ALCUNE ANNOTAZIONI SULLE ELEZIONI

Di seguito, alcuni appunti “numerici” su dati e risultanze che non mi pare siano stati rilevati o evidenziati nei commenti e nelle analisi del dopo elezioni. In primo luogo, tengo ad augurare buon lavoro al Presidente Michele Emiliano, che ho sostenuto nel migliore dei modi a me possibili, in particolare valorizzando il lavoro svolto e i risultati conseguiti in questi ultimi anni, e a tutti i consiglieri regionali eletti, a partire da quelli nati o legati ad Altamura, Francesco Paolicelli e Gianni Stea. Nel loro confronti, in particolare del primo, essendo al primo insediamento, sono a disposizione per illustrare progettualità, che interessano il nostro territorio, già realizzate, quelle programmate e finanziate, quelle programmate e da sviluppare nei prossimi anni.

 I votanti, contrariamente a tutte le previsioni, sono aumentati significativamente rispetto alle elezioni regionali del 2015: +186.068
– nel 2020, 2.011.681 votanti
– nel 2015, 1.825.613

 I voti validi (quindi, escluse le schede bianche e nulle) sono stati:
– nel 2015, 1.684.669
– nel 2020, 1.862.123 nel 2020 (+10,5%)

 I voti espressi sui candidati presidenti sono stati:
– nel 2015, 1.684.669
– nel 2020, 1.862.023 (+10,5%)

 I voti espressi sulle liste sono stati:
– nel 2015, 1.600.319
– nel 2020, 1.676.499 (+4,7%)

 Se ne ricava che la differenza tra i voti attribuiti ai candidati presidenti e quelli alle liste (ricordo che è possibile votare solo il candidato presidente senza votare una lista) è risultata pari a:
– 84.350 nel 2015
– 185.524 nel 2020

 Quindi, in termini assoluti, sono più che raddoppiati i voti attribuiti solo al candidato presidente (+120% rispetto al 2015). È un dato molto significativo, anche politicamente. In termini di incidenza sul voto complessivo
– nel 2015 i voti assegnati solo al candidato presidente erano il 5% del totale
– nel 2020, il 10%

 È questa evidenza – il forte scarto tra voti alle liste (che automaticamente vanno al candidato collegato o a quello, diverso, espressamente scelto con il voto disgiunto) e voti solo ai candidati presidenti – alla base dell’incertezza sul superamento del quorum per la lista Senso Civico (la soglia di sbarramento per le liste in coalizione è del 4% per l’attribuzione dei seggi in consiglio regionale). Facendo il rapporto tra i voti di questa lista rispetto ai voti attribuiti a tutte le liste viene fuori la percentuale pari a 4,16, ma rapportando quel dato a tutti i voti validi la percentuale scende al 3,74% (è così che ha operato il Ministero dell’Interno, negando l’attribuzione dei seggi alla lista, ma si dovrà attendere la commissione elettorale centrale). Stesso discorso vale per tutte le liste, in particolare per quelle vicine al quorum (Italia in Comune 3,48% e non 3,87%; Puglia Solidale e Verde 3,42% e non 3,80%; Emiliano Sindaco di Puglia 2,33% e non 2,59%).

 Fatta questa premessa, chi è il candidato presidente maggiormente premiato da questo voto sganciato dal voto ad una lista e a un candidato consigliere?
Beh, non c’è alcun dubbio ed è uno dei due dati politicamente rilevanti che volevo sottolineare. Ovviamente è un dato che non va preso nei valori assoluti, perché sul voto al candidato presidente incide, a dire il vero non in misura particolarmente significativa, sia il fenomeno del voto disgiunto sia la casistica dei voti annullati alle liste ma in cui era chiara l’intenzione di voto al presidente e quindi conteggiato. Precisato questo, il candidato che ha conquistato buona parte di questo voto espresso solo sulla figura del presidente, è Michele Emiliano, che, rispetto alle liste della coalizione, ha ottenuto 111.296 (di cui quasi 50mila solo nel barese) in più:
– Emiliano, 871.028 voti
– liste collegate, 759.732 voti
Mentre Fitto conquista circa 30.000 voti in più:
– Fitto, 724.928
– liste collegate, 694.536
Laricchia, circa 32mila voti in più:
– Laricchia, 207.038
– liste collegate, 175.140

 Con alto grado di plausibilità, si può affermare che Emiliano ha conquistato circa il 60% dei consensi di quegli elettori che hanno votato solo per il presidente della regione. O, più precisamente, è possibile affermare che su questa scelta ci sia stata una specifica, non banale, mobilitazione.

 Conferma questa conclusione il confronto dei voti, in termini assoluti, a Emiliano e alle liste collegate tra il 2020 e il 2015. Mentre il candidato presidente incrementa significativamente il consenso
– Emiliano 2015: 793.831
– Emiliano 2020: 871.028
la sua coalizione perde, in numeri assoluti, consensi
– liste collegate 2015: 772.708 (allora, 48,28%)
– liste collegate 2020: 759.732 (45,32%)

 Quindi, nonostante l’incremento dell’affluenza al voto nel 2020 (+10% rispetto al 2015), i voti alle liste della coalizione di Michele Emiliano scendono di 12.976 voti.

 In particolare, all’interno della coalizione, a perdere significativamente consensi (in termini assoluti e anche percentuali) è il PD
– PD 2015: 316.876 (allora, 19,80%)
– PD 2020: 289.188 (ora, 17,25%)
Una perditadi oltre 27500 voti rispetto al 2015 e nonostante l’affluenza al voto sia aumentata del 10%.
Il resto della coalizione, invece, cresce (+14712 voto), pur non in misura pari all’incremento dei votanti
– resto coalizione 2015: 455.832
– resto coalizione 2020: 470.544
Se nel 2015 i voti del PD rappresentavano il 41% dei voti complessivi della coalizione, nel 2020 tale percentuale scende al 38%.

 Discorso a parte per il numero dei seggi attribuiti in consiglio. La frammentazione dei voti tra le diverse liste non pd, il premio di maggioranza conquistato anche grazie ai voti assegnati solo al presidente, il meccanismo elettorale, la soglia di sbarramento, hanno ora portato al paradossale esito di non vedere rappresentato in consiglio quasi la meta del consenso che ha determinato la vittoria del centrosinistra in Puglia (tra voti alle liste che non hanno superato la soglia di sbarramento e voto solo al presidente) e, per converso, di vedere il PD, nonostante la perdita di consensi, aumentare il numero dei consiglieri, passando dai 13 del 2015 ai 16, forse 17, consiglieri regionali del 2020.
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📌 Conclusione breve.
Tocca, in particolare, al Presidente Emiliano anche il compito politico di dare rappresentanza a quest’altra metà del consenso, orfano di interpreti in consiglio, e di contribuire a struttarlo in forme politiche stabili. Diversamente si rischia di disperdere questo consenso e di non ritrovarlo più.
Tocca al Consiglio regionale mettere mani alla legge elettorale pugliese: è necessario rimediare alle distorsioni che sono emerse con maggiore evidenza in questa tornata; è opportuno, a mio parere, passare a meccanismi di taglio maggioritario, in collegi piccoli, che consentano di assicurare rappresentanza a tutti i territori pugliesi.