In tanti stanno scrivendo sulla vicenda della sospensione dei ricoveri presso il reparto di ortopedia dell’Ospedale della Murgia “F. Perinei”. Sia chiaro: non è che non abbia da dire nulla. Anzi. Solo che l’ho detto nelle sedi opportune e soprattutto a tempo debito.
Le soluzioni, i progressi, vanno programmati per tempo e hanno bisogno di tempo. Scontiamo anni di nulla. Diciamocela tutta. Hanno costruito una scatola quasi vuota sulla Murgia, senza preoccuparsi se e quando si sarebbero potuti assumere i professionisti necessari (medici, tecnici, infermieri, oss, ecc.).
Nei miei ventidue mesi di mandato in consiglio regionale, ho fatto tutto il possibile e presto (mi auguro per alcune situazioni e ne sono certo per altre) vedremo i risultati. Nella pubblica amministrazione, ancor più che nella vita privata, le cose vanno programmate in tempo ed hanno bisogno di tempo.
Sono comprensibili le proteste di pazienti e utenti per la sospensione dei ricoveri presso il reparto di Ortopedia dell’Ospedale della Murgia “F. Perinei”, disposta pochi giorni fa dal Direttore del Presidio a causa dell’esiguo numero di dirigenti medici rimasti in servizio. Meno comprensibili, invece, alcune posizioni di quanti conoscono la realtà di cui parlano o scrivono.
È una questione estremamente seria e complicata, che non può essere affrontata con formule retoriche vuote o concentrandosi, peraltro con ritardo, solo sugli effetti (come la sospensione dei ricoveri).
Come ripeto e sollecito da tempo, per ortopedia, come per altri reparti, deve essere affrontato il nodo chiave e strutturale, vale a dire la dotazione dei professionisti necessari (almeno una quindicina di medici tra ortopedici, oculisti, otorinolaringoiatri, chirurghi, anestesisti, pediatri, oltre a tecnici, infermieri e OSS) per assicurare servizi e prestazioni di una struttura, come il “Perinei”, classificata dal piano di riordino regionale come ospedale di 1° livello.
Si tratta di un tema di cui, probabilmente, non ci si è preoccupati con la dovuta attenzione prima di inaugurare la nuova struttura e su cui si scontano anni di blocco delle assunzioni, che coinvolge l’intero territorio pugliese, recentemente e fortunatamente in parte superato con l’apertura di una nuova fase concorsuale.
È del maggio scorso, infatti, come ho già dato conto con soddisfazione dopo mesi di lavoro, la deliberazione con cui la ASL Bari ha approvato nuovi concorsi finalizzati all’assunzione di diverse decine di nuovi dirigenti medici specialisti (tra cui ortopedici). I relativi bandi sono già stati pubblicati nel Bollettino Ufficiale della Regione (sezione “concorsi” del 7 giugno, 12 e 19 luglio); si attende solo la pubblicazione dei relativi estratti in Gazzetta Ufficiale, con i tempi calibrati in modo da consentire la partecipazione ai medici che stanno completando la specializzazione in questi giorni.
Si sta procedendo, inoltre, a stabilizzare personale e assumere nuovi infermieri. È stato bandito, inoltre, un concorsone unico regionale per quasi 2000 operatori socio sanitari (OSS); anche in questo caso manca solo la pubblicazione dell’estratto del bando in Gazzetta Ufficiale perché si sta chiarendo, anche su mia sollecitazione, la posizione degli interni con qualifica conseguita con corsi di 400 ore.
Sono consapevole che si tratta di assunzioni che non coprono il reale fabbisogno, ma sono quelle possibili nei limiti della capacità di spesa che, solo alcuni mesi fa, dopo i sacrifici del piano di rientro regionale, ci ha riconosciuto il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
C’è poi un problema di fondo del sistema formativo italiano: il numero assolutamente scarso di medici formati dalle Scuole di Specializzazione. Anche per far fronte a questa tendenza, nella manovra di bilancio che in queste ore è all’esame del Consiglio regionale si sta facendo ricorso ad una misura eccezionale: abbiamo previsto, infatti, un contributo annuo, per quindici anni, di 3 milioni di euro da parte della Regione a favore delle Università pugliesi per mantenere in vita diverse Scuole di Specializzazione dell’area medica che diversamente sono destinate alla chiusura per mancanza del numero minimo di docenti.
Restando al caso di “ortopedia” dell’Ospedale Perinei, ad onor del vero e al contrario di quanto viene erroneamente riportato, va detto che la Asl di Bari ha preso iniziative finalizzate a scongiurare la sospensione dei ricoveri nel reparto: avvisi di mobilità e di “pronta disponibilità” (uno risale al 9 maggio, ad esempio) che però sono andati deserti e un ulteriore avviso per incarichi a tempo determinato, per soli titoli (anch’esso pubblicato nel Bollettino ufficiale regionale del 19 luglio), con scadenza del termine per presentare le domande fissata ai primi di agosto, al fine di riuscire a “intercettare” i medici che stanno terminando in questi giorni, con le prove finali, la scuola di specializzazione.
Occorre dunque continuare a lavorare incessantemente, giorno dopo giorno, per assicurare la necessaria dotazione di medici e personale all’Ospedale della Murgia, una struttura che rappresenta un punto di riferimento per un vasto bacino di persone e che certamente merita grande attenzione.
A questo proposito torno a sollecitare che presto possano concludersi le procedure per l’individuazione dei primari per diversi reparti la cui guida è da tempo affidata a reggenti con inevitabili limiti in termini di stabilità, organizzazione e programmazione.
Intanto, per superare questa situazione di emergenza dell’Unità di ortopedia dell’Ospedale Perinei, intendo verificare se la Direzione sanitaria del presidio abbia valutato ogni possibile soluzione in grado di scongiurare la sospensione dei ricoveri, ad esempio ottimizzando, attraverso il meccanismo della reperibilità, la presenza dei tre ortopedici rimasti o coordinando al meglio i turni di guardia interdivisionale