Ho appreso ora che la Giunta regionale ha approvato oggi una delibera con cui la #RegionePuglia si candida alla localizzazione del “Centro Nazionale di Alta Tecnologia per l’#Idrogeno”, come previsto dal Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR). Con la stessa delibera si dà il via libera all’istituzione di un gruppo di lavoro per l’elaborazione del Piano regionale dell’Idrogeno e all’istituzione dell’Osservatorio Regionale sull’Idrogeno.
Leggi qui:
Si procede dunque all’attuazione della #LeggeRegionale 23 luglio 2019, n. 34. Ne sono felice e, se mi è consentito, orgoglioso.
È la mia legge.
Ho dedicato due anni e mezzo di lavoro per arrivare all’approvazione, a larga maggioranza, della legge regionale 23 luglio 2019, n. 34 (Norme in materia di promozione dell’utilizzo di idrogeno e disposizioni concernenti il rinnovo degli impianti esistenti di produzione di energia elettrica da fonte eolica e per conversione fotovoltaica della fonte solare), che ho scritto e proposto.
Per saperne di più sulla legge e recuperare il testo, rinvio ad una delle mie note:
Una legge innovativa e complessa, la prima in assoluto nel panorama legislativo nazionale, di cui vado particolarmente orgoglioso.
Punta sia alla promozione e diffusione dell’utilizzo di idrogeno prodotto con energia derivante da fonti rinnovabili, sia alla rigenerazione, ammodernamento, sostituzione tecnologica e potenziamento degli impianti eolici e fotovoltaici esistenti.
Ha indicato una specifica traccia di sviluppo economico e di politica industriale per la nostra Regione da sviluppare nei prossimi anni, fondata sull’innovazione, su settori avanzati dal punto di vista della ricerca e della tecnologia, sull’economia circolare, sulla riduzione delle emissioni inquinanti.
La legge ha un duplice obiettivo:
1) promuovere l’utilizzo di idrogeno prodotto con energia elettrica derivante da fonte rinnovabile (c.d. idrogeno verde);
2) favorire l’ammodernamento degli impianti eolici e fotovoltaici esistenti per non disperdere il patrimonio infrastrutturale già realizzato e quindi evitare ulteriore consumo di suolo.
Il taglio fortemente innovativo e originale, anticipatore, ha indotto, un anno e mezzo fa, il governo centrale a impugnare alcuni articoli della legge dinanzi alla Corte costituzionale, contestando che l’intervento normativo regionale si sia mosso oltre i limiti e gli spazi di competenza consentiti dalla legislazione nazionale. Il giudizio è stato definito con la sentenza n. 258 depositata il 2 dicembre 2020 [disponibile nel sito istituzionale: www.cortecostituzionale.it].
La Corte costituzionale, con un’attenta e interessante sentenza, ha dichiarato la illegittimità costituzionale unicamente di due dei cinque articoli della legge impugnati (gli articoli 10 e 12). In diversi passi, la Corte sembra riconoscere e apprezzare lo sforzo normativo compiuto in Regione con riferimento non solo alla parte dedicata all’idrogeno, ma anche alla soluzione, pur dichiarata incostituzionale, relativa alla predefinizione dei criteri di valutazione degli impatti ambientali degli interventi di rigenerazione (revamping, repowering) degli impianti eolici e fotovoltaici esistenti, soluzione perseguibile, ha confermato la Corte, ma non dal legislatore regionale.