Poligoni
militari
Solo qualche scricchiolio, qui e là , è riuscito a
mitigare la nostra amarezza.
È il caso dell’invito diretto alle autorità
militari, da parte del presidente della Regione Puglia, a rivedere il regime
delle servitù militari in Puglia e, in particolare, i 5 poligoni di tiro
presenti nel parco nazionale dell’AltaMurgia. Tale posizione, che
abbiamo apprezzato come esempio concreto di una volontà politica tesa a
ribaltare l’indifferenza o la miseria dimostrati dalle precedenti
Amministrazioni regionali, deve tuttavia crescere e rendersi più forte nelle
comunità e nelle istituzioni, come accade oggi in Sardegna, grazie al
presidente Soru e ai movimenti di base sardi in lotta contro le basi militari
americane dislocate nell’Isola.
Siamo perfettamente consapevoli dell’entità
della questione ma siamo altrettanto convinti che non vi potrà esservi alcuna
possibilità di coniugare la tutela dell’area con le esercitazioni a fuoco, né
oggi né in futuro. Il parco dell’Alta Murgia deve essere un parco di pace e
perciò senza poligoni.
Per questo ci attendiamo, da parte delle istituzioni,
a cominciare dalla nomina dei componenti regionali nel Comitato Misto
Paritetico, atti coerenti al fine di una decisiva svolta strategica per il
futuro della Murgia e della Puglia.
Impianti
eolici
Altro evento positivo riguarda la richiesta, da parte
dell’Assessorato all’Ambiente regionale, di moratoria sugli impianti
eolici. Una scelta coerente, rafforzata con l’approvazione del Bando
per redigere un piano energetico regionale.
Noi, che insieme a altri gruppi
locali e nazionali siamo promotori di una Osservazione circostanziata, avversa
alla richiesta di impianti eolici sulla Murgia, possiamo ancora ben sperare che
quest’ennesima “truffa”? non si consumi (vedi gli esiti tragici della
realizzazione dei 5 invasi artificiali”¦), ma che, a partire da questo dato ci si
confronti sulle forme di produzione di energia compatibili con i delicati
equilibri ambientali dell’area.
“Murgia
avvelenata”?
Sulla questione della cosiddetta “Murgia
avvelenata”? registriamo che non un solo metro di terra inquinata,
dopo più di due anni dalla denuncia, è stato bonificato. Certo, si sta cercando
di affrettare i tempi delle procedure di caratterizzazione, come dimostra il
risultato della Conferenza indetta dal Commissario delegato per l’emergenza
ambientale nella Regione Puglia e dedicata a fare il punto sui siti
inquinati in territorio di Gravina e di Altamura. ma dalle analisi risulta con
molta evidenza la gravità dell’inquinamento e che, soprattutto, il tempo rende
più pericoloso ed esteso il degrado accertato. Inoltre c’è il rischio di
prolungare i ritardi che finora si sono verificati, in contrasto con la
programmazione prevista. Ancora oggi, neppure un cartello avverte del pericolo
ad inoltrasi nell’area inquinata.
È anche da sottolineare che la struttura
regionale competente che subentrerà nelle funzioni del Commissario dal 1°
gennaio 2006 (con la cessazione quindi dello stato di emergenza in Puglia in
materia di ambiente e di rifiuti: anche questa è una notizia di non poco
rilievo) convocherà un’altra conferenza dei servizi per valutare le
risultanze di tale lavoro e per avviare le procedure di bonifica del sito
inquinato.
Apprendiamo anche la disponibilità , da parte dell’Assessorato
all’Ambiente, a voler destinare 2,5 milioni di euro per la bonifica dei 41
ettari inquinati a Franchini (agro di Gravina), ma dobbiamo sapere che ce ne
vorranno minimo 20 milioni per bonificare i 330 ettari della contrada Cervone
(agro di Altamura): e allora perché i proprietari del sito, coinvolti
nell’inchiesta – che rischia la prescrizione – hanno voluto e ottenuto di
eseguire il piano di caratterizzazione? E perché l’Alta Murgia continua ad
essere un territorio poco “controllato”?, dal momento che siti inquinati
continuano ad essere scoperti e denunciati anche in questi ultimi mesi?
E che dire poi del silenzio della Provincia di
Bari sulla richiesta di abrogazione della delibera che autorizza la
Tersan-Prometeo 2000 (l’Astronave) a realizzare, in prossimità
del parco, in zona pSIC e ZPS, uno dei più grandi siti di stoccaggio d’Italia
per produrre “compost”??
Dopo l’ennesima (la sesta) proroga, scaduta il 3
dicembre scorso, apprendiamo la notizia di un’altra proroga, questa volta senza
neppure indicare una scadenza. È questo il risultato che le comunità del parco
si attendevano, dopo un così lungo e colpevole ritardo, da parte
dell’Amministrazione provinciale, il cui Presidente è anche rappresentante dei
tredici Comuni all’interno del consiglio direttivo dell’Ente Parco? Non
possiamo continuare a mescolare le carte mentre si continua a lasciare
spazio ad astronavi e punte perotti. La decisione, da parte della Provincia di
Bari, deve essere presa subito e che, pertanto, anche la Regione si affretti ad
annullare il suo parere favorevole e si chiuda un capitolo pieno di ambiguità ,
soprattutto dopo la sentenza – emessa l’11 maggio 2005 dalla Corte di Cassazione
(III sezione penale), che ha confermato la legittimità e validità del
provvedimento cautelare di sequestro dell’impianto di compostaggio in
costruzione lungo la strada statale per Bari.
Zone di Protezione
Speciale, pSIC e cave
La tutela del territorio passa anche
attraverso la regolamentazione delle ZPS (zone di protezione speciale) e
dei pSIC (proposti siti di importanza comunitaria).Bisognerà migliorare
il testo del regolamento regionale 28 settembre 2005, n.28. Anche in questi
mesi, infatti, abbiamo assistito al sequestro penale di interventi edilizi
ricadenti in zone agricole limitrofe al Parco dell’Alta Murgia. Ancora una volta
la magistratura è arrivata prima della politica.
Occorre al più presto
invertire questa rotta determinando regole e prassi amministrative certe,
stabili ed efficaci che possano evitare il continuo assalto del metrocubo. La
regolamentazione di ZPS e pSIC non può riguardare solo alcune zone omogenee dei
centri abitati, ma deve intervenire anche con previsioni riguardanti tutto il
territorio ricadente nella ZPS, non limitandosi a prospettare solo misure
conservative. Si aggiunga a questo la recente sentenza del TAR-Lazio che
ha accolto il ricorso (non solo) del Commissario prefettizio del Comune di Ruvo
avverso il Decreto del Ministro dell’Ambiente con il quale si annullava di fatto
l’equiparazione delle ZPS alle norme che regolamentano le aree protette
(394/91), per cui, in attesa di ulteriori provvedimenti giudiziari, le ZPS
vanno considerate, per la sospensiva del TAR, come aree protette e perciò gli
eventuali reati commessi all’interno di tali aree sono perseguibili non solo sul
piano amministrativo ma anche penale.
Auspichiamo perciò che le inchieste in
corso, da parte della Magistratura, per quanto riguarda l’accertamento di
illegalità per l’esercizio abusivo di cave sull’Alta Murgia non
vengano vanificate e che possano giungere alla verifica in sede giudiziaria.
Ente
Parco
Un’ultima osservazione riguarda l’Ente
parco.
Il TAR ha respinto il ricorso della Regione Puglia circa la
nomina del Presidente dell’Ente parco (Girolamo Pugliese) che resta perciò in
carica. Non sappiamo se la Regione intenda ricorrere in appello, ma quello che
temiamo è la mancanza di collaborazione tra i due Enti.
Ci auguriamo comunque
che l’Ente sia all’altezza dei compiti che lo attendono; che possa individuare
le priorità e procedere con celerità e massima trasparenza.
Abbiamo sostenuto
da sempre che il parco, per esprimere tutte le sue potenzialità , deve essere
capace di attrarre tutte le forze disponibili attraverso forme di partecipazione
attiva.
Su questo punto lamentiamo da parte di tutti i soggetti istituzionali
la mancanza di disponibilità a coinvolgere proprio quel movimento così radicato
nel territorio, come i CAM. Infatti nessuno di costoro ha pensato di ascoltare
le nostre proposte, quando si è trattato di discutere, in sede regionale, sul
PRAE o sulle norme dei pSIC e ZPZ; o ancora nella conferenza sul caso
della “Murgia Avvelenata”?; i CAM che questo caso lo hanno denunciato e
fatto esplodere in tutta la sua gravità ; proprio i CAM che il parco l’hanno
“inventato”? e perseguito in tanti anni di concreto impegno. Così come ci
preoccupa il fatto che si continua a non avere un chiaro progetto per questo
territorio o, addirittura, a non realizzarne alcuni già finanziati ma sospesi da
troppi anni.
Le istituzioni non possono farcela da soli
e la posta in gioco è così importante che occorre lavorare in sinergia con
quanti possono offrire il proprio contributo a beneficio dell’ambiente e della
collettività .
Comitati Alta Murgia
(CAM)