Esperti individuano la soglia oltre la quale un’epidemia è da ritenere fuori controllo nell’1%, cioè quando il numero dei contagiati supera l’1% della popolazione.
Altamura: circa 50 casi positivi, pari al 3,1% del totale in Puglia (1.599)
Incidenza: Altamura, 7 casi ogni 10.000 residenti / Puglia, 4 casi ogni 10.000.
Avevo fatto cenno qui:
Altamura: circa 100 casi positivi, pari al 3,8% del totale in Puglia (2.607)
Incidenza: Altamura, 14 casi ogni 10.000 residenti / Puglia, 7 ogni 10.000 residenti.
Ne avevo scritto qui:
Altamura; circa 450 casi positivi, pari al 4,4% del totale in Puglia (10.002)
Incidenza: Altamura, 64 casi ogni 10.000 residenti / Puglia, 25 casi ogni 10.000 residenti.
Ne avevo scritto qui:
Qui:
E qui:
Altamura: circa 800 casi positivi, pari al 4,8% del totale in Puglia (16.573)
Incidenza: Altamura, 113 casi ogni 10.000 residenti / Puglia, 41 casi ogni 10.000 residenti.
Ne avevo scritto qui:
Altamura: oltre 1400 casi positivi, pari, al 4,3% del totale in Puglia (32.959)
Incidenza: Altamura, 199 casi ogni 10.000 residenti / Puglia, 82 casi ogni 10.000 residenti.
Cioè, sulla base dei dati acquisiti due giorni fa, ad Altamura il numero dei
#contagiati (solo a voler considerare quelli attuali, non il numero dei casi totali che è ben superiore) ha superato il 2% della popolazione residente, in Puglia è pari allo 0,8%. In altri termini, ad Altamura 1 caso ogni 50 abitanti, in Puglia la media è 1 caso ogni 122 abitanti.
La crescita dei
#contagi si è manifestata con evidenza e virulenza da tempo, da due mesi e mezzo almeno. Sono praticamente raddoppiati ogni quindici giorni.
Un altro dato doloroso mi ha impressionato e deve essere preso in considerazione (ovviamente con tutta la cautela di numeri che vanno esaminati e raffrontati più compiutamente): al 24 novembre di quest’anno, ad Altamura, il numero dei
#decessi di persone over 65 anni (460) ha già superato sia il numero complessivo dei decessi avvenuti nel corso del 2019 (458) che di quelli dell’intero 2018 (425) ed è poco inferiore al numero dei decessi complessivamente registrati nel 2017 (481).
Questa è la brutalità dei numeri. Ognuno faccia le proprie valutazioni, tragga le proprie conclusioni. Questa è la
#realtà, ora, la nostra, con cui dobbiamo fare i conti e che non possiamo ignorare, deformare, plasmare secondo le nostre convinzioni, convenienze, idee. Ed è complessa, contraddittoria, imperfetta, difficile. Nei confronti in rete, a distanza, invece, si preferisce la guerriglia verbale e politica all’assunzione della responsabilità dei problemi, che è faticosa, dura, paziente. Si cerca spesso il pretesto per il solito spargimento di diffidenza, pessimismo, odio, sospetti e rancore, misconoscimento del lavoro degli altri (spesso duro, ingrato).
Massimo Recalcati, ascoltato qualche giorno fa attraverso un video circolato in rete, mi ha colpito in un suo passaggio (e confortato, aggiungo, in un mio antico convincimento che va oltre la formazione e il processo educativo di cui lui parla). Lo riporto, a memoria:《Ogni processo di crescita, ogni processo educativo non si fa con gli ideali astratti. Si fa con quello che c’è. Ha a che fare non con l’ideale, ma con il reale. … Le Istituzioni siano capaci di farsi sentire vicine alle persone più vulnerabili e fragili che patiscono particolarmente crisi. E che questo accada adesso.》
Ebbene, in questo reale, ad Altamura, ci sono i numerosi anziani che tante famiglie hanno perso in queste settimane, ci sono persone adulte e forti in terapia intensiva, ci sono gli oltre 1800 casi totali Covid della seconda ondata (gli ultimi tre mesi), le oltre 1400 persone attualmente positive (ometto i dati sulle scuole cittadine, come quello delle 26 classi poste in isolamento fiduciario negli ultimi venti giorni, per non rinfocolare una polemica che non mi può vedere contrapposto a alcuno), ci sono le circa cento persone ricoverate, causa covid, nel solo “Perinei”, molti in condizioni serie, ci sono le strutture sanitarie ospedaliere e territoriali in grande affanno, impegnate in uno sforzo senza precedenti da mesi per far fronte a bisogni vitali e problemi reali, ma anche a protocolli, procedure e affaticamenti burocratici di ogni genere.
Ho letto di una seduta, questa sera, del Consiglio comunale di Altamura. Credo che sia la sede giusta, ideale, doverosa, per affrontare questi temi.
Mi auguro che se ne stia parlando, per capire cosa non ha funzionato, non è stato fatto, cosa va corretto, nella nostra città, cosa è possibile fare, quali rimedi e iniziative mettere in campo. Mi auguro che ci si stia ponendo il tema del “che fare?!”, come rimediare e farsi carico di questa realtà, che investe tutti noi, le nostre famiglie, i nostri anziani e i nostri bambini, i nostri disoccupati, le nostre attività commerciali e professionali, le nostre imprese, non limitandosi, se va bene, a registrare i problemi lasciandoli però, come si è indotti a fare, alla cura, alla responsabilità, quindi ai doveri e agli inevitabili limiti di altri, di altre istituzioni, da cui si ha il diritto di pretendere tanto, ma non si può pretendere l’irreale.
Mi auguro che ci sia una presa di consapevolezza collettiva e condivisa, senza barriere e schermaglie di partito o di schieramento, con umiltà, e non la solita, autoassolvente, rivendicazione dei diritti che (con questa realtà, la nostra realtà, che non ha, con i numeri che riportavo, eguali in tutta la Puglia, credo pochi in Italia) mi pare un bel vestito cucito addosso agli egoismi. I diritti si declinano nel rapporto con gli altri, come i doveri degli altri si delineano meglio se i nostri ci sono chiari e li assolviamo.
《Salviamo il mondo da quello che poteva succedere. Il mondo non lo saprà mai e anche se lo sapesse, non gli importerebbe. A nessuno importa della bomba che non è esplosa, ma solo di quella che è esplosa. È la bomba non esplosa il pericolo che nessuno sapeva fosse reale. Quella è la bomba che può cambiare il mondo.》