la scienza anarchica di Paul Feyerabend

Feyerabend abitua a individuare il dogmatismo ovunque si annidi, a smascherarne le retoriche, a smontare i suoi presupposti; educa alla libertà e alla tolleranza ma anche alla dialettica; è un antidoto contro il potere, a cominciare dal potere che detengono le idee e soprattutto le idee dominanti. E’ un allenamento a diffidare anche dei proprie idee sedimentate, a essere così spregiudicati da non ritenere mai superfluo un altro punto di vista, qualunque esso sia; a ritenere infine possibile che lo stato barbarico in cui l’umanità si trova ancora non sia esso stesso acquisito come un dogma, un dato definitivo.
Cosa possiamo fare in un periodo come il nostro che non ha ancora raggiunto l’equilibrio e un minimo di giustizia? si domanda Feyerabend nella sua strana e in certi passi struggente autobiografia “Ammazzando il tempo. «Che possiamo fare con i nostri criminali, i loro giudici e giustizieri, quando i filosofi, i poeti, i profeti che provano a costringerci nei loro schemi, e quando noi stessi, collaboratori, vittime, o semplici spettatori, siamo ancora in uno stato barbarico? La risposta è ovvia: con poche eccezioni noi agiremo in modo barbarico, puniremo, uccideremo, opporremo guerra a guerra, professori a studenti, “leader intellettuali” al pubblico e ognuno di essi contro l’altro, parleremo di trasgressioni in termini morali altisonanti e domanderemo che violazioni della legge vengano proibite con la forza». Ma mentre continuiamo le nostre vite in questa maniera «dovremmo almeno provare a dare una possibilità ai nostri figli. Dovremmo offrire loro amore e sicurezza, non principi, e in nessuna circostanza dovremmo gravarli del peso dei crimini del passato».
[Riccardo Paradisi; Spregiudicatezza dell’Io: la scienza anarchica di Paul Feyerabend, in http://www.laconfederazioneitaliana.it/?p=4628]