Enpals e musicisti… la fine di una tassa ingiusta?!

Trento, una sentenza esclude i musicisti non professionisti dalla ‘tassa’ Enpals
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Mentre il problema irrisolto dei contributi Enpals che soffocano l’attività  dei musicisti non professionisti comincia ad interessare una parte del mondo politico, sollecitato dalle organizzazioni di categoria (vedi News), a dare un filo di speranza alle migliaia di gruppi dilettanti e di lavoratori saltuari della musica dal vivo che circolano nella penisola arriva una sentenza del giudice del lavoro di Trento, intervenuto sulla questione dopo che il Servizio provinciale del Lavoro aveva comminato una multa ad una ditta che opera nel settore.
L’inizio della vicenda, come racconta un articolo pubblicato sabato scorso, 24 maggio, sul quotidiano L’Adige, risale al novembre del 2000, quando alcuni funzionari dell’ente provinciale inoltrarono un’ingiunzione di pagamento del valore di circa 11 milioni di vecchie lire alla Produzioni Cipiesse di Brescia, una società  che fornisce impianti luci e audio per concerti: secondo i pubblici ispettori, il titolare della ditta aveva fatto esibire in sagre di paese e pub del circondario, tra il 1996 e il ’97, una trentina di musicisti sprovvisti del necessario certificato di agibilità , un documento che tutti i professionisti della categoria devono richiedere per poter suonare dal vivo, versando una quota percentuale del loro compenso a fini previdenziali (per poter cioè riscuotere una pensione a fine attività ).
Ricorsi in giudizio insieme con l’azienda bresciana, i musicisti stessi (aderenti all’Amad, un’associazione che garantiva per loro l’assolvimento dei contributi Enpals) hanno dimostrato di non aver ricevuto alcun compenso per la loro attività  se non rimborsi spese e buoni pasto, e di avere un’altra occupazione professionale: su questa base, la sentenza del giudice del lavoro Michele Maria Benini ha stabilito che “i lavoratori dello spettacolo in senso tecnico da assicurare obbligatoriamente presso l’Enpals sono soltanto coloro che stabilmente, professionalmente, ancorché in compiti ausiliari, sono impiegati per svolgere attività  essenzialmente destinate alla realizzazione di spettacoli”. Il provvedimento, secondo il giudice trentino, non riguarda invece i “musicisti dilettanti, persone che, unicamente per diletto, si offrono occasionalmente per suonare in un locale o in una manifestazione” e per le quali “suonare è un’occupazione saltuaria” che non garantisce una fonte di sussistenza. Un primo segnale di inversione di tendenza, nell’attesa che la materia venga disciplinata da nuove norme, in sostituzione di una legge che risale ai tempi del regime fascista.-