La cosa più triste di questa campagna referendaria è vedere i sostenitori del Sì “scoprirsi”, ora, improvvisamente preoccupati dei costi dei politici. In buona o cattiva fede, seguono e diffondono le bufale (come quella, falsissima, del dimezzamento delle indennità dei consiglieri regionali) del loro riferimento nazionale, lo stesso delle allegre spese fiorentine.
Li vedi “indignarsi” solo ora, eppure in buona parte erano e sono seguaci di noti campioni di una non-politica costosa e smargiassa, quelli delle campagne elettorali (li ricordiamo nelle ultime comunali e regionali) e dei pacchi di preferenze conquistati a colpi di comitati, cene e rappresentanti di lista pagati con il centone, quelli che, appena eletti, hanno pensato bene di aumentarsi le indennità ed occupare poltrone.
Fanno quasi tenerezza a vederli e leggerli.
Si incartano da soli nelle proprie bugie, nelle proprie contraddizioni, nel corto respiro della loro storia, dei loro argomenti, del loro futuro.
A questa non-politica, costosa e smargiassa, ieri oggi e il 4 dicembre, il NO ci sta tutto.
P.S.:
La bufala è falsissima perché, come ho già spiegato, la riforma non dimezza un bel nulla. Anzi, in alcune regioni, aumenterà l’indennità dei consiglieri regionali. In Puglia, secondo una lettura della norma, anche in questo caso ambigua, le aumenterà; secondo un’altra, determinerà una riduzione di non più di mille euro. Il parametro è quanto viene riconosciuto al sindaco del capoluogo di regione, in Puglia, quindi, Decaro che percepisce 105mila euro all’anno (lordi). Frottole, dunque. Che tristezza, poi, pasticciare e compromettere l’attuale Costituzione con la scusa di tagliare i costi dei politici. “Strano” poi che gli stessi che per oltre due anni si sono affannati per questa pseudoriforma non hanno trovato due minuti per tagliarsi le proprie indennità, ben più consistenti dei consiglieri regionali, con una semplice legge ordinaria.