È stata approvata ieri, all’unanimità, dal Consiglio regionale la mozione (di cui sono stato primo firmatario e che è stata sottoscritta dal Presidente della VI Commissione consiliare, Mimmo Santorsola, e da numerosi colleghi di tutti i gruppi consiliari, dando seguito in tal modo a quanto deciso all’esito dell’audizione svoltasi nei giorni scorsi nella VI Commissione), con cui si invita il Presidente della Regione e la Giunta a porre in essere ogni utile iniziativa istituzionale, con il coinvolgimento e l’interessamento dei Parlamentari pugliesi, finalizzata ad evitare che si determinino ingiustificate disparità di trattamento in vista del concorso straordinario, riservato ai docenti precari con 36 mesi di servizio, per l’assunzione di 24.000 insegnanti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, previsto dal Decreto Legge 29 ottobre 2019, n. 126 pubblicato nei giorni scorsi nella Gazzetta Ufficiale [leggi qui, l’ultimo mio intervento sul tema].
Il testo del Decreto, infatti, presenta almeno due ordini di criticità.
In primo luogo prevede che i docenti che da anni svolgono la loro attività nelle scuole paritarie possano partecipare al concorso solo ai fini del conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento e non, come invece previsto per chi abbia svolto almeno tre anni di insegnamento nelle scuole statali, ai fini dell’immissione in ruolo, in violazione della equiparazione delle scuole paritarie a quelle statali sancita dalla Legge 10 marzo 2000, n. 62.
Sotto altro profilo, per quel che riguarda più direttamente la Puglia, c’è il rischio di una grave penalizzazione per i docenti che hanno partecipato al progetto “Diritti a Scuola”, ribattezzato dall’anno scolastico 2018/2019 “Tutto a Scuola”, promosso dalla Regione Puglia e che prevede, da dieci anni, lo svolgimento di attività di contrasto alla dispersione scolastica, di recupero e potenziamento formativo degli studenti pugliesi.
L’applicazione del Decreto, senza correttivi, di fatto comporterebbe l’esclusione degli insegnanti pugliesi impegnati nel predetto progetto regionale, dal momento che la tipologia di contratto sottoscritto dagli stessi (un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, invece del canonico contratto di lavoro a tempo determinato) impedisce di vedersi riconosciuto il servizio prestato ai fini del raggiungimento del requisito dei tre anni per la partecipazione al concorso.
La mozione approvata oggi dal Consiglio evidenzia, pertanto, come tutto questo appaia profondamente ingiusto e iniquo a maggior ragione ove si pensi che sia nei protocolli di intesa e negli accordi sottoscritti dalla Regione Puglia rispettivamente con l’Ufficio Scolastico Regionale e con il Ministero dell’Istruzione, sia nel Decreto Ministeriale n. 100 del 17 dicembre 2009, il servizio prestato dal personale che svolge le attività progettuali finanziate dalle Regioni è chiaramente equiparato, ai fini dell’attribuzione del punteggio utile per le graduatorie, a quello prestato dal personale docente assunto dal MIUR con contratto di lavoro a tempo determinato. Appare evidente, pertanto, l’ingiusta discriminazione fondata, esclusivamente, sulla diversa tipologia contrattuale.
L’obiettivo della mozione approvata oggi è proprio quello di sensibilizzare il Governo nazionale e il Parlamento sulla necessità di intervenire, in sede di conversione del Decreto, con appositi emendamenti allo scopo di evitare queste ingiuste disparità di trattamento a danno di centinaia di docenti precari del nostro territorio.
L’auspicio, ora, è che soprattutto i Parlamentari pugliesi si attivino su questa questione in modo da venire incontro alle condivisibili rivendicazioni di tanti insegnanti precari che ambiscono, attraverso il concorso e il suo eventuale superamento, a vedere stabilizzata la propria posizione lavorativa, non meritando di vedere frustrate le loro aspirazioni a causa di ingiustificate disparità di trattamento.
ENZO COLONNA