GESTIONE PUBBLICA DELL’ACQUA E FUTURO DI AQP

I lavori del Tavolo tecnico/politico attivato presso il Consiglio regionale con il compito di delineare la futura gestione del servizio idrico integrato pugliese allo scadere della concessione ad Acquedotto Pugliese Spa sono terminati. Oggi si sono tratte le conclusioni alla luce dei contributi pervenuti, già a disposizione di tutti nel portale del Consiglio (da qui).
Due le ipotesi prese in considerazione: – l’affidamento diretto “in house” ad AQP – l’affidamento ad una Azienda speciale risultante dalla trasformazione di AQP.
Nel primo caso, AQP dovrebbe mutare il suo assetto di governance e prevedere la partecipazione (in forme tutte da definire) dei Comuni al fine di consentire quel ‘controllo analogo’ indispensabile per questa modalità di affidamento.
La seconda ipotesi presenta grandissime difficoltà giuridiche. Occorre in primo luogo fare i conti con la riserva statale sulla materia ribadita in più occasioni dalla Corte Costituzionale [per il caso Molise, v. doc. 5.4, da qui], secondo cui la regione non può esercitare le funzioni dell’autorità d’ambito e non può disporre l’affidamento della gestione ad un soggetto determinato. Procedure per l’individuazione del soggetto gestore e affidamento del servizio sono infatti prerogative riservate, per legge, all’Autorità Idrica Pugliese, soggetto rappresentativo di tutti i comuni pugliesi, autonomo e distinto dalla Regione. Ne consegue che l’AIP non potrebbe procedere ad un affidamento diretto ad una Azienda Speciale della Regione rispetto alla quale non avrebbe un diretto controllo. Tale Azienda dovrebbe concorrere, come qualunque altro operatore pubblico o privato, ad un’eventuale gara pubblica indetta dall’AIP per l’affidamento del servizio.
In ogni caso è necessario verificare preliminarmente la possibilità di prorogare l’attuale termine di scadenza della gestione del servizio idrico, fissato al 31 dicembre 2018, ritenendolo di natura contrattuale e non legislativamente imposto. Un’ipotesi che ho formulato durante i lavori del Tavolo e che ha trovato argomenti condivisi da tutti i partecipanti al tavolo. In particolare, registro con estremo favore la posizione espressa dal Presidente dell’AIP , Nicola Giorgino, il quale ha convenuto sulla necessità di chiarire il punto anche con il supporto di Anac e dell’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico. Laddove chiarita tale preliminare questione, si risolverebbe a monte, eliminandolo, il problema dell’affidamento e ciò consentirebbe di affrontare con maggiore serenità, senza l’assillo della scadenza dell’attuale concessione, altre importanti questioni come: – il coinvolgimento dei comuni negli assetti di governance di AQP; – più puntuali garanzie per l’accesso al minimo vitale d’acqua da parte dei cittadini in condizioni di bisogno; – forme di partecipazione dell’utenza e dei lavoratori nel controllo e nella definizione degli indirizzi di gestione del servizio; – obiettivi di risparmio e recupero del bene acqua.
Al di là delle strumentalizzazioni e posizioni politiche espresse in queste settimane, credo che tutti abbiano preso atto della complessità del tema. Una qualsivoglia soluzione non può autoavverarsi per la semplice circostanza di volerla o annunciarla. Finalmente ci si è resi conto che non basta una semplice deliberazione di giunta, come inizialmente proposto da M5S e Comitati Acqua Bene Comune, per trasformare AQP da società per azioni in azienda speciale regionale e che, comunque, una trasformazione del genere non risolverebbe affatto il problema dell’affidamento del servizio. Questa maggiore consapevolezza è circostanza da cogliere con estremo favore ed è da ascrivere ai lavori del Tavolo, egregiamente supportati dalla Sezione Affari e Studi Giuridici e Legislativi del Consiglio regionale. Credo che sia questa acquisita consapevolezza a indurre ora, con un cambio di passo, i colleghi del M5S ad evocare come necessario uno specifico intervento del legislatore nazionale, vista la riserva statale sulla materia, o a profilare altre soluzioni come un’azienda speciale consortile partecipata dai Comuni [ipotesi suggestiva e tutta da verificare sotto il profilo tecnico-giuridico e, peraltro, già formulata nel mio contributo scritto del 17 maggio (doc. 5.2, da qui)].
Infine, è necessario sottolineare un dato emerso con chiarezza dai lavori del Tavolo: nessuno, con ruoli politici o di governo nella Regione, ha sostenuto la privatizzazione di AQP e, tanto meno, nessuno ha caldeggiato l’ipotesi di una gara d’appalto per l’affidamento del servizio idrico (che, in tal modo, potrebbe finire in mani private).
Tutti hanno rimarcato la centralità strategica regionale di AQP, che è, sì, una società per azioni, ma a questa i massimi organi giurisdizionali riconoscono natura pubblicistica, sussistendo tutti gli elementi caratterizzanti un “organismo di diritto pubblico”: – controllo patrimoniale integrale da parte della Regione Puglia; – compiti di interesse generale; uso di beni demaniali (le reti); – obbligo di reinvestire gli utili nell’implementazione del servizio pubblico; – finanziamento con fondi pubblici. Come ha sottolineato il Consiglio di Stato, «la trasformazione dell’Ente Autonomo Acquedotto Pugliese in società per azioni, per effetto della privatizzazione soltanto formale disposta dal d.lgs. n. 141/1999, non ne ha mutato la precedente natura pubblicistica».
Per un verso, dunque, il tema della ripubblicizzazione di AQP si rivela una questione puramente nominalistica, essendo AQP già un ente di natura pubblica, dall’altro, del tutto infondati (o pretestuosi) sono i sospetti in merito ad una privatizzazione di AQP e ad una deriva privatistica della gestione del servizio idrico.
In questa delicata fase, allora, sarebbe necessario ritrovare una grande unità di intenti e di azione dell’intera classe politica regionale e degli attori sociali più motivati (come i Comitati Acqua Bene Comune), per affrontare il vero nodo: preservare, alle condizioni normative date, la centralità di AQP e la natura pubblicistica di questo ente a cui affidare per i prossimi anni la gestione del servizio idrico pugliese, scongiurando l’ipotesi, che in astratto potrebbe farsi strada tra i comuni pugliesi riuniti nell’Autorità Idrica Pugliese, di affidarsi al mercato con il ricorso ad una gara d’appalto per l’affidamento del servizio idrico.
ENZO COLONNA (consigliere regionale, gruppo “Noi a Sinistra per la Puglia”)