A QUESTA CITTA’ STANNO RUBANDO LA SPERANZA

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A chi tocca iniziare a costruire una prospettiva, senza la quale c’è solo il prolungarsi di un penoso e lurido ristagno?

 

 

A QUESTA CITTA’ STANNO RUBANDO LA SPERANZA

 

 

 

Un crimine ben più grave di furti di legalità, di denaro pubblico, si sta consumando da lungo tempo a danno di questa città. Ben più grave, pericoloso e disturbante di latrocini e concussioni varie.

A questa città stanno rubando, giorno dopo giorno, la speranza ed il diritto a qualcosa di meglio per sè e per il prossimo. A questa città stanno rubando il diritto a crescere e progredire, possibile solo se c‘è qualcuno in grado di sognarla meglio di quella che è.

 

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Siamo visionari, insopprimibili ed insopportabili sognatori? Forse, anzi certo. A pensarci però, se questo è lo stato delle cose, non mi pare che possano menar vanto i virtuosi del "sopportabilissimo" realismo che affollano le due grandi (in termini numerici) coalizioni.

Ma possibile che nessuno di questi signori della politica locale sia disposto a vedere, ascoltare o parlare di questo. Possibile che sia bastato, ancora una volta (quo usque tandem?!) un volantino, una riflessione consegnata alla città dal Movimento Aria Fresca (come di frequente usa fare) per scatenare una ridda di reazioni, cariche di livore e rancore frutto di vecchie storie, cattive coscienze non quietate.

Sentimenti umanissimi e comprensibilissimi, sia chiaro. Ma che mal si conciliano con la responsabilità ed il dovere di avere i piedi ben piantati nel presente e lo sguardo rivolto al futuro. Noi a questo siamo stati educati, politicamente ed umanamente. Laicamente, senza pregiudizi nè preclusioni. Le partite si giocano sul campo, a viso aperto, in quel preciso momento, in quel preciso contesto, in quella precisa unità che combina luogo tempo azione.

Altri momenti non li (ri)conosciamo; i pre e post partita non ci appartengono, non ci appassionano. Pure schermaglie, giochi di società che non interessano a nessuno, se non agli addetti ai lavori.

 

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Ed allora la domanda è: possibile che i vertici delle due (grandi) compagini non abbiano di meglio da fare, che continuare a gratificarci della loro alta attenzione e considerazione, elevando tale ultimo episodio, tale ultimo nostro intervento al rango di ulteriore causa dello sfacelo e frammentazione del quadro politico, più in particolare causa di ulteriori danni (d’immagine) al centrosinistra locale.

Possibile che in presenza di persone ed organizzazioni che si sono presentate, reciprocamente, come alternative (di persone, di sistema, di approcci) nell’ultima competizione elettorale, che quindi hanno vita a se stante e che sinora non hanno intrapreso o tentato (se non con la nostra adesione, del tutto unilaterale e per propria convinzione, alla campagna referendaria, alle primarie dell’Unione) alcun tipo di dialogo o rapporto non personale, ma politico o meramente comunicativo ed anzi vedono da parte del soggetto più forte (l’Unione) atteggiamenti di netto ostruzionismo, sprezzante arroganza, inaccettabili pretese di abdicazione (leggi: capitolazione), ridicole ritorsioni ed ostentati disconoscimenti.

Ebbene, dinanzi a questo quadro, politicamente ed oggettivamente frastagliato, qualcuno continua ad avere la presunzione di esigere un rispetto apatico, rinunciatario, ipocrita, continua a coltivare un’autocompiaciuta ed immotivata sensazione di onnipotenza, che esige di non "ledere maestà"?.

Sentimenti umani e comprensibili, pure questi. Ma che nulla hanno a che fare con la politica, né con l’umanità dei rapporti, da qui la fatica e linfinita pazienza che esigono.

 

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Ebbene, tornando all’attualità, tali sentimenti hanno indotto costoro, ancora una volta (l’ennesima!), a fare l’errore di invertire la sequenza logica e temporale degli eventi, confondendo l’effetto (le nostre riflessioni, le nostre esternazioni, in questo caso l’ultimo volantino sulla vicenda tangentizia che coinvolge l’amministrazione attuale di centrodestra) con la causa (una situazione politica ed amministrativa difficile, critica, degenerata, di assenza totale di politica, di vuoto). Ancora una volta, si preferisce affrontare la complessità con gli strumenti (facili) della semplificazione e della banalizzazione; ancora una volta, il problema non è la "Nudità del Re", ma chi si azzarda a gridare «Il Re è nudo».

 

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Lo ripetiamo ancora e con ancora maggiore chiarezza, perché anche noi ci portiamo dietro un congruo fardello di limiti e difetti ed uno di questi è che non ci facciamo irretire; gli aut aut, le meschine ritorsioni, gli istinti epurativi, le tecniche ben note di distorsione della realtà, non fanno altro che convalidare le nostre riflessioni e avvalorare convincimenti.

 

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A nostro parere è scandalosa la vicenda al centro delle indagini, scandaloso l’atteggiamento di un centrodestra che fa finta di nulla e che, buono buono, in trenta minuti secchi (due minuti dedicati alla lottizzazione al centro dell’indagine!) si vota tutte le lottizzazioni dopo che per 10 mesi non si riusciva a rabberciare una qualsivoglia maggioranza disposta a votarne una sola (tra dubbi, conflitti di interessi e pochi di coscienza, attese di benevoli riconoscimenti). Scandaloso che nessuno nel centrodestra sia disposto almeno ad ammettere questa realtà che è sotto gli occhi di tutti.

 

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Ma sconcertante ed incomprensibile è stato il comportamento assunto dal centrosinistra.

FATTO n. 1. Dal primissimo pomeriggio (sicuramente dalle 15, oltre un’ora prima dell’inizio del consiglio), TUTTI sapevano. Ripeto, già io intorno alle 19 ed a duemila chilometri, sapevo tutto ed affannosamente inviavo messaggi ed sms in cui, esterrefatto dall’ascolto on line del consiglio, chiedevo: ma cosa state facendo, vi rendete conto di cosa è successo, che domani tutto il paese saprà? Nessuna reazione, nessuna risposta!

FATTO n. 2. È stato il consiglio più disciplinato della storia del nostro comune. Tutti attenti ai temi ed alle proposte all’ordine del giorno, attenti alle relazioni dei tecnici, vigili sollecitatori di risposte "tecniche" dai dirigenti. Semplicemente surreale. Non uno che "ripeto" si sia domandato a microfono aperto, per lasciar condividere un semplice dubbio, non una censura scandalizzata, non un’aggressione all’assessore coinvolto, non un sermone moralistico, non un’invettiva…. un semplice dubbio: signori, ma in quale clima, contesto, con quale serenità d’animo stiamo approvando questi provvedimenti?

FATTO n. 3. Non c’è spazio per giustificazioni, ma è comprensibile la fretta del centrodestra, non fosse altro per la voglia matta di liberarsi di una patata improvvisamente arroventatasi tra le mani, dov’era da dieci mesi. Comprensibile la voglia matta di apparire "al cospetto di forze dell’ordine, pubblici ministeri, giornalisti" solerti nell’approvare tutti i provvedimenti urbanistici, senza indugi ulteriori, irreprensibili nell’ostentare sicurezza e tranquillità che non c’erano affatto. Eccome, a chi la si vuol dare a bere? Dopo dieci mesi di manfrine? Ma ciò che davvero sfugge ad ogni sforzo di comprensione è: di grazia, che ci faceva il centrosinistra? Perché fare finta di nulla? Non un dubbio espresso, non una domanda, ma nemmeno un delicato o innocuo "perdindirindina, c‘è qualche problemino, signor sindaco"?, quando per una bottiglia d’acqua si sono infiammati interi consigli?! Al contrario, che si fa? Una lottizzazione, la prima, ce la votiamo e pure in ordine sparso (alla faccia dell’unione), altrimenti sembra male, siamo stati invitati e non gradiamo le pietanze? E poi? Lasciamo l’aula, una grande pensata: così, impostata la serata nel modo giusto con il primo voto, la maggioranza sarà in grado da sola di votarsi rapidamente tutti gli altri provvedimenti. Come mille altre volte, così, banalmente, come se nulla fosse, normale routine, usuali schermaglie consiliari, per "poca chiarezza sui provvedimenti"? e sull’uscio della porta, non al microfono, magari sussurriamo al sindaco che ci sono delle "voci in giro"?! Poca chiarezza? Scherzano, non fanno sul serio, dopo dieci mesi ora diranno qualcosa? Nulla!! Voci in giro? Scherzano, vero, non fanno sul serio? E che ci fanno i carabinieri a presidiare l’aula consiliare!? Eppoi, se, nella raffinata analisi compiuta in aula, il tutto si riduceva ad una questione di "voci", presenze, spiriti maligni, roba del genere horror… che il sindaco traduce nella replica con la formula "dicerie"? [grande!! Super Mario Bros non ne sarebbe stato capace!], ebbene tutto questo, con un ben più vasto repertorio (di scheletri negli armadi!), era ben presente già prima dell’inizio del consiglio!! Che qualcosa non andasse in quel consiglio era più che evidente; ne sono una riprova le dimissioni, preventive e successive, di assessori e presidente.

 

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Altro che Unione, qui sarebbe bastata una banale ed adeguata considerazione dell’Unità che deve legare tempo luogo e azione.

 

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Il post partita, invece, ha visto un fiume in piena di dichiarazioni scandalizzate, richiami al senso morale perduto, "vergogna" la parola esclamizzata più battuta e buttata lì. Facce di bronzo che declamano favolette domenicali come quella di una maggioranza da dieci mesi china su carte "lordate" di sudore (quando si dice sudare un gettone di presenza!) a studiare provvedimenti neanche esaminati dalla commissione urbanistica e licenziati dal consiglio in due minuti. Lussuriosi che imbrattano volantini di versi colmi di candore, castità ed innocenza: ma come, proprio ora, vogliamo buttare via mesi di lavoro? Uno (ma solo uno! non è che poi innalziamo la soglia massima di tollerabilità?!) sporco, brutto e cattivo non può rovinare la festa di tutti? Compagni di avventure politiche, amministrative e culinarie che, ora, traditi, si scagliano contro i vecchi partner, allora caste vestali, ora divenute improvvisamente prostitute in vestaglia. Esperti in dimissioni date e ritirate che invocano dimissioni altrui, ecc. ecc. … Insomma, il solito carnevale, con le sue maschere, i suoi riti ed i suoi canti.

 

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Ecco, tutto questo noi non lo comprendiamo e l’abbiamo detto: quelle lottizzazioni non andavano nemmeno discusse, proprio perché (detto banalmente) il problema, la vicenda giudiziaria, ruotava attorno proprio ad una di quelle lottizzazioni, non ad altro!! La partita, insomma, andava sospesa. Hanno fatto invece come nella finale di coppa campioni all’Heysel; sugli spalti si moriva, sul campo i giocatori facevano finta di nulla e giocavano secondo copione. Surreale, appunto!

 

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Quell’imbarazzante consiglio comunale del 15 febbraio, passerà alla storia. Ma si rivela prezioso, perché ritratto fedele dell’offerta politica paesana. Nessuna immagine potrebbe rendere meglio. Ci sarebbe voluto a ritrarlo uno di quegli immensi quadri cinquecenteschi, corali, pronti a cogliere i particolari pur rendendo magnificamente l’insieme. Nessuno ha sentito, nessuno ha visto e soprattutto nessuno ha parlato in attesa che le lottizzazioni passassero (con o senza i voti della minoranza)… appunto "roba di siciliana memoria", come ebbe a dire rivolto al precedente Sindaco (ma valido tuttora) lattuale Sindaco.

 

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Ma così, giorno dopo giorno, si ammazza la legalità e la speranza. Ammazzata dalla qualità del nostro paese e soprattutto dall’oligarchia che lo tiene sotto schiaffo e lo distrugge.

 

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Che fare, mi interrogai una volta? Coltivare un quieto attendismo, e vedere come il dramma (fra poco? fra molto?) si svolga e concluda, per intanto fuggire da questo piccolo mondo verso il ripiegamento su stessi, sui propri affetti, lavori, interessi? O mobilitare le energie superstiti intorno ad una nuova (nei metodi e nei contenuti) stagione politica ed erigerla ad estrema linea di generalità e stabilità? Rimettersi al gioco perdente delle parti e dei tatticismi che ha visto aprire e chiudere, senza chiarezza e senza discontinuità, crisi in questi anni e piegarsi alla sorte "cinica e bara"? O innalzarvi di contro la volontà di nuovi disegni politici, di nuove stagioni amministrative?

 

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Qualcuno continua a pensare, ancora una volta (lennesima!), che questi siano ragionamenti estremistici… giudicate voi! Io credo che siano ragionamenti e basta!! Abbiamo, siamo in grado di elaborare, una prospettiva che vada ben oltre il corto orizzonte degli egoismi ed interessi personali? Come ha scritto qualcuno, ha un futuro solo la città che sa scegliersene uno, quello che sia, ma va scelto. Qui invece, sembrano tutti presi da carriere personali, da quieti appagamenti personali e comodi appannaggi.

 

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A chi tocca iniziare a costruire una prospettiva, senza la quale c‘è solo il prolungarsi di un penoso e lurido ristagno? Per quanto ci riguarda, conosciamo solo fatica, impegno, documentazione, contatti personali, relazioni, frammenti di umanità sparsi che cerchiamo di motivare e raccordare, alla ricerca di un senso comune, uniti da un destino comune, anelli di una catena che va rinsaldata giorno dopo giorno con l’opera quotidiana. Profili umani straordinari e relazioni personali genuine che consentono di superare momenti di disagio, amarezza, scoramento e rabbia. Noi che "non amiamo la politica delle epurazioni, dei sotterfugi, del doppiogiochismo canagliesco, ma del limpido perseguimento del diritto, per tutti e non per pochi, proviamo infinito riconoscimento per chiunque riesca, con il suo nitore e la sua franchezza, a far strabuzzare tanti occhi velati di iattanza e ipocrisia". Viviamo e ci mettiamo in discussione ogni giorno, non conosciamo il calcolo o il cinismo. È un limite, lo sappiamo bene, che non appartiene ai professionisti.

 

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Siamo convinti, però, che la politica non è solo professionismo (nel senso di mestiere, tecnica, calcolo), è anche e soprattutto arte viva, vibrante, plastica, musica che risveglia uditi sopiti, pittura che squarcia bui nellanima di persone e comunità, poesia che conforta fatiche quotidiane, emozione che libera dalla solitudine, sguardo posato su chi è lontano e scopri così vicino, amore per la tua terra che aiuta a rendere se non più dolce almeno meno pesante lincedere, nella vita, su di essa. Ecco, la politica è roba dartisti, come diciamo noi altamurani, matti irrequieti ed incontrollabili se volete, ma affamati di verità, di radicalità che significa andare alla radice delle cose, dei problemi e delle relazioni, ragionevolmente sregolati, capaci di slanci emotivi e di duro lavoro responsabile e quotidiano. In quanto tale, la sua condizione, la sua dimensione, non può che essere la libertà.

 

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A chi tocca, dunque? Per parte nostra, ci ingegniamo. Facciamo quel possiamo e pensiamo all’impossibile, in quella feconda contrapposizione che aiuta a creare nuove possibilità, nuove motivazioni. Sbagliamo, certo, e con gli sbagli ci giochiamo anche opportunità personali, ci attiriamo antipatie e rancori. Ma se lo facciamo non è per dolo o divertimento. Lo facciamo perché non rinunciamo a chiedere agli altri ed a noi stessi di staccare l’ombra da terra, di iniziare ad elevarsi, a tentare ed arrischiare il volo, di dare una speranza ed un futuro ad un’intera comunità. In questo confidano le persone quando votano.

 

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A chi tocca, dunque? Noi certo possiamo sbagliare, è umano, comprensibile dunque, ma, come ha detto qualcuno, c’è una bella differenza tra il rischiare di vivere ed il rischiare di morire. Sono convinto, cioè, che si muore perché e quando si è perduto l’interesse alla vita. Chi invece si rifiuta di vedere amputata la vita, sacrificata o condizionata dall’interesse di pochi, proprio perché non vi è rassegnazione, né castrazione in una tale prospettiva, ma al contrario speranza, può anche rischiare di perderla; succede! Ma se vince, vive meglio e più di altri. Non siamo votati alle sconfitte, ma la mettiamo in conto, come rischio possibile di battaglie che vanno combattute per tentare la vittoria.

 

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Tutto questo, signori, passa anche attraverso l’atto (difficile, pesante, laborioso) del dimenticare. Come riportiamo da mesi (il nostro, vedete, è un piccolo sistema, tutto si tiene, sembrano frammenti sparsi ma li unisce unintima, inconfessata ma percepibile, coerenza, continuità) nella prima schermata (quasi programmaticamente anche se non intenzionalmente) del nostro sito di riferimento (www.enzocolonna.com), dimenticare è importante tanto quanto ricordare; è un modo per selezionare, dunque una forma del ricordo. Per progettare è necessario saper dimenticare, nellarchitettura così come nella vita.

 

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Questo, signori, se vi pare, è il nostro modo di essere "concretamente visionari" che rappresenta la misura ed il grado di amore per questa terra, per il suo presente ed il suo futuro, la misura ed il grado di emozione e di passione che la gente, crediamo, continua, con sempre maggiore fatica e pazienza, a volere dalla politica.

enzo colonna

consigliere comunale per il Movimento cittadino Aria Fresca

enzo@altamura2001.com