DOPO DIECI ANNI, IL DANNO E LA BEFFA.
Dopo dieci anni di attesa, immobilismo e polemiche, l’amministrazione comunale ha lasciato che scadesse il contratto per la raccolta e smaltimento dei rifiuti senza avere nulla di pronto per il nuovo servizio.
L’amministrazione Stacca non ha fatto ricorso alla proroga, che sarebbe stata illegittima, ma per affidare il servizio per un anno ancora ha adottato una procedura di urgenza (quella negoziata) che, tra l’altro, non prevede la pubblicazione di un bando di gara, ma il solo invito alle imprese che comunicheranno entro sette giorni (entro le ore 12 del 17 febbraio prossimo) il loro interesse a fare un’offerta economica su una base d’asta di 7.387.232,65 euro, iva ed ecotassa escluse [leggi qui l’avviso pubblicato nel primo pomeriggio di venerdì 10 febbraio].
Una gara insomma molto ristretta nella partecipazione: le sole imprese che riusciranno a leggere in questi pochi giorni l’avviso sul sito del Comune e comunque in possesso dei requisiti previsti (fatturato, servizi in comuni di almeno sessantamila abitanti, ecc.). È facile supporre che, in queste condizioni, la partecipazione sarà davvero minima visto che, con soli 12 mesi a disposizione, saranno “poche” le aziende interessate a partecipare alla gara sobbarcandosi costi e investimenti cospicui. Ricordiamo, peraltro, che era stata la stessa maggioranza consiliare a respingere il 19 gennaio l’emendamento delle forze di minoranza volto a ridurre da 9 a 5 anni la durata del futuro appalto con l’argomento che più sono gli anni dell’affidamento, minore è il costo per la città. Non capiamo cosa sia successo in questi ultimi giorni, dunque!
Siamo infatti in presenza di una procedura d’urgenza a cui le amministrazioni pubbliche possono far ricorso in casi del tutto eccezionali e solo quando ricorra un preciso presupposto che la legge sugli appalti così testualmente descrive: «nella misura strettamente necessaria, quando l’estrema urgenza, risultante da eventi imprevedibili per le stazioni appaltanti, non è compatibile con i termini imposti dalle procedure aperte, ristrette, o negoziate previa pubblicazione di un bando di gara. Le circostanze invocate a giustificazione della estrema urgenza non devono essere imputabili alle stazioni appaltanti» (art. 57, comma 2, lett. c, del decreto legislativo 163/2006).
Si sapeva da dieci anni che il 17 febbraio 2012 l’attuale appalto sarebbe terminato: dove sono gli “eventi imprevedibili” e le “circostanze a giustificazione della estrema urgenza”? Non c’è traccia, esistono solo nelle fantasticherie del sindaco Stacca e della sua squadra di governo.
L’esito verso il quale ci avviamo costituisce, dopo dieci anni, un affronto alla Città, uno schiaffo in pieno volto ai cittadini altamurani che si sobbarcano gli elevatissimi costi di un servizio che sinora non ha garantito i risultati minimi di raccolta differenziata. Alla luce dei requisiti previsti dal bando approntato dall’amministrazione comunale, tutto lascia supporre che si sia di fronte ad un "abito su misura" che vede strafavorita l’azienda che da dieci anni svolge il servizio.
Uno scandalo di cui è responsabile unicamente l’amministrazione Stacca in carica che nulla ha fatto affinché, come abbiamo chiesto da mesi, il Comune arrivasse a tale importante appuntamento con le carte a posto e pronte, con soluzioni efficaci e puntuali.
Per quanto ci riguarda, eravamo pronti da tempo, da mesi. Le nostre proposte in merito al futuro servizio le abbiamo fatte a tempo debito. Le abbiamo anche presentate in un documento elaborato da tutte le forze di centrosinistra e depositato dai consiglieri comunali di minoranza il 13 gennaio 2012, nel primo consiglio comunale in cui la maggioranza al potere ci ha dato la possibilità di discutere di questo importante tema [disponibile qui ].
Altamura, 12 febbraio 2012
Partito Democratico – Sinistra Ecologia e Libertà – Movimento cittadino Aria Fresca –
Altamura con Piglionica – Italia dei Valori – Partito della Rifondazione Comunista