Sottoscritti oggi, i disciplinari tra la Regione Puglia e gli Enti proprietari dei luoghi e archivi ammessi al finanziamento nell’ambito della misura “Luoghi della Memoria e Archivi Storici” presenti nel territorio pugliese.
Si tratta di una misura che avevo previsto in una norma inserita nella legge regionale di bilancio per il 2019 [leggi qui] e che è stata poi dettagliata (assieme ad altre iniziative inserite, sempre su mia proposta, nei bilanci regionali degli ultimi anni) nel programma “La Cultura si fa Strada” approvato, su proposta dell’Assessore Loredana Capone, dalla Giunta regionale nel giugno scorso e finalizzato a diffondere la conoscenza e la fruizione di beni e luoghi della cultura presenti in Puglia, facendone attrattori dinamici attorno ai quali ritrovare storie comuni, fare esperienze, recuperare e rinsaldare legami, costruire comunità di cittadini consapevoli.
La misura “Luoghi e Archivi della Memoria” si avvale di uno stanziamento di 350mila euro per il 2019 (di analoga consistenza quello per il 2020 e 2021) e si propone l’obiettivo di promuovere la conoscenza dei luoghi legati agli accadimenti che hanno segnato la storia del Novecento in Puglia, con particolare riferimento ai due conflitti mondiali e agli anni immediatamente successivi (ad esempio, campi di prigionia, internamento, confino politico, profughi) e di valorizzare gli archivi che conservano documentazione legata all’esperienza sociale, filosofica e culturale di uomini e donne che hanno assunto un ruolo politico cardine e uno stretto legame culturale con il territorio pugliese durante il medesimo periodo storico.
Per dare attuazione a questa iniziativa, la Sezione regionale “Valorizzazione Territoriale” (che ringrazio per il grande ed efficiente lavoro svolto), dopo una ricognizione, ha individuato Luoghi e Archivi che rispondevano alle condizioni fissate nella norma di bilancio, vale a dire appartenenti ad enti pubblici o ad enti non a scopo di lucro partecipati da soggetti pubblici. A questi è stato chiesto di presentare un programma di interventi [ne avevo scritto qui].
All’esito di questa fase istruttoria sono risultati finanziati interventi che interessano, per i “luoghi della memoria”, la “Casa Rossa” di Alberobello (cui saranno assegnati 78.500 euro), il “Campo 65” di Altamura (53.070 euro) e il “Museo della memoria e dell’accoglienza” di Nardò (33.000 euro) e, per gli archivi storici, quelli della Fondazione Di Vagno (57.684 euro), della Fondazione Gramsci (34.000 euro) e dell’IPSAIC – Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea “Tommaso Fiore” (45.000 euro).
I tre Comuni (Altamura, Alberobello, Nardò) e i tre Istituti hanno appunto sottoscritto, oggi, i disciplinari con la Regione, che precisano i rispettivi obblighi e il cronoprogramma degli interventi, che dovranno essere avviati entro il 31 dicembre 2019, conclusi entro il 29 febbraio 2020 e rendicontati entro il successivo 31 marzo.
Grazie a queste risorse assegnate potranno essere realizzati alcuni interventi finalizzati alla divulgazione e valorizzazione di luoghi o beni di straordinaria importanza, spesso poco conosciuti.
Ad esempio, il progetto “50 storie per la Casa Rossa” promosso dalla Fondazione Casa Rossa Onlus e dal Comune di Alberobello interesserà un luogo significativo per la nostra storia comune, dall’estate del 1940 e sino al settembre del 1943 luogo di detenzione per ebrei. Il progetto prevede, in particolare, la realizzazione di una piattaforma multimediale sulla quale saranno raccolte le memorie e le testimonianze legate alla Casa Rossa; inoltre, saranno realizzate, con il legno derivante dagli ulivi colpiti dalla xylella, opere artistiche e verrà attivato un laboratorio partecipato con il coinvolgimento di giovani ed esperti, finalizzato alla realizzazione di sedute amovibili in materiali naturali e legno di recupero per l’allestimento temporaneo di un’area esterna.
Il progetto del “Campo 65”, situato tra Altamura e Gravina, interessa un luogo che durante la 2^ guerra mondiale fu campo di prigionia di militari alleati (tra i più grandi d’Italia), poi, campo di addestramento per i partigiani slavi e infine, nel dopoguerra, centro per i profughi provenienti dalla Venezia Giulia, dalla Dalmazia, dall’Africa. Su questo è in corso, da tempo, una bella e approfondita attività di ricerca, studio e diffusione della conoscenza, da parte dell’Associazione Campo 65: Prigionieri di Guerre. Per questo luogo si prevedono interventi quali: il restauro conservativo dei dipinti murali presenti sulle pareti interne di una delle baracche del Campo; la realizzazione di un portale web per la diffusione della cultura del ‘900 e la conservazione della memoria storica, anche attraverso l’inserimento di questo bene nel sistema informativo “CartApulia” (la Carta dei Beni Culturali della Regione Puglia); la realizzazione di una mostra itinerante multimediale con l’obiettivo di creare percorsi culturali tematici che legano il territorio pugliese a eventi e tematiche di carattere storico, politico e internazionale come la 2^ guerra mondiale; percorsi di valorizzazione e fruizione attraverso pannelli monitori e didascalici sulle vicende del Campo; una pubblicazione sul primo periodo relativo alla storia del Campo negli anni 1942-43.
Sono molto soddisfatto per l’attuazione di questa iniziativa, che ritengo un’operazione dal rilevante valore sociale, educativo e formativo per tutta la Puglia, dal momento che è finalizzata a promuovere e sostenere attività di ricerca, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, storico e politico legato ad eventi di grande rilevanza collettiva e umana.
Questa consapevolezza ha anche ispirato una apposita proposta di legge (“Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione dei luoghi della memoria e degli archivi storici della Puglia”) alla quale ho lavorato nei mesi scorsi. È stata già approvata dalla VI e dalla I Commissione consiliare all’unanimità [leggi qui] e attende ora solo l’ultimo via libera da parte del Consiglio regionale e punta a rendere sistematico e continuativo, anche per i prossimi anni, l’impegno della Regione Puglia su questi temi.
ENZO COLONNA