Pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione Puglia, la legge regionale, approvata venerdì 5 maggio scorso, sul “Recupero e riutilizzo di eccedenze, sprechi alimentari e prodotti farmaceutici”.
Da qui, il testo pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia.
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Primo firmatario della proposta di legge era il collega consigliere Ruggiero Mennea. L’ho sostenuta, sottoscrivendola, sin dall’inizio del suo iter consiliare.
Con questa legge la Regione Puglia fornisce uno strumento concreto per il contrasto alla povertà e agli sprechi. Mira ad ottenere un duplice effetto: da un lato, contribuire a diminuire lo spreco di risorse vitali e ambientali e, dall’altro, tentare di alleviare il disagio economico di fasce sociali sempre più vaste della popolazione.
A favore di queste ultime, la legge promuove iniziative dirette a rendere disponibili generi alimentari e farmaci non più idonei alla commercializzazione, anche a causa di alcune inaccettabili distorsioni della filiera della distribuzione. Si pensi, ad esempio, a quei prodotti ancora validi dal punto di vista alimentare, ma che presentano piccoli difetti di confezionamento, a quelli vicini alla data di scadenza oppure alle partite invendute e ai prodotti agricoli non raccolti per difficoltà di mercato e, quindi, destinati a marcire nei campi.
Nel testo finale della legge sono stati recepiti alcuni miei emendamenti e in particolare:
– l’estensione delle attività di recupero e riutilizzo delle eccedenze anche degli alimenti non più commestibili dall’uomo, ma utilmente destinabili all’alimentazione animale (ad esempio a beneficio di quelli ospitati in canili o curati da associazioni attive nel campo della protezione degli animali) oppure utilizzabili per l’autocompostaggio o per il compostaggio di comunità con metodo aerobico;
– la previsione, negli appalti pubblici per l’affidamento di servizi di ristorazione collettiva gestiti dalla Regione e da altri Enti pubblici, di criteri preferenziali a favore delle imprese che garantiscano il minor volume di sprechi alimentari e/o il loro recupero.
Inoltre, sempre su mia proposta, la Regione sarà impegnata ad agevolare le attività di recupero e redistribuzione di eccedenze e sprechi alimentari attraverso lo sviluppo di sistemi informatici, applicazioni e/o piattaforme web e a promuovere accordi di collaborazione per la cessione di generi alimentari tra le aziende del settore alimentare della grande distribuzione organizzata, della ristorazione collettiva e dei soggetti attuatori della legge (enti pubblici, imprese produttrici e distributrici di generi alimentari, imprenditori agricoli, realtà associative che operano nel campo del contrasto alla povertà e al disagio sociale).
I Comuni, come già prevede la legge nazionale e scrissi alcuni mesi fa, possono prevedere riduzioni tassa rifiuti a favore di chi recupera.
Come ho avuto modo di sottolineare più volte, la norma risulterà efficace se si riuscirà coinvolgere, dal basso, volontari e associazioni, parrocchie, mondo agricolo e produttivo in generale, anche attraverso una irrinunciabile opera di divulgazione, informazione e sensibilizzazione, soprattutto nelle scuole. In questo senso sarà fondamentale il ruolo dei Comuni, in particolare degli ambiti territoriali sociali che, operando nel settore del disagio sociale, possono meglio coordinare e finalizzare gli interventi di solidarietà delle organizzazioni di base.