L’ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA SULLE AGGRESSIONI AD ALESSIO DIPALO

Articolo pubblicato dal Corriere della Sera, 17 febbraio 2007, p. 18


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Puglia, botte e auto bruciata al giornalista della radio chiusa dai giudici


 


Gli affari segreti svelati da un cronista


«Vogliono uccidermi, venga l’antimafia»


 


DAL NOSTRO INVIATO


ALTAMURA (Bari) – Una settimana fa, sotto casa sua, gli hanno incendiato l’automobile. Qualche mese prima, sotto casa sua, lo avevano pestato, fratturandogli due costole. Sono solo le ultime due gravi «coincidenze» violente ai danni di Alessio Dipalo, 50 anni, direttore-conduttore di Radio Regio Stereo, da trent’anni ascoltatissima radio libera di Puglia e Basilicata.


Un anno fa, primo caso in Italia da quando esistono le radio libere, i giudici di Bari hanno chiuso Radio Regio per due mesi, con l’accusa di diffamazione a mezzo stampa. E prima di questo provvedimento, il consiglio comunale di Altamura (giunta di centrosinistra, in piena concordia con l’opposizione) aveva approvato, in seduta segreta, una delibera che chiedeva a procura, questura, prefettura, authority e ministeri di «monitorare» l’attività  dei mezzi di informazione locali. Cioè di tenere a bada Radio Regio e Dipalo. Anche questa delibera è un atto senza precedenti in Italia. È stata censurata da diversi giuristi e dagli Ordini dei giornalisti nazionale e regionale, è finita davanti al Parlamento europeo con una interrogazione di Lilli Gruber e Michele Santoro e persino sulle tv pubbliche di Svezia e Turchia come esempio di «silenziamento» di giornalisti. Eppure è ancora lì, senza che nessuno l’abbia degnata delle attenzioni giudiziarie e politiche che meriterebbe.


Mentre Dipalo, che, come riconoscono gli investigatori, adesso rischia la pelle e andrebbe scortato, è stato puntualmente rinviato a giudizio per le sue presunte diffamazioni. Il fatto è però che molte delle denunce di Dipalo si sono rivelate fondate. Come hanno dimostrato anche alcune inchieste delle Procure di Bari e di Trani. Soprattutto in materia di rifiuti, appalti pubblici e abusivismo edilizio. Eppure, non è bastato. Prendiamo per esempio l’ultima «coincidenza» di questa storia. Il sindaco di Altamura, Mario Stacca (di centrodestra, ma in questo in linea con il suo predecessore di parte avversa) invece di costituirsi parte civile contro gli abusivisti (ad Altamura, 65 mila abitanti, tra le prime dieci città  italiane per edilizia illegale, sono state presentate 2.300 domande di condono, contro le 2.600 di Bari, che per