Mi giungono richieste di copie del mio “rapporto di fine mandato”, che ho iniziato a distribuire da un paio di giorni (pur tardivamente, come ho spiegato, per impedimenti di varia natura degli ultimi mesi).
Ho ancora copie cartacee a disposizione, oltre a essere disponibile in versione digitale.
Chi sia interessato, mi telefoni o scriva un messaggio indicando l’indirizzo di posta elettronica per la versione digitale e, per quella cartacea, individuiamo le modalità per la consegna.
Giovedì scorso, 22 luglio, avevo utilizzato, volutamente e per mia indole, una formula sottotono, ispirata a understatement, senza conferenza o presentazione. Era
finalizzata ad arrecare il minor disturbo possibile. Al di là dell’oggetto fisico in sé, il libriccino, era per me occasione per salutarsi, rivedersi, “riabbracciarsi”. Per questo ringrazio ancora chi mi ha riservato, quella sera, la sua presenza, anche per qualche minuto.
Il ‘presente’ (present, in inglese) è una bellissima parola, utilizzata a indicare il regalo. Dalle nostre parti, si usa un’espressione che in passato disdegnavo, ma che con il tempo ho decisamente rivalutato: un “pensiero”.
Al di là della fisicità dell’oggetto, del contatto, della relazione, e all’opposto di compiacenza strumentale, piaggeria, ipocrita concessione, parole di circostanza, ho sempre ritenuto che arricchisce una relazione, quindi un’esistenza, l””essere presente” di qualcun altro o per qualcun altro, essere nel “pensiero” di qualcuno e avere nel “pensiero” qualcuno.
Di questo “essere presente” – semplicemente, senza presenzialismi, quasi dematerializzato, ridotto alla sua essenza, solo gesti, anche piccoli, azioni concrete, parole di qualche significato – ne ho fatto (almeno ho cercato) il mio programma umano e politico, da sempre. Ben distante da calcoli, convenienze, opportunismi, ipocrisie.
Spesso, citando a memoria un autore, ho sottolineato che alla nostra portata ci sono “parole e gesti di simpatia e premura” che rinnovano il patto di ognuno con l’altro, col resto della specie umana. Spesso, tanti, in tanti, ce ne dimentichiamo.