Saluto e ringrazio Domenico Labate, direttore medico del Presidio Ospedaliero della Murgia

L’ho fatto di persona una settimana in Ospedale, lo faccio oggi pubblicamente. Saluto e ringrazio

Domenico Labate, direttore medico del Presidio Ospedaliero della Murgia (l’Ospedale “Perinei” per intenderci meglio). Con questo mese, con questo anno, termina il suo rapporto di lavoro, cessa il suo servizio nella Murgia, nella Asl di Bari, nel servizio sanitario regionale, che per oltre due decenni lo ha visto impegnato nella direzione medica di diversi ospedali. Da noi è stato circa tre anni e mezzo. Da settembre 2017, se non ricordo male.
In buona parte i suoi anni murgiani hanno coinciso con l’espletamento del mio mandato di consigliere regionale, che, come è facilmente comprensibile, ha tra i suoi crucci, le sue preoccupazioni, le sue sfide più problematiche, proprio la sanità sul territorio, in questo caso i servizi ospedalieri (altro discorso, invece, i servizi direttamente da dipartimenti aziendali e quelli resi dal distretto socio-sanitario).
Ringrazio Domenico Labate per il lavoro svolto e per quella che posso definire, sperando di non essere frainteso, una sorta di complicità istituzionale, tra me e lui e – assieme a lui o attraverso lui – con tutta la struttura ospedaliera, tutta la direzione sanitaria e amministrativa, i primari, le singole unità operative, il personale dei vari profili professionali. Una complicità mai informale, banale, ambigua. Il rapporto si è sempre mantenuto su un piano di rispetto reciproco, formale e sostanziale, dei ruoli e delle funzioni. Quando scrivo complice, intendo la capacità di ascoltarsi reciprocamente, di condividere difficoltà, obiettivi di miglioramento, fiducia nella disponibilità e nell’impegno dell’interlocutore.
Sono stati anni, questo è certo ed è evidente a tutti, in cui, grazie al lavoro di tanti (in regione, in asl, in ospedale), si è assistita alla crescita e alla strutturazione del nostro Ospedale. Ovviamente tali processi non sono completi, non mancano lacune, non sono mancati limiti e problemi. Insomma, c’è molto da fare ancora, ma moltissimo è stato fatto. Va riconosciuto.
Dopo un lungo, paziente e complesso lavoro sviluppato negli ultimi quattro anni, si può affermare che l’Ospedale della Murgia stia assumendo il profilo di un centro di importanza strategica nell’ambito delle strutture sanitarie dell’intero territorio regionale. Se ne è avuta conferma anche negli ultimi mesi, con la gestione dell’emergenza covid.
Rispetto a cinque anni fa, i cittadini della Murgia possono contare ora su maggiori servizi, su un personale potenziato in numeri e figure professionali, su una struttura più efficiente rispetto al passato. Il lavoro va proseguito, difendendo e sostenendo il nostro Ospedale e gli sforzi del suo personale.
Sono stati gli anni della classificazione del “Perinei” come Ospedale di 1° livello, a cui è seguito l’accreditamento dei reparti e l’arrivo di nuovo personale (ancora insufficiente, soprattutto in alcune unità). Gli anni dell’attivazione dell’Unità di Medicina Trasfusionale (Banca del Sangue), del Servizio di Emodinamica e Utic, del Centro AntiTrombosi, dell’istituzione del Centro di Riabilitazione Vestibolare (che potrà essere attivo quando saranno assunti almeno due audiometristi), del Servizio di Consulenza Ambulatoriale Pediatrica (SCAP). Gli anni del riavvio dei concorsi per i primari di sette reparti (due conclusi un anno fa, spero che possano essere portati a termine anche gli altri rallentati dall’epidemia). E di tanto altro, tante piccole e grandi questioni affrontate, alcune risolte, altre non ancora.
In questi anni ho sollecitato, seguito, sostenuto, accompagnato, quotidianamente, questa crescita. Ne ho fatto uno dei motivi principali del mio impegno in Regione. Nella convinzione che è all’Ospedale della Murgia, come ho ripetuto in diverse occasioni, soprattutto negli ultimi dieci difficili mesi, il nostro fronte. È e resterà un fondamentale presidio sanitario che dobbiamo difendere e preservare.
E lì, tutto il personale ha fatto, ancora più in questi ultimi mesi, e continua a fare un enorme lavoro, che va riconosciuto e raccontato. Ed io l’ho riconosciuto e raccontato in questi anni, anche attirandomi ben poco “simpatiche” reazioni, anche da figure con ruoli amministrativi, politici e istituzionali, quasi fossi un ingenuo o un impostore a non vedere criticità e problemi, che, invece, vedevamo e, con serietà e in silenzio, abbiamo cercato di affrontare e superare.
Un ospedale, come qualunque organizzazione complessa, proprio come qualsiasi organismo vivente e complesso, va alimentato e curato tutti i giorni, con dedizione, guardando e affrontando i problemi, ma anche additando il buono che si fa. Così si cresce.
Beh, negli ultimi anni, ho trovato in Mimmo Labate e in tutto il suo staff della direzione sanitaria, un interlocutore sicuro, una figura con una sorprendente capacità di assorbire colpi, far fronte a diverse e opposte istanze, dall’interno e dall’esterno, una resilienza che ha consentito di tenere in equilibrio tutta la macchina.
Lo ringrazio, perché ci siamo reciprocamente sostenuti e aiutati, ciascuno facendo il suo e ciascuno rispettando il lavoro e il ruolo dell’altro, senza interferenze di sorta.
Infine (io, che non ho più alcun ruolo istituzionale e politico da alcuni mesi, e lui, al termine del suo servizio ), attraverso lui, come ho fatto tantissime volte, a chiusura di questo complicatissimo 2020, ringrazio, per il lavoro svolto nell’ultimo anno, tutto lo straordinario personale del nostro Ospedale (responsabili delle unità operative, tutta la direzione sanitaria, la direzione amministrativa, i medici, tecnici, infermieri, amministrativi, oss, addetti ai servizi complementari), in particolare, quanti stanno assicurando un’ottima, professionale e sensibile gestione dell’emergenza covid.
Approfitto di questa occasione, avendolo appreso proprio dal dott. Labate la settimana scorsa, per complimentarmi con due responsabili di unità operative dell’Ospedale della Murgia, il dott. Domenico Mimmo Milella (grande professionista, in questa fase particolarmente impegnato, anche umanamente, con i pazienti covid e per questo gli sono, in tanti gli siamo molto grati) e il dott. Antonio Dibello, a cui la Direzione Generale della ASL di Bari ha conferito la direzione dei Dipartimenti della ASL rispettivamente di “Anestesia e Rianimazione” e di “Emergenza-Urgenza”. A loro, buon lavoro.
A Mimmo Labate e a tutto il personale del “Perinei”, rinnovo la mia stima e gratitudine. A loro vanno i miei auguri per il nuovo anno.