La seduta consiliare di ieri si è aperta proprio con le dichiarazioni della prima cittadina che ha chiesto la fiducia sull’ipotesi di una giunta a sei Ds-Margherita con l’appoggio definito “punto per punto” dei centristi. La Popolizio ha anche ripercorso gli ultimi tre mesi della crisi, tamponati dalla giunta tecnica con cui ha retto le sorti dell’amministrazione. Dall’aula non sono arrivate le risposte che sperava. E’ stato anzi tutto un susseguirsi di sgradite sorprese, da critiche a scontri all’interno della maggioranza, in particolare tra ex Udeur e Socialisti da una parte e Ds dall’altra. E’ la fotografia di una maggioranza disunita al massimo, che si rinfaccia provvedimenti, che non è d’accordo su nulla. L’ex Udeur ha poi insistito che non soggiace al veto di non nominare il precedente assessore. Tutto inutile, insomma, per il sindaco.
Dall’altra parte, l’opposizione di centrodestra unito ha presentato una mozione di sfiducia al sindaco ed alla maggioranza per tutto quanto è avvenuto non solo negli ultimi mesi ma nell’intera prima metà del mandato.
E così la Popolizio ha preso la parola, tirando le sue amare conclusioni. “Non ho mai perso l’entusiasmo per governare la città ma non c’è prospettiva di stabilità per la prosecuzione del mandato” – ha esordito, prendendo atto della crisi irreversibile e denunciando la mancanza di accordo politico. “Non c’è una prospettiva” – ha ribadito. Con un gesto molto plateale ha preso un cerino, lo ha acceso e poi lo ha spento, a dimostrazione del fatto di essersi stancata in prima persona. Ha ammesso le responsabilità sue come capo dell’amministrazione ma nel contempo si è mostrata la più delusa della probabile fine anticipata del mandato. Ma di fronte a questa situazione, a “frange di dissenso” tanto interne ai partiti, come nella Margherita, quanto tra i partiti quanto tra singoli consiglieri ed il sindaco, Popolizio ha gettato la spugna. Le ha anche ‘cantate’, per la verità . Ai Ds che hanno chiesto il rinnovamento totale della giunta, all’ex Udeur che si è “assolutizzata” su un nome, a tutto quanto non ha funzionato, ai consiglieri di maggioranza che non hanno sentito la responsabilità di votare finanche una variazione di bilancio impedendole di fare molti provvedimenti. Ha sottolineato di aver governato “onestamente”. Rammarico anche per gli sviluppi delle prime dimissioni, a luglio. “Dovevano succedere i terremoti nel centrosinistra – ha detto – di fronte al sindaco di Altamura più votato, con 23 mila voti, che si dimette senza arresti domiciliari, senza avvisi di garanzia, senza notizie di reato per abusi di ufficio. Invece questo non è avvenuto”.
E dopo la lunga “arringa”, tanto difensiva quanto accusatoria, il sindaco ha presentato al segretario comunale le dimissioni. Era già scattata la mezzanote e si era entrati nella giornata di oggi, dettaglio importante ai fini del conto dei 20 giorni.
La seduta si è sciolta. Domani c’è una nuova seduta con finanziamenti in scadenza da approvare. Non è escluso che il consiglio (l’ultimo?) si riunisca nonostante questo terremoto proprio per l’importanza dei punti.
seguono altri dettagli