Da alcuni commenti al mio ultimo post sull’argomento, ieri, desumo che la brutalità e la semplificazione di questo mezzo di comunicazione non abbia consentito di cogliere un paio di evidenze e, in alcuni casi, ha generato divagazioni di taglio politicista completamente fuoriluogo e irrilevanti. Di seguito, le evidenze, anche ora semplificando molto.
Non ho alcun ruolo politico, decisionale e istituzionale e, da tempo, non sono coinvolto in alcun consesso politico o istituzionale di confronto, se non quello che si può sviluppare qui, il che limita capacità di azione e incisività ad un’opera di sensibilizzazione, una voce o uno spunto di riflessione messo qui, in rete, per quel poco, pochissimo o nulla che vale.
Nel tempo si scrivono e sottolineano cose, si apprezzano iniziative o proposte avanzate da altri, tutte cose che non è possibile ogni volta riprendere (sono già prolisso di mio) e questo non ha consentito di riprendere nuovamente alcune tracce o ipotesi di lavoro su cui tutti potremmo impegnarci per affrontare, insieme, l’emergenza in corso. Mi permetto, con lo stesso spirito (e la stessa irrilevanza/rilevanza), di richiamarne alcune proposte nelle settimane scorse:
#Blocco generalizzato, per due settimane, di attività e uscite a partire da una certa ora del tardo pomeriggio/sera (19.30-20?), accompagnato magari da un’anticipazione degli orari di apertura pomeridiana degli esercizi commerciali (il blocco potrebbe essere esteso a tutto il pomeriggio la domenica);
Sospensione, per due settimane, di tutte le attività didattiche in presenza o, a mio parere preferibile (sempre se, da una rapidissima consultazione di dirigenti e personale delle #scuole, dovesse essere fattibile), limitando le attività didattiche in presenza ai primi due anni delle scuole elementari, al primo anno della scuola media, al primo anno degli istituti superiori;
Sospensione o ridimensionamento, per due settimane, dei riti religiosi di ogni culto, da concordare con i rappresentanti delle rispettive #chiese;
Importante… Attivazione di una #Unità comunale, multidisciplinare (con medici, psicologi, terapisti, infermieri, oss), che, attraverso un numero verde, in stretto collegamento con i medici di base e di concerto con il Dipartimento di Prevenzione e il Distretto socio-sanitario della Asl, dia manforte alla USCA (unità speciale di continuità assistenziale) che la Asl di Bari ha attivato sin dall’estate scorsa e assolutamente insufficiente con i numeri dei contagi e con la mole del fabbisogno di assistenza domiciliare che si registra da un mese e mezzo a questa parte. L’Unità dovrebbe essere dedicata non al servizio di sorveglianza epidemiologica (tracciamento, mappatura dei contatti stretti, tamponi, ecc.), ma solo all’assistenza domiciliare soprattutto di soggetti fragili risultati positivi (anziani, disabili), a volte anche per bisogni in sé banali (somministrazione di un farmaco, una flebo, ecc.).
Quando ho scritto di assunzione collettiva della responsabilità e del peso della prevenzione, soprattutto, quando ho scritto più volte della necessità di “rinunciare a poco tutti quanti, per non rimpiangere tanto dopo” a cosa mi riferivo? Lo spiego nuovamente riportando l’esperienza, a mio parere virtuosa, di Toritto, un comune a noi vicino, dalle dimensioni molto più contenute rispetto alle nostre, ma che, a fine ottobre, si è ritrovato con un alto numero di contagiati, un caso ogni 90 abitanti circa. Ciò indusse a decidere un significativo blocco delle attività e di tutte le scuole per quindici giorni. Tale blocco è stato sì sancito da provvedimenti comunali, ma è stato accompagnato da una straordinaria comprensione e adesione della popolazione a quei sacrifici. Il resto li hanno fatto i controlli. Nei giorni successivi, a Toritto, si è ovviamente continuato a registrare un aumento dei casi positivi sino a raggiungere il picco di circa 230 verso il 10 novembre. Da allora, però, l’adozione di quelle misure ha determinato un appiattimento della curva di crescita dei contagi, segnalando progressivamente sia la riduzione dei contagi giornalieri accertati sia l’aumento dei guariti. E questo ha consentito la riapertura delle scuole dopo due settimane di sospensione. L’ultimo aggiornamento risale a due giorni fa con un numero di positivi sceso drasticamente a cento.
Un ultimo punto. Ogni critica, riserva, contestazione, opinione è non solo legittima, ma, ritengo, sacrosanta, direi doverosa. Governare non significa gestire o alimentare una corte; essere leali e fedeli alle Istituzioni non significa essere accondiscendenti o cortigiani. Nel mio caso, poi, riservo franchezza a tutti, parole chiare nella critica, nella proposta e nell’apprezzamento, perché la ritengo il miglior modo per essere leali, soprattutto per crescere e migliorarsi tutti. Altro conto è come i miei interlocutori hanno vissuto e vivono il mio essere franco (il più delle volte, ho pagato con incomprensioni, isolamento, ingratitudini, ma questa è un’altra storia, collettivamente irrilevante). Questo però, comunque e sempre, implica avere massimo rispetto per le Istituzioni e le Persone che le istituzioni rappresentano, soprattutto in una fase complicata. Un Sindaco. Un Parlamentare. Un Presidente di Regione. Un Presidente del Consiglio. Come pure, dalle stesse persone che rappresentano le Istituzioni, si richiede misura, responsabilità, rispetto per il lavoro delle altre istituzioni, sottraendosi alla tentazione dello scaricabarile.
Ogni cedimento verbale verso volgarità e inciviltà segna degrado, una sconfitta a priori, personale prim’ancora che collettiva.