《Ci sono due vie per affrontare la vita: la via della Natura e la via della Grazia. Tu devi scegliere quale delle due vuoi seguire. La Grazia non mira a compiacere se stessa. Accetta di essere disprezzata, dimenticata, sgradita. Accetta insulti e oltraggi. La Natura vuole solo compiacere se stessa e spinge gli altri a compiacerla. Le piace dominare. Trova ragioni di infelicità quando tutto il mondo risplende intorno a lei e l’amore sorride in ogni cosa. Chi ama la via della Grazia non ha ragione di temere.》
《Se non ami, la tua vita passerà in un lampo.》
《Un giorno cadremo e verseremo lacrime e capiremo tutto, ogni cosa.》
《Ho atteso una vita nell’attesa che accadesse qualcosa e quel qualcosa era l’attesa.》
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All’inizio e alla fine, una scintilla, l’unità ‘santa’ che lega il padre al figlio.
Cosa, se non il pensiero e l’amore, la nostra capacità di pensare, elaborare noi stessi, la nostra vita e l’universo (infinito e dalle forze spaventosamente grandi) in cui siamo, e di alimentarli giorno dopo giorno, è la grazia, l’attesa, la scintilla che si accende con la vita e si spegne con la morte, l’unità del padre e del figlio?
Natura e Grazia sono presenti in noi, in costante lotta (“Padre. Madre. Voi due siete in lotta dentro di me. E lo sarete sempre”).
Ma sono il pensiero e l’amore, capacità umane (la “grazia materna”), che generano, spiegano, comprendono tutto.
Che film, la notte scorsa, ancora una volta, “The Tree Of Life” di Terrence Malick!