Per molti lavoratori tardano ancora ad arrivare dall’INPS le indennità della cassa integrazione in deroga. In Puglia, la Regione aveva anche provato ad attivare, con un protocollo d’intesa, il sistema bancario affinché procedesse ad anticipare le somme ai lavoratori (per poi riscuotere dall’Inps). Ma anche questo tentativo ha dato scarsi risultati per rigidità e indisponibilità delle banche.
Conosco bene e comprendo la difficile situazione di molti e molti sono a chiedermi come sia possibile.
📌 Ecco, di seguito, una ricostruzione della questione con un po’ di numeri, che almeno serve, parzialmente, a spiegare dov’è il problema.
☑️ La Regione Puglia ha messo in campo, da settimane, un grande lavoro finalizzato a consentire i pagamenti degli ammortizzatori sociali previsti per i lavoratori delle quasi 37mila imprese e datori di lavoro pugliesi (esattamente, 36788, dato aggiornato al 7 maggio) che hanno presentato l’istanza per accedere alla Cassa Integrazione in deroga, per un importo totale di quasi 155 milioni di euro e per un numero di dipendenti interessati pari a 125.251.
☑️ Sino ad avantieri, 7 maggio, gli uffici regionali avevano istruito e trasmesso all’INPS le posizioni dei dipendenti di 26mila datori di lavoro, vale a dire il 70% di quelle complessivamente pervenute. Entro lunedì prossimo, 11 maggio, il lavoro sarà terminato, tutte le posizioni definite e trasmesse.
☑️ Un risultato possibile grazie a un enorme sforzo organizzativo dell’Assessorato al Lavoro della Regione, diretto da Sebastiano Leo, in particolare dello staff della Sezione “Promozione e tutela del lavoro”, che ha operato e sta continuando a operare a pieno organico, ininterrottamente, anche nei giorni festivi, anche in queste ore. A loro va la mia gratitudine.
☑️ Tuttavia, questo grande impegno rischia di essere vanificato, come si è purtroppo già rilevato in queste ultime settimane, dal meccanismo di liquidazione delle indennità, che prevede un doppio livello di istruttoria delle domande (prima delle regioni e poi dell’INPS), e che è caratterizzato anche da rimpalli di competenze, integrazioni e chiarimenti, causati pure, in alcuni casi, da domande prodotte in maniera confusionaria. Un sistema farraginoso, fondato su regole previste per situazioni ordinarie e che comporta tempi certamente non conciliabili con una situazione di emergenza e straordinarietà quale è quella che stiamo vivendo.
☑️ Lo dimostrano anche i numeri: a fronte degli oltre 125mila lavoratori pugliesi interessati, sono circa 8mila coloro che hanno già percepito concretamente il sostegno economico da parte dell’INPS. Insomma, una situazione che mette in difficoltà i lavoratori che da due mesi non hanno percepito stipendi e che rischia seriamente di generare un clima di sfiducia generalizzata da parte dei cittadini.
📌 È chiaro che le difficoltà e i ritardi dell’INPS sono causate dall’imponente numero di domande e dalla circostanza che sull’Istituto previdenziale si sono riversate diverse e concomitanti procedure emergenziali decise a livello nazionale (ad esempio, i bonus per le partite IVA).
📌 Le regioni, perché è una difficoltà comune su tutto il territorio nazionale, hanno posto più volte la questione al Governo centrale. Anche nella riunione che hanno avuto con il Ministro per il Lavoro avantieri, giovedì 7 maggio. Occorre adottare urgentemente modelli e procedure più snelle ed efficienti, in grado di rispondere celermente alle necessità delle famiglie in difficoltà, soprattutto in vista della successiva tornata di domande di cassa integrazione.
Per questo colgo con favore l’iniziativa presa dalle regioni di affidare ad un gruppo ristretto (Puglia, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Toscana, Abruzzo) il compito di elaborare una proposta operativa da sottoporre al Governo nazionale, che preveda un meccanismo semplificato di liquidazione, dal momento che l’esigenza largamente avvertita è quella di rispondere, rapidamente e bene, alle esigenze di lavoratori e imprese, nonché dei rispettivi consulenti.
Teniamoci aggiornati.