Il contenuto dell’intesa recentemente sottoscritta tra il MIUR e le organizzazioni sindacali del comparto istruzione e ricerca, riguardante il percorso da porre in essere nei prossimi mesi per giungere alla stabilizzazione del personale precario della scuola, rischia di introdurre una inaccettabile disparità di trattamento tra docenti.
L’intesa, infatti, prevede l’indizione, entro la fine dell’anno, di un concorso straordinario per assumere 24.000 insegnanti nella scuola secondaria, di primo e di secondo grato, con una procedura riservata solo a chi abbia almeno tre anni di anzianità pregressa nelle scuole statali.
In questo modo, di fatto, si esclude dalla possibilità di accedere a questo concorso tutti quei docenti precari che da anni svolgono la loro attività presso le scuole paritarie, in violazione della loro equiparazione a quelle statali sancita dalla legge 10 marzo 2000, n. 62.
Comprendo, pertanto, le ansie e le preoccupazioni evidenziate in questi giorni dai docenti precari delle scuole paritarie, che potrebbero essere esclusi da questo concorso straordinario alla luce dell’intesa sottoscritta da MIUR e sindacati, e auspico un ripensamento a livello statale per non creare un’ingiustificata disparità tra docenti che svolgono, se pure in contesti diversi, le analoghe attività di insegnamento.
Allo stesso modo rischiano di essere ingiustamente penalizzati nella partecipazione al medesimo concorso straordinario i docenti pugliesi che hanno partecipato al progetto “Diritti a Scuola”, dall’anno 2018-2019 “Tutto a Scuola”, promosso dalla Regione Puglia e che prevede, da dieci anni, la partecipazione di centinaia di insegnanti impegnati in attività di contrasto della dispersione scolastica e per il recupero e il potenziamento formativo degli studenti pugliesi.
Ebbene, dalle informazioni che circolano emerge che la tipologia di contratto sottoscritto dai docenti di “Diritti a Scuola” e “Tutto a Scuola” (e cioè un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, invece del canonico contratto di lavoro a tempo determinato) impedirebbe a questi ultimi di vedersi riconosciuto, ai fini del raggiungimento del requisito dei tre anni per partecipare al concorso, il servizio prestato, nonostante gli insegnanti coinvolti nell’iniziativa regionale siano stati tutti impegnati in attività assolutamente identiche rispetto ai colleghi assunti direttamente dal MIUR con contratti di lavoro a tempo determinato. Si tratterebbe, quindi, anche in questo caso, di una ingiustificata penalizzazione che pregiudicherebbe a centinaia di docenti la possibilità di accedere al concorso e, quindi, di concorrere alla tanto agognata stabilizzazione.
A questo proposito, pur ben consapevole della competenza esclusiva statale in questa materia, invito l’Assessore regionale all’Istruzione, Sebastiano Leo, a farsi promotore, in sede di conferenza Stato-Regioni, di una più approfondita riflessione su questi due importanti aspetti, in modo da consentire a tutti i docenti precari pugliesi, sia delle scuole paritarie sia del progetto “Diritti a Scuola” e “Tutto a Scuola”, di accedere al concorso straordinario, senza immotivate limitazioni derivanti esclusivamente dalla tipologia di istituto presso cui gli stessi abbiano prestato servizio o dalla tipologia di contratto stipulato. Ne gioverebbe la serenità di moltissimi docenti che, altrimenti, sarebbero ingiustamente penalizzati nelle loro aspirazioni e prospettive di lavoro.
ENZO COLONNA
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