IL DIALOGO E LA DEMOCRAZIA AD ALTAMURA

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IL DIALOGO E LA DEMOCRAZIA

 

Portare la democrazia nel consiglio comunale di Altamura è difficilissimo, quasi quanto portare la democrazia in Iraq. E, come ha ammesso (in ritardo) lo stesso Bush per l’Iraq, è inutile imporla, ci vorranno generazioni e una complessa maturazione. Lo stesso vale per il "capoluogo" della Murgia.

Per questo penso sia perfettamente inutile cercare il dialogo e il confronto con chi manifestamente non lo vuole, con chi pensa che la democrazia sia essenzialmente la forza dei numeri (elettorali) e gestione assoluta del potere. Il ragionamento, praticamente, è: ”adesso il potere ce l’ho io e tu, minoranza, devi stare nell’angolo". Quante volte abbiamo ascoltato il capogruppo di Forza Italia dire a quelli del Partito Democratico che "non contano nulla perchè hanno perso e che sono in declino in tutta Italia e destinati a perdere eternamente"? Traduzione: devi stare zitto e al massimo, se ho voglia, ti concedo qualcosa o ci mettiamo d’accordo per accontentarti.

E quindi, secondo me, lo dico con rispetto di tutti, sbraitare, fare ostruzionismo (che è una strategia politica da sempre esistita), cercare di parlare più possibile pensando che è uno dei pochi momenti per far sentire la propria voce e perchè non esistono altri luoghi per farlo (e qui ci sarebbe da fare un discorso lungo sulla stampa), nonostante i regolamenti che prevedono tempi contingentati, non serve a nulla. In quel modo si diventa tutti uguali, si appiattisce tutto. La tv, infatti, è molto utile per documentare quello che succede ma, per come sono realizzate le riprese e le registrazioni della nostra assemblea consiliare, è un mezzo che non aiuta a capire. Si fa fatica a distinguere e a valutare e sovente proprio a sentire.

Del resto il capogruppo di Forza Italia porta a livello altamurano il tipo di dibattito (!?) che c’e’ a livello nazionale: la rissa televisiva o parlamentare. Se fosse deputato o senatore, forse lo vedremmo a festeggiare la caduta del governo avversario mangiando prosciutto e stappando spumante.

E’ inutile, quindi, sforzarsi a cercare di far capire che per il piano sociale di zona, per il piano strategico o per il Parco sarebbero serviti maggiore concertazione e dialogo.

Meglio spendere le proprie energie e la propria esperienza in un altro modo. Secondo me, se hanno qualcosa da dire, i consiglieri di opposizione che tanto sperano nel dialogo (parola di cui anche a livello nazionale si fa un uso smodato e di circostanza) dovrebbero confrontarsi direttamente con la comunita’, con i suoi interessi, le sue necessità. E lo si può fare andando a fare incontri con i comitati di quartiere, pubblicando un foglio, mettendo un tavolino in piazza, sfruttando la rete internet. Insomma lasciar perdere i giochi di palazzo e le schermaglie da consiglio comunale. Non si tratta di un Aventino. In consiglio comunale occorre continuare il proprio mandato ma considerandolo come uno dei momenti della propria attività politica, non l’unico. Anche perchè da anni non è lì che si prende la maggior parte delle decisioni.

Per esempio a questo punto è anche inutile chiedere le dimissioni del presidente del consiglio comunale: non servirebbe a nulla.

È vero che è stato Lagonigro a dichiarare che il consiglio "non è il luogo dove si fa politica" (sic!!) ma chi potrebbe andare meglio di lui, per la maggioranza? Nessuno.

Anche perchè in questo consiglio ognuno ha un ruolo ben preciso come in una squadra di calcio: il presidente del consiglio è lo stopper, poi ci sono i terzini come Centonze e Nicola Clemente che devono picchiare duro e provocare la reazione di quelli della minoranza. C’è poi il regista Nicola Loizzo, il funanambolico ma fumoso e incomprensibile Nico Dambrosio. Ci sono poi i cosiddetti peones che portano acqua al mulino (i voti): praticamente non parlano quasi mai, perchè non ne sono capaci, o perchè è meglio che non parlano tanto sono stati accontentati. Cosa ti vuoi confrontare con questi? Rispetto a questa chiarezza di compiti e ruoli c’è una opposizione che nella componente che chiede il cosiddetto dialogo fra sordi, e cioè il Pd, mostra confusione di ruoli. Chi è il capogruppo? Perchè per ogni provvedimento devono parlare in tremila? Per questo dico: uscite fuori nella società che forse si imparano molte più cose.

 
 
Pasquale Dibenedetto