Le civiltà umane non hanno solo costruito “cose”, sempre più complesse. Hanno anche elaborato regole di convivenza per gestire questa complessità. Il bello, un bosco, un monumento pubblico diventano “cose” (anonime, insignificanti, accidentali), gli ideali diventano finzioni o superstizioni, se perdono l’anima della memoria e della cultura.
I rimedi, anche dinanzi alle catastrofi, non vanno cercati nella natura, ma “nell’orizzonte di criteri e di norme della nostra cultura”.