Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi

 

Domani, sit-in per il no all’ipotesi di localizzazione nel nostro territorio del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi. Ho cercato un po’ di spiegare i termini della questione e ho motivato la mia contrarietà, l’inidoneità di queste aree ad ospitare il deposito, in questo testo risalente a due mesi fa circa:
🛑 A PROPOSITO DELLE IPOTESI DI SITI PER IL DEPOSITO NAZIONALE DEI RIFIUTI RADIOATTIVI
👉 Questo il passo conclusivo:
《A mio parere, invece, a noi tocca affrontare il tema con serietà e razionalità, formulare, se ci sono, osservazioni e repliche di natura tecnica (tenendo presente i criteri utilizzati) e, soprattutto, spiegare come questo territorio ha fatto delle scelte, si è dato un profilo, ha individuato le sue vocazioni [dall’agroalimentare (si pensi, 4 distretti del cibo nel territorio murgiano, di cui uno interregionale, riconosciuti dalla Regione Puglia nella primavera 2020) alla cultura, dai beni paesaggistici, naturalistici e archeologici al turismo], ha strette connessioni, su queste vocazioni e questi interessi, con i territori del tarantino e della Basilicata, anche con la prossimità, quasi contiguità, di un Parco Nazionale (Alta Murgia) e due Parchi Regionali (“Murgia Materana” e “Terra delle Gravine”).
Insomma, non è possibile qui insediare il Deposito Nazionale e il Parco Tecnologico non “perché fanno male alla salute o all’ambiente!” o “perché già siamo stati vittime di qualcosa, in qualche tempo, in qualche modo, vittime!” (tutti dicono e possono dire le stesse cose o sciocchezze), ma perché in decenni, con fatica e anche con notevoli risorse pubbliche e private abbiamo definito un’identità territoriale (culturale ed economica), difficilmente compatibile con un polo tecnologico come quello proposto, che rispettiamo e la cui necessità comprendiamo bene (almeno io), ma che spazzerebbe via tutto quello che abbiamo costruito sinora.》