Dopo le riprese nella zona del Garagnone, in questi giorni il set per la lavorazione della serie televisiva (genere “western/fantastico”, otto episodi per ora) dal titolo “Quella sporca sacca nera” (“That dirty black bag”) si è spostato nel territorio di Altamura, la straordinaria zona di Pisciulo. È una produzione internazionale (Palomar e Bron Studios), con una coppia di registi (l’irlandese Brian O’Malley e l’italiano Mauro Aragoni), supportata da
Apulia Film Commission
(una fondazione costituita circa sedici anni fa dalla Regione Puglia, che ha l’obiettivo, con risorse e coordinamento della Regione, di attrarre produzioni audiovisive nel territorio pugliese).
A dicembre avevo scritto qui:
La serie è girata, per quanto riguarda il versante italiano, a Bari, con allestimenti e ricostruzioni in studio presso la Fiera del Levante, nel territorio di Fasano e in diverse location della Murgia. Vicino a noi, appunto le grotte di Pisciulo, la Masseria Jesce, lo stabilimento De Laurentis. Il supporto, alla produzione e ai tecnici, è stato assicurato, in particolare, da Donato Laborante (
Emar Orante
, voce narrante e custode, quasi sciamanico, dei luoghi) ed
Emma
Capurso (supportati, a loro volta, da Agnese Giordano, Piero Quattromini, Vito Petrara, Antonio Lomurno).
Con Donato ed Emma ho trascorso oggi un paio di ore sul set. Giornata di quelle che rinfrancano, nonostante non siano mancate notizie poco entusiasmanti che mi hanno confermato come, più di altro, sia necessario, da chi ha ruoli politici e istituzionali, un recupero di umiltà, indulgenza verso gli altri, comprensione e relatività del proprio io nel reale.
Aria tersa, sole avvolgente, temperatura primaverile (17°). Anche le acque del torrente Jesce sembravano avvertire un dovere di accoglienza verso ospiti provenienti da ogni dove. Scorrevano limpide come non le avevo mai viste. Nessun effluvio sgradevole, anzi rilasciavano solo un richiamo sonoro che addolciva e univa cielo, terra e persone.
Peccato solo che l’emergenza sanitaria in corso abbia impedito di fare quello che avremmo voluto fare e avevamo immaginato: coinvolgere in questi luoghi, durante la lavorazione, scolaresche del territorio e una più intensa presenza in città di attori, produttori e professionisti impegnati.
Bella e intensa, poi, la conversazione avuta con Alessandro Contessa, produttore di origine pugliese particolarmente legato alla nostra Murgia, a cui si deve, ad esempio, la produzione di “Focaccia Blues”. Abbiamo parlato di Murgia, di cinema e dell’amico comune Onofrio Pepe, che manca a lui e a molti di noi.
Con Alessandro Contessa ho avuto diversi contatti negli ultimi due anni, proprio per questa produzione televisiva, un’ulteriore opportunità per il nostro territorio, di cui ho scritto più volte.
Ad esempio, qui:
e qui:
Come prima, anche ora, senza ruoli, da cittadino e abitante di questa terra, continuo a seguire le tracce di lavoro sviluppate negli anni scorsi. Aggiungere pezzo a pezzo, passo a passo, preferendo opere e azioni, lontane dalla fuffa sparsa a piene mani.
Ribadisco anche oggi, dunque, la mia soddisfazione perché questo è l’esito di un lungo lavoro, sviluppato da Apulia Film Commission e dalla Presidenza della Regione, che ho fortemente sostenuto e seguito sin dagli inizi del 2019, anche accompagnato fisicamente in diversi sopralluoghi nel nostro territorio: l’ultima foto è stata realizzata nel marzo 2019, al termine di uno dei sopralluoghi, quando raggiunsi il nostro Onofrio Pepe in Caffetteria, con cui assolvemmo i minimi doveri di ospitalità nei confronti di Simonetta Dellomonaco e Antonio Parente
(rispettivamente Presidente e Direttore di AFC), Nicola Serra (direttore generale di Palomar), Alessandro Contessa. A tutti loro rinnovo il mio grazie per il lavoro svolto e per aver scelto il nostro territorio.