Gente che dell’Ospedale Perinei non si è interessata affatto e sta lì pronta a cogliere il problema, l’inciampo, per sputare addosso. Gente che non sa nulla dell’ansia e del lavoro accompagnato, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, per mettere in sicurezza il nostro presidio ospedaliero territoriale.
In tutto, i tamponi effettuati all’interno del Perinei, tra personale e pazienti, nelle ultime due settimane sono oltre 750. Del 90% si conosce l’esito.
Un grandissimo lavoro, efficace e incisiva l’azione di controllo e monitoraggio messa in campo dalla Direzione del nostro ospedale di concerto con la Direzione della Asl e con la Regione (ringrazio tutti).
Un’azione programmata e metodica di tamponi, esami e sanificazioni, effettuati procedendo progressivamente, per cerchi concentrici, via via più larghi. In altri termini, si sono fatti i tamponi al personale e agli altri pazienti che erano stati a contatto con i pazienti positivi, si è passati ai contatti di quanti, della prima cerchia di contatti, erano risultati positivi, quindi ai contatti dei contatti. E si è proceduto dando priorità alle unità e ai reparti con maggiore esposizione al rischio.
Un modello, che non aveva precedenti non solo in Puglia e che ora si vuole replicare altrove, che ha consentito di circoscrivere il focolaio che si era generato tre settimane fa al pronto soccorso e che sta consentendo, con sforzi straordinari di medici, infermieri, tecnici, oss, ausiliari, di gestire l’inevitabile rischio connesso alla pandemia in corso.
Ci si accorge del Perinei solo ora, invece.
Come per una persona, ci si accorge della sua esistenza e di quanto ci è preziosa solo quando c’è un problema. Non ci si occupa di alimentarla della nostra cura e della nostra speranza con dedizione, giorno dopo giorno.
Sì, per poche decine di tamponi relativi a dipendenti, una minima percentuale sul totale, effettuati in un determinato giorno durante questa azione di monitoraggio, si è ancora in attesa degli esiti per un ritardo determinato da una sequenza micidiale di eventi: alto numero di tamponi effettuati, sovraccarico di lavoro presso il laboratorio di Foggia a cui erano stati indirizzati, trasferimento ad un altro laboratorio, rottura di un macchinario, ecc.. Cose che non dovrebbero accadere, ma accadono, soprattutto quando tutto il sistema è in emergenza da settimane.
Ma di qua a buttare tutto al macero ne passa. I problemi si affrontano, giorno per giorno, non si sta lì alla finestra ad attendere per guardarlo passare in processione e montare una polemica senza essersi presi la briga di spiegare prima tutto quello che si è fatto e poi tutto quello che va migliorato.
Il Perinei c’era e c’è, non lo si può scoprire ora.
Un ospedale, come qualunque organizzazione complessa, proprio come qualsiasi organismo vivente e complesso, va alimentato e curato tutti i giorni, con dedizione e additando il buono che si fa. Così si cresce.
Il Perinei, la cui crescita in questi anni ho seguito e la cui situazione in questa fase di emergenza sto seguendo con quotidiana e ossessiva attenzione, più o meno in pesante solitudine tra le rappresentanze politiche e istituzionali nel territorio, è qui, come ho ripetuto in queste settimane difficili, il nostro fronte, è e resterà un fondamentale presidio sanitario che dobbiamo difendere e preseverare e lì tutto il personale sta facendo un enorme lavoro, che va riconosciuto e raccontato.
Tutto questo non può essere cancellato da un problema, da un inciampo, per giunta nemmeno determinato nell’ospedale.
Come non vi siete accorti di quanto si andava lodevolmente facendo in queste settimane, né un comunicato, né una parola buona, né un incoraggiamento… beh, risparmiate ora le vostre attenzioni pelose e morbose.
I dati ci restituiscono una situazione stabile e sotto controllo, dopo la “crisi” di tre settimane fa, quando fu accertata la positività al virus di tre pazienti al pronto soccorso.
Pur in condizioni estremamente difficili, dinanzi ad un’emergenza di enorme portata che sta mettendo a dura prova tutto il sistema sanitario, le procedure e le iniziative dirette a preservare personale (prezioso, sempre e ora ancor più) e pazienti stanno consentendo al nostro Ospedale di essere al lavoro, assicurando servizi, prestazioni e interventi.
A chi, tutti i dipendenti, con sacrificio e mille difficoltà, sta consentendo tutto questo rinnovo la mia stima e un’infinita gratitudine.