Abbiamo letto con sconcerto e stupore le affermazioni del consigliere comunale Nicola Clemente, contenute in un’intervista rilasciata al periodico “Free”? e pubblicata sul numero di Aprile, sul tema delle coppie di fatto. A sconcertarci è la mancanza di pudore nell’avventurarsi in dissertazioni su argomenti su cui, evidentemente, dovrebbe informarsi meglio. A stupirci, invece (ma neanche tanto), la capacità di alzare polveroni inutili, introducendo artificiosamente argomentazioni che nulla hanno a che vedere con la legge sulla quale da alcuni mesi si è aperto un “sano”? dibattito nel nostro Paese. Una caratteristica, quest’ultima, dei politici a corto di onestà intellettuale e con molta probabilità in cattiva fede. E di questo deve trattarsi, visto che escluderei l’altra possibile spiegazione, l’ignoranza. Tutti sanno ”“ e non vedo motivi per cui debba essere Clemente l’unico a non saperlo ”“ che la proposta di legge meglio nota come “DICO”?, non contempla affatto il tema dell’adozione da parte delle coppie di fatto. Quindi se si vuole essere seri, ci si limiti ad esprimere la propria opinione politica su quanto contenuto nel disegno di legge, senza introdurre argomenti che non sono all’ordine del giorno. Perché, questo si, sarebbe terrorismo psicologico.
La cattiva fede, però, non basta a giustificare altre affermazioni del consigliere Clemente, di ben altra gravità . Laddove afferma, con piglio da luminare scientifico, che “l’omosessualità è una malattia”?, dice qualcosa di inesatto. Con l’aggravante, che a fronte di una affermazione così palesemente offensiva della dignità di migliaia di cittadini omosessuali, paradossalmente aggiunge che “non intendeva offendere nessuno”?.
Per ristabilire la verità , occorre dire che l’omosessualità è stata esclusa dall’elenco delle malattie mentali dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità ) nel 1990 e che pertanto la stessa è da considerarsi “una variante naturale del comportamento umano”?. Che poi questa abbia origine nel patrimonio cromosomico, piuttosto che nell’ambiente sociale dell’età evolutiva, non è ancora stato chiarito dalla scienza, figuriamoci cosa ne può sapere il signor Clemente! Quindi, tutta la sua predica sulla “natura di Dio”? è semplicemente inutile. Verrebbe facile contestare che non necessariamente, quanto stabilito dall’OMS, corrisponde al vero. E che ognuno è libero di pensarla diversamente. Giusto: la libertà di opinione va garantita sempre e comunque; d’altra parte se non fosse così non ci sarebbero in giro personaggi come Ahmadinejad (presidente della Repubblica Islamica dell’Iran) che si ostinano ad affermare che l’Olocausto non è mai esistito.
Infine, il signor Clemente ci dica: se l’omosessualità è una malattia, come si cura?
Mi sembra, piuttosto, che posizioni come quella del nostro interlocutore possano facilmente condurre la società ad una malattia, questa sì terribile, che si chiama omofobia. La paura irrazionale e ingiustificata dell’omosessuale (del musulmano, dell’ebreo, e più in generale del diverso da sé) nasce dalla mancanza di conoscenza e quindi, per fortuna, in questo caso una cura esiste. Ed è appunto l’informazione, la conoscenza, la capacità di vedere nell’altro non un nemico di cui avere paura ma una risorsa a cui attingere, una fonte di ricchezza inestimabile. La capacità di non giudicare senza sapere.
In questo processo è importantissimo il ruolo dei mass media, così come quello della scuola e di tutte le altre fonti a cui attingono i giovani nel corso del proprio percorso formativo. E mi auguro, pertanto, che i mezzi di informazione che hanno dato spazio alle posizioni fin qui contestate, ne diano altrettanto a quanti sostengono il rispetto della dignità di tutti e il rispetto delle diversità attraverso il riconoscimento di una sostanziale parità di diritti.
P.S.
Evidentemente il mio augurio è stato vano. Questa lettera era stata inviata al periodico Free, per il semplice fatto che avrei gradito vederla pubblicata sullo stesso giornale che ha dato ampio spazio alle audaci affermazioni del signor Clemente. Purtroppo ciò non è avvenuto, quindi affido queste riflessioni a quanti, animati da spirito democratico, operano nel mondo dell’informazione, con l’auspicio che possano contribuire al dibattito culturale e politico.
Mino Vicenti
Associazione Culturale Link