La valle dei Dinosauri è ancora salva. Rimane infatti sotto sequestro la vasta area industriale (circa 510 mila metri quadrati) a ridosso del sito archeologico alla periferia di Altamura. Lo ha stabilito ieri mattina la Cassazione, che si è limitata ad accettare l’istanza di dissequestro della documentazione sequestrata dai sostituti procuratori Elisabetta Pugliese e Roberto Rossi presentata da una delle persone che operano nella zona.
Furono proprio i due pm, il 13 febbraio scorso, a disporre un intervento a tutela della valle dei Dinosauri; a mettere in salvo le cave dove sono state rinvenute le orme dei dinosauri che abitarono anticamente la Puglia: a salvaguardare insomma un patrimonio culturale e naturale che attira ogni anno migliaia di visitatori, e che ha rischiato di essere fortemente penalizzato dall’iniziativa di alcuni imprenditori. L’inchiesta penale, scattata contro l’ennesimo scempio ambientale pugliese, si concretizzò con un blitz dei carabinieri: in contrada “Pontrelli”, proprio di fronte al sito archeologico, era stato organizzato uno dei più vantaggiosi “affari” dell’economia pugliese, ma l’impresa è stata stoppata dalla magistratura che ha “imbavagliato” l’area, opifici inclusi. Un serio intoppo per alcuni salottifici (“In Salotti srl”, “Teno imbottiti srl”, “T and T salotti”, “Nuova Tedeflex snc”) già avviati, approfittando dello strumento offerto dagli accordi di programma. Ma il punto è proprio questo: quegli accordi, secondo Rossi e Pugliese, sono assolutamente inammissibili. Le cause dell’inammissibilità ? Sono presto dette.
Due motivi: innanzitutto perché la legge regionale del ’94, che istituisce gli accordi di programma per incentivare l’occupazione nei settori industriale, artigianale, agricolo, turistico ed alberghiero, ne subordina l’ammissibilità ad una clausola. Nel caso in cui, infatti, determinino una variante agli strumenti urbanistici vigenti, gli accordi sono consentiti solo a condizione che nel territorio comunale (di Altamura) non esistano altre “aree idonee e sufficienti” da destinare alla realizzazione di opifici industriali e piccole industrie.
(p.b.)