RIFIUTI SULLA MURGIA, RILEVATA ANCHE SALMONELLA

Ieri sono stati sentiti i pm Renato Nitti e Roberto Rossi della Procura di Bari. Non solo metalli pesanti, quindi. E nuovi terreni inquinati soprattutto da fanghi di depurazione provenienti da acquedotti sarebbero stati scoperti in territorio di Gravina. Intanto il Comune di Altamura ha ordinato la bonifica dell’area inquinata, circa 300 ettari ai proprietari, ditta di smaltimento e autotrasportatori.
A proposito della commissione bicamerale vi è da registrare la presa di posizione del presidente, il parlamentare Paolo Russo. ”Nella Murgia – ha detto al termine della giornata – e’ mancato il controllo preventivo del territorio. Rispetto a questo inquietante caso – ha proseguito – che rappresenta l’esempio classico delle numerose falle del ciclo dei rifiuti, lo Stato dovra’ rispondere rinforzando i controlli e gli altri sistemi di prevenzione. In Puglia manca la raccolta differenziata. Fin quando i comuni non si attiveranno per raggiungere percentuali consistenti, a 2 cifre e oltre, sara’ tutto piu’ difficile. Ormai – ha concluso – non si puo’ piu’ indugiare. La tutela dell’ambiente dovra’ rappresentare una priorita’ assoluta, la nuova forma di resistenza civile, per quanti hanno a cuore la salute dei territori e dei cittadini. Nella Murgia, prima di ogni altra cosa, si proceda rapidamente all’istituzione definitiva del Parco nazionale”.
Sulla vicenda del grano, risultato inquinato è intervenuto anche il Codacons, chiedendo il blocco della vendita e della commercializzazione del famoso pane prodotto nel comune pugliese. ”Un provvedimento del genere – sostiene l’associazione – e’ giustificato dall’esigenza di tutelare la salute dei consumatori che potrebbero veder finire sulle proprie tavole prodotti contaminati da sostanze tossiche potenzialmente cancerogene”. Il Codacons, che si e’ costituito parte civile nella vicenda, ha chiesto ai magistrati che seguono l’inchiesta di ”accertare le responsabilita’ connesse alla diffusione di sostanze tossiche nei campi di grano, e disporre il risarcimento in favore di quegli agricoltori truffati che a loro insaputa abbiano acquistato prodotti inquinati, e che ora si vedono costretti al sequestro dei campi e del grano prodotto”.

Pasquale Dibenedetto