Riporto nelle immagini il contenuto essenziale dell’#ordinanza firmata un paio di ore fa dal Presidente della Regione.
Dal 30 ottobre sino al 24 novembre sospesa l’attività in presenza nelle scuole primarie (elementari) e secondarie di primo (medie) e secondo grado (superiori). Queste Istituzioni scolastiche adottano “didattica digitale integrata riservando alle attività in presenza esclusivamente i laboratori (ove previsti dai rispettivi ordinamenti dal ciclo didattico) e la frequenza degli alunni con bisogni educativi speciali.”
Sono convinto e temo che blocchi e sospensioni ulteriori ne vedremo su scala nazionale.
___________
Non posso limitarmi a questo, avendo trattato il tema in più occasioni con appelli caduti nel vuoto
[da qui, ad esempio, il 9 ottobre:
qui, il 17 ottobre: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10223180126922362&id=1558501860].
Formulo qualche considerazione, con la tristezza nel cuore e il senso della sconfitta nella mente.
È un esito che avevo facilmente pronosticato (v. terza immagine). Riporto un passo di quel testo di tre settimane fa circa per sottolineare un concetto:
《quando arriveremo alla chiusura delle scuole (perché ci arriveremo alla chiusura completa e come non mai vorrei che i fatti possano smentirmi) tanti si indigneranno, ma in tanti si saranno tolti il “problema”!! Sarà una sconfitta per tutti. Nessuno del mondo adulto si potrà sentire assolto, però. La sconfitta sarà di noi adulti, per egoismo, impreparazione, pavidità, indifferenza, inefficienza, incapacità di sentire la responsabilità del momento e di affrontare, ciascuno per il proprio ruolo, la durezza che quella responsabilità implica.》
Ecco, ora nessuno si senta assolto! C’è poco da fare gli indignati, c’è poco da sparare, da istituzioni locali verso altre istituzioni. Quando, poi, solo pochi giorni fa, sono stati proprio i Comuni a scagliarsi contro il Presidente del Consiglio dei Ministri per essersi permesso di chiamarli ad assumersi la responsabilità di definire le zone di maggior rischio nei propri territori. La verità – e lo dico proprio ora che dovrei sentirmi alleggerito da responsabilità istituzionali non avendo nemmeno partecipato alla competizione elettorale – è che questo gioco a scagliarsi e scaricare su altri livelli istituzionali (ora la Regione, ora lo Stato o altro) responsabilità, compiti e colpe è un gioco perdente e non aiuta nessuno. Non si risolve nulla, non si aiuta nessuno, non si dà alcun contributo, anzi si aggrava la situazione alimentando sfiducia, malumore e odio, scatenando impulsi e reazioni. Un mix di emozioni che prima o poi travolge tutti, anche chi crede di poterle manipolare, soprattutto se le parole non sono state precedute da azioni compiute. Ecco, nessuno, soprattutto chi è nelle istituzioni, può sentirsi assolto se prima non ha assolto il dovere di agire. Agire, questo ci assolve, anche se poi non si sia riusciti a sortire il risultato sperato.
Da chi ha ruoli nelle istituzioni, da chi ha un ruolo politico o funzioni pubbliche, è o ambisce ad essere classe dirigente, è doveroso attendersi rigore, conoscenza dei problemi e della realtà, pazienza nel spiegarli a tutti, impegno per risolvere per quanto è possibile e gli è possibile, capacità di isolare e sostenere il buono che c’è e si fa, assunzione di responsabilità e non autoassoluzione, rincorsa alla esaltazione degli istinti, diffusione di incertezza, stravolgimento della realtà, reazioni ispirate a ripicche, risentimenti.
Nessuno porta responsabilità, invece. Un’eterna assoluzione di noi stessi e la colpa è sempre degli altri. L’indice sempre puntato. Sono gesti e parole che si ripetono, quando, qui da noi, poi, c’è poco da fare i gradassi e gli indignati perché, se non lo si è capito ancora, nonostante lo abbia scritto tante volte, c’è un numero impressionante di contagi accertati (non ho dati aggiornati, ma, comprendendo quelli guariti, siamo molto probabilmente sui 600 casi accertati negli ultimi due mesi, nella cosiddetta seconda ondata, di cui 437 gli attuali positivi secondo i dati ufficialmente comunicati dal Comune). Per fare qualche raffronto: a Trani i positivi sono 63, a Bari città, con una popolazione quasi cinque volte quella di Altamura, i positivi erano ieri 1068. Ecco, qui, da noi, cosa abbiamo fatto o tentato per contenere la diffusione del contagio?
Qui, da noi, c’è poco da fare i gradassi e gli indignati perché, nel nostro Comune, l’incidenza dei casi Covid è più che doppia rispetto alla media pugliese (circa 85 casi ogni 10000 abitanti, in Puglia 40 ogni 10000 abitanti). Ne abbiamo preso veramente consapevolezza? Qui, da noi, abbiamo adottato alcuna cautela o misura? Abbiamo fatto qualcosa, il nostro?
Infine, c’è poco da fare i gradassi e gli indignati mentre i reparti Covid si stanno rapidamente riempiendo. Al “Perinei”, a distanza di un giorno e mezzo dall’avvio del reparto (ne ho scritto ieri), sono già ricoverati 20 pazienti di cui 4 in rianimazione.
Vogliamo continuare così?