[http://www.consiglio.puglia.it/…/Uomo-arcaico-di-Altamura–…]
Domani, 1° novembre 2017, cittadini e associazioni del territorio murgiano, riuniti nel Coordinamento “Salviamo l’Uomo di Altamura”, hanno organizzato una passeggiata dal centro di Altamura alla grotta di Lamalunga, la cavità in cui, nel 1993, è stato scoperto (e attualmente si trova) il fossile conosciuto come l’Uomo di Altamura, probabilmente il più completo scheletro di Neanderthal sinora rinvenuto.
La manifestazione è stata convocata per chiedere chiarezza su contenuto e obiettivi del progetto di ricerca di interesse nazionale denominato “Rediscovering Altamura: advanced multidisciplinary investigations on the skeleton from the Lamalunga cave, Italy. The KARST project (Knowing the Altamura man thRough Science & Technology)”. Si tratta, ricordo, di un progetto che stanno sviluppando alcuni ricercatori di biologia e antropologia delle Università di Roma, Pisa e Firenze, finalizzato, tra l’altro, a promuovere, previa eventuale estrazione, la conservazione e la futura musealizzazione dello scheletro fossile.
Sul tema, un primo e importante momento di confronto tra realtà civiche e associative del territorio e istituzioni (Ministero dei beni e attività culturali e del turismo, Regione Puglia, Ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia, Comune di Altamura) c’è stato in occasione delle audizioni svolte, su mia richiesta, nella VI Commissione del Consiglio regionale. In quella sede, i responsabili delle articolazioni territoriali del Ministero hanno escluso, al momento, la possibilità di estrazione dello scheletro, precisando che la ricerca in corso si propone, tra l’altro, di verificarne la fattibilità e definirne le procedure. L’ipotesi, si è dunque detto, sarebbe non attuale e, allo stato, solo oggetto di studio.
La manifestazione organizzata dal Coordinamento “Salviamo l’Uomo di Altamura” si propone di rimarcare a tutti i soggetti coinvolti, compresi i responsabili del progetto, l’esigenza di condivisione delle informazioni su ricerca e attività conseguenti, di coinvolgimento della comunità scientifica e delle realtà territoriali nei processi decisionali che interessano il reperto.
Il fronte largo della rappresentanza istituzionale e civica del territorio ha espresso sinora, in maniera univoca e chiara, la propria contrarietà all’ipotesi di estrazione del fossile trattandosi di un intervento irreversibile e di cui, a dire il vero, non si è compresa pienamente la necessità alla luce della tecnologia a disposizione che consente di operare in grotta. Si è altresì sottolineata la necessità di preservare l’unicità del contesto geologico e ambientale del sito in cui il reperto è stato rinvenuto. Certo, l’estrazione, ammesso che non comprometta l’integrità del fossile, consentirebbe di rimuovere le concrezioni e di esporlo più agevolmente in qualche teca. Questa prospettiva, però, risponde più ad esigenze divulgative, di promozione e valorizzazione, non certo ad esigenze di tutela. E se in discussione è la valorizzazione del fossile, allora i territori hanno voce in capitolo trattandosi di materia che non appartiene alla competenza esclusiva statale. La contrarietà all’estrazione è stata comunque accompagnata da un forte sostegno alla scienza affinché svolga le sue ricerche, sviluppi e diffonda conoscenza.
L’appuntamento è per domani, ore 9:30, in piazza Duomo, ad Altamura, per poi proseguire, a piedi o in bici, verso l’Uomo di Altamura a Lamalunga.