EMERGENZA COVID / 500 CASI ACCERTATI NEGLI ULTIMI CINQUE GIORNI. SIAMO A QUASI 1800 ATTUALMENTE POSITIVI AD ALTAMURA. AUMENTANO OGNI GIORNO I DECESSI. FINO A QUANDO PORTEREMO AVANTI QUESTA CONTA DOLOROSA? BASTA INDUGI. URGONO DECISIONI E INIZIATIVE.

Piangiamo la perdita, anzitempo, di anziani e di adulti. Ogni giorno. Nelle ultime ventiquattr’ore, una donna di 44 anni e un docente di una scuola altamurana. Siamo in ansia per i ricoverati (all’Ospedale della Murgia, al Miulli, al Policlinico, ad Ostuni), anche giovani e adulti. Il sistema sanitario non riesce più – dalla fine di ottobre, quando i casi hanno raggiunto la soglia dei 6-700 casi – a seguire, tracciare, assistere soggetti fragili. Con tali numeri imponenti è risultato rapidamente insufficiente quanto pure si era attivato in tempo, in estate, molto prima che in altri comuni (postazione tamponi in modalità drive-trough, usca – unità speciale di continuità assistenziale). Sono necessarie, lo si chiede da alcune settimane, altre unità che assicurino assistenza domiciliare sul territorio. Il nostro Presidio ospedaliero, il “Perinei”, è preso d’assalto, senza sosta, da un mese a questa parte e, pur non tralasciando altre esigenze di cura (ad esempio, dialisi; terapie oncologiche; giusto ieri, ho dato conto delle oltre 100 coronarografie e 30 angioplastiche effettuate negli ultimi due mesi), sta mettendo in campo uno sforzo enorme per assicurare assistenza e cura al centinaio di pazienti covid lì ricoverati.
Diciamocelo con franchezza e con onestà, soprattutto tra gli addetti della politica e delle istituzioni. Si poteva fare di più, sicuramente, in questi ultimi due mesi e si deve e si può chiedere, ma cosa si può realisticamente pretendere dalle strutture sanitarie con numeri come i nostri. Pensate, oggi, 28 novembre, siamo a quasi 1800 persone residenti ad Altamura attualmente positivi, ovviamente quelli ufficialmente accertati (2200-2300 in totale, da fine agosto)? Ci vorrebbe un esercito, non un’altra usca o altre due, per tracciare i contatti stretti (10-15, mediamente, per ogni caso positivo), fare tamponi, monitorare, seguire, assistere.
Con questi numeri, diciamocelo con franchezza e onestà, era necessaria una prova di responsabilità, che significa farsi carico di questa realtà, non lasciandola alla cura, alla responsabilità, quindi ai doveri e ai limiti inevitabili di altri, di altre istituzioni, da cui non si può pretendere l’irreale. È come se in una famiglia c’è uno solo che lavora e tutti gli altri scialano e pretendono sempre di più da quel poverino che lavora. C’è un limite, oltre il quale i diritti diventano egoismo puro, la realtà paranoia.
Questo per dire, nuovamente due giorni all’indirizzo del Consiglio comunale di Altamura, che c’è stato il tempo per fare scelte, individuare iniziative diverse e più incisive di contenimento, destinate se non ad arrestare, almeno a contenere la diffusione dei contagi. Ovviamente, con sacrifici dolorosi e difficili da adottare e imporre. C’erano opzioni da valutare, tutti assieme, da tutta la classe politica locale, perché non ci sono schieramenti che tengano su problemi come quelli che stiamo affrontando, così da individuare priorità e salvaguardare l’una o l’altra esigenza (ad esempio, blocco serale generalizzato o chiusura generale di tutte le scuole, diversa sistemazione e organizzazione dei mercati prim’ancora di arrivare alla sospensione, massiccio ricorso al lavoro a distanza negli uffici, ecc.). Da settembre era evidente come si fosse innescata una progressione impressionante e rapida dei contagi, il cui numero, da allora, è raddoppiato di quindici giorni in quindici giorni. Lo ricordavo nuovamente due giorni fa:
In meno di una settimana, esattamente dal 22 novembre – riflettiamo per favore – il numero dei contagiati è salito da 1284 agli odierni 1776: circa 100 casi al giorno accertati negli ultimi cinque giorni.
Per settimane c’erano opzioni, scelte da vagliare e adottare, così da rinunciare a poco tutti, per non rimpiangere tanto più avanti, ho ripetuto più volte. Senza nessuno sforzo in più, invece, ci siamo adagiati su quanto prevedevano decreti nazionali e ordinanze regionali (magari pure prendendoci il lusso di attaccarli). Avevamo invece il dovere di far qualcosa in più prendendo atto di quanto stava avvenendo, della anomalia del nostro territorio, che qui il contagio si è da subito presentato con numeri senza eguali in tutta la Puglia, con un’incidenza più che doppia rispetto alla media pugliese. Avevamo il dovere, con iniziative e provvedimenti specifici, di alleggerire il carico e la pressione sulle strutture sanitarie, senza limitarsi a scaricare tutto ora su asl, ora su dipartimento di prevenzione, ora su ospedale.
Ora, credo, non ci sia più questo margine di scelta. Basta indugi. Decisioni e sacrifici sono ineludibili. Altrimenti si fermerà tutto, non a seguito di provvedimenti, ma perché mezza Altamura, di questo passo, sarà posta in isolamento fiduciario o quarantena. E continueremo a piangere.