PARCO DELL’ALTA MURGIA, FRUTTO DI MEDIAZIONE NELLA MAGGIORANZA

Contribuire all’istituzione del Parco era uno degli obiettivi più importanti del programma della maggioranza di centro sinistra prima delle elezioni, poi riconfermato come una delle priorità  nel corso della verifica politica. E infatti una maggioranza non al completo (erano assenti i consiglieri Petronella dello Sdi, Angelastri dei Ds e Viti della Margherita) ha approvato la perimetrazione dopo una seduta fiume a causa dei preliminari e di ben due interruzioni nella discussione del punto riguardante la zona protetta. Alla fine quindici i voti a favore, un astenuto (il consigliere della Margherita Tafuni) mentre la minoranza, anch’essa giunta decimata, dopo quasi dieci ore di lavori consiliari, non ha partecipato al voto.

Particolarmente appassionati gli interventi di Giuseppe Giove della minoranza e di Enzo Colonna dei Ds, protagonista proprio un anno fa dell’adesione all’unanimità  del consiglio comunale al Parco istituito con una legge nazionale nel 1998 e che era stato individuato come un’area di reperimento nel lontano 1991.

Giove ha rimproverato alla maggioranza di non avere ascoltato abbastanza nel corso di questo anno le ragioni delle organizzazioni produttive, soprattutto quelle agricole, e di non aver riempito di contenuti tecnici, geomorfologici, ambientali, naturalistici la proposta di perimetrazione. “Solo criteri meramente urbanistici sono stati elencati dal vicesindaco Pignatelli” in una relazione giudicata molto scarna. La minoranza ha sostenuto la proposta del comitato delle attività  produttive di forte riduzione della superficie del Parco a circa 7000 ettari e la destinazione dei restanti ettari a Parco biologico. Comitato e minoranza hanno contestato alla fine lo stralcio di duecento ettari effettuato pretestuosamente, a loro dire, dalla maggioranza e hanno preannunciato un ricorso alla magistratura.

Enzo Colonna, il cui intervento è stato più volte interrotto dal pubblico, ha invece ricordato che redigere il piano del Parco sarà  compito dell’Ente Parco, da nominare subito dopo l’intesa Ministero-Regione e ha difeso la scelta strategica del Parco. “Questo è l’unico progetto in grado di rivitalizzare l’economia del territorio. Anche perchè i fondi dell’Agenda si stanno per esaurire”. Mentre si può aspirare a finanziamenti destinati ai territori ecocompatibili. “Non posso nascondere però” ha aggiunto dopo il consiglio, “l’amarezza ed una buona dose di frustrazione per la riduzione dell’estensione del progettato parco, certo minima, molto parziale, ma i cui criteri non mi sembravano obiettivi, comprensibili e ragionevoli effettuata in consiglio e voluta tenacemente dagli esponenti della Margherita”. Si tratta di un’area di circa 200 ettari, il cosiddetto Parco Priore ubicata nei pressi della Statale per Bari. All’esclusione di quell’area si è giunti dopo una dilaniante mediazione tra i partiti di governo. “L’alternativa, dinanzi all’ostinazione dei partiti di centro della coalizione, sarebbe stata la mancata approvazione della proposta e molto probabilmente il naufragio definitivo del progetto del Parco”.