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Com’è noto – la Regione ha deliberato “con riserva” circa la perimetrazione provvisoria, atto indispensabile per poter procedere alla convocazione della Conferenza Unificata che ha il compito di ratificare eventualmente l’accordo conclusivo prima della firma del Presidente Ciampi e quindi del Decreto istitutivo del Parco nazionale dell’Alta Murgia.
Il prossimo passaggio quindi, – prima della definizione del DPR
istitutivo del Parco nazionale, è rappresentato dalla decisione della Conferenza Unificata. Conferenza che si articola in due distinti momenti: il primo di natura squisitamente tecnica ( è il luogo, a mio parere, dove i nostri ‘amici’ istituzionali possono recuperare l’ulteriore danno imposto dalla Regione Puglia al territorio, facendo valere indubbie ragioni giocando prevalentemente sulla contraddizione della stessa Regione tra la perimetrazione della ZPS (habitat prioritario) e quella ignobile proposta del 19 u. s.) dove partecipano amministratori e tecnici di tutti i Comuni, Comunità Montana, Provincia, Regione, Ministero Ambiente, ANCI, UPI e UNCEM interessati; il secondo di decisione politica dove partecipano, oltre al Ministero dell’Ambiente, i Coordinatori di Regione (Chigo), Province (Ria), Anci (presidente) e Uncem (presidente). Solitamente la decisione politica definitiva rispecchia gli accordi e le intese che si definiscono in sede di riunione tecnica, ma probabilmente questa volta non andrà in questo modo. Forti sono le perplessità sulla “riserva” della Regione e si può ragionevolmente supporre che in quella sede saranno tentate le ultime grandi manovre per compromettere ulteriormente la perimetrazione con le zoonizzazioni già concordate.
E’ necessario perciò fare un ultimo sforzo da parte nostra per concordare le azioni da fare, soprattutto coinvolgere i sindaci “amici” del parco e preparare eventualmente delle richieste non peggiorative della perimetrazione che andrà ratificata.
L’appello, che segue,- è diretto ad un – più grande coinvolgimento al fine di preparare un Marcia per la pace e per il parco.
L’incontro è fissato alle ore 15,00 del giorno 5 aprile presso la Masseria Martucci Contrada Parisi SS 378 Altamura-Corato KM 9 (sulla strada ci sarà la bandiera della Pace a segnalare il sito. NON MANCATE!!!
Piero Castoro
Centro Studi Torre di Nebbia
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UN PARCO DI PACE
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Fino agli anni ’70 il Patto di Varsavia ed il conseguente pericolo “comunista” spingono le Forze Armate italiane e la NATO a guardare al Nord est italiano come zona ad alto rischio dove accumulare le principali servitù militari. Con la crisi petrolifera, prima, la fine del Patto di Varsavia poi, e con il crescere delle tensioni nell’area del Mediterraneo, si assiste ad uno spostamento dell’attenzione delle Forze Armate e della NATO verso l’area del Mediterraneo. Ne discende la necessità di creare e configurare una “task force” capace di intervenire nei punti caldi del Mediterraneo che ha nel porto di Taranto e nell’aeroporto di Gioia del Colle i suoi capisaldi offensivi.
Vengono iniziati i lavori per l’ampiamento del porto militare di Taranto per ospitare la portaerei “Garibaldi”, si parla di dotare l’aereonautica militare di nuovi aerei AMX e di localizzarli a Brindisi.
In questo quadro internazionale mutato, vengono riviste anche le servitù militari presenti sulla Alta Murgia: l’Esercito ha sempre più bisogno di ritagliarsi uno spazio consistente di territorio e di averlo a propria completa disposizione, dove poter fare esercitare le sue brigate motorizzate, i suoi nuovi aerei Tornado, dove poter fare esercitazioni interforze con altre nazioni.
– La presenza complessiva delle servitù militari ( stabilite dalla Legge 24. dicembre 1976, n° 898 e successive modifiche intervenute con Legge 2 maggio 1990) si accresce quindi sempre più in tutta la Puglia e della conseguente necessità di spazi esercitativi.
È degli anni ’80 una vasta mobilitazione di agricoltori e allevatori che protestano contro l’espropriazione media di 180 giorni all’anno dei loro terreni e di una presenza militare che rende di fatto impossibile ogni ipotesi di sviluppo aziendale e zootecnico dell’area.
Il crescente interesse militare all’Alta Murgia si concretizza in una delibera regionale n° 400 del 23 febbraio 1983- che approva la D. di G. n° 9116 del 20. 9. 1982 con la quale si destina, a poligoni militari permanenti, un’area complessiva di 14000 ettari. Una elargizione incomprensibile da parte della Regione Puglia, in quanto le autorità militari chiedevano ufficialmente, nel loro promemoria (1980): “la disponibilità certa e stabile di un poligono di 4000 /4500 ettari (pari ad un terzo del poligono originario di Torree di Nebbia”.
I poligoni sono quelli di “Parisi Vecchio”, di “Madonna di Buoncammino” e di “Torre di Nebbia”, quest’ultimo nei pressi della- polveriera di Poggiorsini, sito quest’ultimo ritenuto “idoneo” da uno studio di fattibilità dell’ENEA per ospitare le scorie radioattive presenti sull’intero territorio nazionale.
L’opposizione a detta delibera comincia a concretizzarsi nell’opposizione di vari Consigli Comunali e della Comunità Montana, nella presa di posizione di varie autorità religiose, oltre a varie forze politiche e a organizzazioni sindacali e di categoria .Questa mobilitazione popolare sfocia in una grande “Marcia della Pace” nel dicembre del 1985 da Gravina ad Altamura a cui aderiscono i sindaci dei Comuni dell’Alta Murgia, oltre a 26 consiglieri regionali.
È del 1986 la lettera di Don Tonino Bello, “Il sogno di Isaia”, firmata da circa 10000 persone e presentata al Consiglio Regionale del luglio 1986.
La mobilitazione del movimento pacifista pugliese, raccogliendo l’adesione di un vasto schieramento trasversale formato da associazioni di base, antimilitaristi, sindacati e forze politiche, continua- a chiedere con forza l’abrogazione della delibera regionale prospettando un futuro di pace e di lavoro per l’Alta Murgia. In questa occasione Don Tonino Bello, insieme ad altri vescovi pugliesi, firma un documento: “Terra di Bari, terra di pace”, che trova uno straordinario consenso. La grande seconda- “marcia per la pace” Gravina-Altamura del 19. 12. 1987, organizzata dal Coordinamento contro la Militarizzazione e per lo Sviluppo dell’Alta Murgia, registra un coinvolgimento di massa (più di 5.000 persone vi partecipano). La manifestazione riesce, tuttavia, solo a congelare l’esproprio ma non ad abrogare- la delibera regionale. Attualmente, in piena guerra contro l’Irak, le esercitazioni continuano indisturbate in tutti i poligoni della Murgia.
Da quel momento in poi l’impegno dei Comitati territoriali dell’Alta Murgia (CAM) è consistito principalmente nel cercare di individuare le linee di un progetto di sviluppo eco-compatibile in grado di rispondere alle esigenze di tutela del territorio e alla vocazione di pace delle popolazioni che lo abitano.
– L’esito più importante e tuttavia ancora provvisorio di questo articolato percorso va individuato, come è noto, nell’approvazione della L.S. 426 del dicembre 1998 che sancisce la volontà da parte del Parlamento di istituire il Parco nazionale dell’Alta Murgia, previa l’intesa tra Ministero dell’Ambiente e Regione Puglia.
Questa intesa è stata raggiunta seppure approvata “con riserva”, forse sperando di restringere ulteriormente il perimetro del parco all’interno della Conferenza unificata che dovrà ratificare l’intesa.
Il territorio dell’Alta Murgia risulta oggi subire una sorta di ultimo assalto. Oltre ai Poligoni militari e al pericolo dei depositi di scorie radioattive, le forme di degrado continuano a compromettere in maniera irreversibile i suoi delicati ecosistemi: invasi artificiali inutili, cementificazioni selvagge a 360 gradi, le innumerevoli cave ma, soprattutto, sta letteralmente scomparendo, nell’indifferenza generale, grazie alla pratica cosiddetta dello SPIETRAMENTO. Tale pratica costituisce, senza eufemismi, un vero e proprio disastro ambientale che dovrebbe far arrossire di vergogna chi continua a praticarla o ad autorizzarla. E invece ogni giorno, con velocità inaudita, pezzi consistenti di murgia vengono trasformati in deserti lunari con conseguenze pericolose che nessuno sembra prevedere.
Tutto questo impone a noi tutti il senso di una profonda responsabilità a fronte soprattutto delle capacità che dovremmo invece avere nell’affrontare e risolvere la complessità dei problemi in campo.
Dovremmo considerare quest’area come il campo privilegiato dove sperimentare a pieno tutte le nostre energie con la consapevolezza delle difficoltà di comporre interessi, a volte contrapposti, e di difendere la qualità delle differenze. Dovremmo perciò impegnarci in direzione di un maggiore confronto non dimenticando che, al di là di inutili e sterili polemiche, il nostro obiettivo principale è quello di porre un argine al progressivo degrado di una tra le più interessanti aree di Puglia ma anche d’Italia.
Il “Parco rurale”, cosi come lo abbiamo concepito finora, oltre a rappresentare una reale opportunità di salvare l’Alta Murgia dagli innumerevoli attacchi cui è sottoposta e di valorizzare quindi il suo enorme e originale patrimonio storico-ambientale, è inteso come un laboratorio di restauro ambientale e produttivo quale modello per il rilancio delle aree interne.
Un progetto essenzialmente politico ed ambientale e perciò teso a soddisfare, in primo luogo, le ataviche esigenze legate all’agricoltura e alla pastorizia con mezzi e strumenti che non siano solo compatibili con l’ambiente ma tali da determinarne il miglioramento e la ricostituzione. Ma ancora più importante è intendere il Parco come sperimentazione di una rinnovata e pacifica convivenza e solidarietà umana che aiuti le nostre comunità a superare positivamente le crisi che attraversano.
L’obiettivo più immediato consiste nel pervenire al più presto al Decreto istitutivo del Parco che il Presidente della Repubblica dovrà emanare e continuare ad attivare il confronto tra tutti i soggetti- ed Enti interessati.
Ciò è tanto importante e urgente in considerazione del fatto che i fenomeni di degrado e di trasformazione in atto rischiano di trasformare l’Alta Murgia in un “parco della vergogna” .
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Il nostro impegno per questo tende a ricongiungersi con quello espresso negli anni passati- del vasto movimento che si mobilitò contro i poligoni militari sull’Alta Murgia e che si è impegnato con coerenza fino ad oggi, individuando nel progetto di costituzione del parco uno scopo concreto da raggiungere al più presto. Oggi come allora ribadiamo la nostra convinzione che la Terra di- Bari vuole continuare ad essere “Terra di Pace” e di onesto lavoro.
Se diciamo No alla guerra diciamo No alla militarizzazione del territorio, convinti come lo fu Don Tonino Bello, che bisogna invece pronunciare tre Si al cerchio della speranza:
il primo Si all’istituzione del parco nazionale dell’ Alta Murgia, ad un futuro del nostro territorio- nel segno della pace e di uno sviluppo ecocompatibile;
il secondo Si al presente della nostra Regione che deve impegnarsi a costruire un raccordo tra le molteplici e le diverse culture e le diverse religioni;
Il terzo è un Si al passato, che ci tramanda l’istintiva attitudine della nostra terra ai moduli della non violenza.
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Torre di Nebbia
Centro Studi e Documentazione sulle Aree Interne
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