Il documento con il resoconto della manifestazione del 14 dicembre 2000.


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Manifesto
fotografico
ManifestoProgramma
Volantino

Vi trasmetto messaggio e documento
ricevuti dagli amici di Torre
di Nebbia
. Il documento e l’appuntamento del 16 dicembre a Castel
del Monte (su cui spero di acquisire presto ulteriori e più
dettagliate informazioni) appaiono decisivi, anche alla luce della
presenza, all’incontro del 16, del Ministro per l’Ambiente Bordon
e del Presidente della Regione Fitto, vale a dire dei soggetti a
cui à? istituzionalmente demandato il raggiungimento dell’intesa
sull’istituzione del Parco dell’Alta Murgia. E’ l’occasione per
contarsi e far contare le ragioni di chi non si rassegna ancora
all’idea di un territorio immiserito a luogo di discariche (abusive
e no), cave, capannoni e lottizzazioni (abusivi e no), spietramento,
poligoni e depositi militari. Le ragioni, insomma, di chi, come
noi, ritiene che la Murgia, come la citt?, sia di tutti e non riservata
allo sfruttamento esclusivo dei soliti pochi.

DOCUMENTO DI ADESIONE ALLA MANIFESTAZIONE
INDETTA DAI COMITATI TERRITORIALI ALTA MURGIA
PER IL 16 DICEMBRE 2000 A CASTEL DEL MONTE

Da anni ormai il territorio dell’Alta
Murgia è al centro di un dibattito che vede coinvolti, a
diversi livelli, gruppi di base, associazioni di categorie, operatori
economici, Enti locali e Istituzioni nazionali. Tale dibattito si
è incentrato principalmente sull’esigenza di salvaguardare
il patrimonio naturale e antropico e sul ruolo da assegnare a quest’area
nel più vasto contesto territoriale in cui si colloca.

L’esito più importante
e tuttavia ancora provvisorio di questo articolato percorso va individuato,
come è noto, nell’approvazione della L.S. 426 del dicembre
1998 che sancisce la volontà da parte del Parlamento di istituire
il Parco nazionale dell’Alta Murgia, previa l’intesa
tra Ministero dell’Ambiente e Regione Puglia.

Questa intesa, a tutt’oggi, non
è stata raggiunta soprattutto a causa dell’ostracismo
e dell’indifferenza manifestati dal governo della Regione Puglia.

Nonostante l’esistenza di una
serie di norme tese a tutelare il suo patrimonio ambientale, Il
territorio dell’Alta Murgia risulta oggi subire una sorta di
ultimo assalto che sta compromettendo irreversibilmente la vita
dei suoi delicati ecosistemi

 

Negli anni più recenti la principale
causa di degrado è rappresentata dalla pratica cosiddetta
dello “spietramento”. Dopo aver impoverito la diversità
genetica delle culture tradizionali con l’estensione della monocoltura
cerealicola, un’assurda politica di sovvenzioni pubbliche ha consentito
di estendere lo spietramento ben oltre il limite del ragionevole.
Eufemisticamente definito “recupero del franco di coltivazione”,
la trasformazione dei pascoli spontanei in colture, per lo più
cerealicole, attraverso la frantumazione delle pietre calcarce,
produce terreni poveri soggetti ad un veloce processo di desertificazione,
a causa dell’azione erosiva dei venti ed al dilavamento delle acque
piovane, azioni non più contrastate dalla presenza degli
apparati radicali della vegetazione spontanea. Attualmente lo spietramento
ha trasformato in coltivazioni cerealicole più della metà
di quell’habitat, la pseudo steppa meditennea, Sito di Importanza
Comunitaria (SIC) ai sensi della direttiva 43/92/CEE. Tale devastante
pratica di dissodamento dei suoli rischia altresi di perturbate
il delicato equilibrio idrogeologico sotterraneo, sottoposto a vincolo
di “Riserva di acqua potabile’ (R.D. 3011M923 n. 3267, L 10/5/76
n° 319 e sue modifiche, Piano Regionale Acque del. Cons. Reg.
n. 455 dei 10/5/1984). E’ un disastro ecologico ma non finisce qui.

Inoltre i cosiddetti invasi artificiali
costruiti lungo il Costone dell’Alta Murgia, nonostante che da più
parti si sia evidenziato il danno ambientale, la poca trasparenza
nelle concessioni e, soprattutto l’inutilitá idraulica del
progetto (sbarramento di 6 lame, copertura in cemento di 8 ha di
Murgia, 40 km di canali, 100 ponti, 5 pozzi artesiani e tre torri
coliche) propedeutico ad una diga (Capodacqua) che non c’é:
grandi distese di cemento in cambio di insignificanti pozzanghere
d’acqua, come testimonia da anni l’invaso costruito a Monte Caccia.

L’Alta Murgia rischia di diventare
ricettacolo di fanghi di depurazione e reflui, in violazione
al Piano Regionale delle Acque.

La proliferazione di seconde case
e di villaggi residenziali (alcuni dei quali di dimensioni ragguardevoli)
e dei numerosi "accordi di programma" che consentono grazie
alla famigerata L.R. n°34, di costruire in modo indifferenziato
nelle zone agricole capannoni industriali, continua a “consumare”
e frammentare porzioni sempre più vaste di territorio.

L’Alta Murgia paga il prezzo di una
pesante servitù militare: 5 poligoni di tiro pressoché
permanenti ed una polveriera (quella di Poggiorsini) su cui grava
il sospetto di essere stata utilizzata come deposito di scorie
nucleari.

Infine, la piaga delle cave:
la presenza di centinaia di atti di estrazione ha trasformato gran
parte del territorio in una desolante distesa di enormi buchi con
il loro corollario di emuli di materiale di scarto. Le cave dismesse,
mai ripristinate dal punto di visto paesaggistico (come prescrive
la legge), sono potenziali discariche di rifiuti di ogni tipo, con
conseguenze inimmaginabili per quello che rimane dell’ecosistema
e per la falda.

Il quadro è senza alcun paradosso
catastrofico. Ci sentiamo tuttavia in dovere di lavorare per invertire
tale tendenza e le possibilità per riuscirci ci sono tutte.

Intanto c’è ancora una piccola
(ma ancora più preziosa proprio per questo) fetta di territorio
integro da salvare.

Per salvaguardare il reddito anche
futuro degli operatori agricoli è necessario promuovere un
processo di riqualificazione del territorio nella sua globalità,
e delle pratiche agricole in particolare, capace di integrare le
attività tradizionali con mezzi e strumenti non solo compatibili
con l’ambiente ma tali da determinante il miglioramento e la ricostruzione.
Le politiche rurali approvate dalla CEE vanno tutte nella direzione
di coniugare tutela e sviluppo (ex Reg CEE 20-78/92 ora Reg 1257/99
sugli aiuti all’agricoltura biologica) e l’Alta Murgia. in questo
scenario, può assumere certamente un ruolo fondamentale.

Altra risorsa su cui puntare è
il turismo rurale e culturale: i nostri centri storici sono m patrimonio
notevole da valorizzare, le testimonianze storiche-architettoniche
delle masserie e delle emergenze più significative (spicca
fra tutte Castel del Monte, il monumento più visitato della
Puglia) della civiltà delle Murge, inserite in uno scenario
naturale unico, rappresentano le basi ideali per far decollare un
turismo basato sulla scoperta del territorio e sul rispetto della
natura.

Per fare questo però è
necessario:

l. porre un argine immediato alle
forme di degrado che stanno compromettendo definitivamente le risorse
di cui l’Alta Murgia dispone;

2. attuare la legge 426/98 art.2 comma
5 sull’istituzione del Parco Nazionale.

Non deve sfuggire a nessuno che ogni
ritardo nell’emanazione dei decreto istitutivo del Parco dell’Alta
Murgia non puó che comportate il rinvio di urgenti attivazioni
di dinamiche di sviluppo economico sostenibile, dei relativi finanziamenti
previsti sia statali che comunitari (Piani triennali per l’Ambiente,
LIFE NATURA, Q.C.S, Agenda 2000, Programma Agrombientale, Delibera
Cons. Reg. n. 357/1998 Agricoltura Biologica, ecc … )

La nostra richiesta non è piú
derogabile data la velocitá dei processi di degrado in corso.

 

Considerato che:




- i processi di degrado rischiano
di cancellare per sempre gli ecosistemi naturali ed antropici
dell’Alta Murgia;

- la legge 426/98 art.2 comma
5 che istituisce il Parco, d’intesa con la Regione da raggiungersi
entro il temine di 180 gg (centottanta giorni, 0, 0);

- la Regione Puglia con la
Legge Regionale ‘Norme per l’istituzione e la gestione delle
aree naturali protette nella Regione Puglia~’ con l’art.5
ha individuato l’Alta Murgia come area protetta;

- che associazioni di categoria
(CIA, ACLI, Confcommercio) ed i sindacati unitari CGIL, CISLI,
UIL hanno espresso consenso all’istituzione dei Parco;

- che si registra un consenso
diffuso ed a piú riprese rinnovato nella societá
civile ed in altri settori produttivi, da parte dell’Universitá,
del mondo della scuola e della ricerca scientifica, delle
associazioni culturali, ambientaliste e professionali, delle
comunitá ecclesiastiche e religiose.

- Che il Ministero dell’Ambiente
ha piú volte sollecitato la Regione Puglia a sottoscrivere
l’intesa (note dei 61/10/99 e 22/12/99 del Servizio Conservazione
Natura, 0, 0);

- Che i Comuni inclusi nell’area
dei Parco, ad eccezione della sola Amministrazione di Altamura
hanno giá e più volte espresso il loro assenso,
presso la Regione Puglia, all’intesa per l’istituzione del
Parco Nazionale dell’Alta Murgia (vedi Documento approvato
dalla Conferenza di Servizi presso il Comune di Andria il
2711012000).

 



Visto:




- la legge 426/98 art.2 comma
5;


- il D.P.R n° 357 del
819197 “Regolamento di attuazione della direttiva 43/92/CEE
relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali,
nonché della flora e della fauna selvatiche- ;

- la direttiva 409/79/CEE;

- il P.U.T.T. e P.B.A. Piano
Urbanistico Territoriale Tematico – Piano beni Ambientali adottato
dalla G.R. con delibera n’ 69/65/1994;

- il P.R.A. (Piano Regionale
Risanamento Acque) approvato con delibera del Cons. Reg. n.455
del 10/5/1984;

- la L 43111985 (Tutela di
zone di particolare interesse ambientale, 0, 0);

- la L.R. 1911997, art. 5 (individuazione
dell’Alta Murgia come area protetta, 0, 0);

- il D.P.R. 12/4/1996 (atto
di indirizzo e coordinamento concernente disposizioni in materia
di valutazione di impatto ambientale)

- la nota dell’Assessorato
Regionale all’Ambiente del 16/2/2000 recante le nome di attuazione
dei D.P.R. n. 357 per la Zona di Protezione Speciale “Alta Murgia”;

- il D.M. 310412000 (elenco
siti SIC e delle zone di protezione speciale-G.U. n. 95 del
2210412000)

- il Reg CEE 1765/92, art 9
(PAC seminativi)

- i( Reg CEE 1257199 (sostegno
allo sviluppo rurale- FEAOG)

- il Reg CEE 1260199 (disposizioni
generali sui fondi strutturali, 0, 0);

- il Programma Operativo Regionale
(P.O.R.) 2000-2006 fondi strutturali;

- la L-R. n. 7198 (nome per
l’esercizio delle funzioni relative agli usi civici e terre
collettive)

- le risultanze della Conferenza
di servizi convocata dal Presidente Regione Puglia pre-tempore
il 24/11 111993 in Bui, per la proposta di perimetrazione e
nome di salvaguardia provvisoria del Parco Nazionale dell’Alta
Murgia;

- il documento approvato dai
Comuni del Parco nella conferenza di servizi convocata presso
il comune di Ruvo di Puglia il 27102198;

- l’impegno ad attivare, sui
rispettivi territori comunali inseriti nell’area parco, politiche
urbanistiche ed ambientali rispettose dei vincoli e dei valori
ambientali ivi presenti;

 


SI CHIEDE



- al Sig. Ministro dell’Ambiente
di emanare Ordinanza ministeriale urgente di divieto della pratica
dello spietramento (dissodamento dei pascoli) su tutto il territorio
di pertinenza ai comuni dell’Alta Murgia in attesa della perimetrazione
del Parco, in quanto opera di distruzione irreversibile delle
componenti biotiche ed abiotiche di tale sito rilevante sul
piano della Biodiversitá;

- alla Regione Puglia di attuare
immediatamente la L 426198 art.2 comma 5; e di procedere immediatamente
alla perimetrazione, definitiva del Parco;

- alla Regione Puglia, assessorato
all’Ambiente, di sottoporre a “valutazione d’incidenza”, come
previsto dal D.P.R. 357, tutte le opere di dissodamento a qualunque
estensione esse si riferiscano;

- alla Regione Puglia, assessorato
all’Ambiente, di sottopone a Valutazione d’Incidenza” e/o Valutazione
di Impatto Ambientale tutti i progetti (in particolare modo
le attività estrattive, ed il cambio di destinazione
d’uso agricolo dei suoli ricadenti nell’area, giusta prescrizione
ex art.5 D.P.R. 357197 ed art. 1, comma 6 D.P.R. 12/4/96 (G.U.
12/9/96, 0, 0);

- alla Regione Puglia di bloccare
ogni eventuale pratica di spandimento dei lunghi e reflui nell’area
dell’Alta Murgia quale “arca di riserva di acqua potabile” prevista
dal P.R,A.

- alla Regione Puglia di attivate
il P.R.A.E (Piano Regionale Attività Estrattive) nel
rispetto delle aree protette e/o dei Siti di Importanza Comunitaria;

- alla Regione Puglia, Assessorato
all’Agricoltura, di verificare la legittimità in ordine
all’erogazione di contributi previsti dal Reg CEE n. 1257199
(ex Reg CEE 2079/92 e Reg. del. Cons: Reg. n’ 357 dei 25111/1998)
inerenti le tecniche di agricoltura biologica, limitatamente
agli interventi effettuati nell’area dell’Alta Murgia previo
spietramento e trasformazione dei pascoli; atteso che tale pratica
di trasformazione di suoli in pascolativi è in contrasto
con le finalitá dei regolamenti stessi;

- alla Regione Puglia, assessorato
all’Agricoltura, la rigorosa applicazione dell’art. 9 del Reg.
CEE 1765199 (PAC seminativi, divieto di indennità
compensativa per i terreni destinati al 3111211991 a
pascolo permanente),

- alla Regione Puglia di attivarsi
per il rispetto e il recupero al demanio pubblico dell’enome
patrimonio di “uso civico” insistente nell’arca dell’Alta Murgia
quale categoria vincolata, sul piano paesaggistico, dalla L
413185 e dalla L:R: 30190 e quale patrimonio, dei vari Comuni
al servizio dei benessere e della fruizione ambientale collettiva;
giusta L.R. n. 7198;

- alla Regione Puglia, assessorato
all’Ambiente, di emanare le nome di salvaguardia della Zona
di Protezione Speciale nonché SIC “Alta Murgia”, giusta
art.4 D.P.R. 357197;

- alla Regione Puglia, la previsione,
nell’ambilo del POR 2000-2006 e dei relativi “Complementi di
programmazione,’, di conferire risorse per le aree protette,
per misure di sviluppo sostembile, anche a fini compensativi
dei vincoli ambientali;

- alla Regione Puglia, la modifica
della L.R. n’ 13 del 25/09/2000 (procedure per l’attuazione
dei POR) in ordine alla revisione ex art.37 di riduzione percentuale
del cofinanziamento anche per i Comuni interessati al Parco
dell’Alta Murgia;

- all’AIMA una efficace azione
di controllo in ordine alla corretta applicazione dei regolamenti
comunitari di sostegno a[l’agricoltura;

- alla Commissione europea,
Direzione Generale per l’Ambiente, la verifica di osservanza
delle direttive CEE 791409 e 92143;

- alla Commissione europea,
Direzione generale per l’Agricoltura, la verifica di osservanza
del Reg. CEE 1765192 art.9 e Reg.CEE 2078/92 ora 1257199;

- al Corpo Forestale dello
Stato di attivarsi nel controllo del territorio dell’Alta Murgia
e nel bloccare tutti gli spietramenti in corso che non dimostrano
di avere ottenuto un risultato positivo con la ‘valutazione
d’incidenza” così come prescritto dal D.P.R. 357/1997;