ZES, NECESSARIO FAR PRESTO PER POTER COGLIERE APPIENO QUESTA OPPORTUNITÀ.

Si sono svolte questa mattina, in IV Commissione, le audizioni del Vice Presidente della Giunta regionale con delega allo Sviluppo Economico, Antonio Nunziante, e del Direttore del Dipartimento, Domenico Laforgia, sullo stato di avanzamento dei lavori per la individuazione delle Zone Economiche Speciali in Puglia. È stata certamente l’occasione per fare il punto della situazione e per rimarcare la necessità di procedere con speditezza nel riconoscimento delle ZES che, lo ricordo, sono macro-aree geografiche, collegate a uno o più aree portuali, per le quali saranno previste specifiche misure (benefici fiscali, incentivi, semplificazioni amministrative) finalizzate a creare un contesto orientato alla crescita di imprese autoctone, all’attrazione di investimenti (soprattutto esteri) e all’incremento di scambi commerciali ed export.

Le ZES della Puglia, ricordo, saranno due, quella “Adriatica” e quella “Jonica”: la prima, legata ai porti di Manfredonia, Barletta, Bari e Brindisi; la seconda, connessa all’area portuale di Taranto, che andrà a ricomprendere anche territori individuati dalla Regione Basilicata

Da quanto è emerso nel corso della discussione non ci dovrebbero essere particolari novità rispetto a quanto già comunicato dal precedente Assessore allo Sviluppo Economico, Michele Mazzarano, con riferimento alla perimetrazione delle aree interessate, nonostante sul punto il Vice Presidente Nunziante e il Direttore Laforgia abbiano voluto mantenere il più stretto riserbo, non entrando nei dettagli, in attesa che si completi l’iter con l’approvazione dei due piani strategici e relative perimetrazioni da parte della Giunta regionale.

Nel corso del mio intervento ho dato atto della lunga e complessa istruttoria compiuta in questi mesi dall’assessorato, dagli uffici regionali e dalla task force appositamente istituita, rimarcando la necessità che la Murgia Barese (e in particolare i Comuni di Altamura, Santeramo, Gravina e Grumo Appula) non resti fuori dalla perimetrazione che riguarderà la ZES “Adriatica” vista la collocazione strategica di questo territorio che rappresenta una sorta di “cerniera” tra le due ZES (quella “Adriatica”, appunto, e quella “Jonica”) e tra la Puglia e la Basilicata, con cui condivide contiguità non semplicemente fisiche-territoriali, ma molto più profonde e strutturate nel tempo, di tipo economico-produttivo, storico-culturale e infrastrutturale.

Estromettere la Murgia Barese dalla ZES significherebbe penalizzare ingiustamente il tessuto economico e imprenditoriale esistente per almeno due ordini di ragioni: 1) per un verso rischia di erodere e compromettere – a favore dei futuri insediamenti nelle aree retroportuali di Bari, Taranto e lucane – il vantaggio competitivo che quel territorio ha faticosamente conquistato nel tempo con investimenti, lungimiranza e duro lavoro delle imprese e dei lavoratori locali; 2) per altro verso, rischia di alimentare un’ulteriore fuga di imprese del territorio murgiano verso le prossime aree lucane ricomprese nella ZES Jonica, con le immaginabili ricadute negative sull’economia e sull’occupazione pugliesi. Un rischio assolutamente da evitare.

D’altro canto la ZES può rappresentare una grande opportunità di crescita per la Murgia Barese, come anche diverse realtà associative e organizzazioni del mondo dell’impresa hanno avuto modo di evidenziare nei mesi scorsi (CNA – Area Metropolitana di Bari, Confesercenti – Terra di Bari, Apulia Fashion Makers, Copim, Confcommercio – Delegazione di Altamura) nell’ambito del percorso che ha visto enti locali e realtà produttive concorrere insieme per il raggiungimento di questo importante obiettivo.

Continuerò a monitorare con molta attenzione questa questione, come fatto incessantemente nei mesi scorsi [ad esempio, leggi qui], per fare in modo che il territorio della Murgia Barese possa cogliere questa grande opportunità.