Come era ampiamente prevedibile, si è rivelato un flop l’accordo, dello scorso 15 novembre, per la soluzione del problema dei 215 lavoratori in esubero delle Industrie Natuzzi. Solo 32 di loro hanno accettato la ricollocazione presso la Newco di Ginosa, controllata dalla stessa società di Santeramo in Colle, destinata alla lavorazione del poliuretano per le imbottiture. Tutti gli altri 183 (l’85%) hanno rifiutato di aderire a questa proposta.
A novembre avevo sollevato dubbi e perplessità sull’accordo firmato presso il Ministero dello Sviluppo Economico da azienda e sindacati confederali che subordinava la riassunzione nella nuova società del Gruppo Natuzzi alla preventiva definizione di ogni contenzioso con l’azienda da parte dei lavoratori e alla concessione della Cassa Integrazione in Deroga in attesa di un piano industriale e di investimenti che, però, sono ancora tutti da definire. Insomma l’intesa costringeva i lavoratori a scegliere tra una prospettiva di lavoro ancora effimera e la tutela di diritti che gli stessi rivendicano nei confronti dell’azienda. È necessario, a questo punto, una nuova iniziativa della task force regionale per l’occupazione affinché si determinino le condizioni per una nuova soluzione meno incerta per il futuro dei lavoratori e che offra una prospettiva concreta di sviluppo industriale, viste anche le ingenti risorse pubbliche che, a partire dalla Regione Puglia, sono state sinora concesse all’azienda e la disponibilità, già manifestata, ad impegnarne altre per il futuro. Per realizzare tutto questo, però, è che il Gruppo Natuzzi torni a credere nuovamente nel nostro territorio con nuovi investimenti e, soprattutto, con un piano industriale aggiornato ai tempi, innovativo e ambizioso.