Gazzetta del Mezzogiorno del 14 ottobre 2003
ROMA
Siglato l’accordo tecnico alla Conferenza unificata, dopo un lunga e faticosa riunione. La firma il 23, con Fitto
Murgia, per il Parco sì definitivo
Sorgerà su un’area di 68mila ettari. Ultime scintille sullo spietramento
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Adesso non ci sono più né se, né ma. L’accordo è definitivo e immodificabile. Il Parco dell’Alta Murgia, secondo parco nazionale di Puglia, ha ufficialmente il regolamento (le norme di salvaguardia) e il perimetro definitivo. L’accordo è stato raggiunto in sede tecnica ieri sera, dopo poco più di tre ore di discussione ed un’interruzione (tecnica anch’essa), nella sede della Conferenza unificata Il parco ora c’è a dieci anni esatti dalla prima conferenza di servizi della Regione Puglia (14 ottobre 1993). C’è per il Governo, per la Regione Puglia, per la Provincia di Bari e per 13 Comuni. Si estenderà su una superficie di quasi 68mila ettari, sulle terre della Dop Pane di Altamura e Doc vino Castel del monte.
Doveva essere una riunione tecnica. Invece alla fine hanno partecipato l’assessore regionale all’Ambiente, Michele Saccomanno, il presidente della Provincia di Bari, Marcello Vernola, e poi sindaci e assessori dei comuni di Andria, Corato, Ruvo di Puglia, Toritto, Grumo appula, Bitonto, Cassano delle Murge, Santeramo in Colle, Altamura, Gravina di Puglia, Minervino Murge, Spinazzola, e Poggiorsini. Quanto basta per sancire, vista anche la partecipazione attiva alla discussione della rappresentanza amministrativa, che l’accordo tecnico è stato già benedetto in sede politica. La firma, quella della cerimonia formale richiesta dal protocollo, sarà però apposta sotto il testo dell’accordo il prossimo 23 ottobre, sempre a Roma. E per quell’occasione ci sarà anche il presidente della Regione, Raffaele Fitto.
Il presidente del governo regionale, pur non essendo presente, ha condizionato la discussione. Come anticipato ieri dalla «Gazzetta» è giunta proprio alla fine della scorsa settimana una lettera a sua firma indirizzata alla Conferenza unificata e al ministero dell’Ambiente. La lettera conteneva il testo di due emendamenti alle norme di salvaguardia. Il secondo emendamento, in particolare, puntava a rendere autorizzabili «le opere di bonifica e di trasformazione agraria, anche, previa intesa con gli assessorati all’Agricoltura e all’Ambiente della Regione Puglia, delle aree di pascolo» I pascoli, però, costituiscono buona parte dell’habitat specifico dell’Alta Murgia con tanto di vegetazione spontanea sotto forma di steppa. Contro questa ipotesi, che avrebbe potuto anche aprire la strada ad attività di trasformazione dei pascoli tramite «dissodamento e scarificatura del suolo e frantumazione meccanica delle rocce calcaree (il cosiddetto spietramento, ndr)» tipiche dell’Alta Murgia si sono schierati i sindaci dei Comuni interessati, alcuni esponenti politici e le associazioni di protezione ambientale.
Posta la questione in Conferenza unificata e verificata l’esistenza di una forte contrapposizione tra i diversi schieramenti, è stata disposta una sospensione dei lavori. Si deve all’assessore regionale Saccomanno e al suo staff la modifica dell’emendamento che, alla fine, è stato inserito nelle norme di salvaguardia, con l’accordo di Provincia e Comuni, con questa formulazione: nel territorio del parco dell’Alta Murgia già interessato da coltivazioni agrarie si possono autorizzare «le opere di bonifica e di trasformazione agraria, favorendo, d’intesa con gli assessorati regionali all’Agricoltura e all’Ambiente, le produzioni agricole e zootecniche del luogo con particolare riguardo a quelle a denominazione di origine». Dal testo finale, insomma, scompare la possibilità di trasformare i pascoli.
Le trasformazioni (anche di carattere edilizio) potranno poi essere autorizzate in zone a più alta valenza paesaggistica (le zone «1» dove sussistono vincoli di tutela più rigidi), purché si tratti di aree già interessate da coltivazioni agricole e da almeno cinque anni.
Un discorso a parte merita il capitolo delle centrali eoliche. I sindaci di Minervino e Spinazzola hanno spinto per un terzo emendamento che li definisse impianti compatibili col parco. La direzione generale del ministero ha però chiarito che questo sta già scritto alla lettera b dell’articolo 8 delle norme di salvaguardia dove si rendono autorizzabili in area parco «gli impianti e le opere tecnologici». Il sindaco di Spinazzola, Savino Saraceno, ha comunque voluto che l’emendamento fosse accluso agli atti.
Giuseppe Armenise
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Gazzetta del Mezzogiorno del 7 ottobre 2003
GRAVINA
Le nuove regole fissate dalla giunta comunale
Case di campagna
adesso è più facile
GRAVINA. –– Casa in campagna? Adesso è più facile. Perché l’amministrazione comunale ha ritenuto opportuno dare una interpretazione autentica dell’articolo 21 delle Norme tecniche di attuazione del Piano regolatore generale.
Approvato nel 1994, il Prg prevede nelle zone agricole classificate E1, oltre alle case coloniche per la famiglia degli operatori agricoli, gli allevamenti zootecnici e gli stabilimenti per la conservazione dei prodotti agricoli di produzione locale, anche la realizzazione di residenze, nel rispetto, però, delle disposizioni vigenti per l’edilizia rurale. La norma pone una serie di indici e parametri da rispettare come, per esempio, l’estensione del lotto che dovrà avere una grandezza minima di 5mila mq; oppure l’indice di fabbricabilità fondiario che equivale allo 0,03 mc/mq, con un rapporto di copertura che non deve superare l’uno per cento o ancora l’altezza massima delle abitazioni a 6 metri e il distacco di 10 metri sia dai confini che dai fabbricati. Negli ultimi due anni l’ufficio tecnico comunale aveva sospeso il rilascio di concessioni edilizie per costruire case residenziali in zona E1, dopo che si erano avute delle perplessità sulla corretta interpretazione della norma, considerato anche l’intervento della magistratura. «A questo punto è emersa l’esigenza di formulare un indirizzo interpretativo dell’articolo 21 delle norme tecniche di attuazione del Prg – dice l’assessore all’urbanistica, Giuseppe Carulli – in modo da definire i limiti entro i quali consentire il rilascio delle autorizzazioni di costruzione da parte dei competenti uffici comunali». Così, Carulli ha proposto al consiglio comunale questo indirizzo, che l’assise comunale ha ritenuto valido per confermare l’edificazione, mediante intervento diretto, di residenze in zona agricola «E1-Rurale», secondo gli indici e i parametri previsti dalle norme dell’art. 21. E’ stato precisato, inoltre, che il lotto di intervento dovrà essere accessibile da strada pubblica o privata o da servitù di passaggio regolarmente costituita. Adesso, quindi, con questo esplicito indirizzo interpretativo, non ci saranno piຠequivoci e la Direzione territorio e ambiente del Comune potrà soddisfare con maggiore solerzia le richieste provenienti dai tanti cittadini.
Roberto Varvara
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