un buon modo per occuparsi anche del proprio futuro.

Una buona notizia.

Una buona notizia. Hanno preso avvio, lunedì, gli attesi lavori presso l’ala più recente del vecchio ospedale di Altamura, in viale Regina Margherita. Interessano la copertura al di sopra del IV piano (lastrico e terrazzini, le cui precarie condizioni generavano infiltrazioni). Successivamente si interverrà con pitturazione, chiusura di alcuni varchi e apertura di nuovi, sistemazione impianti, all’interno del quarto piano che verrà destinato interamente al servizio di “neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza” (NPIA) .
Tale delicato e importante servizio è ubicato, da tempo e attualmente, in alcuni locali di un edificio in via Enrico Toti, del tutto insufficienti e inadeguati a fronte del fabbisogno e delle esigenze riabilitative di svariate decine di bambini del territorio.
La necessità di assicurare altri spazi e ulteriore personale era emersa con forza una decina di mesi, quando la Asl, dando applicazione ad un regolamento regionale, aveva limitato il ricorso a prestazioni riabilitative fuori regione. In quella fase ebbi modo di rassicurare che erano in fase di ultimazione diverse procedure concorsuali, che successivamente, effettivamente, si sono concluse con svariate decine di assunzioni di diverse figure professionali (ad esempio, logopedisti e fisioterapisti). Sempre in quella fase e nei mesi successivi, con la decisa spinta dell’

Associazione Genitori Speciali Altamura

, riuscimmo ad ottenere l’impegno da parte della direzione della Asl ad assicurare nuovi ambienti per la neuropsichiatria infantile.

Questa è ora la situazione:
– il personale è stato potenziato con l’arrivo, sinora, di una decina di professionisti (psicologi, logopedisti). Ulteriori ne arriveranno presto (ad esempio, fisioterapisti, neoassunti vincitori di concorso) ad assicurare consulenze e attuazione dei piani terapeutici dei minori seguiti dalla NPIA Alta Murgia (che ha sede ad Altamura e copre i territori di Acquaviva delle Fonti, Gravina in Puglia, Santeramo in Colle, Toritto).
– Avantieri, hanno preso avvio i primi lavori che, con i successivi da effettuare all’interno e con i necessari allestimenti, porteranno alla sistemazione dei servizi e delle attività della neuropsichiatria infantile al quarto piano dello stabile in viale Regina Margherita. Per questo, dunque, ci sarà ancora da lavorare e da seguire nelle prossime settimane.
Intanto, voglio esprimere la mia soddisfazione (e felicità) per l’inizio dei lavori, un passo importante, un po’ ritardato, rispetto a quanto si era programmato, a causa della nota emergenza in corso che ha impegnato e sta impegnando l’area tecnica della Asl in numerosi interventi in tanti presidi ospedalieri, distretti e ambulatori del barese. Ringrazio, per questo, il presidente Michele Emiliano, il direttore generale della Asl di Bari, Antonio Sanguedolce, lo staff dell’Area Tecnica della Asl (in particolare, l’ing. Nicola Sansolini e la geom. Angela Nuzzi), i responsabili territoriale e aziendale della “neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza” e il direttore del dipartimento (rispettivamente, i dottori Antonia Bello, Vito Lozito, Domenico Semisa), il direttore del distretto socio-sanitario Ba4 Rino Loverre. Con tutti loro costanti sono stati e sono i miei contatti.
Un ringraziamento speciale all’Associazione Genitori Speciali, in particolare alle due portavoce

Mary Cristallo

ed

Evita Salvaggiulo

, che non hanno mai fatto mancare sollecitazioni, energia, incoraggiamenti.

P.S.: Una precisazione finale. Come ho ripetuto più volte, la cessazione del mio mandato di consigliere regionale non mi impedirà – ovviamente per quello che mi è possibile da semplice cittadino, quindi in altre forme e con altra incisività – di essere presente, seguire e contribuire al raggiungimento dei risultati finali con riferimento al lavoro, alle numerose progettualità e iniziative che ho avuto modo di impostare, avviare, sviluppare o accompagnare nei miei quattro anni in Regione.

Piazze piene e Ospedali pieni.

Piazze piene e Ospedali pieni. Piace così. Con buona pace di dpcm e ordinanze che, alla fine, servono solo a chiudere, limitare, sacrificare attività lavorative e sostentamento di tanti. Con il personale sanitario che fa i salti mortali per far fronte al fabbisogno. Con 118, Pronto Soccorso, Ospedale della Murgia, Distretto, Servizi territoriali di vari Dipartimenti Asl che, con grande fatica, cercano di far fronte alle emergenze/urgenze e a terapie a lungo termine (terapie oncologiche, dialisi, trattamenti riabilitativi, ecc.). Con i posti letto covid, attualmente disponibili al Perinei, tutti occupati (52 in reparto e 8 in rianimazione). Con 17-18 pazienti covid fino a ieri sistemati nell’area dedicata del Pronto Soccorso, in attesa di trasferimento in reparti, e che hanno limitato e rallentato le attività del Pronto Soccorso stesso. Con 7-8 pazienti trasferiti, tra ieri sera, ieri notte e stamattina, dal Pronto Soccorso della Murgia (in cui ne rimangono dieci, comunque) all’Ospedale di Ostuni, tutto riconvertito a reparti covid con un’ottantina di posti.
Con l’idea, insomma, che sia sempre qualcun altro in colpa, qualcun altro a dover fare qualcosa, qualcun altro a provvedere e che non tocchi a ciascuno, istituzione o singolo, fare, in piccola piccolissima o grande parte, il proprio.
Un mese e mezzo fa, quando ad Altamura i casi erano “appena” un centinaio, conclusi così, come riportato nell’immagine [da qui:
Beh, allora era un’opzione, una mia preghiera, un appello, che si poteva o meno raccogliere (come in realtà è stato, inascoltato da tutti). Ora non c’è scelta, è una necessità!

PRESTIAMO ATTENZIONE GLI UNI AGLI ALTRI. ESORTIAMOCI A VICENDA.

Ha colpito tanti, anche me, l’iniziativa degli operatori commerciali ed economici delle zone di #Altamura interessate dal provvedimento comunale che “chiude al pubblico” pur lasciando salvo il transito a partire dalle 16.
Faccio un paio di considerazioni.
1) Mi domando se non sia più efficace e più giusta una disposizione che preveda una chiusura alle 19-20, un blocco vero con uno stop agli spostamenti, così assicurando la piena fruibilità di tali zone, compresi quei pochi giardini e spazi con alberature che la città offre (ora preclusi, di fatto totalmente ai bambini impegnati al mattino con le attività didattiche). In altri termini, la città si potrebbe fermare ad una certa ora della sera o del tardo pomeriggio, senza compromettere le restanti fasce orarie.
2) Sinceramente non mi convincono appelli e richiami a privilegiare gli acquisti diretti a scapito di quelli online. Preciso di non fare ricorso a questa forma di acquisto, ma una battaglia contro le modalità a distanza di acquisto di merci mi sembra irrealistica, di retroguardia, soprattutto destinata ad essere puramente retorica, con scarsissima possibilità di effettività.
3) La valorizzazione del tessuto commerciale, produttivo ed economico territoriale passa, a mio parere, da azioni positive, da un valore aggiunto assicurato ai clienti e consumatori, in termini di servizi, di prestazioni, di convenienza, di offerte integrate. Ne so qualcosa per averne fatto la traccia di lavoro su cui articolai e proposi la legge regionale in materia di promozione, diffusione e valorizzazione dei prodotti agroalimentari della filiera corta (c.d. km 0) approvata due anni fa circa e che prevedeva una serie di strumenti, come riduzione della tassazione locale per gli esercizi con prodotti a km 0, spazi espositivi e di vendita dedicati, riserva di stalli nei mercati zonali, ecc. (ma non ci torno).
4) In questa fase emergenziale, mi domando se non sia possibile provare ad avviare rapidamente qualche azione concreta, non certo con la pretesa di essere risolutivi, ma con l’ambizione di rendere esplicita la connessione che di fatto c’è tra i vari pezzi del tessuto economico locale, perché, credo sia chiaro a sempre più persone, tutte le componenti di un corpo sociale si tengono, come in un organismo vivente, e il rischio attuale e grave è che si sfaldino, irreversibilmente, relazioni economiche e sociali. Inoltre, in questo momento di difficoltà economica causata dal Covid e dai conseguenti provvedimenti nazionali e locali, il problema non è solo assicurare liquidità, ma anche farla arrivare dove serve.
5) Mi domando, ad esempio, se – tra le azioni possibili e già praticate, anche con successo, in tanti posti e in epoche diverse – non si possa avviare un sistema di moneta complementare locale che è in grado di mettere in condizione le imprese di scambiarsi beni e servizi senza l’intermediazione di denaro. Una misura, peraltro, su cui puntava, su scala regionale, una delle ultime leggi approvate nella legislatura conclusa da poco (proposta dal collega Antonio Trevisi e votata dal consiglio regionale nel luglio scorso).
6) In altri termini, a livello locale, a partire da una dotazione iniziale messa a disposizione dal comune, si tratterebbe di creare un circuito a cui aziende, esercizi commerciali, operatori economici in genere possono iscriversi per operare attraverso l’assunzione di crediti, da parte di chi vende, e debiti, da parte di chi acquista, che potranno essere saldati rispettivamente con l’acquisto e la vendita di beni e servizi nello stesso circuito in un tempo successivo o, con riferimento alla dotazione finanziaria iniziale, attraverso lo sconto della tassazione locale.
7) Questo consentirebbe di legare i consumatori ai beni e ai servizi del circuito, quindi incidendo sull’economia reale, fatta da piccoli imprenditori e liberi professionisti, poiché la moneta locale complementare sarebbe spendibile solo nel circuito, e di assicurare vantaggi economici ai consumatori stessi sotto forma non di riduzione del prezzo di vendita, ma di riduzione del denaro liquido da corrispondere. In altri termini, circola intatto il valore ma non il denaro corrispondente, perché una quota sarebbe coperta da tale moneta complementare che andrebbe, a sua volta, utilizzata, spesa, sempre e solo nel circuito.
Non so. Ci si potrebbe mettere all’opera, anche perché temo che questa fase negativa, almeno dal punto di vista economico, non si chiude con una stagione.
* * *
《Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone. Non disertiamo le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortiamoci a vicenda …》 (Lettera agli Ebrei, 10, 24-25)
[la prima, una foto di

Luca Bellarosa

]

DUE SELEZIONI PER GLI ORGANICI DEI CENTRI PER L’IMPIEGO

Si tratta di due selezioni che stanno facendo molto discutere (su modalità e tempi). Mi limito a segnalarle per come sono. In attesa dell’espletamento delle prove dei concorsi già banditi nei mesi scorsi (sia tempo determinato, che tempo indeterminato: ho segnalato più volte questi concorsi, ad esempio qui: https://www.enzocolonna.com/…/al-via-i-concorsi…/), prove rinviate a causa dell’emergenza covid, l’Arpal (agenzia regionale politiche attive del laovoro) sta procedendo a rafforzare temporaneamente gli organici dei Centri per l’Impiego attraverso la somministrazione temporanea di personale operata dall’agenzia per il lavoro JobItalia.
Sono oltre duecento le figure richieste con questi profili:
1️⃣ Specialista in Mercato e Servizi per il lavoro
➡️ da qui tutte le informazioni e per l’invio delle candidature:
2️⃣ Istruttore mercato del lavoro
➡️ da qui tutte le informazioni e per l’invio delle candidature:
Le domande di partecipazione alle selezioni dovranno pervenire entro le ore 13.00.del giorno 27 novembre 2020

SE QUESTA È SCUOLA

Cos’è la scuola? Senza gli abbracci e i baci delle insegnanti, senza le loro carezze e i loro salutari ceffoni (ahimè, rimossi dal nomismo didattico-pedagogico degli ultimi decenni)? Senza le merende condivise a morsi con gli amici, senza le penne scambiate e i quaderni sottratti al compagno di banco? Senza i suggerimenti veicolati con un soffio nell’orecchio, senza i bigliettini passati di mano in mano? Cos’è la scuola senza i sorrisi celati dalle mascherine, con i singhiozzi soffocati nel tessuto non tessuto? Senza i nonni, che proteggiamo in casa, ad aspettare i nipotini all’uscita da scuola?
Cosa resta della scuola senza i tappi sbertucciati da denti alieni e ritrovati nell’astuccio, senza il fiatone e il sudore delle giocate in palestra? Senza la gocciolina di saliva che insolentisce e tradisce la spiegazione del professore planando sul banco in prima fila? Cosa resta, con classi decimate da quarantene e isolamenti domiciliari, lezioni sacrificate dalle assenze dei docenti, anch’essi fragili o alle prese con ansie e fragilità domestiche?
È scuola, questo costrutto di protocolli, circolari, patti e liberatorie, tamponi e referti medici, di procedure, patemi, igienizzazioni, sanificazioni?
È “aperta” una scuola così? O ne è un’idea astratta, pallida immagine che ne serbiamo più che realtà. Più rifugio retorico per acquietare le nostre cattive coscienze adulte che, per i nostri figli, esperienza di vita reale, più immagine di allievi in batteria che comunità in cui parole e gesti di premura, attenzione e simpatia si fanno istruzione, formazione, sentimenti?
Con dolore, mi sono convinto che sarebbe meglio mettere fine a questa ipocrisia, fare i conti con la realtà, con questo simulacro senza corpi e anima, sospendendo e passando tutti ad una più regolare didattica a distanza, a cui tutte le istituzioni dovrebbe dedicare energie per assicurare il massimo di efficienza e garantire l’accesso a tutti. Se fossi io a poter decidere, forse lascerei in presenza solo le prime classi dei tre cicli (elementari, medie, superiori).
Per il resto, a noi genitori in primo luogo, credo che spetti il compito/tentativo di trasformare questa fase, così difficile, inedita, in un’occasione didattica preziosa per i nostri figli, un periodo – in sé, con le sue difficoltà, asprezze, ansie, dolori – di formazione, di emancipazione (anche tecnologica). Per dirla, con Antonio Gramsci (i Maestri sono per sempre!), un periodo di “speciale tirocinio psico-fisico… muscolare-nervoso, oltre che intellettuale”, “un processo di adattamento, un abito acquisito con lo sforzo e il dolore e la noia”. Occorre, anche ora, qui, “resistere alla tendenza di render facile ciò che non può esserlo senza essere snaturato”.
Animo, forza!
* * *
《Si affatica, è certo, e bisogna trovare che egli debba fare la fatica indispensabile e non più. Ma è anche certo che dovrà sempre faticare per imparare a costringere se stesso a privazioni e limitazioni di movimento fisico, cioè a un tirocinio psico-fisico. Anche lo studio è un mestiere, e molto faticoso, con un suo speciale tirocinio anche muscolare-nervoso, oltre che intellettuale: è un processo di adattamento, è un abito acquisito con lo sforzo e il dolore e la noia. La partecipazione di più larghe masse alla scuola media tende a rallentare la disciplina dello studio, a domandare “facilitazioni”. Molti pensano addirittura che la difficoltà sia artificiale, perché sono abituati a considerare lavoro e fatica solo il lavoro manuale. La quistione è complessa. Certo il ragazzo di una famiglia tradizionale di intellettuali supera più facilmente il processo di adattamento psico-fisico; egli già entrando la prima volta in classe ha parecchi punti di vantaggio sugli altri scolari, ha un’ambientazione già acquisita per le abitudini familiari. Così il figlio di un operaio di città soffre meno entrando in fabbrica di un ragazzo di contadini e di un contadino già sviluppato per la vita rurale. Ecco perché molti del popolo pensano che nella difficoltà dello studio ci sia un “trucco” a loro danno (quando non pensano di essere stupidi per natura): vedono il signore (e per molti, nelle campagne specialmente, signore vuol dire intellettuale) compiere con scioltezza e apparente facilità il lavoro che ai loro figli costa lacrime e sangue, e pensano ci sia un “trucco”. In una nuova situazione, queste quistioni possono diventare asprissime e occorrerà resistere alla tendenza di render facile ciò che non può esserlo senza essere snaturato. Se si vorrà creare un nuovo strato di intellettuali, fino alle più grandi specializzazioni, da un gruppo sociale che tradizionalmente non ha sviluppato le attitudini conformi, si avranno da superare difficoltà inaudite.》
[A. Gramsci, Quaderni del carcere, 4, 32-bis]