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La rete dei laboratori pubblici attivati sull’emergenza Covid-19 dalla Regione Puglia, nel corso delle settimane, si è andata via via potenziando sia nel numero (ne sono ora attivi tredici) che nelle attrezzature a disposizione. A volte si sono determinati ritardi negli esiti dell’analisi dei tamponi (oltre il giorno, giorno e mezzo, che è il tempo minimo normalmente rispettato), causati dalla temporanea penuria di reagenti, necessari per gli esami, che sono forniti da aziende estere.
È certo, però, che il numero di tamponi “processati” (nel gergo tecnico, il termine che indica il processo di estradizione molecolare dal tampone e il successivo esame) è aumentato progressivamente. Nelle ultime tre settimane si è passati da una media di 900 tamponi al giorno a circa 2000 (questa la media dell’ultima settimana). Il numero è destinato a crescere nei prossimi giorni.
Dietro tutto questo c’è un enorme sforzo economico e organizzativo di Aziende Sanitarie pugliesi e Regione (che va sostenuto, per chi può, con donazioni: nell’ultima immagine gli estremi del conto corrente unico regionale, dedicato all’emergenza).
E c’è, soprattutto, un enorme lavoro, altamente professionale, di tanti: chi pianifica i tamponi e gestisce tutti i casi dal punto di vista amministrativo e sanitario (nel nostro caso, sul territorio, dal Dipartimento di Prevenzione della Asl di Bari, diretto dal dott. Domenico Lagravinese, qui ad Altamura attraverso il Servizio di Prevenzione e Igiene Pubblica, diretto dalla dott.ssa Grazia Fortunato; all’interno dell’Ospedale della Murgia, dalla Direzione sanitaria, il dott. Domenco Labate e i suoi collaboratori, dal medico competente responsabile della sicurezza dei dipendenti, il dott. Mauro Carino, dall’Unità Operativa “Laboratorio di Analisi – Patologia Clinica”, diretta dal dott. Giovanni Dirienzo), le unità mobili che si occupano dell’effettuazione dei tamponi e, infine, i laboratori che, ininterrottamente, trattano, esaminano ed elaborano gli esiti dei tamponi.
Per quanto riguarda i tamponi della nostra (sia quelli effettuati sul territorio, sia quelli effettuati in Ospedale: complessivamente, svariate centinaia), ci siamo avvalsi, a fasi alterne e con una distribuzione del carico, dei laboratori dell’Istituto Zooprofilattico di Foggia, degli ospedali Dimiccoli di Barletta, Di Venere di Bari, Miulli di Acquaviva e poi, in particolare, dal primo momento, del Laboratorio di Epidemiologia molecolare e Sanità pubblica del Policlinico di Bari, diretto dalla Professoressa Maria Chironna.
Nelle immagini riporto un bell’articolo-intervista del quotidiano “la Repubblica – Bari”. C’è da essere orgogliosi, è figlia di questa terra, la Murgia, nostra concittadina.
Come ho già fatto in diverse altre occasioni, torno ad esprimere a lei, a tutto il suo Staff, e, attraverso il suo caso-racconto emblematico, a tutti coloro che, nelle strutture, negli uffici, nei laboratori, nelle ambulanze, come ricordavo prima, gestiscono questa materia, il mio/nostro GRAZIE per l’enorme lavoro che stanno facendo, giorno e notte, invisibile ai più, ma più prezioso che mai.

(enzo colonna)